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A CHI GIOVA DAVVERO L'ARRIVO DEL "CAIMANO"?

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2006 18:02
22/03/2006 18:02
 
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"Il regista può fare ciò che i politici prodiani non possono fare («guai demonizzare Berlusconi», è il loro leitmotiv)"

"Il colpo basso, l’uppercut anti-berlusconiano che i leader dell’Unione non possono dare, viene delegato a Nanni...
Il riformismo gioca di fioretto, il morettismo gioca di scimitarra...
Nanni è uno che «viene da lontano», un artista più simile ad Altan o a Bucchi che alla Guzzanti o a Travaglio. Funge da ambasciatore dei partiti di sinistra presso il loro popolo. Che ai tempi dei girotondi proprio lui sobillò contro i partiti, ma quando si accorse che il gioco si stava facendo troppo pericoloso per Fassino e Rutelli, lui stesso ordinò al movimento di deporre le armi. In fondo, Moretti è abbastanza autorevole per essere stimato da (quasi) tutti e sufficientemente perfido per godere del favore degli intransigenti. Perfino di quelli, a rischio astensionismo, del genere www.beppegrillo.it."




IL MESSAGGERO
22 marzo 2006
A CHI GIOVA DAVVERO L’ARRIVO DEL “CAIMANO”
di MARIO AJELLO

NON l’ho visto, ma mi piace. Nessuno l’ha visto ancora, ma “Il caimano” il film di Nanni Moretti avvolto nel mistero che scandisce l’attesa di un evento salvifico non può non piacere. Perché fa comodo a tutti la nuova opera del grande regista. I maxi-manifesti che preparano l’uscita del “Caimano” hanno invaso le strade, i trailer riempiono i cinema fra gli applausi preventivi del popolo di sinistra, e ora si aspetta a momenti che questa sorta di “faccia a faccia” fra l’anti-berlusconismo e il resto del mondo piombi con tutta la sua forza anche artistica nella campagna elettorale. «Io con questo film non voglio spostare voti, ma solo seminare dubbi nei cittadini», avverte Moretti, il quale non ama essere paragonato a Michael Moore, l’autore anti-Bush di “Fahrenheit 9-11”.
Trama segretissima. Si sa soltanto che narra, un film nel film, di una regista che cerca qualcuno che interpreti Berlusconi, cioè «il terribile alligatore che si è mangiato l’Italia», ma nessuno è disposto a recitare quella parte. Il fatto che non si sappia nulla della storia introduce un aspetto romanzesco nella campagna elettorale del centro-sinistra. Nanni scippa così al berlusconismo l’effetto-sorpresa, che è un suo punto di forza, e celebra davanti a tutti una grande riconciliazione. Non era lui che urlò ai dirigenti dell’opposizione «con voi non vinceremo mai»? Adesso è lui che cerca di aiutarli a vincere. Il colpo basso, l’uppercut anti-berlusconiano che i leader dell’Unione non possono dare, viene delegato a Nanni, ovviamente senza trascendere perché si tratta di un fuoriclasse. Il riformismo gioca di fioretto, il morettismo gioca di scimitarra, ma ironica e perfino surreale. Nanni è uno che «viene da lontano», un artista più simile ad Altan o a Bucchi che alla Guzzanti o a Travaglio. Funge da ambasciatore dei partiti di sinistra presso il loro popolo. Che ai tempi dei girotondi proprio lui sobillò contro i partiti, ma quando si accorse che il gioco si stava facendo troppo pericoloso per Fassino e Rutelli, lui stesso ordinò al movimento di deporre le armi. In fondo, Moretti è abbastanza autorevole per essere stimato da (quasi) tutti e sufficientemente perfido per godere del favore degli intransigenti. Perfino di quelli, a rischio astensionismo, del genere www.beppegrillo.it.
Soprattutto, il regista può fare ciò che i politici prodiani non possono fare («guai demonizzare Berlusconi», è il loro leitmotiv) e che serve a tenere alta la temperatura. Infatti la sua esibizione in tivù da Fabio Fazio, sabato prossimo, già sta scatenando le ire del Polo. Che però ha anche ragioni di sollazzo. “Il caimano” fa comodo perfino a Berlusconi, perché appena lo si demonizza lui si galvanizza. Non a caso, in un misto di vittimismo e di goduria, il premier ripete in queste ore: «Giro per le città, e vedo ovunque i cartelloni del Caimano e quel caimano sarei io. Ecco la solita sinistra, che sbrana gli avversari!».
Ma sa sbranare anche se stessa. E nella gara fra chi può trarre più giovamento dal film di Moretti qualcuno teme che vinca proprio “Il caimano”.


INES TABUSSO
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