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CASO MILLS/BERLUSCONI: "DINNER AT THE GARRICK" E ALTRO (CORSERA, TELEGRAPH, THE TIMES, L'UNITA')

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2006 19:53
22/02/2006 19:53
 
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CORRIERE DELLA SERA
22 febbraio 2006
I Tories annunciano una serie di interrogazioni al governo sui rapporti tra la Jowell, suo marito e Berlusconi. Il sospetto: intreccio tra affari e politica
Mills, conservatori all’attacco della moglie-ministro
DAL NOSTRO INVIATO

LONDRA - Per molto tempo il ministro della Cultura britannico, Tessa Jowell, ha avuto nel marito uno dei suoi punti di forza: avvocato d’affari tra i più importanti d’Inghilterra, ricco, un carnet di contatti e amicizie di prim’ordine che vanno ben oltre la Manica. Ora invece, David Mills - uno dei protagonisti dell’inchiesta Mediaset e, ora contro la sua stessa volontà, accusatore di Berlusconi - s’è trasformato, per lei, in un consorte che si vorrebbe far scomparire sotto il tappeto, o quanto meno togliere dai giornali. Perché, un marito che rischia di essere processato come teste corrotto - e che per giunta (secondo l’accusa) sarebbe stato pagato dall’arruale capo di un governo straniero - è quanto a Londra può, se non proprio costare la poltrona, almeno rovinare la reputazione. Il che è quasi altrettanto grave.
I Tories, scrive il Times , «sentono odore di sangue». Ufficialmente, non pensano a chiedere le dimissioni. Però si preparano a dar battaglia ai Comuni. Come ha detto al Daily Mail Theresa May, la donna più potente tra i conservatori, intendono chiedere al governo «spiegazioni» sui rapporti tra la Jowell, suo marito, Berlusconi e Blair. Dal suo ufficio, i collaboratori ci confermano che al ritorno dalle ferie (i Comuni ora sono chiusi), presenteranno diverse interrogazioni. E la pressione crescerà, se Mills sarà rinviato a giudizio.
Ciò che si contesta a Tessa Jowell è d’esser venuta meno al «codice di condotta ministeriale». Quello che impone a tutti i ministri di dichiarare non solo i propri interessi, ma anche quelli dei propri mariti. E, nel caso, gli affari privati del avvocato Mills - secondo i Tories - non sono proprio estranei ai pubblici impegni del ministro Jowell. Responsabile, oltre che della Cultura, anche dei Media e dello Sport. E’ lei che ha scritto «il libro bianco» sulla riforma della Bbc . Ed è sempre lei che ha la delega sulla «competizione europea dei media». L’ex viceministro conservatore Tim Yeo dice: «Alla luce delle nuove rivelazioni, e visti gli estesi interessi di Berlusconi, abbiamo molte domande da farle. Sono sicuro che Tessa vorrà spiegarsi quanto prima».
Quel che è peggio, è che il processo milanese è il secondo incidente che coinvolge la potente coppia Mills-Jowell nel giro di un mese. A gennaio, infatti, l’ Observer aveva pubblicato una lettera in cui un alto funzionario del ministero degli Esteri, la baronessa Symons, dà consigli a Mills circa una controversa vendita di aerei (valore: 200 milioni di dollari) al regime islamico dell’Iran. «Caro David - gli scrisse - vista l’ovvia sensibilità politica di questo caso, devi trattare la questione con molta attenzione. Il consiglio che ti posso dare è che un nostro appoggio a te con l’amministrazione (Usa, ndr), alzerebbe il profilo del caso, finendo solo per aumentare le probabilità che tu riceva una risposta negativa». Né la coppia è nuova alle accuse di mischiare affari e politica. Nel 1997, quando Tessa era sottosegretario alla Salute, fece scandalo la decisione del governo di permettere alle multinazionali del tabacco di sponsorizzare la Formula 1: si scoprì che Mr Mills aveva lavorato per la Benetton di Flavio Briatore.
Altri tempi. Le acque si calmarono, la carriera di Tessa non ci rimise. Anzi, lei che non è stata mai troppo a sinistra, detta «la cocca di Blair», è l’espressione più pura dei New Labour: riformismo, spregiudicatezza, amicizie. Solo che - in un governo accusato, dopo le dimissioni forzate di Blunkett, di aiutare un po’ troppo gli amici - le «relazioni» di Tessa Jowell, per Blair, potrebbero essere più che un fastidio.
Mara Gergolet


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www.osservatoriosullalegalita.org/

NEW del 22 febbraio 2006
Daily Telegraph torna su caso Mills Berlusconi
di Giulia Alliani

Il Daily Telegraph torna oggi sul caso Mills/Berlusconi, scrivendo che ieri il marito del ministro della Cultura, Tessa Jowell, ha insistito: la signora Jowell, che lui ha sposato nel 1979, non e' nemmeno lontanamente coinvolta nell'accusa di aver accettato una tangente dal premier italiano, Silvio Berlusconi. La posizione di sua moglie, un'alleata chiave di Tony Blair, va tenuta a debita distanza dalla faccenda.

Parlando dalla Florida, dove la coppia si trova in vacanza, il Signor Mills ha detto: "Lei e' completamente fuori da tutta questa storia. Non c'e' niente nella faccenda che abbia a che fare con lei. Non sa nulla delle persone coinvolte. non le ha mai incontrate. Non e' a conoscenza delle transazioni di cui si parla. I nostri beni sono in regime di separazione. La faccenda non la riguarda sotto nessun aspetto, personale, finanziario, o di altro tipo, se non dal punto di vista che e' sposata con me".

Il quotidiano britannico riporta poi le frasi attribuite a Mills domenica scorsa a proposito dell'atteggiamento dei pm italiani, e che Mills, tramite il proprio avvocato, ha successivamente smentito, e ricorda che quelle sue dichiarazioni [1] "parevano effettivamente suggerire che la confessione fosse stata resa in condizioni di costrizione".

Scrive il Telegraph, a proposito delle parole di Mills: "Ieri ha sostenuto che le sue parole erano state male interpretate, aggiungendo: 'Non voglio suggerire che [i pm] si stessero comportando in modo improprio, ma si tratto' di una dichiarazione che resi in circostanze molto, molto particolari e singolari, che risentivano della mia profonda stanchezza, e del timore che potessero trattenermi in carcere".

A proposito della lettera scritta al proprio fiscalista, il cui testo e' stato pubblicato in questi giorni dalla stampa italiana, Mills avrebbe dichiarato: "Non riesco proprio a capire perche' sono andato ad inventarmi uno scenario di quel tipo, con quei nomi. Non ce n'era assolutamente la necessita'" aggiungendo poi "L'accusa dei magistrati italiani sostiene che uno specifico pagamento, fatto a me un certo giorno, da una certa societa', e' stato fatto dal Signor Berlusconi, e che, presumibilmente, si trattava di una tangente. Io conosco l'assoluta e irrefutabile verita' a proposito dell'origine di quel pagamento: chi l'ha fatto, perche' l'ha fatto, e tutto il resto, e ho fornito ai magistrati tutti gli estremi. [2] Affermare che il signor Berlusconi mi ha corrotto e' manifestamente una falsita'. Non solo posso dimostrare che il denaro proviene da qualcun altro ma, anche se non potessi, loro non hanno un barlume di prova per dimostrare che il denaro avesse una qualsiasi attinenza con Berlusconi. I fatti io li conosco. Mi sono scavato con le mie mani una maledetta fossa, una fossa profonda, ma ho anche i mezzi per uscirne".

Il Telegraph fa anche qualche previsione per il prossimo futuro: "I Conservatori sperano di trarre vantaggio dalla faccenda la settimana prossima, alla ripresa dei lavori del Parlamento. Ai Comuni Tessa Jowell dovra' affrontare una serie di domande a proposito dei rapporti di suo marito con Berlusconi. Blair potrebbe subire conseguenze politiche dovute alla sua amicizia con il premier italiano. Berlusconi ha gia' preso le distanze dall'avvocato, dichiarando che i suoi comportamenti nulla hanno a che vedere con lui. Ieri, Mills ha detto di stimare il premier italiano ma di non essere un suo amico. Pare infatti che i due si siano incontrati una volta sola, nel 1995".

Mills "ospite a cena di Blair a Chequers, [la residenza di campagna del Primo Ministro], ha ospitato, a sua volta, Peter Mandelson nella sua casa, nei Cotswolds, e gioca a golf con Alastair Campbell, ex direttore "communications and strategy" del Primo Ministro. I suoi rapporti con il mondo degli affari italiano, che datano da lungo tempo, hanno attirato l'attenzione degli investigatori italiani fin dallla meta' degli anni '90, ma e' stato il suo rapporto con le gare di Formula 1 che l'ha portato alla ribalta la prima volta. Un suo vecchio incarico come direttore della Benetton Racing Firm fece notizia quando Tessa Jowell, allora ministro della Salute, annullo' un veto gia' pianificato delle sponsorizzazioni delle industrie del tabacco durante le gare. Poi si parlo' anche del suo coinvolgimento in un tentativo di vendere aerei britannici all'Iran, che fu bloccato dagli Stati Uniti. Mills, attualmente in visita presso il figlio, in Florida, ha detto: 'L'unico conforto, in tutto questo, mi viene dalla consapevolezza della mia innocenza'".

Tuttavia David Mills non dovrebbe temere ripercussioni sull'umore della signora Jowell perche' lei l'ha gia' detto: non si preoccupa tanto per se stessa, quanto per lui. Nell'aprile dell'anno scorso, in una lunga intervista concessa a Mary Riddell del New Statesman, a proposito della sua posizione nel governo, e delle conseguenze che cio' comporta nella vita privata di una persona, aveva detto: "La soglia di sopportazione per offese e colpi bassi diventa cosi' alta che uno finisce col non prendere neanche nota di certe cose".

Ma - aggiungeva la giornalista - sebbene priva di risentimenti per quanto la riguarda direttamente, la Jowell si inalbera quando suo marito, l'avvocato David Mills viene messo alla gogna per le accuse, da lui respinte con sicurezza, riguardanti gli affari finanziari di Silvio Berlusconi: "Questo e' di pubblico interesse solo perche' David e' sposato con me. Questo e' il prezzo che bisogna pagare per essere sposati con qualcuno che ha un ruolo pubblico, ed e' molto ingiusto che la nostra famiglia debba pagare questo prezzo".


NOTE:

[1] cfr. "Mr Mills ... appeared to suggest that the confession had effectively been made under duress". Black's Law Dictionary (6th ed.) defines duress as "any unlawful threat or coercion used... to induce another to act [or not act] in a manner [they] otherwise would not [or would]." The notion of duress must be distinguished from undue influence. An actual or a threatened violence or restraint of a man's person, contrary to law, to compel him to enter into a contract, or to discharge one. 1 Fairf. 325.

[2] cfr. "I know as matter of absolute gospel fact where that payment came from, who paid it, why it was paid and all the rest. And I have given them chapter and verse. Letteralmente: "io so, come se fosse Vangelo, l'origine di quel pagamento: chi l'ha fatto, perche' l'ha fatto, e tutto il resto. E ho fornito ai magistrati il capitolo e il versetto".


NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org



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The Times
February 22, 2006

How Jowell's husband played host to Berlusconi at the Garrick Club
By Richard Owen in Rome and Sam Coates


THE corruption investigation into Tessa Jowell’s husband and the Italian Prime Minister reached the hallowed halls of the Garrick Club yesterday as prosecutors struggled to determine how closely the two men knew each other.

The all-male club, home to denizens of the media, legal and theatrical worlds, is alleged to have played host to a dinner between David Mills — a member — and Silvio Berlusconi and his daughter Marina in 1995, an Italian newspaper says.

If true, this would contradict statements at the weekend by Signor Berlusconi that he “did not know” Mr Mills and had “never known him”. The Italian leader is facing a general election on April 9 and is trying to distance himself from the international lawyer who worked for him for more than 20 years.

At the weekend Mr Mills told The Sunday Telegraph that he was put under huge pressure by a prosecutor who wanted a confession. “They were very, very hostile. At the end of ten hours they asked me again and I simply said, ‘Write something down and I will sign it,’” he said. Mr Mills’s lawyers have now “clarified” this statement to head off a further confrontation with the prosecutors, who vigorously deny using undue pressure.

His team put out a statement saying that the prosecutors “did not extort anything” from him.

The investigation centres on claims that Mr Mills accepted £350,000 to “protect” Signor Berlusconi in two trials in 1997 and 1998. Mr Mills denies the charges, claiming that he is guilty only of acting like a “complete idiot”. Signor Berlusconi says that the trial is a politically motivated smear and accuses “Communists” in the judiciary of trying to undermine his administration. He has also savaged his former associate in public, accusing Mr Mills of a tax dodge.

According to La Repubblica, David Barker, Mr Mills’s tax adviser, was asked by prosecutors to explain a note of his conversations with the lawyer that referred to a “meeting with B”.

Asked if this referred to Signor Berlusconi, Mr Barker replied: “Yes. I think Mills had said he met Mr B and his daughter.” The next entry read “Dinner at the Garrick”. Mr Barker said that this referred to “a dinner which Mills said he had with Berlusconi at the Garrick — proof of his friendship with Mr Berlusconi I believe”.

Mr Barker said it was “difficult to believe” that Signor Berlusconi had forgotten the encounter, given that the Garrick was an “impressive” venue.

In his own testimony to the prosecutors Mr Mills admitted that he had met Signor Berlusconi and his daughter Marina, now a senior executive in the Berlusconi media empire. He said he could not recall where the meeting had taken place, but thought that it might have been at Signor Berlusconi’s villa at Arcore, outside Milan.

Mr Mills told The Times last year that his relationship with Signor Berlusconi’s company had begun in the 1980s when he acted as company secretary for his offshore operations.

The judge in the case is expected to decide whether to charge Mr Mills and Signor Berlusconi on March 7.

Mr Mills, who was told several days ago that he was likely to be charged, said that the case against Signor Berlusconi “can’t be proved . . . in a million years. They haven’t got a shred of evidence”.

COMPANY MAN

How did an David Mills get involved with Signor Berlusconi?
Documents filed at Companies House in Britain show that in March 1980 David Mills set up Reteitalia, a Fininvest company (the Italian Prime Minister’s holding company) owned by Silvio Berlusconi
Between August 1981 and September 1983 Signor Berlusconi was one of the directors. The principal activity of the company was the purchase and sale of film rights
Over the next 15 years Mr Mills set up a number of other companies for Fininvest, according to filings at Companies House. Some of these bought film rights from third parties, which they then sold to other companies owned by Signor Berlusconi
Italian prosecutors believe that Signor Berlusconi used offshore companies to boost artificially the price of film rights to reduce the business’s tax liabilities
The allegations that Mr Mills took a £350,000 bribe arise out of investigations into the acquisition of film rights. The investigation into the bribe is separate from the probe into the film rights, but they arise out of the same inquiry
By the time David Mills set up Century One and Universal One, the two companies at the centre of the alleged tax fraud, he had been acting for Signor Berlusconi’s companies for ten years


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L'UNITA'
22 febbraio 2006
Mediaset: i 600.000 dollari a Mills erano forse solo un acconto

Dalla girandola di conti e di flussi finanziari l’ipotesi della procura di Milano: il prezzo per la corruzione dell’avvocato era più alto

di Susanna Ripamonti / Milano



IL RAPPORTO DI KPMG
David Mills, l’architetto della finanza parallela di Fininvest, è addirittura barocco quando si tratta di nascondere i suoi quattrini e i con-

sulenti della Kpmg, incaricati dalla procura di Milano di analizzare i movimenti finanziari hanno faticato non poco per trovare riscontri alle contraddittorie versioni fornite dall’avvocato inglese.

Prima, in una lettera inviata il 2 febbraio del 2004 ai suoi suoi commercialisti, spiega di aver ricevuto, nel 1999 un regalo di 600 mila dollari da Mr. B, alias Silvio Berlusconi. Un ringraziamento «per averlo tolto da un mare di guai».

Quando questa lettera finisce nelle mani della procura di Milano confessa: un regalo di Berlusconi «per riconoscenza per il modo in cui ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini giudiziari e dei processi a suo carico» non rivelando tutto quello che sapeva e dunque, testimoniando il falso. Poi ritratta e dice che quella era solo una giustificazione per sfuggire al fisco inglese. In effetti i soldi provenivano dal altri clienti e cita l’armatore inquisito e arrestato Diego Attanasio, l’imprenditore Paolo Marcucci e Flavio Briatore. Ma non solo gli interessati smentiscono. Anche Kpmg verifica che questa nuova versione dei fatti non sta in piedi.

L’incarico ricevuto dalla società di consulenza finanziaria è quello di analizzare i flussi finanziari sul conto bancario 600478 intestato alla società Struie holding Ltd presso la Cim Banque di Ginevra, i conti 700807 e 701573 presso la stessa banca e il conto 25712/200.000.840 intestato alla società International Subsea Services presso Handelfinanz - CCf Ginevra.

Kpmg prende atto delle dichiarazioni di Mills, confermate dai suoi fiscalisti e delle successive ritrattazioni. E comincia a vagliare la versione numero due fornita da Mills: «Nell’ottobre del 2000 ho ricevuto sul mio conto corrente bancario a Londra un totale di 659.908 dollari dal Torrey Global Offshore Fund provenienti dalla vendita di un investimento fatta nel 1999, da una società denominata Struie Holding Ltd». Questi quattrini sostiene Mills facevano parte di una somma più consistente, di 2.050.000 dollari provenienti dalla banca Mees Pierson, Bahamas, luglio 1997.

Il mandante, sostiene Mills era Attanasio. Ma, considera Kpmg «con riguardo alla provenienza di 2.050.000 dollari provenienti da Mees Pierson, le analisi effettuate non consentono di identificare il soggetto ordinante di tale operazione».

Il fatto che provengano da Attanasio dunque, non è dimostrato oltre che essere smentito dallo stesso. Sembrano invece ricollegabili a Paolo Marcucci, all’epoca cliente di Mills per via di un riferimento: Turrif. Ma si tratta di un conto chiuso e anche lì, la ricostruzione dei flussi finanziari dimostra che non c’è nessuna relazione che fornisca una provenienza alternativa ai dollari di Berlusconi.

Marcucci, interrogato, dice: «si tratta di una cifra certamente significativa e se l’operazione fosse stata chiesta da me o da qualcuno della mia famiglia me ne ricorderei».

E infatti non è neppure da Marcucci che provengono quei soldi. Kpmg rileva che il pagamento famosi 600 mila dollari, che nella prima versione fornita da Mills provenivano da Berlusconi, «è stato effettuato utilizzando una parte dei 2.050.000 dollari accreditata sul conto 700807 presso Cim Banque.

Da lì, come illustrato nel grafico, prendono varie direzioni: 440 mila dollari finiscono su un conto di Mills presso la stessa Cim Banque, altri 1616.780 vanno alla Royal Bank of scotland a favore di Marrache & co. Altro passaggio e la stessa cifra rimbalza su un conto riferibile a una fiduciaria di Briatore e alla fine su Struie.

Benjamin Marrache dichiara che Mills gli disse che quei soldi provenivano da Attanasio, ma lui stesso afferma: «non mi risulta che ci fosse alcun collegamento tra Attanasio e Maria De Fusco (fiduciaria di Briatore). La girandola finanziaria fittizia si giustifica con la necessità di nascondere e dissimulare provenienza, destinazione e motivazione dei movimenti finanziari.

Le giustificazioni date da Mills, contrastano con l’analisi dei flussi finanziari sui suoi conti, ma è singolare la sequenza. I 600 mila dollari arrivano nel 1999, prima che Mills abbia completato le sue testimonianze nei processi a carico di Berlusconi.

Fanno parte di una cifra più consistente (ciò che gli resta, a conti fatti, sono 1050 mila dollari). Ma lui li incassa solo nel 2000. Un’operazione che suffraga l’ipotesi dell’accusa che quei quattrini fossero, prima la promessa e poi il saldo di un accordo corruttivo. La posta in gioco era la falsa testimonianza di Mills ai processi a carico di Berlusconi. Per ora esiste la confessione di Mills, le dichiarazioni dei suoi fiscalisti, le smentite dei personaggi tirati in ballo per occultare la provenienza di quei quattrini. Ma le indagini nel complicato labirinto finanziario creato dall’avvocato inglese non sono finite. La procura attende altri riscontri e il fatto che abbia utilizzato una formiula limitativa indicando l’importo della corruzione in «almeno 600 mila dollari» fa supporre che a conti fatti questa cifra potrebbe anche salire.

INES TABUSSO
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