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Cappuccetto rosso..in Love..By Aurian

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2006 14:10
03/10/2005 07:57
 
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C'era una volta una bellissima ragazzina. Viveva in un piccolo villaggio, dove le giovinette non erano poi molte, ma lei era certo la più carina, con quei fini capelli d'oro che le ondeggiavano fin sulla schiena e quegli occhi azzurri come il cielo d'estate e lucenti come zaffiri. Agli occhi dei suoi coetanei pareva una principessa delle fiabe. E lei se ne rendeva perfettamente conto.
Era una carissima giovinetta, nulla da dire, ma si sa, in amore e in guerra tutto è permesso, e non si faceva remore e sfruttare il suo bell'aspetto per guadagnarsi l'attenzione dei ragazzi che di volta in volta le piacevano.
Le altre fanciulle un po' la odiavano per questo e un po' la invidiavano o l'ammiravano, e la consideravano una sorta di mito, tanto che cercavano di imitarne l'aspetto e lo stile. Così quando la nonna le regalò una mantellina con cappuccio di velluto rosso, nessuno osò obbiettare che una cosa simile era da bambini, anzi molte ragazze angosciarono le rispettive famiglie per ottenerne una simile. Ma le altre non avevano il suo fascino e il suo carisma, e risultarono soltanto un po' ridicole; presto l'unica mantella in circolazione tornò ad essere l'originale rossa, e la bella ragazzina la portò così spesso che iniziarono a chiamarla Cappuccetto Rosso. Certo, lo faceva perché voleva bene alla nonna, anche se la povera vecchia era un poco suonata a causa dell'età e non si rendeva bene conto che lei era cresciuta…ma anche , e forse soprattutto, perché in fondo le piaceva stupire e differenziarsi dagli altri.
In un luminoso mattino primaverile, la mamma chiamò a casa Cappuccetto Rosso, strappandola da un fitto scambio di pettegolezzi con le amiche.
"Eccomi, eccomi, arrivo…" la ragazzina la raggiunse a passo tranquillo, sorridendo ai due o tre ragazzini che, guarda caso, si ritrovavano sempre a giocare accanto alla porta di casa sua, o sotto la sua finestra.
"Oh, tesoro, ascoltami un momento; oggi ho cotto la focaccia, e vorrei ne portassi un po' alla nonna: ormai è un po' anziana, e le farà piacere avere qualcosa di pronto con cui sfamarsi, soprattutto ora che è un po' malata"
"Benissimo, ma'. "
"Ah, tieni anche questa: una bella bottiglia di vino le darà un po' di forze. Stà attenta a non romperla, mi raccomando! Niente salti sui sassi accanto al sentiero, niente tentativi di arrampicarsi sugli alberi; vai tranquilla per la tua strada, e fa attenzione!"
Cappuccetto sospirò fra sé: erano tutte cose che non faceva da un secolo! Anche sua madre aveva qualche difficoltà a rendersi conto che non era più una bambina…
In ogni caso annuì docilmente, prese il cestino preparato dalla madre e uscì, passando di fronte alle amiche prima di inoltrarsi sul sentiero.
"A dopo, ragazze: commissione per la nonna!" annunciò allegramente, indicando il cestino.
Le ragazze si scambiarono uno sguardo d'intesa
"Oh-oh! Buon divertimento, cara! E non fare tardi…."commentarono maliziose.
Cappuccetto Rosso rispose con un'allegra smorfia, poi si avviò a passo leggero fuori dal villaggio, e verso la sua meta.

Procedeva tranquilla lungo il sentiero, respirando a fondo l'aria profumata e ammirando la rinascita del bosco alla primavera, quando un fruscio sommesso la fece trasalire: qualcosa di scuro saettò fuori dai cespugli per fermarsi accanto a lei. La ragazza fece involontariamente un passo indietro, sorpresa, poi vide che si trattava di una ragazzotto robusto, dai lunghi e ispidi capelli castani e dalle folte sopracciglia inarcate su cupi occhi ferini.
"Lupo."
"Ciao, Cap"
Sospirò, cercando di mantenere la calma "Quante volte ti ho detto di non balzar fuori così? Vuoi farmi prendere un colpo?"
Il giovane chinò il capo, imbarazzato
"Scusa…"
Cappuccetto Rosso riprese a camminare, a passo deciso, e il ragazzo la seguì.
"Lupo. Cosa ci fai qui?"
"Sono venuto a trovarti, Cap. Ero nel bosco, ti ho sentita."
"Ti avevo detto di non cercarmi più, mi pare"
"Ma non ti ho cercata. Sei venuta tu qui."
"Lupo. Se sono qui è solo perché devo portare 'sta roba a mia nonna, che sta male, poverina. Ok? Solo per questo. E per arrivarci devo passare di qui, ok? è l'unico sentiero che mi ci porta, dritto laggiù, e se mi lasci in pace in un quarto d'ora ci arrivo anche."
"Ma Cap…Non prendertela, dai, volevo solo vederti un po'. È passato tanto tempo; sei ancora arrabbiata con me?"
"Certo!" rispose lei, irata
"Ma che t'avrò fatto…." Lui si avvicinò di più, tanto che la ragazza sentì le loro braccia sfiorarsi. Si scostò bruscamente, ma lui la afferrò per le braccia con una rapidità e una forza impressionanti.
"Lupo! Lasciami andare. Subito!"
"Perché, Cap? Sei così bella…e anche tu… hai detto che ti piacevo" il ragazzo la strinse a sé, chinandosi a baciarle il collo.
Lei si divincolò, e riuscì a tornare a guardarlo in volto; fissò gli occhi ardenti d'ira in quelli di lui.
"Lupo. È stato molto tempo fa, e soprattutto, quando ancora ti conoscevo poco.
Ora BASTA. Lasciami subito."
Il ragazzo esitò, trafitto dallo sguardo e da quelle secche parole. E , come sempre, fu il primo a cedere: i suoi muscoli erano certo i più potenti, ma in lei c'era una forza a cui non riusciva, non riusciva ad opporsi.
Allentò la stretta, e Cappuccetto Rosso ne approfittò per sgusciare via. Tornò a dirigersi verso casa della nonna, limitandosi a lanciargli un'ultima, velenosa occhiata, sibilando un avvertimento: " Non provarci mai più"
Solo quando lei era ormai lontana, il ragazzo riuscì a scuotersi da quel torpore, quella incapacità d'agire che lo coglieva quando la dannata ragazza gli dava ordini in quel modo. Non per la prima volta, si chiese se si trattasse di qualche forma di magia: certo non l'aveva mai vista operare qualche evidente incantesimo, ma quella sua strana bellezza, quel suo fascino, quella sua sicurezza! Gli sembrava incredibile che altrimenti una semplice ragazzina potesse tenergli testa.
No. Doveva avere qualche…potere, qualche strano ascendente…
Non si poteva andare avanti così: lui la voleva, la desiderava per sé…ma lei lo teneva lontano, l'avrebbe sempre fatto, e ci sarebbe riuscita, proprio come oggi.
Un cupo ringhio gli salì alle labbra. Dannazione, non sopportava vedersi sfuggire una preda!
Un istinto sopito cominciò ad agitarsi nelle profondità del suo essere: sì, Cappuccetto Rosso era la SUA preda, e l'avrebbe avuta per sé, in un modo o nell'altro.
L'ira e il risentimento e l'orgoglio ferito si fecero sempre più forti, mentre un istinto ferino prendeva piano piano il sopravvento sui suoi pensieri razionali; il suo corpo si accasciò a terra, cominciando a mutare: le ossa e i muscoli si modificavano e si spostavano sotto la pelle, che si scuriva e dava vita a una folta, nera pelliccia.
Pochi istanti più tardi, un lupo dall'aspetto forte e flessuoso fissò con occhi di brace il sentiero su cui la ragazzina aveva proseguito, annusandone l'odore: quindi si slanciò nel bosco, in quella direzione, scomparendo presto fra le ombre.


Il lupo giunse ansando alla porta della modesta casetta della nonna; il suo fiuto confermò subito che nessuno era giunto lì prima di lui, così, dopo essersi guardato intorno, tornò ad assumere sembianze umanoidi. La porta era chiusa a chiave; bussò.
"Chi è?" domandò una voce flebile.
"Sono io, Cappuccetto Rosso. Ti ho portato qualcosa da mangiare" rispose lui in falsetto; era un trucco idiota, ma se la vecchia era un po' sorda e ci cascava, gli evitava di sfondare la porta. E lui non voleva che la sua vera preda s'insospettisse.
"Oh, cara, entra: la chiave è lì a destra, nel vaso dei fiori"
Il ragazzo entrò, e senza dare tempo di fiatare alla povera nonna, la avvolse nelle sue stesse lenzuola, immobilizzandola, poi la imbavagliò e la chiuse nell'armadio: che si togliesse dai piedi, a lui interessava qualcosa di meglio.
Quindi lasciò che la trasformazione procedesse di nuovo, ma solo fino a una forma intermedia fra uomo e lupo: voleva poterle parlare con chiarezza, prima di farla sua. E, finalmente. averla in sé, per sempre…
Si appostò appena dietro alla porta, e attese.
Attese.
Attese.
Dopo un po', iniziò a preoccuparsi: che fine aveva fatto quella dannata ragazza?
Poi la noia ebbe il sopravvento, e lui si adagiò sul letto; in fondo era stanco per la lunga corsa, poteva concedersi un attimo di riposo. S'addormentò.
Fu risvegliato da un suono di voci. La sua mente ancora appannata dal sonno riconobbe la risata di Cappuccetto Rosso, ma c'era qualcun altro…?
Non ebbe però il tempo di rifletterci oltre, perché sentì la porta aprirsi con un lieve cigolio, e una voce allegra salutare "Ciao, nonnina! Ti sei dimenticata di chiudere a chiave, sai? Fai attenzione, potrebbe entrare chiunque!"
Il ragazzo si era nascosto di riflesso sotto le coperte, tirandosele su fino al naso: ma ora si stupì nel realizzare che quella stordita di una ragazzina non s'era accorta di nulla! Del resto era sempre stata molto più attenta al suo stesso aspetto che a quello degli altri.
"Ti ho portato qualcosa da mangiare, nonnina, un dono della mamma per farti star meglio dopo la malattia" disse lei sistemando ogni cosa su una mensola, e lanciando solo di tanto in tanto un'occhiata al letto.
"Nonnina, non ti offendere, ma sai che hai davvero un brutto aspetto? Dovresti fare qualcosa per tutti quei peli…"
"Mhh-mh" mugugnò la 'nonna'.
"Poi ne hai tantissimi proprio sulle orecchie; figurati che le fanno sembrare più grandi!"
"Beh, orecchie più grandi possono ascoltare meglio le parole della mia cara nipotina" sussurrò lui in falsetto.
"E la voce! Hai un gran bisogno di un po' di sciroppo, altro che focaccia! Ma, sai che non mi ricordavo tu avessi gli occhi così…dorati, nonna? Sarà il sole, ma li credevo castani. Belli comunque, e così grandi!"
"Vuol dire che potrò rimirarti meglio, mio tesoro" commentò lui con voce arrochita: le emozioni destatesi alla vista di lei lo stavano portando a completare la trasformazione.
"E sì, lo sciroppo è as-so-lu-ta-men-te necessario. Se ce la faccio te lo porto oggi stesso, va bene nonnina? Magari ti porto anche …non so bene cosa si usi, ma i tuoi denti sembrano così appuntiti, non ti danno fastidio?"
"Oh, ma ne daranno più a te :è tuo il corpo che devono assaggiare!" la voce era ormai poco più di un ringhio, e un lupo saltò fuori dalle coperte, accovacciandosi sul letto stesso in posizione d'attacco "è te che vogliono…che voglio…"
Cappuccetto Rosso impallidì per un attimo, sorpresa, poi si gettò di lato appena in tempo per evitare che l'animale le atterrasse addosso; lo vide voltarsi fulmineo, mostrandole le zanne nella parodia di un sorriso, e prepararsi a saltare ancora. La ragazzina si costrinse a fissarlo negli occhi, e tentò di ordinargli di smettere: sapeva che la sua voce aveva qualcosa che spingeva la gente ad assecondarla, se usata con tono di comando. Ma la vista della belva ringhiante le faceva troppa paura, e lei non riusciva a parlare. Gridò.
La porta si spalancò con un colpo secco, andando a sbattere con forza contro la parete; il rumore improvviso attrasse sia lo sguardo della preda che quello del predatore… e un attimo dopo il lupo era a terra, una freccia piantata profondamente nel petto. Sulla soglia sostava ora un giovane dai lisci capelli castani e dagli attenti occhi scuri; indossava una corta tunica, pantaloni e stivali di cuoio , e stringeva fra le mano un lungo arco con una seconda freccia già incoccata. Fece un passo aventi, e stava per dire qualcosa quando l'animale si rialzò, preparandosi all'attacco: pareva non aver subito un gran danno.
Il lupo saltò, e il cacciatore cadde a terra, sulla schiena, pressato dal suo peso; tenendo l'arco di traverso fra sé e l'aggressore tentò di tenerne a bada le zanne fameliche, mentre l'altra mano correva alla cintura, cercando la familiare impugnatura del suo coltello. Finalmente riuscì a sfoderarlo, e ne piantò la lunga lama nel collo dell'animale. Il sangue caldo gli chiazzò il volto e le vesti, ma il giovane avvertì finalmente la vita abbandonare il corpo dell'avversario, che si accasciò esanime.
"Oh, dei, Chris…Chris, stai bene?" pallida e preoccupata, Cappuccetto Rosso si precipitò ad osservare gli squarci che i morsi del lupo erano riusciti a praticare nel braccio con cui il ragazzo si era difeso. "Perdi sangue! Aspetta, cerco qualcosa per bendarti" iniziò a rovistare nella casa in cerca di qualcosa utile allo scopo, e quando aprì l'armadio, trovò la povera nonna , terrorizzata da tutto ciò che era successo. La slegarono e la misero a letto, ma solo dopo aver trascinato fuori il corpo del lupo e aver lavata via la maggior parte del sangue: la vecchina aveva già avuto la sua buona parte di emozioni per la giornata.
Quando la ragazza e il cacciatore lasciarono la casetta, era ormai prossimo il tramonto; sostarono in silenzio accanto al cadavere adagiato sull'erba, che era tornato ad essere quello di un ragazzo. Cappuccetto Rosso gli si inginocchiò accanto, e gli sfiorò delicatamente i capelli "'Lupo " sussurrò. Poi alzò gli occhi lucidi su Chris, e continuò "Lo conoscevo, sai? Lo incontravo, di tanto in tanto, nel bosco. Non sapevo quasi nulla di lui: solo che si faceva chiamare 'lupo'. Pensavo fosse un soprannome, perché era così …selvatico. Mi aveva affascinato , all'inizio, ma poi…" rivolse al ragazzo un sorriso dolce e triste, e lui la ricambiò, prendendole poi la mano e portandosela alle labbra.
"…poi venire nel bosco ha preso per me un altro significato" terminò lei in un sussurro. Il ragazzo la strinse fra le braccia.
"Tesoro, mi dispiace per lui, ma quando sei entrata in casa di tua nonna e ho udito quel ringhi, quei rumori, e il tuo grido! Ho dato un calcio alla porta e ho visto…beh, l'ho visto pronto a saltarti addosso, e ho agito. Quando ho realizzato che non era un normale lupo, che occorreva questo" strinse per un attimo l'elsa del pugnale d'argento "non avevo ormai molte possibilità, se non uccidere o essere ucciso: non ho nemmeno avuto il tempo di chiedermi chi potesse essere"
"Ssst" Cappuccetto Rosso gli chiuse le labbra con un bacio "lo so, lo so. Non avresti comunque potuto fare altro: voleva ucciderti, come un attimo prima voleva uccidere me" rabbrividì.
"Cosa dobbiamo farne?" chiese lui
"Rendiamolo alla foresta. È sempre stato una sua creatura"
Così il corpo di Lupo fu seppellito fra gli alberi; poi Chris accompagnò la sua amata fin quasi al villaggio, prima di tornare indietro; i due non volevano farsi vedere insieme, perché fino a che la madre di Cappuccetto Rosso avesse creduto che la figlia nel bosco incontrava solo la nonna, sarebbe stata libera di girarvi sola… d'altra parte, la ragazzina non aveva alcuna voglia di spiegarle che era cresciuta abbastanza da avere un ragazzo, né di affrontare con lei le infinite discussioni di cui vedeva vittima le amiche più grandi.
Prima o poi gliel'avrebbe detto, pensò.
Più poi che prima.

21/01/2006 10:48
 
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wow davvero molto carina
questa versione mi ha emozionato fino all'ultimo!!! [SM=x884273]
vice amministratrice di
21/01/2006 11:55
 
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anche a me!ma la versione in inglese? quella faceva scompisciare!!!!!!!!!! [SM=x884277] [SM=x884277] [SM=x884277] [SM=x884277]
23/01/2006 14:10
 
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[SM=x884277] quella era degna di una sana risata!!!
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