Fumetti e nazismo
(finalmente una ventata di aria pura aggiungo io)
28 giugno 2005
«Il tema, sollevato nel mondo dal «Times» e in Italia da «Af News» è controverso. Il fumetto è davvero un medium in grado di trattare qualsiasi argomento, oppure per la sua stessa natura, rischia di essere involontariamente offensivo quando tocca temi particolarmente profondi e difficili? Il dibattito parte in Germania, in seguito alla pubblicazione di alcuni fumetti che, così come il celebre Maus di Art Spiegelman, affrontano il tema del nazismo. «Tu pensi di stare per leggere un’altra storia d’avventura - racconta al quotidiano inglese l’undicenne Andreas Munch - E invece…». Invece – continua il Times - «si vedono ufficiali tedeschi che urlano ai prigionieri che stanno impilando cadaveri appena usciti dalle camere a gas. “Tutto questo deve diventare cenere entro la sera” dice un personaggio di Auschwitz, la graphic novel del francese Pascal Croci. Un altro volume, Yossel dell’americano Joe Kubert, mostra un ragazzino che muore elettrificato cercando di fuggire attraverso il filo spinato da un campo di concentramento.
Non viene fatta nessuna concessione alla sensibilità dei giovani lettori: i corpi morti vengono disegnati con la stessa accuratezza grafica che se fossero le vittime di Batman o qualche altro supereroe…». La versione tedesca dei due volumi ha sollevato dubbi e perplessità. «L’argomento è troppo serio per essere raccontato da un fumetto», dice Ezra Cohn, 64 anni, della comunità ebraica di Dusseldorf. Per Paul Spiegel, 67 anni, leader della comunità ebraica tedesca, «bisogna controllare con molta attenzione se questo tipo di trattamento davvero si rivolge ai ragazzini». Siamo ancora al vecchio equivoco del «fumetto roba per bambini» o c’è anche qualcosa di diverso? «La paura – spiega il “Times” - è che questi volumi diventino oggetto di collezione per i fanatici di estrema destra
Terribili fumetti antisemiti circolano già nel sottobosco neonazista in Germania e Italia. Il primo tentativo di rompere il tabù dell’Olocausto a fumetti, Maus di Art Spiegelman, (già usato come libro di testo in Turingia) ha aggirato il problema dipingendo gli ebrei come topi, i polacchi come porcellini e i nazisti come gatti. Negli Stati Uniti Spiegelman ha vinto un premio Pulitzer ma in Germania fino a metà degli Anni 90 la polizia ha continuato a confiscare poster con il protagonista-topo raffigurato sotto croce uncinata. Il libro di Croci, è di forma più “tradizionale” e si è attirato critiche violente forse per questo. “Si può davvero raffigurare l’orrore del nazismo con un fumetto?”, si domanda il quotidiano tedesco Bild…». Completamente diverse le reazioni all’edizione italiana. Sensibilità diverse o segnale di maturità del nostro fumetto?
Modificato da PNF.Marco 29/06/2005 18.31
Nel tempo dell'inganno universale dire la verità costituisce un atto rivoluzionario