|
 27/09/2006 15:33 | |
Questo è uno dei miei tanti esperimenti. Dopo aver visionato ancora una volta, di recente, i vari episodi della saga di Scary Movie, ho avuto l'insana idea di organizzare uno spot parodia che sfottesse alcuni dei più recenti work pubblicati in WBFF e non.
Un senso vero, questo tipo di spot, non lo ha... Se non quello di farvi ridere, o almeno di provarci. ![[SM=x837062]](http://www.wrestling4ever.it/smiles/rido.gif) :
Alcune righe potrebbero apparire eccessivamente volgari e dar fastidio, per tanto considero quest'introduzione come un disclaimer, affinchè vi avverta del fatto che qualsiasi riferimento a religione ed altro è, sì, puramente voluto, ma di natura unicamente sarcastica, e quindi non atta ad offendere culti o persone.
----------------------------------------------------------------
Work's Credits:
Brotherhood of Pain
Dave Fitzburn
Falken Risengard
Gabe
Psycho Roman
Ramon
Ricky The First
Rhauqhinho
The Jackal
----------------------------------------------------------------
»Destati o mio principe. Destati dal tuo sonno.«
Per quanto la donna esortasse il proprio amante ad accusare un erezione, questi non pareva in grado di soddisfare le sue pretese, e la visione vagamente pornografica alla quale, Ashton Filligan, stava assistendo, iniziava a farsi noiosa.
«Avanti, cazzo! Bando ai preliminari! Chi diamine li trova così emozionanti?»
Una domanda che spesso si poneva, Ashton Filligan, durante tale visione. Non aveva un cazzo da fare, però sperava sempre in una visita di una qualche figa del gruppetto di suoi coetanei della zona. Avrebbe voluto consumare, ma non ne trovava ne tempo, ne occasione. Un uomo solitario, depresso, affamato. Nessuno soddisfava i suoi interessi. Era il solo al mondo a voler scopare? Solo la madre di Risengard era in grado minimamente di comprenderlo... Ma questa è un’altra storia.
»YOU’VE DIE«
”Sei morto”. Qualcuno sbraitò tale frase intimidatoria all’uscio della dimora... Probabilmente un creditore, o forse qualche padre di famiglia troppo preoccupato al business per rendersi conto delle proprie protuberanze ossee al di sopra della testa.
Filligan s’alzò, spazientito, dalla poltrona, diversi secondi dopo.
Scrutò l’imponente impiegato dallo spioncino della porta, finchè non schiuse questa leggermente, senza privarla del chiavistello e squadrando l’individuo da capo a piedi.
«Ehi, stronzo! Io ti…»
«Tu… Cosa? Guardati… La tua 24 ore… La tua borsettina… Il tuo zainetto… La tua… Chiave inglese. Via, verso un altro dei tuoi inutili giorni. E’ questa la vita che ho sempre schifato, ahahahahahahah… Ahaha… Aha… Ah…
Chiave inglese?
Porc…»
**SBAM!**
La porta si chiuse con uno schianto. Filligan sospirò, sollevato. Poi si diresse nuovamente verso il soggiorno, pronto a riprendere la visione…
Evidentemente lo spettacolo non gli piacque, visto che, dopo qualche minuto, la videocassetta V.M. stava già precipitando giù dalla finestra, privilegiata da un atterraggio morbido contro il cranio d’un uomo calvo.
»Dannazione, perché deve sempre piovere in questa maledetta città?«
----------------------------------------------------------------
THE_GAME’S PRODIGOUS MIND PRESENTS
SCARY WORK
Via Sventrapapere, ore 24.17
Non era una notte come tante altre, in Via Sventrapapere, e ciò si poteva avvertire dall’aria che si respirava, qualcuno doveva aver fatto sgommate senza pneumatici ne freni. La pioggia si infrangeva contro i tubi di acciaio delle case, provocando un fastidioso tintinnio. Nonostante fosse ancora estate, il clima era molto freddo. Ad un tratto Felice Trapasso, un uomo sui cinquant’anni, uscì dalla sua abitazione, posizionata al centro della strada (alcuni si chiedono come abbia fatto a sfuggire all’occhio del governo un appartamento lungo l’asfalto stradale). Sul suo camminò incrociò il proprio vicino, Sabato… Sabato Sera.
«Che ne pensi, Sabato?»
«Non lo so… Quello che ne penso Domenica, o Lunedì, o… Ma che cazzo di domande fai?»
«Cerebroossidato, intendevo cosa ne pensi TU!»
«Ah… Di cosa?»
«Di questo freddo improvviso sulla città degli angeli…»
«Cazzo c’entrano gli angeli, eh?»
«Non so… Mi sembrava figo da dire, e poi lo sai che io sono un fiero cristiano.»
«M’anch’io, eh… Porcod…»
«No! Dai… Eheh… Conosco il tuo punto di vista – ed anche la retta -.»
«Per tutte ‘ste cazzate che pisci via dovrebbero darti un distintivo. Dimmi… Ti fai di droga, eh?»
«Ma vaffanculo, stronzetto, non lo farei mai! Ahahaha!
Ahahah…
Ahah…
Ah…
Ehm… Nooo…»
«Invece sì! Ahahah! Cazzo mi rido?»
I due vennero improvvisamente interrotti dal sopraggiungere di un automobile sfrecciante verso di loro.
«Ferma la macchina, Guido!»
«Vuoi guidare tu, Clà?»
«No, brutto coglione! FRENA!»
«Ma, capo… Non vorrà fermarsi in un posto del genere, eh?»
«Ti ho dato il permesso di contraddirmi?»
Il veicolo, d’un tratto, si bloccò a pochi centimetri di distanza da Felice e Sabato.
Due imponenti energumeni, vestiti rigorosamente di nero, fecero la propria inquietante comparsa, scendendo dall’auto e chiudendosi gli sportelli alle spalle.
«Ehi… Voi due. Dobbiamo scambiare qualche parolina…»
Disse quello più apparentemente astuto dei due, mentre il compagno si scrocchiava le dita.
Felice deglutì.
«C…Cosa… Cosa volete?»
«Di jobbare… A me non va… - Avanti, Guido! – Ma purtroppo lo devo fa…»
«Questo PPV io jobberò… A tutti i wrestlers!»
«Ma cosa cazz…»
«Sshhh… Non contraddirli, Felice… Anzi, uniamoci a loro…»
«Okay…»
«Girovagando per il mondo…»
«Neanche Kadama pinnerò…»
«E ad ogni wrestler così io jobberò…»
«Uoooo!»
(all’unisono)
«Viva Billo
un poco deficente,
a tratti anche impotente,
Nevermore I Roll!
roll, roll, roll
ogni job è sempre meno avvincente,
poco sorprendente,
viva Billo!
Viva Billo,
sempre imbarazzante,
di mosse ignorante,
Nevermore I Roll
Contro ogni Wrestlers,
jobs straordinari,
a tutti gli avversari,
Tu concedi squash!
Nevermore I Roll
I Roll
To All The Others
I Job!
Nevermore I Roll
I Roll
To All The Others
I Job!»
**CLICK**
«Bah… Stronzate, stronzate ed ancora stronzate! Dannato satellite.»
Borbottò un flaccido trentenne, sgraziatamente appollaiato sul proprio sofà accanto ad una giovane ragazza dall’aria indignata a dir poco.
«Ehi, Elizabeth, vuoi scopare con me?
Oh…
Noto che hai visto cosa c’è nell’armadietto. Ma non preoccuparti, quello lo uso solo per occasioni particolarmente speciali...»
Affermò, indicando un trattore anale modello Station Wagon all’interno di un grosso mobile alle sue spalle.
«Fammelo guidare… SUBITO!»
«Dopo una notte più in bianco delle tagliatelle di Nonna Pina? No, non credo proprio, il trattore anale non lo guidi!»
La ragazza colpì il grassone con un violento uppercut contro il coglione sinistro… O destro. Boh, ne aveva uno solo.
Successivamente si alzò molto rapidamente, raggiungendo il pornoveicolo e manovrandolo finchè lo Zio Andy non fece visita ai due simpatici individui.
Il tizio entro all’interno dell’appartamento spalancando di scatto l’uscio. Con movenze feline si diresse verso l’irrumatrice di peni.
«Il silenzio a volte vale più di mille parole, ma mille parole spiegano un attimo di silenzio?»
«Ehi, torna a far seghe, Marzullo dei poveri!»
«S-S-S…Seghe? Oh… Ma tu… T-tu… Come lo sai?!»
«Ti chiami Andy, giusto? Andy suona come Hand, e la mano fa le seghe.»
«Oh. Colta teoria, milady. Posso chiederle come si chiama?»
«PUTTANA!»
D’improvviso, il grassoccio individuo, si riprese, imprecando contro la donna.
«Oh… Bè, bel nome!»
«Bel nome un cazz…»
**TACK**
Ashton chiuse il libro (intitolato “La Preparazione di Due Eroi”), riportandosi in posizione eretta.
Sbadigliò, noncurante. Poi, per l’ennesima volta nell’arco di quella giornata, qualcuno bussò alla porta.
**TOC! TOC!**
Ashton, al solito, prese le giuste precauzioni, assicurandosi che non si trattasse di una minaccia alla propria salute fisica e mentale, guardando attraverso il fido spioncino.
Fortunatamente si trattava di un sudafricano qualunque, dal sorriso smagliante ed una prosperosa permanente.
Filligan aprì la porta.
«Tumèn mrzisarèl máhe, a me kamèn tuménge!»
Filligan chiuse la porta.
Lo strambo individuo bussò nuovamente. Ashton sbuffò, poi lo favorì, lasciandolo entrare all’interno della propria dimora, affinché non attirasse l’attenzione dei creditori su di sé, appostati strategicamente lungo ogni più buio anfratto della Scala B del palazzo.
«Ashton, tu sei un pazzo. Ed è per questo che mi piaci.»
Ashton fissò il proprio interlocutore cupamente per diversi secondi, il quale sorriso da sindrome di down non accennava a sparire.
«Immagino che, l'umano medio, quando uno strano disturbato mentale bussa al suo uscio di sera insistentemente, sia ben disposto a porre fine alla vita di quest’ultimo, e a far notizia di cronaca nera: il padrone di casa che uccide l’ospite senza motivo, poi, armato, fa una strage dei suoi simili e poi si sgozza con un taglia-carte per puro sfogo mentale.
Cosa pretendi che ti dica l'umano medio? Semplice, "M’hai rotto il cazzo", e io aggiungo "Tu sei un coglione".
Se c'è una cosa che ho imparato nel tempo è proprio una, i cazzi sono infrangibili. Il fatto che mi hai rotto il cazzo è solo una tante motivazioni che mi costringono a farti del male fisico. Farò di te il mio capro espiatorio per ogni problema esistente. Fondamentalmente si etichetta per pazzo qualsivoglia personaggio che non la pensi come noi.
Ebbene, invece, quello che viene etichettato come testa di cazzo è colui che vive di inchieste pubblicitarie e di testimonianze di Geova.
Vi annienterò tutti, dannati disturbatori della quiete.»
Il nero sorrise, tanto per cambiare, fissando in maniera idiota Filligan per almeno tre minuti.
«Ashton, tu sei un pazzo. Ed è per questo che mi piaci.»
«Fanculo!» [Modificato da - The Game - 28/09/2006 1.11] [Modificato da - The Game - 28/09/2006 20.29] |