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Jack Di Cuori history

Ultimo Aggiornamento: 16/09/2006 13:27
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X-Division Champion
17/08/2006 14:14
 
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Per cercare di far capire un pò di più questo personaggio, guest in WBFF, con cui sto segunedo una storia portata avanti un pò ovunque, ho deciso di raggruppare qui tutti i suoi spot fatti finora! :Sm1:
Attendo commenti! :Sm7:

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9 carte e un futuro in palio
(Risultato: partecipazione alla Rumble AWF)


7 di fiori
“lapalissiano, mi aspettavo uscisse questa carta… la rumble sarà un match molto duro, ci sono ottimi atleti qui in AWF, spero solo di riuscire a debuttare con onore facendomi valere, anche se dubito vincerò… spero solo che le carte sappiano dare una valida risposta ai miei quesiti…”
2 di picche
“male, molto male, sembra che il match sarà in salita.. è proprio l’ultima carta che avrei voluto fosse uscita.. maledizione! Sembra che un tag partecipante si potrebbe accanire su di me dopo che avrò fatto vedere di che pasta sono fatto… da una parte è anche positivo, ma dall’altra… cazzo, sembra che io non abbia speranze di vittoria…”
Donna di fiori
“uhm, una donna di mezzo… tra l’altro infida e bastarda… eppure da quel che so le donne non partecipano alla rumble… spero solo che non ci sia qualche divas amica di qualche partecipante che mi tiri un brutto scherzo..”

Nella stanza di Jack si nota una bottiglia di Jack Daniels, sebbene sia stato in momenti di pura povertà e difficoltà sembra si conceda spesso i piaceri dei vizi vietati agli atleti… notiamo che la bottiglia è vuota per 2/3, di solito un uomo comune dopo una tale quantità d’alcol andrebbe in coma etilico; ma Jack no. Sarà stata forse per l’assonanza del liquore col suo nome, ma ogni volta che dal collo della bottiglia scendeva il dolce nettare di colore marrone e bagnava le sue labbra e la sua bocca, egli si sentiva in trance, come se niente e nessuno oltre alle sue carte potessero disturbarlo.. nessuno sa cosa frulli nella sua testa quando entrava in contatto col suo mazzo, ma è come se tra lui e le carte si creasse un legame mistico tra due universi differenti ma legati tra loro da un unico fil rouge onirico.

10 di cuori
“uhm… in teoria il 10 di cuori in un qualunque match rappresenterebbe la perdita di una ingente quantità di sangue da parte dei vari contendenti alla vittoria, ma in questo caso non vedo come possa essere possibile questa evenienza, che il quadro astrale mi stia tendendo un brutto scherzo mentendomi? oppure potrebbe semplicemente indicare il wrestler o i wrestler che subiranno di più durante il match, vediamo chi potranno essere..”
Jack Di Cuori
“Rassicurante, sembra sarò io… prepariamoci a passare molto tempo in infermeria dopo il match… però sono anche al centro del quadro, segno che venderò cara la pelle.. la vittoria del match si allontana sempre di più, ma sono sicuro che riuscirò a togliermi molte soddisfazioni nei giorni successivi al ppv…”
Joker Nero Rovesciato
“Cosa??? Non è possibile.. sono anni che non usciva… e l’ultima volta è stato.. quando… non è possibile… se continua cosi questo quadro non ho speranze…”

Si sente bussare al camerino…
HJ: (scocciato) avanti…
???: Jack… chi non muore si rivede…
HJ: esci di qui.. ti do 3 sec..
???: ma che accoglienza sgarbata, non si cacciano cosi le vecchie amiche..
HJ: (voltandole le spalle) Ilary… io ti ho aiutato quando i tuoi stavano per divorziare.. ti ho aiutato quando sei rimasta sola, che il tuo ragazzo ti aveva lasciato per un’altra… ti ho aiutato quando sembrava che nessuno ti considerasse più una vera amica.. ma quando… Da..(scoppia in lacrime).. tu hai fatto come tutti gli altri.. sparita..
Ilary: ma guarda un po’, il cartomante cattivo della AWF che piange come una bambinetta pensando ai propri ricordi..
HJ: fanculo…
Ilary: comunque sono qui per un altro motivo stasera, non ti toglierò troppo tempo..
HJ: non mi interessano i tuoi metodi fuorilegge..
Ilary: peccato sapevo dirti i punti deboli dei vari favoriti alla rumble..
HJ: …
Ilary: beh se è così addio… però, sai, non sarebbe di certo contenta di vederti così la tua cara “amica”… e sai a chi mi riferisco…
HJ: …
Ilary: neanche questo sembra turbarti… beh ti ricordo che io ho il coltello dalla parte del manico, e se tu aiuti me, beh, io potrei aiutarti con lei…
HJ: … sparisci… tu me l’hai fatta perdere… e sono sicuro che non sarai tu a farmela ritrovare, ormai quello è un capitolo chiuso della mia vita, l’ho persa e non la ritroverò mai più… ora vattene, o vuoi ancora infierire su di me???

Ilary se ne va, la telecamera la inquadra mentre socchiude la porta, e si nota sul suo volto un sorriso malvagio, come quello di una persona che sa di aver raggiunto il suo scopo, in questo caso aver turbato psicologicamente l’occulto.. JDC si siede alla scrivania presente nel suo camerino, in questo momento ora come non mai avrebbe bisogno di sentire uno dei suoi amici, di cui non sa che fine abbiano fatto, o magari suo cugino, Mike, il motivo per il quale combatte… finora mettendo in gioco la sua vita in AWF e in varie indies era riuscito ad accumulare una discreta somma, ma ancora non sufficiente per potersi permettere l’operazione. Ora come non mai Jack era sommerso dalle sue preoccupazioni, dalle sue paure, dalle sue manie e dai suoi dubbi.
Ce l’avrebbe fatta a vincere la rissa reale?
Ce l’avrebbe fatta a salvare il cugino o non avrebbe fatto in tempo?
Ed infine, sarebbe mai riuscito a riconquistare il suo amore perduto?
JDC aveva una lettura da portare a termine, ma prima prese un pezzo di carta e una penna e scrisse una poesia, nella sua mente ora c’era focalizzata solo la sua immagine; le parole scorrevano a fiumi, i suoi occhi stavano per diventare di un bianco pallido, quand’ecco che una scossa lo percorse lungo tutto il corpo e lui cadde dalla sua sedia, svenuto, per qualche minuto. Quando si rialzò notò che era passato solo un quarto d’ora, ma a lui sembrava di essere rimasto in quello stato per un’eternità; si rialzò e mise da parte in un cassetto la poesia appena scritta, con l’intenzione di spedirla un giorno al suo amore impossibile, quindi riprese il suo mazzo, si sedette nell’angolo della stanza dove era presente il quadro occulto precedentemente iniziato, e incominciò a mischiare, finché non decise di estrarre l’ennesima carta, ed uscì il..

6 di cuori
“la donna infida e bastarda è Ilary… anche senza questa carta l’avevo capito, ma ora ne ho la certezza… maledetta puttana, ma cosa vuole farmi? Non solo mi ha rovinato la vita nel momento in cui tutto sembrava essere ricominciato, quando avevo trovato dopo anni una nuova dimensione, quando avevo trovato l’amore.. sto impazzendo, ed è solo colpa sua… certe volte penso che sarei dovuto nascere col nome di Pike Jack, di sicuro mi avrebbe rappresentato meglio…
9 di quadri
“Carta di contorno, non dice nulla riguardo al match.. però se è uscita un motivo ci deve essere... ho paura che riguardi… no, non è possibile… vediamo la prossima, di sicuro conterrà la risposta che cerco..”
9 di fiori
“Bene, ora il quadro astrale è completo… alla rumble ci sarà un vincitore, una persona amata dalla folla, e sarà……”

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Dinastia vincente

(Risultato: vittoria contro Keith O'Neil a Warrior's Night, WDW)

Ogni uomo ha il suo numero fortunato.
Ognuno di questi numeri può identificarsi con una carta da gioco.
Eppure ci sono 4 carte che non possono essere relazionate a niente, sono 4 carte a parte che sono in grado di cambiare l’universo se vengono a contatto l’una con l’altra o addirittura tutte e 4 insieme.


Tempo fa, in un anno non precisato, durante l’adolescenza di Jack

J: papà, ma è vero che ognuno di noi ha un numero fortunato?
P: no Jacky, non tutti hanno un numero, ci sono delle persone che hanno qualcosa di ben più grande di un numero a proteggerli e guidarli…
J: e cosa allora?
P: è una storia lunga, ma penso che entrambi abbiamo abbastanza tempo per ascoltarla… allora, nella cultura indiana, spesso i pellerossa avevano un loro spirito guida, una figura mistica che li guidava in tutte le loro scelte e decisioni… ci sei fin qui?
J: si!
P: Ottimo… man mano che la cultura americana raggiungeva un erudizione sempre maggiore, si passò a credere da queste presenze a un unico Dio che amasse tutti e ci proteggesse.. mai nulla di più sbagliato sarebbe potuto essere affermato…
J: perché dici così papà?
P: perché, perché, perché, dovresti saperlo il perché… tu sei figlio di una medium e di un cartomante… noi abbiamo a che fare col paranormale praticamente ogni minuto, e sappiamo cosa ci sia altrove, e posso assicurarti che sono tutte puttanate.. dalla prima all’ultima che hai sentito dire su un Dio…
J: non ti seguo…
P: ti spiego: mi hai mai visto mentre leggevo le carte?
J: si, ma non ho mai fatto caso a cosa fai di preciso…
P: disegno un quadro astrale con queste… ogni uomo ha un rapporto particolare con l’esoterismo, ma purtroppo non tutti riescono a congiungere la propria vita con questo… per far in modo che tutti riescano a trovare una parte delle risposte che cercano ci siamo noi, gli anelli mancanti, coloro che collegano il mondo paranormale a quello terreno…
J: ah…
P: e non fare quella faccia da idiota! Per farla breve sia io che tua madre che te siamo i messaggeri del paranormale, che portano le risposte a coloro che non potrebbero averle altrimenti!
J: anche io??
P: certo, tu poi sei il top… hai ereditato i poteri di medium di tua madre e quelli di cartomante da me, ma ancora nn sai metterli in atto, non hai la benché minima esperienza… per questo ci sono io… prendi questo è il mio mazzo di carte, te lo regalo, inizia a fare pratica con gli amici quest’estate!
J: grazie! Però…
P: però…?
J: spero di essere all’altezza….
P: lo sarai, hai la cartomanzia nel sangue…
J: già…
P: non mi sembri ancora molto convinto di tutto ciò che ti ho detto…
J: ci credo, non hai ancora risposto alla mia domanda originale!
P: ahahah, è vero, che sbadato! Come ti stavo dicendo, in realtà solo le persone normali hanno un numero portafortuna che li guida…. Quelli come noi non hanno un numero, hanno una carta che ci guida, tutti tranne alcuni però… la mia carta ad esempio è il due di cuori, perché conobbi tua madre che mi aiutò molto in un momento di difficoltà..
J: e io, e io che carta ho?
P: Jack… tu fai parte della seconda categoria… quelli che non hanno una carta che li guida… ti sei mai chiesto perché hai lo stesso nome di una carta da poker?
J: si però non ho mai trovato risposta…
P: vedi, il JDC è il combattente, i fanti sono coloro che vengono mandati in battaglia a morire, per ordini superiori, sono gli eroi senza un nome, coloro che si sacrificano in onore degli ideali… questo è il tuo destino, far prevalere la dinastia Di Cuori sulle altre, sconfiggendo gli altri Jack che troverai… ma fai attenzione, non sempre avranno il nome della carta…

Barcellona, giorni nostri, camerino di JDC.

“Joker rosso, Jack Di Fiori, 9 di quadri, 8 di fiori, 4 di cuori, 9 di picche, Regina di Picche, 2 di picche e Re Di Quadri… pensavo che stasera mi sarebbe potuta andata molto peggio, invece devo ammettere che è un quadro piuttosto rassicurante sul mio futuro… tra poche ore affronterò Keith, e l’unica incognita finora è questo Jack Di Fiori a inizio quadro… anche se qualche dubbio ce l’ho già, il prob…”

TOC TOC

JDC: (molto scocciato) avanti…
I: chi non muore si rivede…
JDC: ancora tu? Ilary, già mi sei costata più di un match con queste tue irruzioni, quindi gradirei che te ne andassi…
I: uhm bella accoglienza…
JDC: quella che ti meriti…
I: peccato, c’era un “ospite” che avrebbe voluto rivederti…
JDC: …
I: capito, capito, quando fai così me ne devo andare… beh allora ciao, mio caro Jack Di Cuori con l’Asso di Bastoni più lungo che io abbia mai visto…(sorridendo maliziosamente)
JDC: è vero a metà, la parte falsa è che fortunatamente non l’hai mai visto, altrimenti avrei preferito la morte a questo disonore…
I: (rimanendo sull’uscio del camerino) addirittura? Mi ritengo offesa e me ne vado..
JDC: meglio così, morto un papa se ne fa un altro…


La nemesi femminile di JDC se ne va sbattendo la porta, quindi il cartomante resta fisso sui suoi pensieri, più concentrato che mai, questa volta ha un occasione troppo importante per lasciarla andare via come successo troppo spesso ultimamente..

“…………………JDC è il combattente, i fanti sono coloro che vengono mandati in battaglia a morire, per ordini superiori, sono gli eroi senza un nome, coloro che si sacrificano in onore degli ideali… questo è il tuo destino, far prevalere la dinastia Di Cuori sulle altre, sconfiggendo gli altri Jack che troverai… ma fai attenzione, non sempre avranno il nome della carta…”

Come un fulmine a ciel sereno queste parole rimbombavano nella mente di Jack, che però non si capacitava di come potesse essere relazionato un bestione idiota come O’Neill potesse essere paragonata a una carta con l’eleganza del Jack Di Fiori, che da sempre era un combattente che mescolava eleganza e superbia nelle sue guerre, e di sicuro Keith non aveva nessuna di queste due cose..

Sorseggiò come suo solito prima di un match importanti un goccio di jack daniels dal suo bicchiere poggiato sul tavolino, quindi tornò a riflettere sul suo incontro fino ad arrivare ad una sconvolgente conclusione…

“ Re Di Quadri… Regina di Picche… e quindi Jack Di Fiori… ho idea che qualcuno stia tramando alle mie spalle… qualcuno di molto più grande che sta organizzando qualcosa contro di me… la guerra per il dominio della scala gerarchica tra le dinastie è appena cominciato, devo solo sapere in nome di chi combatto, in modo da potergli assicurare che una volta conclusa la guerra, tornerò ad essere l’errante soldato solitario che sono sempre stato…”

JDC si alzò dalla sua sedia, tra appena mezz’ora sarebbe dovuto salire sul ring, esce dal camerino ma appena aperta la porta resta senza parole.

JDC: no… non puoi essere tu…

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Amore al chiaror di luna
(Risultati: vittoria contro Psicopatic e The Punisher at Hollywood Invasion, AWF
Vittoria del titolo Hardcore nel KOTM a What a F'N Destruction 2006, EWF)


Qualche anno fa

Era una fresca notte d’estate. A Silver Bay in Minnesota raramente c’era un clima così piacevole, spesso il giorno faceva molto caldo e la sera difficilmente l’aria si faceva più respirabile, e gli abitanti del luogo erano soliti ricorrere all’uso di ventilatori e altri congegni frigoriferi. Quella sera, però, in tutta questa splendida ambientazione, qualcosa si ruppe. Una magia cessò di esistere, e la vita di due persone, un ragazzo ed una ragazza, cambiò drasticamente. Erano all’incirca l’1.30 della notte, i due erano distesi su un prato, distava poche centinaia di metri dal mare quindi la brezza costiera solleticava i sensi di entrambi. I giovani erano cinti in uno stretto abbraccio, lui spesso alzava gli occhi al cielo per non rimanere estasiato dalla bellezza della sua donna, dei lunghi capelli corvini infatti adornavano il suo volto facendole da splendido contorno per i suoi occhi dal color castano con lievi venature di verde smeraldo.

“E’ una creatura venuta dal cielo”, pensò Jack.

Ai tempi ancora non era un affermato cartomante, prese anche lui le sue cantonate mentre faceva le previsioni riguardo il futuro dei suoi “clienti”, perlopiù amici o parenti di famiglia, fatto sta che quando riusciva a mettere in pratica i suoi poteri di chiaroveggente raramente sbagliava una previsione. Jack si soffermò nel rimirare il chiarore della luna che rifletteva il suo splendore sul volto della sua ragazza, volò con la mente in un mondo tutto suo, e si immaginò dieci anni più vecchio, a casa, vestito con camicia e pantaloni da ufficio, mentre leggeva il giornale riportante una vittoria dei Mavericks quando intorno a lui quella che sarebbe diventata sua moglie si accingeva a preparare la colazione stando attenta che i loro figli non creassero troppi problemi in casa.

Com’era contento! Tutto ciò che aveva desiderato era lì, accanto a lui, e tra pochissimo tempo, quando sarebbe diventato maggiorenne, le avrebbe chiesto di sposarla e metter su famiglia insieme.
Jack infatti se lo poteva permettere. Suo padre era possessore di una piccola fabbrica che produceva componenti per la costruzione di automobili, avrebbe iniziato a lavorare lì dentro guadagnandosi i primi stipendi, quindi avrebbe ereditato il tutto, portando avanti il progetto voluto dal padre, ovvero la costruzione dell’auto da corsa perfetta, un auto di lusso americana in grado di reggere con le più rinomate marche italiane.

“Ehy, che fai, prima mi seduci e mi porti in un prato e poi ti metti a guardare le stelle fantasticando su chissà che cosa???”

La soave voce della ragazza fece ritornare alla realtà il futuro cartomante, che con un rapido scatto della testa si girò verso di lei, rimanendo ancora una volta estasiato dalla sua bellezza. Le sorrise quindi, ed i due iniziarono un piacevole dialogo:

JDC: scusa… sai com’è, non mi sembra ancora vero di poter stare questa sera qui, accanto a te…
??: ma se ormai sono 4 mesi che stiamo insieme?
JDC: si, ma per me è come se fosse sempre il primo giorno…
??: ma dai…
JDC: ti giuro! Ancora non riesco a credere che un dolce fiore come te possa essere rimasta attratta da un ignorante del mio calibro!
??: ma vai, va..
JDC: eheheh….
??: comunque c’è una cosa che volevo chiederti…
JDC: cioè? Dai dimmi, non farmi aspettare troppo
??: ecco… hai mai usato le carte per vedere la nostra vita futura? Insomma, se resteremo così per sempre, se ci sposeremo..
JDC: ci stavo pensando proprio in questo momento al nostro futuro… mi dispiace deluderti, ma purtroppo non posso leggerlo con le carte.. non posso fare dei quadri astrali sul mio futuro, perché si avvererebbero solo brutte circostanze… e io ho paura… ho paura di perderti… ho paura che tutto ciò posa finire… paura che tutto questo sia stato solo il più bel sogno della mia vita… paura di perderti…
??: non dirlo neanche per scherzo! Io ti amo, e non rinuncerei a te per nessun’altra cosa al mondo!
JDC: ti credo, mi fido ciecamente di te… solo che molta gente non ci vede di buon occhio… molti pensano che io sia un emissario del demonio… in questa città in molti vociferano, hanno paura della mia dote, pensano che io potrei portare la sventura a Silver Bay…
??: non mi interessa ciò che pensa la gente, io ti amo e ciò mi basta!
JDC: neanche di ciò che pensa di me Ilary ti interessa?
??: piantala… Ilary è la mia migliore amica… è vero, è gelosa di noi due, ma devi pur sempre capirla… quando ti faceva la corte più e più volte l’hai rifiutata, poi alla prima occasione sei venuto da me, la sua migliore amica…
JDC: perché io ti ho desiderata dal primo momento che ti ho visto…
??: desiderare… bel termine..
JDC: dai, non capire solo quello che ti fa comodo!
??: no, no… solo che non pensi che anche lei abbia provato la tua stessa identica emozione verso di te?
JDC: beh… si… però non mi sembra di averla mai ferita ogni volta che la rifiutavo..
??: anche un semplice no può ferire a volte, addirittura uccidere…
JDC: pensa solo a questo: se ora non l’avessi rifiutata non saremmo qui ad amarci ora…
??: già…


La ragazza scoppiò in un pianto a dirotto, quindi si lascio cullare nelle larghe spalle di lui, che amorevolmente la coccolò baciandole le orecchie ed il collo, quindi le bisbigliò:

JDC: amiamoci… ora…

Subito i due si ritrovarono avvinghiati in un abbraccio, distesi, mentre i loro corpi smaniosi tendevano a denudare quello della persona amata.

??: fai piano…
JDC: non voglio farti male, voglio amarti..


Quella sera lui la possedette due volte. Ormai era quasi mattino, erano circa le 4, le prime timide luci dell’alba si incominciavano ad intravedere lontane all’orizzonte, Jack era disteso sul prato, nudo, con lo sguardo fiero rivolto verso il firmamento. La sua amata era a lui abbracciata, spogliata di tutti i suoi abiti, e la sua bellezza era ancora una volta splendente grazie ai raggi lunari irradiati dal satellite naturale. Ogni volta che l’Occulto la guardava pensava la stessa cosa: questa ragazza splende di luce propria, sono le stelle a illuminarsi di luce riflessa di fronte a lei.

Con dei baci la risvegliò quindi i due si rivestirono mentre tramite sguardi complici ed ammiccamenti vari sembravano fare allusioni riguardo tutto ciò che avevano fatto fino a poche ore prima. Rivestitisi, i due si abbracciarono nuovamente, cinti l’un l’altro ad osservare l’alba spuntare, quando ecco che il telefono cellulare di lui iniziò a squillare.

Drin… drin…

Jack si domandò subito chi potesse essere, quando ecco che gli si gelò il sangue nelle vene: era il padre.

Subito si domandò cosa potesse volere a quell’ora del mattino, forse era arrabbiato perché aveva deciso di stare a sua insaputa fuori tutta la notte, sebbene avesse avvertito la madre, perciò, sotto invito della ragazza, Jack rispose alla chiamata che ormai faceva squillare lo strumento da parecchio tempo:

JDC: pronto?
P: Jack… è urgente!!!! Si tratta di tua sorella… l’hanno trovata morta poche ore fa…



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Un Cuore
(Risultato: vittoria vs Mr That nella EWF WAR del 28-06-2006)


Il sogno di una vita.
Un desiderio di rivalsa.
La conquista che avrebbe potuto stravolgere un mondo.

Questo girava nei pensieri di Jack quel martedì sera, a poche ore dallo show settimanale EWF, a pochi giorni da What a F’N Destruction. Domenica infatti sarebbe potuto essere un giorno storico per quella piccola indies che da mesi rivoluzionava il mondo del wrestling con match tecnici alternati ad un’assoluta mancanza di squalifiche ed al massiccio utilizzo di armi.
Jack faceva roteare tra le sue dita una moneta da un dollaro in quel momento, ripensava a tutti gli acciacchi subiti fino a quel momento, pochi match effettuati, è vero, ma quanti voli aveva eseguito, quante emozioni aveva regalato al suo pubblico…
Non aveva moltissimi fan, Minnesota escluso, però quando combatteva lui raramente riceveva qualche fischio. Domenica però sarebbe potuta essere la svolta definitiva della sua carriera. Infatti avrebbe combattuto nel main event della federazione un King of the Mountain match.
Lui, che era una guest star.
Lui, che era entrato a causa di un infortunio di uno dei partecipanti.
Lui, che era un mercenario girovago di federazioni, che aveva fatto provini ovunque per ottenere contratti a gettone per potersi così permettere i soldi necessari per operare il cugino che lo aveva fatto rinascere.
Si, lui, un semplice Jack Di Cuori, il fante che viene mandato in guerra sotto gli occhi di un sovrano incapace ma potente, avrebbe avuto l’opportunità di rivoluzionare la EWF, la federazione nata dal sogno di un romano megalomane che per le sue fobie si era ritirato dal wrestling.
Jack sperava di poter essere l’erede di Dibbio, le carte, perdonate il gioco di parole, c’erano tutte: agilità, mic skill, ottimo rapporto con il pubblico… insomma, ne era il successore naturale.
Eppure Jack aveva un qualcosa in più e un qualcosa in meno rispetto al general manager. Sicuramente il fattore di saper prevedere il futuro ed avere possibili “spoiler” sul risultato dell’incontro lo aiutava e lo determinava a fare sempre meglio, ma tutto ciò ancora non bastava. Infatti a Jack mancava, perdonate quest’altro gioco di parole, il cuore di Dibbio.
Il chairman infatti era un self-made man, che si era costruito da solo, seppur con l’aiuto della Dea bendata in molte situazioni, ma aveva quel tocco in più che lo aiutava sempre a rialzare la testa ed uscire a testa alta dalle situazioni negative. Il cartomante si ricorda che proprio nel periodo in cui cominciò a muovere i primi passi nel mondo del wrestling, aprì questa federazione, così piccola ma piena di speranza, e si ricorda di quell’uomo, Dibbio, che sarebbe stato poco più di un jobber in qualunque altro luogo, ma non là. È vero, era pur sempre il boss, ma quel tipo aveva un magnetismo enorme, riusciva a trascinare le folle nonostante raramente potesse portare a casa la vittoria.
Jack decise di prendere esempio da lui, troppe volte in passato era scappato lasciando alle spalle i suoi problemi, troppe volte aveva preferito scegliere la via più semplice, quella della fuga. Ora era tempo di crescere, di diventare dei veri uomini.
Era tempo di vincere.
Si ma come?
Prima di What a F’N Destruction lo avrebbe atteso un test da superare, avrebbe dovuto affrontare un altro di quegli uomini che permisero alla EWF di arrivare dove è giunta sinora, ovvero MR That, il colosso di Philadelphia. L’ex bodyguard, infatti, era praticamente largo il doppio di lui, ma a vantaggio del cartomante c’era la stipulazione del match, ovvero un Caught The Paradise match, stipulazione che già una volta lo aveva visto trionfare, proprio in EWF, contro il rivale di sempre, Matt Lohane, altrimenti conosciuto come il BEW.
Jack dunque aveva la strada in salita, ma alzando la testa e guardandosi allo specchio, nella sua immagine riflessa vide che finalmente aveva trovato ciò di cui aveva bisogno, o perlomeno una piccola parte di questa: il cuore.
Un cuore che anni fa aveva donato ad una donna, per poi lasciarglielo in dono.
Un cuore che in mani altrui diventò un giocattolo poi gettato quando inizia ad annoiare il proprietario.
Un cuore che finalmente può aiutarlo a riportare in alto il suo nome, quello del
Jack Di Cuori


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Buonanotte
(Risultato: vittoria ottenuta in difesa del titolo Hardcore vs Mr Blonde a Genocide 2006, EWF

“Notte… Notte… Notte… Notte… Notte…”

Jack era seduto davanti al suo pc quella sera. Ascoltava ripetutamente una vecchia registrazione, di pochissimi secondi, ricevuta tempo addietro. Non riusciva a scostarsi dal computer, era passata un’eternità da quando sentì quella voce per la prima volta, ma a Jack ogni volta sembrava come se fosse ieri che sentiva quella voce.
D’un tratto iniziò a piovere, cadde un fulmine nelle vicinanze e nella casa del cartomante andò via la luce. Jack si affacciò alla finestra e notò che nonostante tutto la pioggia non era poi cosi forte come sembrava. Andò verso l’uscio di casa sua e camminando notò che la camera da letto di Mike infatti era vuota. Suo cugino era all’ospedale ormai da poco più di un mese, il tempo stringeva e i fondi per poter far in modo che potesse permettersi l’operazione erano sempre pochi. Il lavoro di Jack non andava più a gonfie vele come i primi mesi, infatti dopo degli esordi ben costruiti e uno stipendio pagato regolarmente, ecco arrivare il buio più completo.

La sua prima federazione infatti aveva chiuso dopo poco più di un mese e mezzo, garantendogli “appena” 6000 dollari di retribuzione, quanto bastava per vivere e viaggiare decentemente da uno stato all’altro, ma una cifra ridicola se paragonata a ciò che doveva compiere. Quindi una svolta, l’ingaggio in WDW, una federazione tra le più rinomate ma ora in decadenza. Sebbene il suo debutto fosse stato col botto e nonostante un feud stravinto contro Keith O’Neill, che rivaleggiava con lui già dai primi tempi della FIPW, non riuscì a guadagnare più di 15000 dollari, anche a causa della pausa estiva della federazione. Decise dunque di diventare un girovago, pagato a gettone, e firmò un contratto fisso solamente in AWF, 8500 dollari mensili, sempre pochi a dir la verità, fino a quando, però, il suo nome non iniziò a riecheggiare nel panorama delle indies ed arrivarono i primi due contratti veramente rilevanti come guest star: WBFF & EWF. La prima federazione gli avrebbe garantito un contratto di 11000 dollari ad apparizione, decisamente troppi per un wrestler ancora in rampa di lancio come lui, infatti c’era l’inganno: il suo nome serviva solo per far pubblicità ai loro show. Purtroppo ormai il contratto era stato firmato, e nulla avrebbe potuto fare, essendo legato alla WBFF. Restava però l’ultima speranza alla quale aggrapparsi, una speranza che lo aveva indotto a ritrovare la forza anche per prendersi le dovute rivincite, rivincite che sarebbero poi arrivate dopo pochissimo tempo, in un feud che vide coinvolti lui e Matt Lohane.
Dopo questa vittoria Jack venne proiettato addirittura nel main event, dove riuscì a portare a casa il secondo titolo della sua carriera, l’Hardcore title, riuscendo addirittura a strappare un contratto di 20000 $ mensili, facendo aumentare così di molto le sue quotazioni.
I soldi erano iniziati ad arrivare, era riuscito a mettere da parte quasi 30000 dollari totali, ma purtroppo ancora non erano sufficienti per salvare il cugino.

Jack nel ripensare alla sua carriera si addormentò ad occhi aperti sull’uscio della porta di casa, solo un potente tuono riuscì a riportarlo nel mondo reale, decise quindi di infilarsi il suo k-way ed andare a fare un tonificante allenamento sotto la pioggia. La strada appena fuori casa sua per colpa dell’acqua caduta era diventata fangosa e di difficile passaggio, per sua fortuna aveva indossato prima di uscire le sue scarpe più vecchie, almeno non correva il rischio di rovinarsene un paio buone. Iniziò il suo allenamento con una serie di ripetute per poi mettersi a fare un veloce slalom tra gli alberi, l’agilità era sempre stato il suo forte, ed il wrestling lo aveva aiutato a mettere ancor più in evidenza questa sua caratteristica; dopo circa 3 minuti però accadde un imprevisto, infatti una radice di pino che sbucava dal terreno, mezza nascosta tra le foglie cadute, si trovò sul cammino dell’Occulto, che inciampò e cadde a terra sbattendo forte la testa.


“Notte… Notte… Notte… Notte… Notte…”

Jack non sa quanto tempo passò, sta di fatto che al suo risveglio si era fatto ancor più buio di quando uscì di casa. Passò una mano sulla sua testa, la fronte e le guance erano viscide e luride, coperte di fango, ma non riuscì a quantificare quanto ce ne fosse, infatti aveva la vista annebbiata ed un forte cerchio alla testa che gli impedivano di riflettere lucidamente.
Con passo lento si diresse verso casa, per sua fortuna molto vicina a lui, riuscì a fatica a girare il pomello e si tolse con le residue forze i suoi vestiti, lerci a causa della pioggia. Si inginocchiò nudo vicino alla vasca da bagno, quindi girò le maniglie affinché potesse farsi un bel bagno. Si gettò nella vasca a peso morto, e si addormentò.


“Notte… Notte… Notte… Notte… Notte…”


Jack… Jack…

Maestosi vessilli calavano dalla sommità del maniero sperduto.
La bora agitava le bandiere portate dai fanti dell’esercito.
Il musico rullava più forte che mai quella volta.
Ma il Re.
Il Re aveva fatto divenir Regina l’ultima delle damigelle.
Privandola del suo unico amore.
Un fante in battaglia.
Il Fante Di Cuori.


NO!

Il respiro affannoso di Jack sovrastava qualunque altro rumore nella sua camera da letto. Non si ricordò come, ma probabilmente dopo il bagno si andò a mettere a dormire senza rendersi conto del tragitto effettuato. Ormai però dopo essersi svegliato così di soprassalto, difficilmente avrebbe ripreso sonno, perciò decise di andare a prendere qualcosa da bere nel suo frigo, probabilmente una red bull.


Il cammino si fece impervio ed imprudente.
Numerose frecce rivali ferirono il mio volto.
La gamba mi fu addirittura trafitta da una scure.
Ma il sangue versato non avrebbe impedito la mia avanzata.


La cucina era fredda e scostante, come un luogo a se della casa, un mondo a parte. A Jack piaceva molto cucinare, spesso si dilettava in manicaretti da leccarsi i baffi, ma nell’ultimo mese aveva smesso di preparare piatti elaborati, non c’era gusto a mangiarli da solo.

“E pensare… pensare che se non fosse stato per quella traditrice non sarebbe andata a finire così…”


Mi ritrovai davanti un fante rivale.
Come me fu mandato al macello in difesa di un odiato despota.
Un tiranno senza scrupoli.
Per cui un fante poteva solamente provar ira e vendetta.


Il tradimento da parte di Ilary, migliore amica dell’unica donna amata da Jack, era troppo pesante per lui da ricordare, un macigno sul petto del cartomante che difficilmente sarebbe riuscito a togliere.

Il mio gladio roteò una spanna sopra il mio capo.
E con un elegante movimento conficcò la carne della mia preda.
Ero un carnefice senza pietà.
Ma per Milady avrei fatto questo ed altro.


La sua lattina di red bull fu cinta in una morsa d’acciaio che la ridusse ad un mucchietto di latta inutilizzabile, la sua mano destra era ricolma del liquido contenuto al suo interno.
D’un tratto Jack lanciò con tutta la sua forza ciò che rimaneva della red bull verso il cestino, mancandolo di pochi centimetri, causando in lui un nervosismo ancor maggiore.
In quel momento aveva bisogno di sfogarsi, ma purtroppo non aveva forze sufficienti per mettersi a fare jogging come poche ore prima, dunque decise di uscire salendo sulla sua macchina, una utilitaria di cui doveva ancora finire di pagare le rate.


Disarcionai un prode cavaliere schivando il suo attacco.
Le sue movenze furono rapide ma inefficaci, infatti evitai il suo colpo.
Salì sul suo destriero, dirigendomi verso la roccaforte nemica.
Affinché potessi compiere il mio dovere divenendo così uomo libero.
Per poi compiere il mio golpe ed avere la mia vendetta.


Viaggiò per quasi un’ora sulla sua vettura, fino a quando esigenze meccaniche non lo obbligarono a fermarsi ad un benzinaio a fare rifornimento. Dal suo portafogli estrasse 20 dollari, ed alla pompa automatica decise di usare il servizio self-service. Dopo pochi secondi si rimise in corsa, ormai era nella zona dei pub, e a breve ne avrebbe trovato uno di suo gradimento.

Dopo aver rifocillato il puledro mi riavviai.
Passarono ore, forse giorni, ma finalmente arrivai al maniero.
Le mie ferite ormai erano rimarginate.
Ma del sangue secco e rancido rendeva il mio aspetto spregevole.
Il castello era enorme, ma la sua planimetria era molto più semplice di quello del mio signore.
Infiltrandomi a breve arrivai nella sala del trono.


“The cursed Knight… sembra discreto, entriamo…” pensò Jack.

Al suo interno ad accoglierlo era presente un lugubre clima, era presente la peggior feccia della città all’interno del locale, ma Jack non si curò di questo dettaglio. Arrivò quasi in fondo al pub, dove notò una pergamena, che parlava della storia del cavaliere da cui questo luogo prese nome. Narrava infatti di un fante italiano che ebbe la sfortuna di vedersi tradito dalla sua amata, che sposò il re della contea locale. Lui per vendicarsi si arruolò nell’esercito e decise di partire per una missione suicida, un attacco ad un castello rivale. Il finale non era molto leggibile, comunque il cartomante era sicuro di conoscere quella storia, quando dopo pochi secondi un flashback lo colpì e lo fece cadere in trance per pochi secondi.


“Notte… Notte… Notte… Notte… Notte…”


Il Re era seduto sul suo trono, ed al suo fianco aveva la regina.
Dopo la loro esecuzione sarei tornato da eroe nella mia contea.
Ed avrei potuto compiere la mia vendetta.
Eppure del liquido scarlatto iniziò a fuoriuscire dalla mia bocca.
Successivamente dalla mia schiena.
Dunque mi accasciai al suolo.


“Cosa cazzo vuol dire??” Bisbigliò sottovoce.
Quella visione non aveva senso, che collegamento poteva esserci tra lui ed un fante medievale? Eppure qualcosa doveva esserci…


C: desidera qualcosa?
JDC: uhm?

Capelli corvini, fisico snello, occhi profondi. Era lei. La donna che Jack amò da giovane. Ma cosa ci faceva in una bettola del genere?

JDC: ma tu sei…
C: no signore, mi deve aver scambiato per qualcun’altra, inoltre se voleva provarci poteva utilizzare un metodo un po’ più originale, che so, una battuta, un’offerta, un bacio improvviso, oppure…

Guardandola bene non era la ragazza amata da Jack. I lineamenti del viso erano leggermente più decisi, inoltre la parlantina, più spigliata e logorroica, accreditavano la tesi dell’Occulto.


Tornai in patria da eroe, ma da eroe morto purtroppo.
Le cortigiane spargevano corone di fiori e lanciavano petali sopra il mio sepolcro.
Il Re commosso lesse un messaggio d’addio al più coraggioso dei suoi cavalieri.
La Damigella versò acri lacrime.
Per poi trasformare il suo dolore in morte.


La ragazza continuava a parlare mentre un Jack Di Cuori ormai esasperato dalla noia ascoltava le sue tediose parole. Un altro flashback lo percorse e in quel momento si alzò, appoggiando delicatamente la sua mano destra sulle labbra della cameriera.

Ore 3.41

“Il mio è un sogno dal quale non posso svegliarmi.
Una realtà meravigliosa trasformata in un raccapricciante incubo di cui io sono il protagonista.
Per un attimo ti ho scambiata per il mio angelo, ma tu con lei non hai nulla a che fare.
Ho cambiato idea, non ordinerò nulla.
Però tu vedi di passare una buonanotte!”

C: Come?
JDC: buonanotte, me ne vado a casa.

La porta batté alle spalle del cartomante nel momento in cui usciva dal locale mentre una lacrima gli solcava il viso al rimembrar di dolorose parole

Notte… Notte… Notte… Notte… Notte…

Notte Jack… resterai per sempre nel mio cuore, sebbene ora questo appartenga a qualcun altro.



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How deep is your love?
Risultato: Vittoria in difesa del titolo Hardcore alla EWF WAR del 09-08-2006, EWF

12-09-19XX
“Avanti, colpisci più forte, tutto qui quello che sai fare??”

Smack! Tump!

“Urgh… sei solo un novellino, continua a farti sotto!”

Tump! Crash!

“Adesso mi hai scocciato, prendi questo!”




15-09-19XX

Una donna mi stringeva la mano mentre mi risvegliai. Non riuscivo a rendermi conto di dove mi trovassi, riuscii a stento ad aprire gli occhi e notai che sopra di me c’era un grande cielo bianco, sebbene fossi sotto almeno un paio di lenzuola e con aghi in entrambe le braccia. Strinsi forte le palpebre qualche secondo per poi riaprirle, mi accorsi che in realtà quello non era il cielo, bensì il soffitto di una camera d’ospedale. Resomi conto di dove ero, una puzza di cloro mista ad alcol etilico mi travolse le narici, tanto che rischiai di vomitare, sebbene nel mio stomaco non fosse presente nulla.
Non ricordavo da quanto fossi lì, eppure sembrava passato pochissimo tempo da quando quel tizio mi lanciò contro quella vetrata facendomi sbattere fortemente la testa. Dopo questa immagine il nulla, per un attimo pensai che fosse stato semplicemente tutto un sogno, il dolore alla testa però mi pervase dandomi la sicurezza che avevo preso veramente una batosta indimenticabile. Mossi la testa con uno sforzo immane, e girandomi vidi lei, la donna che mai mi aveva abbandonato finora. Stava dormendo, non so da quanto fosse li, fatto sta che cadde tra le braccia di Morfeo tenendomi la mano.
Il dolore alla testa si faceva sempre più forte, tanto che dopo pochi attimi dal mio risveglio fui costretto nuovamente a cedere alla stanchezza cadendo a mia volta in un sogno profondo…


Chi non muore si rivede Jack, anche se stavolta ci si vede all’altro mondo!

Mi ritrovai disteso a terra sul brecciolino. Intorno a me il buio più totale, sembrava come se un riflettore fosse puntato in modo fisso su di me. Mi toccai la testa, non avevo più le bende precedenti, né gli aghi delle flebo infilati nelle vene. Non capivo più dove mi trovavo, mi sembrava di essere in un confuso sogno fatto da un drogato sotto uso di LSD, ma il brutto è che tutto ciò non era un sogno.
O, se lo era, era veramente troppo realistico per non nuocere gravemente alla mia sanità mentale…


Jack, vieni a trovarmi e non fai nemmeno un salutino al tuo vecchio amico?

Mi guardai intorno, il forte mal di testa che mi perseguitava fino a poco fa era sparito, ma nonostante tutto ancora non riuscivo a capacitarmi di dove mi trovavo. D’improvviso si illuminò una strada di fronte a me, con qualcosa che non riuscivo a distinguere bene a circa 50 metri di distanza. Partì una soave musica nella mia testa, ma non riuscivo a rendermi conto se fosse solo frutto della mia immaginazione o se un’invisibile cassa audio la stesse trasmettendo nei dintorni. Ogni mio passo era lento e solenne come quelli di un sovrano mentre sfilava tra la gente del suo reame; io in verità non volevo avere una camminata del genere, ma sentivo come una forza maggiore che mi impediva di andare a passo più svelto. I miei nervi stavano venendo messi a dura prova, quando finalmente riuscii a portarmi a debita distanza da quello che si rivelò un tavolo da gioco.

Strano che tu ancora non abbia capito dove ti trovi!

Chi era costui? Dietro il tavolo non notai nessuno, né riuscivo a capire da dove provenisse la voce, però riuscii a portarmi nei pressi del tavolo, dunque mi sedetti.
Passarono pochi secondi quando dall’oscurità arrivò un’ombra misteriosa che si muoveva come mossa da un filo invisibile che la teneva sospesa a mezz’aria. Si sedette anch’essa dall’altra parte del tavolo, le sue intenzioni e il suo scopo mi erano ancora ignoti, inoltre iniziai a sudare freddo e provare una sensazione di terrore mai avuta prima d’ora.


?; strano che ancora tu non mi abbia riconosciuto…
JDC: chi sei?
?: ma come chi sono… chiamami come vuoi, Ade, Nera Signora, Morte, Death, ma sappi che di fronte a te hai l’entità sovrannaturale più potente che esista…
JDC: e cosa vuoi da me? Perché sono qui?
Death: quante domande… proverò a rispondere a tutte queste con un breve racconto: pochi mesi fa tua sorella Dalida ha lasciato questo mondo… eppure non era lei a dovermi raggiungere…
JDC: cosa vorresti dire?
Death: voglio dirti che con le tue previsioni hai modificato i miei piani…
JDC: COSA??
Death: già, mi dispiace dirtelo ma è così… non era lei a cui dovevo far visita, ma per colpa tua che ti sei divertito a cambiare il futuro ho dovuto attenermi a quanto accaduto.

Iniziai a piangere a dirotto. Come, come avrei potuto fare in modo che Dalida morisse semplicemente leggendo le carte? Non era mia intenzione, io con le mie previsioni mi limitavo a leggere il futuro, come avrei potuto modificarlo in qualche modo?

Death: so quello che stai pensando, e ho anche risposta al tuo quesito: in realtà te non prevedi il futuro, lo scrivi. Il futuro è totalmente da costruire, non si può prevedere, e te oltre che il tuo tramite le tue scelte, puoi costruire anche quello degli altri semplicemente leggendo tra le righe ciò che le tue fidate carte ti confidano.
JDC: sigh… perchè, perché proprio a me questa maledizione? Se io… se io… se io non avessi questo dono adesso Dalida sarebbe ancora viva…
Death: so che sei dispiaciuto, ma posso aiutarti se vuoi, sono qui per questo…
JDC: davvero? Come?
Death: ascolta: calcolando che la sua morte è stata involontaria, sono disposto a ridargli la vita, ma a una condizione: che tu ne metta in gioco un’altra.
JDC: sono pronto a mettere in gioco la mia se è per questo!
Death: non puoi, deve essere obbligatoriamente essere una vita differente dalla tua…
JDC: dimmi le regole di questo gioco e valuterò se rischiare vite altrui…
Death: nel caso vinca io, tua sorella resterà morta e l’anima della persona che giocherai non farà più parte della tua vita, la perderai per sempre, ma resterà viva… nel caso tu vincessi, tornerai al giorno in cui facesti la previsione maledetta ed eviterai di leggere tutto ciò.
JDC: quindi rischio di perdere una persona dalla mia vita, senza che questa muoia però, giusto?
Death: esattamente, non ho bisogno di altre anime qua giù negli inferi… ti lascio scegliere il gioco al quale giocheremo la nostra scommessa, dunque…
JDC: poker.

Odiavo giocare a carte. Era più forte di me. Quando hai a che fare tutti i giorni con le carte, senza però giocarci, sembra quasi una forma di rispetto verso di loro usarle solo per scopi divinatori, e non per vili scommesse…

Death: perfetto, allora io sceglierò l’anima che metterai in gioco!
JDC: cosa?

Un terremoto mi scosse, lasciando però immobili la morte e il tavolo da gioco, quando dal terreno spuntò una croce con sopra lei, la donna che amavo, appesa per i polsi al simbolo religioso come a rappresentare una Madonna gotica del XX secolo in versione dark, che si sacrificava al posto del figlio tanto amato in un’opera di redenzione verso gli umani. Anche se in questo caso non toccava redimere nessuno.

JDC: che cazzo fai? Ero io a dover scegliere l’anima di chi giocare!
Death: tu hai scelto il gioco, nel caso mi avessi fatto finire di parlare avrei concluso la mia frase dandoti l’opportunità di scegliere tra il gioco e l’anima!
JDC: non è leale questo!
Death: stai giocando con la Morte figliolo…

Aveva ragione purtroppo. Mi trovavo faccia a faccia con la Morte, non potevo pretendere che giocasse anche in modo corretto. La sfida si sarebbe tenuta al meglio delle 3 mani, ero molto sicuro di me, sebbene la visione della mia donna crocifissa mi destabilizzava e mi impediva di bluffare in modo credibile.
Come prevedibile la prima mano se la aggiudicò la morte con una doppia coppia all’asso, giocando sul fatto che i miei sentimenti mi padroneggiavano e mi impedivano di concentrarmi sulle carte da cambiare.
Arrivò la seconda mano, ora ogni errore sarebbe stato fatale, non potevo permettermi più certi cali di concentrazione.
Carte a me, le distribuii, e mi accorsi ancora una volta la fortuna non era dalla mia. Potevo vantare solo una coppia di 9, un asso, una donna e un 10, assolutamente inutili in questo caso.
Non potevo assolutamente bluffare, lei l’avrebbe capito. Molto probabilmente sapeva anche che carte avevo, ma voleva divertirsi nel vedermi soffrire. Avevo assolutamente bisogno di cambiare, quando mi resi conto che le carte mi stavano dando un indicazione. Infatti, la donna e il 10 erano rivoltati, segno che probabilmente dovevo cambiare quelle carte. Attesi il turno della Morte, che disse di essere servita, quindi cambiai 2 carte, trovandomi così un full d’assi tra le mani che mi consentì di aggiudicarmi la seconda mano.
La Morte sembrava non essere molto contenta del risultato, e ciò avvalorò la mia tesi che lei sapeva già cosa avessi in mio possesso.
Lei magari sapeva barare giocando a mano scoperta, ma io ero in grado di sentire cosa volessero che facessi le carte, sapendo quale fosse la mossa più giusta da fare, rendendo la sfida ad armi pari.


Death: sei il primo che riesce a sconfiggermi in un confronto del genere
JDC: spero di portare a casa anche la vittoria definitiva.
Death: non contarci, hai avuto solo fortuna, e io contro la fortuna non posso nulla essendo un’entità sovrannaturale mia pari.

Il discorso che stavamo portando avanti era piuttosto inquietante, così come lo era la situazione… parlare di sovrannaturale con la Morte, era il colmo… lanciai uno sguardo alla mia destra, osservando la mia divinità terrena crocifissa e dolorante, in attesa di un salvatore che la riportasse nel mondo materiale, ed io non potevo deluderla.
Non potevo fallire.
Pochi secondi e le carte della mano decisiva mi furono servite. Prima di alzarle, scrutarle, ed elaborare una strategia, decisi di attendere che mi fossero tutte servite. Con sicurezza le raggruppai, quindi con la mano destra le presi e le aprii, notando che stavolta mi era andata piuttosto bene. Partivo con una coppia d’assi e una di Jack, avevo inoltre un 9 che sarebbe potuto tornare utile per tentare il full.
Decisi però di rischiare. Uno dei due assi era infatti rivoltato, come il 9, decisi di cambiare dunque quelle due carte, e il risultato fu più che positivo.
Attesi che anche la Morte finisse il suo turno, perciò scoprii fiero e soddisfatto le mie carte
Poker di Jack.
Un sorriso si stampò sul mio volto, mentre le movenze della Nera Signora non mutarono, il suo volto era sempre coperto dal largo mantello che la avvolgeva, mentre un silenzio poco rassicurante si faceva largo sul tavolo dei giocatori.


JDC: avanti, tira giù le carte, accetta la sconfitta e dammi l’opportunità di ottenere ciò che voglio!
Death: …
JDC beh? Hai perso la voce? Forza, poniamo fine a questa partita una volta per tutte.
Death: mi dispiace Jack…

Scala Reale.

No!


Sobbalzai sul letto nel quale mi trovavo. Mai ebbi un risveglio così brusco. Tutte le ferite che sembravano esser ormai guarite, tornarono a farsi sentire più forti di prima, mentre una probabile costola rotta mi obbligò a sdraiarmi nuovamente sul lettino. Voltai il mio sguardo verso la mia ragazza, anche lei non dormiva più. Il mio risveglio doveva aver destato anche lei dal suo sonno, tanto che si alzò e mi guardò con un sorriso agrodolce. Mi rivolse quell’espressione moltissime volte in passato, ed ogni volta mi sentivo rinascere dopo la morte. Ringraziai non so quanto Dio per averla lasciata ancora a me, per avermi dimostrato che mi amava ancora.
I miei pensieri però furono subito turbati da una lacrima che scese dai suoi grandi occhi tra il verde e il castano. Con una mano si scostò i lunghi capelli corvini dal volto, e notai che la sua espressione era passata da una di gioia ad una di tristezza.


“Jack… ti devo parlare… penso che a causa della tua vita ormai tra me e te non sia possibile più nulla…”

Il buio più completo scese dentro me, per poi rifarmi cadere nell’oblio del limbo dopo aver sentito la sua ultima frase prima di cadere nuovamente in un sonno profondo, probabilmente dettato dallo shock.



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Nido di vespe
(Risultato: Vittoria in difesa del titolo Hardcore alla EWF WAR del 16-08-2006, EWF)


“E allora andremo… per le vie… a far baldoria…”

Un canto popolare di un ubriacone mi risvegliò dal mio stato che definire di coma profondo non si distaccava troppo dalla realtà. Alzai a fatica la testa e notai che quell’irlandese che aveva alzato troppo il gomito era in piedi sul bancone del bar, batteva le mani a ritmo con la canzone da lui intonata, sebbene dalla sua bocca uscivano rumori più simili al latrato di un cane che al dolce suono di un cantico. Intorno al mio tavolo non c’era nessuno, tutti si erano alzati ad ammirare quella sorta di show messo in atto da quell’improbabile intrattenitore.
Girai il mio sguardo intorno a me, vedevo ogni cosa con i contorni decisamente diversi da come fossero in realtà, sebbene non avessi bevuto nulla. Infatti il bicchiere di Jack Daniels liscio che avevo ordinato era ancora integro sul mio tavolino, e viste le mie condizioni di salute decisi di assaporarne giusto un goccetto prima di andare a pagare il conto. Andai dalla cameriera che faceva servizio di cassa questa serata e le chiesi il conto, al che lei mi rispose che erano 25 dollari. Un po’ caro per un bicchiere di JD, tanto da farmi chiedere spiegazioni.


C: 6 dollari sono per il bicchiere di whisky da lei ordinato, gli altri 19 sono per i tre cocktail che hanno preso i suoi ospiti che ora se ne sono andati.
JDC: ospiti? Scusi, non la capisco…
C: si, lei si è presentato nel locale con 3 persone, due donne e un uomo, tanto che pensavo una delle due fosse la sua ragazza, anche se devo essermi sbagliata visto che hanno lasciato tutti il locale prima di lei. Se le posso dare un consiglio, eviti però di prendere alcolici la prossima volta, ho notato che non regge benissimo l’alcol, è restato addormentato per quasi 3 ore!

Non riuscivo a capacitarmi di ciò che era accaduto, i miei ricordi infatti si fermavano a quando avevo preso la mia utilitaria per uscire dal palazzetto di Rome. Decisi di fare un giro per la città, in fondo la Georgia era uno stato che avrei sempre voluto visitare, soprattutto questo loco, dove si dice Kurt Angle abbia passato la serata dei festeggiamenti quando conquistò la medaglia d’oro. Poco a poco i ricordi iniziavano a risalire nella mia testa, e mi ricordai di aver incrociato un vecchio amico poco fuori dal locale, uno di quelli che non vedevo da tempo, però avrei preferito non salutarlo a causa della sua donna, Ilary. Il caso volle che fu proprio lei a notarmi, e non c’era miglior occasione di questa per destabilizzarmi. Ricordo che dopo qualche minuto di ipocrite chiacchierate, il gruppetto, del quale faceva parte anche un’altra ragazza sconosciuta, mi invitò a prendersi da bere insieme a loro. Poi il nulla. Pagai alla cameriera il dovuto e misi in moto la mia auto, quando mi accori di un biglietto lasciato sul sedile del viaggiatore.


“Mio caro Jack, è stato un piacere rivederti dopo tanto tempo. Il sonnifero che ti misi nel bicchiere d’acqua che ordinasti deve averti fatto veramente un grande effetto visto come sei caduto nel sonno dopo pochi minuti! Fatto sta che mi è tornato utile per prendere a tua cintura. Sai, potrebbe valere molto se decidessi di venderla, potrei sistemarmi a vita, e te verresti licenziato per aver perso il tuo trofeo. E non solo dalla EWF, ma anche altrove, a causa della tua negligenza nessuno ti affiderebbe più incontri seri. So che questa lettera sarebbe sufficiente a denunciarmi, ma so anche che non lo farai, non sei in grado di arrivare a questi livelli. Ti do perciò l’opportunità di riavere il tuo trofeo: o mi paghi 50000 $, i soldi che approssimativamente dovresti aver guadagnato finora, oppure dovrai perdere il titolo perché non lo riavrai mai più. Vediamoci stasera alla Melton Ave intorno alle 3.30 di notte.”

Stracciai la lettera. Sapeva come ricattarmi, mi conosceva, e stavolta aveva deciso di farlo con le due cose che ho di più care al mondo da quando persi la donna della mia vita. Dovevo scegliere tra la mia carriera da wrestler e tra la vita di mio cugino. Infatti lei sapeva che quella cifra era vitale per salvarlo e cosi permettergli l’operazione. Però nel caso non avessi pagato il riscatto, allora sarei stato immediatamente licenziato dalla EWF e non avrei più avuto quei corposi assegni che tanto mi facevano comodo. In fondo, sebbene la cifra risparmiata fosse molto alta, ancora non era sufficiente per permettermi l’operazione. Vidi l’ora e notai che furono le 3 esatte, avevo appena pochi minuti per prendere una decisione. Senza pensarci due volte mi diressi verso la Melton Ave, anche se parcheggiai la mia auto pochi isolati prima. Fui più veloce del vento, infatti arrivai 15 minuti prima al luogo dell’appuntamento, almeno avrei avuto tutto il tempo possibile per un sopralluogo. Come pensavo, la zona era molto animata nonostante l’ora. Infatti all’entrata della strada era presente un tizio, sul metro e 75 centimetri, vestito in abito nero elegante, che si stava accendendo una sigaretta. Decisi di muovermi col favore delle tenebre, strisciai alle sue spalle e lo soffocai con una sleeper hold molto stretta, tanto che non riuscì ad emettere suono alcuno dalla bocca. Lo trascinai in un angolo, fortunatamente senza esser visto, e frugandolo mi accorsi che era una bodyguard. Lo spogliai dei suoi vestiti e li indossai, occhiali da sole inclusi, non dovevo farmi riconoscere per nessun motivo al mondo. Dopo essermi cambiato camminai all’interno della via, volevo vedere dove si radunavano le altre guardie del corpo quando una voce mi chiamò.

“Ehy Jack, dove stai andando?”

Mi avevano scoperto. Mi misi subito in guardia quindi mi girai nella direzione dalla quale veniva la voce, e notai che mi stava venendo incontro, a passo molto tranquillo, un’altra bodyguard. Sorrideva, non aveva cattive intenzioni. Sicuramente mi aveva scambiato per un collega, che fortunatamente aveva il mio stesso nome, perciò decisi di mangiare la foglia e continuare la pantomima recitando la parte.

B: ma non ti avevano messo in ferie in questi giorni?
JDC: si, ma la moglie di Jay sta male e lui le ha prese d’urgenza per starle vicino, perciò hanno richiamato me.
B: chi è Jay?
JDC: ehm… mio cugino, lavora alla sede di Anaheim, in California, e visto che hanno poco personale mi fanno fare avanti e indietro tra i due stati.
B: che vita d’inferno… comunque non sapevo avessi un cugino ad Anaheim, pensavamo tutti che fossi sposato e con un figlio ma che col resto della famiglia non avessi più relazioni…
JDC: più o meno è cosi, solo che come ovunque ci sono delle eccezioni…
B: eheheh, capisco… ma dove stavi andando ora?
JDC: ho ricevuto una chiamata urgente e devo andare a casa, preferisco non dirti il motivo ora, ma devo scappare, perciò stavo andando a chiedere alla signora se potevo andare a casa prima della fine del lavoro.
B: ti capisco… beh non ti intrattengo più, vai!
JDC: ciao ci sentiamo…

Feci qualche passo avanti, quando però la stessa voce mi fermò nuovamente.

B: ah, dimenticavo…
JDC: si dimmi.
B: lo sai che nessuno di noi si chiama Jack, vero?

Estrasse la pistola e me la puntò al cuore. Mi aveva scoperto, stava solo portando avanti il tutto per far arrivare rinforzi, che erano già li intorno a me. Mi accerchiarono, dunque mi scortarono dentro uno di quei palazzi, dove ad attendermi c’era lei, Ilary, seduta su una comoda poltrona dietro una scrivania pagata con chissà quali soldi. Con un cenno della mano fece uscire i suoi scagnozzi, lasciandone solamente un paio ai lati in grado di intervenire nel caso avessi osato ribellarmi.
Qualunque cosa stesse per succedere dovevo stare a loro gioco, non gli sarebbe costato nulla spezzarmi l’osso del collo e poi gettarmi per le scale simulando un incidente. Ero in trappola, e non avevo via di scampo.


I: giochi sempre a fare l’eroe?
JDC: ho sempre avuto un debole per Capitan America… permetti?

Mi tolsi la giacca e gli ingombranti pantaloni in velluto. Sebbene non facesse molto caldo, quando mi cambiai preferii tenere sotto i miei vecchi vestiti. Ilary sembrò guardare interessata, e appena finito quel mio “strip” ricominciammo a dialogare.

JDC: bene, penso tu mi debba delle spiegazioni… perché sono qui? Perché mi hai rubato il titolo? Perché mi stai facendo questo?
I: perché? Perché? Perché? Ahahah! Sei proprio come quando eri ragazzino, non sei cambiato per nulla… comunque ho preso il tuo titolo semplicemente per divertirmi a vederti implorare di riaverlo indietro… il perché di tutta questa cattiveria non lo so neanche io, però sinceramente mi diverte vederti così…
JDC: sappi che io non ho i soldi per pagarti il riscatto…
I: peccato, vorrà dire che la cintura Hardcore EWF sarà un bel soprammobile nella mia camera letto!
JDC: aspetta, ho una proposta da farti!
I: sentiamo…

Si vedeva lontano un miglio che stavo improvvisando. Non sapevo cosa inventare, ma una qualunque cosa sarebbe stata utile in questo momento per riavere la mia cintura indietro, anche la più stupida e banale scusa che mi sarebbe mai potuta venire in mente…

JDC: a te cosa interessa, la mia sofferenza o la cintura di campione Hardcore EWF?
I: uhm… di questo pezzo di ferro e cuoio sinceramente non me ne importa nulla, potrei dargli fuoco se solo volessi per quanto me ne importa…
JDC: bene, allora sarai interessata a sapere che hanno riaperto il “club”…
I: già quello squallido buco dove andavi a scommettere su te stesso per fare un po’ di soldi… ricordo ancora tutte le volte che siamo venuti a prenderti dall’ospedale a causa di quel luogo…
JDC: quindi saprai anche che se adesso ricominciassi a farne parte, ora che sono un wrestler professionista, dovrei riuscire a vincere facilmente essendo di un livello superiore alla media dei lottatori presenti!
I: dove vuoi arrivare?
JDC: se te venissi a scommettere su di me vinceresti facilmente, non avendo io rivali alla mia altezza… vittoria scura + scommessa = soldi facili.
I: forse non hai capito, non sono i soldi che mi servono, ma la tua sofferenza…
JDC: l’hai detto anche te prima di ricordarmi le condizioni nelle quali mi trovavo quando ci partecipavo… aggiungi che ora devo anche partecipare agli show di varie indies e a breve vedrai il mio fisico destabilizzato…
I: la tua proposta è interessante, ma…
JDC: se mi ridai il titolo sarò disposto a partecipare fino al primo infortunio a questo tuo vile gioco, altrimenti sappi che mi riprenderò il mio alloro con la forza!
I: woah, calmo baby, io ho il coltello dalla parte del manico… ma mi rendo conto che sarebbe come sputare su un assegno da riscuotere rifiutare la tua opportunità… perciò penso che accetterò la tua proposta! Riprendi il tuo titolo, hai 10 minuti per andare il più lontano possibile da qui prima che cambi idea!
JDC: un’ultima cosa: non parteciperò agli show nei giorni delle registrazioni dei vari show ai quali partecipo e nei giorni precedenti e successivi.
I: uhm… si, si può fare… ora sparisci!

Mi misi il titolo in spalla e me ne andai di soppiatto senza farmi vedere. Non so tra quanto tempo si sarebbe accorta che stando ai miei accordi non avrei lottato mai, avendo praticamente 3 o 4 match settimanali solitamente, contando anche quelli delle piccole indies regionali…
Misi in moto la mia utilitaria e me ne scappai il più lontano possibile, stavolta ero riuscito a cavarmela ma la prossima volta non so se sarebbe andata altrettanto bene.


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A breve nuovi episodi...
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bravissimo. :Sm1:

Per la serie IO C'ERO, in AWF ero anche io nella Rumble. [SM=x837069]:
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Scritto da: cell in the hell 17/08/2006 14.22
bravissimo. :Sm1:

Per la serie IO C'ERO, in AWF ero anche io nella Rumble. [SM=x837069]:


Anche io [SM=x837069]: Stupenda quella battle royal,cangus aveva fatto un buon lavoro [SM=x837060]:
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17/08/2006 14:41
 
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Ne ho letti due che mi sono molto piaciuto, quelli che mi hai passato ieri!
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Per la serie: adesso VD2 e CITH leggono e commentano, invece di farsi prendere dai ricordi! [SM=x837067]: :tispiezzo

[Modificato da HHHThegame 17/08/2006 14.46]

17/08/2006 15:33
 
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ma Hollywood Invasion non l'avevano + finito?
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17/08/2006 15:39
 
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Re:

Scritto da: Thuganomics89 17/08/2006 15.33
ma Hollywood Invasion non l'avevano + finito?



da quel che so io no
17/08/2006 18:36
 
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Io c'ero! E sto stronzo mi ah anche battuto [SM=x837067]:
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Re:

Scritto da: RiKy3:16 17/08/2006 18.36
Io c'ero! E sto stronzo mi ah anche battuto [SM=x837067]:



3° spot per la precisione [SM=x837067]:
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17/08/2006 19:09
 
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Re:

Scritto da: HHHThegame 17/08/2006 14.44
Per la serie: adesso VD2 e CITH leggono e commentano, invece di farsi prendere dai ricordi! [SM=x837067]: :tispiezzo

[Modificato da HHHThegame 17/08/2006 14.46]




ci posso provare, arrivo dalla mega ultra lettura delle tue vacanze sul tuo blog msn ieri sera. [SM=x837067]:

In tutti i casi: FABLE GOT SCREWED. :suckIt
17/08/2006 19:27
 
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Dibbio ti 6 dimenticato di dire che il primo spot è quello che hai fatto ai tempi della mitica RWE mia e di Mr.That :asd
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17/08/2006 19:56
 
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Re:

Scritto da: RiKy3:16 17/08/2006 19.27
Dibbio ti 6 dimenticato di dire che il primo spot è quello che hai fatto ai tempi della mitica RWE mia e di Mr.That :asd



e che è stato riciclato tipo per 4 federazioni diverse cambiando solo il nome dell'avversario e la stipulazione :asd
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24/08/2006 01:46
 
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Sofferenza
(Risultato: vittoria in difesa del titolo Hardcore vs Tyler Vega alla EWF WAR del 23-08-2006, EWF)


“E’ finita?”
“No Signor Jack, deve attendere ancora. Come sa, l’operazione effettuata è tutt’altro che semplice e richiede molto tempo per essere eseguita alla perfezione.”


Tutto il pubblico ora è in piedi a tifare Jack, lo vede salire sulla scala, dopo circa 20 secondi riesce ad arrivare in cima… e stacca il titolo hardcore!


Una vittoria. Era bastata una vittoria di prestigio a farmi ottenere il bonus necessario per permettere a Mike, cugino di Jack, l’operazione che aspettava da tanto. Aveva raggiunto la cifra di 70000 dollari, necessari per salvare una vita, o comunque per provarci, vista la difficoltà prevista dall’intervento.
Il cartomante era seduto sulla panchina di fronte la sala operatoria, ogni tanto si alzava e camminava nervosamente per la stanza. Era li in attesa dalle 16, ora in cui era iniziato il calvario, vide l’orologio e notò che si erano fatte le 17.15 circa.
Accanto a lui ora era presente un nervosissimo uomo sui 30 anni, in 10 minuti si sarà fatto almeno 2 sigarette e stava per accendersi la terza. A Jack dava fastidio l’odore del fumo, ma non se la sentiva di dire a quel signore di smettere di fumare. Ognuno scaricava la tensione a suo modo, chi fumando chi passeggiando per la stanza.


?: e lei, per cosa è qui?

Jack si girò stranito verso il suo “compagno d’attesa”. Aveva degli occhi castani veramente scuri e tristi, lo sguardo spento, ma dentro di lui sembrava quasi ci fosse una voglia di rivalsa nei confronti del mondo.

JDC: come scusi?
?: anche tua moglie è incinta?
JDC: no, non sono sposato…
?: neanche io… è la mia ragazza ad essere incinta… vengo da una piccola frazione di Silver Bay, in Minnesota, li si viene subito a sapere tutto, è un paesino… tutti sospettavano che facessi all’amore con la figlia del tabaccaio ma nessuno lo avrebbe mai affermato con sicurezza…
Poi un giorno ella restò incinta, a 21 anni… 15 meno di me… e per evitare lo scandalo fui costretto ad uscire allo scoperto e chiederle di sposarmi subito dopo il parto…
JDC: brutta rogna…
?: gia, soprattutto per me, che probabilmente mi ritroverò una bisbetica e 3 marmocchi dentro casa…
JDC: addirittura 3 gemelli?
?: no, è uno solo il bambino, ma lei mentre era in attesa mi disse che presto ne avrebbe voluti altri…
JDC: capito… anche io sono di Silver Bay, ma nessuno ci giurerebbe vedendomi così vestito…
?: gia, sembri più uno che viaggia molto, che lavoro fai? Assicuratore? Agente immobiliare?
JDC: niente di tutto ciò, sono un wrestler.
?: un che?
JDC: lottatore professionista, lotto in varie indies e sono campione in una delle più famose europee.
?: ah… dove hai detto che lotti? Incis?
JDC: indies, federazioni indipendenti rispetto alle major… grazie a questa disciplina mi sono potuto guadagnare i soldi necessari per permettere a mio cugino di operarsi.
?: strano, dovresti essere ricco sfondato, mi sembra che li pagassero bene i lottatori come te!
JDC: no anzi. Riceviamo un lauto stipendio mensile, è vero, ma dobbiamo pagarci viaggi, camere d’albergo, spostamenti, visite mediche regolari, colazioni pranzi e cene, e ti assicuro che non mangiamo poco… Io, nonostante sia campione in due di queste, riesco a portare a casa si e no 25000 dollari al mese, e circa 15000 se ne partono tra alberghi e spostamenti… e ho solamente un contratto fisso, gli altri mi pagano ad apparizione…. Perciò, se non lotto, non mangio.
?: capisco. Ma non hai dei bonus essendo campione?
JDC: si, ma sono bonus minimi, dipende tutto dai ratings. Se sono alti durante il mio incontro, allora ho lavorato bene e mi danno un piccolo extra, al massimo di 2000 dollari, ma deve essere un caso eccezionale.
?: pensavo fosse molto più semplice la vostra vita…
JDC: non lo è assolutamente… comunque, ora che sono riuscito ad aiutare mio cugino, penso mi ritirerò dal mondo del wrestling e mi dedicherò solo alla cartomanzia…
?: sai leggere le carte?
JDC: purtroppo si. Ma ora parlami un po’ di te, finora hai solo fatto domande!
?: e che ti dovrei dire? Tra poco divento padre quando nella vita sono disoccupato da circa 3 mesi… non è una situazione facile neanche la mia.

Calò il silenzio. Il tizio presente nella sala d’attesa insieme a Jack gettò per terra l’ennesima sigaretta, che sarebbe stato solamente il preludio ad accendersene un’altra, cosa che avvenne poco dopo.
Jack, stupito di come anche il suo “compagno d’avventure” si trovasse in una certa difficoltà, si lasciò andare appoggiando il dorso allo schienale della panchina, rivolgendo lo sguardo verso l’alto.
Si chiese perché mai in questo mondo ci debba essere tutta questa sofferenza.
Si chiese se mai tutta questa sofferenza avrà fine.
Si chiese se mai il suo futuro sarebbe stato più roseo d’ora in poi.


Click, click… click…

?: accendino del cazzo… hai da accendere man?
JDC: non fumo.
?: ah ok… ti ha dato fastidio se fino a ora ho fumato?
JDC: prendo barre di neon su per il culo 2 volte a settimana, secondo te mi può dar fastidio un po’ di aria viziata?
?: effettivamente…
JDC: comunque non mi hai ancora detto come ti chiami…
?: giusto, che scortese! Piacere, il mio nome è…

Mentre si stava presentando dalla porta dell’ospedale uscì l’infermiera, che si girò verso i due presenti. Quindi guardò verso Jack e disse:

I: il signor Jack Di Cuori?
JDC: si sono io.
I: può venire con me? Ho una brutta notizia da darle.

Jack seguì la donna lungo il corridoio, il passo decisamente nervoso si riusciva a cogliere nonostante stessero andando abbastanza spediti i due. Il tizio si passò una mano tra i capelli, quindi con un movimento di lingua sputò la sigaretta accesa nel cestino. Si scurì in volto, quindi girò l’angolo e scomparve mentre un “NO” assordante riecheggiava per l’ospedale.

“Mi spiace Jack, toccava a lui”

In questo mondo la sofferenza esiste per farci apprezzare di più i pochi momenti di gioia.
In questo mondo tutta questa sofferenza non potrà mai avere una fine certa, fino a quando la morte non verrà a trovarci.
In questo mondo non c’è un futuro più roseo.
Semplicemente, non c’è futuro.
24/08/2006 10:39
 
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Io c'ero! E lo stronzo mi ha battuto ancora (anche se meritavo io [SM=x837067]: )
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24/08/2006 12:05
 
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Re:

Scritto da: RiKy3:16 24/08/2006 10.39
Io c'ero! E lo stronzo mi ha battuto ancora (anche se meritavo io [SM=x837067]: )



silenzio, perdente! [SM=x837067]:
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