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Giustizia per FEDERICO ALDROVANDI

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2009 10:34
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08/07/2009 10:34
 
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Re:
zeman!, 07/07/2009 15.25:

Federico Aldrovandi



appena 14500 mail mandate in due giorni...mi aspettavo molto molto di più.
evidentemente ci meritiamo questo stato di cose.



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07/07/2009 15:25
 
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Federico Aldrovandi
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07/07/2009 15:23
 
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Federico Aldrovandi: licenza di uccidere
Processo Federico Aldrovandi, condannati gli agenti



Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri sono agenti di Polizia. Sono persone libere di muoversi e di fare ciò che vogliono. Non sono stati espulsi dalla Polizia. Hanno ucciso un ragazzo di nome Federico Aldrovandi a manganellate. Sono stati condannati ieri dal tribunale di Ferrara per eccesso colposo in omicidio colposo a 3 anni e 6 mesi. L'omicidio di un ragazzo, se sei in divisa, vale 3 anni e 6 mesi e non vieni neppure radiato. Equivale alla licenza di uccidere. Se quattro ragazzi avessero ucciso un poliziotto a bastonate che pena avebbero avuto? E avrebbero mantenuto il loro impiego? Chiedo a Manganelli, capo della Polizia, alla luce della sentenza di ieri, di radiare i poliziotti condannati. La loro presenza nella Polizia disonora tutti i poliziotti onesti.

Dall'aula del Tribunale di Ferrara:

La mamma di Federico
Il papà di Federico
L'avvocato Fabio Anselmo

Blog: "Il giudice Filippo Maria Caruso, del tribunale di Ferrara, ha condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere i 4 poliziotti accusati di eccesso colposo nell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi, il ragazzo di 18 anni morto il 25 settembre 2005 durante un intervento di polizia.
Si tratta di Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri, che col beneficio dei 3 anni di indulto non trascorreranno nemmeno un minuto in carcere.
Infatti, gli agenti non sono nemmeno stati licenziati perché svolgono tuttora servizio.
La sentenza di primo grado è arrivata poco prima delle 19, dopo una giornata di arringhe da parte di accusa e difesa e decine di udienze, cominciate nell'ottobre del 2007.
Si chiude così il primo atto di una tragedia. Di quella che da normale controllo si è trasformata in una mattanza ai danni di un ragazzo appena 18enne, disarmato, incensurato e anche ammanettato.
Il pm Nicola Proto, che aveva chiesto 3 anni e 8 mesi, ha detto che Federico è stato ferocemente ucciso senza che fossero state ascoltate le sue richieste di aiuto, come hanno riferito due testimoni che si trovavano nella zona dell'ippodromo di Ferrara, teatro della vicenda. Una collutazione imprudente che è degenerata con manganellate in testa oltre che su braccia, gambe e schiena, il trascinamento sull'asfalto e lo schiacciamento del corpo da parte di uno dei militari che ha portato il giovane alla morte anche per ipossia.
Come Riccardo Rasman, anche Federico Aldrovandi è stato ammanettato e messo a pancia in giù prima di morire.
I risultati della perizia medico legale hanno evidenziato ecchimosi ed ematomi sparsi su tutto il corpo, fra cui una lesione alla testa in sede occipitale, testicoli schiacciati, una profonda ferita su una natica e graffi sul viso.
Secondo la tesi di un cardiopatologo dell'Università di Padova, il professor Thiene, il cuore di Federico avrebbe subito un arresto dopo aver ricevuto un colpo violento.
Inoltre le registrazioni del colloquio telefonico della Centrale operativa nei minuti successivi al fermo di Federico lasciano pochi dubbi: "... l’abbiamo bastonato di brutto. Adesso è svenuto, non so... È mezzo morto".
Insomma, secondo il pm l'omicidio è maturato in una condizione di evidente sproporzione fra qualunque entità di agitazione psicomotoria del ragazzo, solo, disarmato e ammanettato, rispetto allo stato degli agenti, che erano in quattro, tutti sobri e anche armati.
La violenza delle botte è stata tale che due manganelli si sono addirittura rotti.
La complicata ricostruzione di ciò che avvenne quella domenica mattina di settembre del 2005 dagli avvocati di parte civile, ha mirato a dimostrare le difficoltà per raggiungere il processo stesso.
Secondo i difensori (Pellegrini, Vecchi, Bordoni, Trombini) che hanno chiesto l'assoluzione degli agenti, hanno detto che le ferite di Federico se le era procurate da solo in uno stato di autolesionismo per effetto delle sostanze psicotrope assunte la notte prima assieme agli amici al Link di Bologna, che gli avrebbero procurato lo scompenso di ossigeno fatale.
Secondo le difese gli imputati agirono rispettando le regole previsto per interventi di contenimenti di persone fuori controllo.
Nell'aula gremita, alla presenza dei genitori di Federico, e anche di due imputati, le arringhe si sono succedute in un clima di silenzio ma anche di tensione, sfociato ad un certo punto nel lancio in aria di decine di volantini su cui si vede il viso di Federico e una scritta.
Quasi alle sette di sera, dopo cinque ore di camera di consiglio, la lettura della sentenza di condanna.

La mamma di Federico
Blog: Signora Aldrovandi, le posso chiedere che cosa prova, a caldo?
Mamma di Federico: Adesso cosa potrei dire? E' giusto!
Blog: E' stata fatta giustizia?
Mamma di Federico: Sì. Io non ho capito tutto. Ho sentito 'condanna' poi ...
Blog: Tre anni e sei mesi.
Mamma di Federico: L'importante è che ci sia la condanna. Il tempo non riesco a giudicarlo. L'importante è che questo Tribunale abbia sancito la condanna. Abbiamo fatto tanto e voi sapete quanto ci è costato. La condanna è l'unica cosa giusta.
Blog: Rimane soltanto l'enigma della ferocia, della violenza usata nei confronti di suo figlio.
Mamma di Federico: E' violenza gratuita. Pura ferocia. Non ci hanno fornito nessuna spiegazione ...
Blog: Lei non si è mai data un motivo di tutto questo?
Mamma di Federico: Ci ho pensato tanto, assolutamente no, se non la pura ferocia degli imputati che adesso sono condannati colpevoli.

Il papà di Federico
Papà di Federico: Il sogno sarebbe poter far tornare Federico, vederlo rientrare magari accanto al giudice. Non si può. Però per Federico voglio giustizia - e c'è stata, in parte - rispetto e dignità. Tutte quelle persone, anche in divisa, che hanno parlato male di Federico si ricredano e chiedano scusa ...
Blog: Quello che rimane è la ferocia, la violenza usata nei confronti di suo figlio. Perché?
Papà di Federico: Non lo so. Non lo so. Che fossero loro, quella mattina, in uno stato tale che non li abbia frenati. Non so. Hanno tentato di trovare qualsiasi cosa su Federico, ma … Quelle persone, quella mattina, erano a posto?
Blog: Non c’era stato nulla prima che avesse potuto far presagire qualcosa di simile?
Papà di Federico: Con Federico? Ci vivevo praticamente sedici ore al giorno con lui quindi … era controllato … quello che è successo quella mattina è qualcosa di incredibile, assurdo. Se avesse fatto qualcosa di sbagliato, avrebbe dovuto anche pagare per quello che aveva fatto. Ma non aveva fatto niente!
Blog: Condanna giusta o insufficiente?
Papà di Federico: Come si fa a dire condanna giusta? Io avrei dato l’ergastolo a queste persone, per quello che ho potuto constatare durante il processo, cioè le violenze che sono state usate nei confronti di Federico. Le falsità che sono state palesate da questi nelle loro relazioni di servizio.
Un domani, se mai, racconterò certe cose. Però, va bene così. Adesso mi auguro che queste persone vengano licenziate. Perché non è giusto che noi per 47 mesi abbiamo pagato lo stipendio a quattro persone, e non solo a loro, perché c’è anche l’inchiesta bis che sta andando avanti, su presunte ommissioni e presunti depistaggi che saranno al vaglio della magistratura, sulla quale ripongo la massima fiducia. So che faranno il loro lavoro con la massima coscienza, come hanno fatto finora.
Quindi chiedo il licenziamento di queste persone per il male fatto non solo a Federico, ma anche alle stesse istituzioni e a persone che vestono la divisa in maniera onesta, come me, e non è giusto che ci rimettano loro.

L'avvocato Fabio Anselmo
Blog: Avvocato Anselmo, rispetto alla vicenda Rasman
Avvocato: Beh, non amo fare paragoni, anche perché non spetta a me farli. Io credo che questi siano casi terribili che meritano una riflessione di carattere generale. Certamente questa è una sentenza che toglie qualsiasi tipo di possibilità e di dubbio sulla responsabilità degli imputati e sulla gravità di quanto da loro commesso. È una sentenza, questa, terribile. Perché, cosa significa? Significa che noi come generazione abbiamo creato un mondo terribile per i nostri figli, per i ragazzi di diciotto anni. Abbiamo creato un mondo spietato e questa sentenza lo certifica. E quindi la responsabilità, come generazione, dal punto di vista politico, genitoriale, scolastico eccetera, ce la dobbiamo prendere tutti. Perché noi abbiamo creato questo mondo nell’ambito del quale Federico Aldrovandi è morto. In quelle condizioni e in questo modo. E questo è una responsabilità di tutti e non solo dei quattro poliziotti. "

www.beppegrillo.it/iniziative/aldrovandi/
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07/07/2009 15:15
 
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dal corriere della sera di oggi

share.acrobat.com/adc/document.do?docid=1f5b2532-7203-4ed4-bd78-c94b...
[Modificato da zeman! 07/07/2009 15:16]
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07/07/2009 14:35
 
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it.wikipedia..org/wiki/Caso_Aldrovandi

Sia fatta luce, venga portata a conoscenza di tutti questa storia, onde evitare che, passato qualche giorno, tutti tornino a pensare ai fattacci suoi. Ma soprattutto vigilare. Vigilare affinché i quattro maledetti in divisa scontino fino in fondo la pena, che giá é ridicola a parer mio. Ma si sa, sono appartenenti alle forze dell´ordine (che schifo mi fate) e questo, purtroppo, ammorbidisce sempre l'opinione pubblica e chi deve giudicare. Sia di monito a chi, sino ad oggi sosteneva che, se provata la colpevolezza, anche polizia, carabinieri e pattumiera varia avrebbero avuto pene esemplari, come no, vista la riprova??
E dobbiamo ancora vedere cosa succederá al processo Sandri, ma viste le premesse, credo proprio si dissolverá tutto in una bolla di sapone, ed il "povero" Spaccarotella passerá per la vittima che, sotto stress, s'è fatto prendere la mano. Oppure, gli ristabiliranno lo stipendio pieno, visto che, da sue parole "....sono in difficoltá, abbiamo dovuto vendere casa poiché non riuscivo piú a pagare il mutuo, mi hanno dimezzato lo stipendio"..............te hai quello dimezzato, la famiglia Sandri il nucleo familiare!!!
In Grecia, lo ricordo, dopo l´assassinio di un ragazzo da parte di un poliziotto, l´agente ed il collega sono stati subito sospesi e messi dentro, il capo della polizia ha rasseghnato le dimissioni (non accettate, ma comunque il gesto c´é stato). Qui in Italia no, le forze dell´ordine rappresentano un immensa insalatiera piena di corruzione, ipocrisia e infamitá.
Ciao Fede, non ti dico riposa in pace perché so benissimo che sarai lassú a battere i pugni dalla rabbia, a causa di 4 infami che ti hanno rubato i tuoi 18 anni in quel modo.
Gabriele, preparati pure te..........

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21/06/2007 18:06
 
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"E' morto per le botte della polizia"

Federico Aldrovandi
La madre ha vinto la sua battaglia: quattro agenti rinviati a giudizio a Ferrara
BRUNO VENTAVOLI

Erano lì in aula, tutti e tre. Madre, padre, figlio minore. Si stringevano mentre ascoltavano le parole dei giudici. E quando il pm ha chiesto «con forza» il rinvio a giudizio dei quattro poliziotti, si sono stretti tra loro più intensamente. Certo, nessuno potrà restituire alla famiglia Aldrovandi l’amato figlio Federico, ma ieri, finalmente, dopo 633 giorni di silenzi, menzogne, assenze, la giustizia può iniziare il suo corso. E lo Stato, punire i suoi servitori, se hanno sbagliato.

Questa orribile storia italiana è cominciata il 25 settembre 2005. Era un sabato normale per Federico Aldrovandi, 18 anni, di Ferrara. Partita a calcetto con gli amici, passeggiata col cane, qualche consegna di pizza a domicilio perché questo era il suo lavoretto part time durante le vacanze scolastiche. Poi una serata con gli amici. Tornando a casa, all’alba, forse per effetto della droga è agitato. Nelle notti di Ferrara, dove non esiste violenza metropolitana, e un ubriaco fa notizia, qualcuno avverte la polizia che c’è un giovane troppo su di giri. Gli agenti intervengono. Qualche ora dopo la famiglia viene a sapere che il loro Federico è morto. La polizia dice che si è trattato di un malore fatale. Ha fretta di archiviare il caso. I genitori sconvolti dalla morte del figlio, non hanno alcun motivo per dubitare. Il padre, che lavora nella polizia municipale, ha fiducia nei colleghi. Con delle scuse, però, la polizia gli impedisce di vedere il ragazzo morto. E quando, solo dopo parecchio tempo, lo vede nella bara con la faccia orrendamente tumefatta, capisce che qualcosa non quadra nelle frettolose dichiarazioni dell’autorità. Vuole spiegazioni. Telefona, chiede, insiste. Si trova di fronte solo silenzi. Porte chiuse. Risposte evasive. Il dolore si trasforma in rabbia. Non sono più soltanto una madre e un padre che hanno perso tragicamente il figlio, ma due cittadini, che credono ciecamente nella democrazia e pretendono la verità.

La madre Patrizia non si ferma alla versione ufficiale del questore di Ferrara che giustifica l’«operato dei suoi ragazzi», non accetta le perizie mediche che insistono sul malore fatale. Sapeva a malapena come funziona un computer, studia e apre un blog per urlare il suo dolore, per presentare accuse che pesano come macigni sull’onore della polizia. In poco tempo il caso di Federico varca i confini di Ferrara. Dal mondo arrivano mail di solidarietà. Intervengono i giornali, la tv, c’è un’interrogazione in Parlamento. E’ un dolore lancinante rivivere l’agonia del figlio, ma c’è una testimone che racconta di quel ragazzo in terra, colpito violentemente dagli agenti mentre chiede pietà e aiuto. Gli Aldrovandi, sempre con pacatezza, con i soli strumenti della democrazia, con il coraggio della verità vanno avanti. Finalmente ottengono che l’inchiesta venga riaperta. Intanto in Italia è cambiato il governo, a Ferrara, il questore. Dalla cassaforte della polizia emergono nuove prove. Carte, tamponi di sangue. E una seconda inchiesta dovrà ora stabilire se ci sono state manonissioni di verbali, tentativi di insabbiamento da parte delle forze dell’ordine.

Ieri mattina, dopo la lunga battaglia legale, è arrivata la svolta. Il gup di Ferrara ha rinviato a giudizio Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri, i quattro agenti accusati di omicidio colposo. Come si legge nella richiesta firmata dal pm Nicola Proto e dal Procuratore capo Severino Messina, i poliziotti delle «volanti» durante l’intervento per immobilizzare Federico, si sono resi responsabili di omissioni e imprudenze. Il quadro è agghiacciante: hanno «ingaggiato una colluttazione, eccedendo i limiti del legittimo intervento». Pur in superiorità numerica, gli agenti «percuotevano Federico Aldrovandi in diverse parti del corpo facendo uso di manganelli (due dei quali andavano rotti)». Un intervento che non si è fermato nonostante il ragazzo «in più occasioni» avesse chiesto di smettere «con la significativa parola basta, mantenendo al contrario lo stesso Federico Aldrovandi, ormai agonizzante, in posizione prona ammanettato, così rendendone difficoltosa la respirazione». Sia la posizione, sia lo sforzo compiuto durante la colluttazione, sono indicate come concause del decesso. Ai poliziotti il pm ha anche contestato il colpevole ritardo con cui è stato chiamato il 118. Per gli avvocati difensori, invece, «la condotta degli agenti fu doverosa, obbligata e legittima data l’accertata situazione di pericolosità in cui essi si trovarono ad agire, come prospettata anche dai cittadini che richiesero l’intervento. Dalle indagini risulta anche che il giovane Aldrovandi aveva assunto svariate sostanze stupefacenti e che esse hanno avuto sicura incidenza sul decesso».

la stampa

credere sempre nella giustizia [SM=g27828]
[Modificato da WEB RE1976 07/07/2009 16:09]
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