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H.C. Andersen-Cigni selvatici

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2007 18:07
31/01/2007 18:13
 
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Cigni selvatici


Miei cari ragazzi, - annunciò il re, - entro pochi giorni mi risposerò...
A questa notizia, Lisa e i suoi undici fratelli ebbero lo stesso presentimento: la loro esistenza viziata di principi felici stava per terminare. Quando videro la nuova regina, con l'aria dura e lo sguardo glaciale che rivelava egoismo e cattiveria, i loro timori furono confermati.
Lisa fu la sua prima vittima... Il giorno immediatamente successivo alle nozze, la matrigna mandò Lisa presso una famiglia di contadini che la fecero vivere come la gente rude di campagna.
Questa cattiva matrigna aveva persuaso il re che il soggiorno sarebbe stato benefico, anche se in realtà la bambina era trattata come una sguattera. In seguito cominciò a denigrare gli undici fratellini: ci mise tanto rancore e accanimento che, rapidamente, il re fece allontanare i suoi figli.

- E ora volate con le vostre ali, - aggiunse la perfida donna, - volate... volate fino in capo al mondo!
A queste parole, i principi si trasformarono in undici magnifici cigni immacolati e presero subito il volo.
A quindici anni la principessa ritornò al palazzo, con gran dispiacere della matrigna che credeva di essersene sbarazzata per sempre. Quando vide quella bella adolescente, dolce, intelligente, sentì raddoppiare il suo odio. Invidiosa di tutte le qualità riunite in una sola ragazza, architettò un piano machiavellico per eliminarla definitivamente e attese pazientemente il momento opportuno per eseguirlo...
La ragazza apprezzava in modo particolare un lussuoso salone di marmo. Al centro c'era una vasca d'acqua dove le piaceva specchiarsi, seduta su morbidi cuscini di seta e di broccato, sfiorando l'acqua con le dita esili.
La megera vide in quell'acqua lo strumento della sua vendetta. Mise nella vasca tre enormi rospi pieni di pustole e ordinò loro:
- Saltale sulla testa, attaccati ai capelli e trasmettile la tua incredibile stupidità... - disse al primo.
- Saltale in faccia, - disse al secondo, - e falla diventare brutta e foruncolosa come te!
- In quanto a te, che sei il terzo, rendila crudele, fai in modo che il suo cuore sia duro come la roccia, che la sua vita sia solo sofferenza!

Quando la principessa arrivò, per approfittare di un po' di calma e di freschezza, i tre rospi vollero attuare il sinistro incarico. Ma il contatto di una ragazza così pura e innocente ruppe il sortilegio: le immonde bestiole si trasformarono in tre splendide rose, soavemente profumate...
Allora la regina, colma di rabbia, si gettò sulla poveretta, sporcò il suo visino con la fuliggine e ridusse i suoi capelli come una zazzera ruvida come la canapa. In un momento diventò irriconoscibile persino al padre che, credendola una mendicante, la fece scacciare dal castello.
Trionfante, la spaventosa strega gioì in segreto per non destare sospetti nel sovrano.


Nel frattempo, l'infelice ragazza aveva incominciato il suo triste errare. Lisa camminò tutto il giorno. Quando giunse la sera, in mezzo ad una profonda foresta, si dissetò alla sorgente di un ruscello, si lavò il viso e i capelli prima di addormentarsi, sfinita. Ahimè! Brutti incubi rovinarono il suo sonno: che cosa era accaduto ai suoi fratelli? Al risveglio, incontrò una vecchia che le parlò di undici cigni in un lago vicino.
La ragazza vi arrivò troppo tardi, ma coraggiosamente, continuò le ricerche. Arrivata sulle rive dell'oceano, il rumore di ali possenti che fendevano l'aria le resero un po' di speranza. Undici uccelli apparvero all'orizzonte... Le dita palmate dei volatili sfioravano la sabbia.
All'improvviso, ripresero l'aspetto umano. L'incontro fu commovente, pieno di gioia e di tristezza. Parlarono lungamente: la principessa raccontò le sue avventure, il più grande dei fratelli fece lo stesso:
- Condannati all'esilio eterno in un magnifico paese che non sostituirà mai la nostra amata patria, dobbiamo, ogni sera, ritornare sulla terra per ridiventare uomini. All'alba, il nostro regno diventa ancora il cielo!
- Perché siete qui, allora? - domandò Lisa.
- Qualche giorno all'anno siamo autorizzati a volare sul palazzo di nostro padre a rivedere il luogo della nostra felice giovinezza. Domani torneremo in esilio. Vieni anche tu con noi?
La ragazza non esitò. Al mattino, Lisa si mise in una solida tela di lino tenuta fermamente dai becchi di tre suoi fratelli e intraprese un lungo viaggio sopra i mari. Gli altri ragazzi, anche loro trasformati in cigni, le fecero da scorta. Al tramonto, arrivati a destinazione, deposero il loro prezioso carico all'entrata di una grotta che era il loro rifugio. Il freddo della sera, la stanchezza e le emozioni del viaggio spossarono Lisa che si addormentò facilmente. Ma una grande preoccupazione tormentava i suoi sogni: come avrebbe potuto aiutare i fratelli a riprendere definitivamente le sembianze umane?
In un sogno, apparve una fata. Malgrado la sua giovinezza e la sua bellezza, la principessa riconobbe la vecchia donna che l'aveva guidata nella foresta, quando stava cercando i fratelli.
- Conosco il tuo desiderio, - le disse - e posso esaudirlo, ma ti occorrerà molta volontà e tenacia. Sei pronta a sopportare silenziosamente alcune prove terribili?
- Sì, sono pronta! Niente mi fermerà...
- Dovrai raccogliere molte ortiche, filarle come la lana, tesserle e cucire il tessuto ottenuto per confezionare undici abiti. Quando saranno terminati, li getterai sui cigni e il cattivo sortilegio scomparirà immediatamente. Durante questo lavoro resterai sempre zitta. Un solo suono uscito dalla tua bocca renderà inutile il tuo sacrificio e abbrevierà la vita dei tuoi cari che vuoi salvare. La liberazione dei tuoi fratelli ha questo prezzo...
Al suo risveglio, Lisa si mise attivamente all'opera, colse le piante irritanti che inflissero alle sue mani bruciori lancinanti. Con la bocca chiusa, soffocò singhiozzi di dolore.
Come ogni sera, i cigni ritornarono a terra e ripresero il loro aspetto principesco. Interrogarono la sorella sulla causa delle sua mani gonfie e degli occhi pieni di lacrime, ma Lisa non disse nemmeno una parola E continuò con ostinazione il suo lavoro doloroso.
Un giorno in cui Lisa stava facendo provviste di ortiche, alcuni cacciatori si fermarono per chiederle la strada. Erano condotti dal sovrano del paese, giovane e seducente, che fu immediatamente conquistato dal suo fascino e dalla sua grazia. Il continuo silenzio della ragazza lo imbarazzò ma, preso dall'improvvisa passione, la mise in groppa al suo cavallo e la portò nel suo palazzo.


Vestita di broccato e di seta, adorna di sontuosi gioielli, Lisa fu presentata a corte. Lacrime di sofferenza bagnarono i suoi occhi e tutti crederono fossero lacrime di felicità!
Il matrimonio inaspettato, suscitò rancori e gelosie: da dove arrivava questa sconosciuta? Aveva soggiogato il re, era una strega!
Per farle ritornare il sorriso e la voce, il giovane re ebbe la delicatezza di riportarla alla grotta dalla quale l'aveva portata via così bruscamente. C'era tutto; i vestiti già cuciti, il necessario per cucire gli altri. Lisa riprese il lavoro con entusiasmo... ma un giorno le ortiche finirono. Allora andò a coglierne al vicino cimitero, ricco di quelle pianticelle. Ahimè, un cortigiano invidioso del suo felice destino la seguì, scoprì il segreto e corse a rivelarlo al giovane marito.
Il poveretto, malgrado il suo amore, dovette cedere alle insistenze della sua corte che accusava la sfortunata. Lisa, con il suo silenzio, non poté difendersi dall'accusa di stregoneria e fu gettata in prigione. Per miracolo, vi trovò il suo lavoro e poté terminarlo, all'insaputa delle guardie.
Condannata ad essere bruciata viva, la poveretta camminò stoicamente verso il rogo, stringendo disperatamente fra le braccia i preziosi vestiti.
Incuriositi dal rumore della folla, gli undici cigni si posarono nel luogo del supplizio e con grande emozione della folla ripresero l'aspetto umano appena Lisa ebbe lanciato i vestiti magici.
Liberata dal giuramento, la principessa poté infine raccontare la sua storia e quella dei suoi fratelli.
Di buon cuore, Lisa perdonò il suo sposo e, felice, ritornò con lui a palazzo...


Hans Christian Andersen

07/03/2007 15:02
 
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10/03/2007 18:07
 
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Grazie Tony ,
Mi fa molto piacere Tu abbia apprezzato la Fiaba di Andersen da me scelta.
Buon weekend
Alfonsa

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