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Breve permesso di ritorno...

Ultimo Aggiornamento: 08/10/2006 23:04
29/09/2006 19:26
 
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“ Breve permesso di ritorno “

Finalmente eccomi arrivato disse l’uomo e,dopo avere dato cappello e pastrano a colui che gli aveva aperto la porta dell’ufficio, si accomodò nella sua sedia presso la scrivania.
Lì gli era tutto familiare, perfino il calendario, soltanto che questo, a guardarlo bene, non indicava giorni, mesi ed anno, ma aveva soltanto particolari segni indecifrabili , e non riusciva neanche a capire bene come funzionasse quell’orologio appeso alla parete con quelle grandi sfere e tutte quelle figure informi che crescevano a dismisura per poi tornare nulla.
Anche in lui avvertiva qualcosa di strano; si sentiva molto leggero e credeva essersi presa addirittura, chissà come, una bella sbornia.
Fu a questo punto che si passò una mano sulla fronte come per scacciare un cattivo pensiero e si apprestò ad iniziare la sua laboriosa giornata.
Stese la mano verso il suo fedele pulsante e subito dopo gli si presentò, con aria timida e deferente, lo stesso individuo di poco prima.
Per organizzare un buon lavoro gli occorreva vedere alcuni suoi dipendenti e cominciò a nominarli, ma la sua voce uscì ovattata ed i nomi confusi, tanto che il suo interlocutore sembrò non capisse e quindi non si mosse.
Attorno c’era uno strano silenzio, nessun rumore veniva dall’esterno e, prima che lui potesse rendersene conto, la porta girò sui cardini dando accesso a coloro da lui poc’anzi nominati.
Eccoli !! erano ora tutti schierati a lui di fronte : quel basso gestore del magazzino, col solito registro sotto il braccio; quel simpatico dinoccolato tecnico meccanico, col naso mezzo storto e quel ribelle ciuffo di capelli biondi sulla fronte; quell’anziano capo dei contabili con la figura eretta, il viso severo e gli occhi magnetici dietro le sue lenti chiare ed infine tanti altri di cui non ricordava i nomi.
Tutti sembrava gli chiedessero il perché li aveva disturbati a venire alla di lui presenza, ma il nostro uomo era abituato a ben altro e stava per impartire le solite direttive quando dal gruppo vide staccarsene uno che così gli parlò:
“Anche tu ora stai per far parte della nostra schiera, ma è tuo diritto osservare ciò che hai sempre creduto fosse frutto della tua opera”. L’invitò ad alzarsi e, conducendolo presso una grande vetrata, gli indicò un punto lontano…
Osserva attentamente - gli disse - : è da quel luogo che tu venisti sin quì ed egli vide ciò che sembrava avesse da poco lasciato : il suo vecchio ufficio , nel cantiere che credeva avere ben organizzato : nuovi mobili moderni lo arredavano .. tutto era gaio e luminoso...

Vide anche tutti gli altri uffici arredati con buon gusto; distributori di caffè, giornali e sigarette erano disposti lungo i corridoi e, in quel momento, un dipendente stava offrendo del caffè ad un dirigente – così lo identificò – che con sua sorpresa accettava.
Altri distributori si trovavano nei piazzali sgombri da rottami e puliti e si consentiva agli operai approssimarsi ad essi per sorbire un caffè anche durante le ore di lavoro.
“ Quanto tempo sprecato passivamente”- si disse il nostro uomo.

Come se avesse captato il suo pensiero, colui che gli era vicino, gli indicò una grande nave ritta sullo scalo pronta al varo ; lo invitò ad assistere alla cerimonia ed egli puntò gli occhi : vide la nave tutta impavesata con al suo fianco appesa la bottiglia di spumante; sul palco ad essa affiancato prete e madrina pronti per la cerimonia del battesimo. Osservò che attorno al fondo della nave alcuni Tecnici si davano da fare per togliere selle e puntelli di sostegno; gli giunse da lontano la voce di un oratore che decantava il lavoro di coloro che l’avevano progettata e costruita , ed infine sentì alto lo scroscio degli applausi, l’urlo delle sirene ed il rumore dei puntelli che la nave si trascinava dietro nel suo lento scivolare sullo scalo lucido di sego fino al mare.
La cerimonia era già finita e lui continuava ad
osservare.
Lo distolse la voce dell’accompagnatore:”Vieni- gli disse - ci sono altre cose da sapere”.
Fu così che si ritrovò nel suo ufficio assegnato al nuovo dirigente - in quel momento presente –vide anche e ne udì la voce , un anziano impiegato da lui ben conosciuto che gli proponeva avanzamenti nel lavoro per impiegati ritenuti meritevoli; osservò che il dirigente ne annotava i nomi in un’agenda ed infine vide il radiante viso dell’anziano, riflettente la di lui soddisfazione per avere ottenuto quanto proposto...
“Beh!!”- Si chiese sbalordito il nostro uomo… “come ha fatto questi ad ottenere tale mansione ??”.
“Quanto era diverso il tutto !!- si chiese ancora!! –“Che clima distensivo regnava !!”.
Ora – come in un film – lo scenario cambiava: non era più in cantiere, ma in seno alla sua famiglia ed il rivedere quei volti gli provocava strane sensazioni : come se essi non gli fossero mai appartenuti…
Davanti al fuoco del caminetto sua moglie – curva e canuta – sferruzzava ; un ritratto – forse di un suo avo – era affisso ad una parete; attorno al tavolo della cucina tre simpatici giovani- nei quali riconobbe i suoi nipoti – sembrava stessero affrontando una discussione
importante.

“Cosa ne pensate – diceva uno agli altri –“ se per un intero giorno prestassimo la nostra limousine con autista alla collaboratrice domestica per fare una bella gita con i suoi familiari??”.
Istintivamente l’uomo si portò una mano sugli occhi per più nulla vedere …
“Vieni” - gli disse l’accompagnatore:” ora che hai osservato ciò che credevi fosse frutto della tua opera terrena, sarai tu stesso a giudicare se possiamo accoglierti nella nostra schiera”.

Alfonsa Palacanò
Palermo,30 Dicembre 2003
29/09/2006 20:12
 
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CARA ALFONSA [SM=x820365]


il tuo racconto mi è piaciuto molto [SM=g27985]



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08/10/2006 23:04
 
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Mi ricorda vagamente l'esperienza del Dott. Scrooge nel "Canto di Natale".Molto bella e suggestiva la tua favola. [SM=g28002]

Giorgio
16/11/2006 17:23
 
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Mi fa piacere il Vostro apprezzamento in merito al mio raconto per il quale Vi ringrazio moltissimo.
Vi chiedo gentilmente volere scusare il mio ritardo..
Un affettuoso saluto.
Alfonsa



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