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Ufologia e religione di Marcella Boccia

Ultimo Aggiornamento: 01/12/2005 12:22
23/11/2005 16:12
 
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Primogenita dell'ufologia è la clipeologia, la disciplina che va alla ricerca di oggetti misteriosi nella letteratura e nell'archeologia (dal greco clipeus, ossia scudo rotondo).

Nella forma del disco Carl Gustav Jung, in Un mito moderno, offre al lettore una particolare interpretazione dell'oggetto volante, rigorosamente di forma rotonda. Secondo lo studioso svizzero, infatti, molte delle testimonianze di avvistamenti sono una proiezione dell'umano desiderio di perfezione e di completezza, riflesse nelle rotondità di questi oggetti non identificati. Da un fenomeno di tale portata, dunque, non poteva non prendere le mosse un movimento di carattere religioso, il dischismo (o cultismo extraterrestre).

Nel suo best-seller Contact, Carl Sagan scrive al riguardo: "Eppure l'origine della vita sembrava essere così facile ora - e c'erano tanti sistemi planetari, tanti mondi e tanti miliardi di anni disponibili per l'evoluzione biologica - che era difficile credere che la Galassia non brulicasse di vita e di intelligenza".

Il bisogno umano di fede ha trovato nel fenomeno del dischismo una potenziale risposta agli interrogativi intorno all'origine dell'universo: veri e propri culti sono nati, così, intorno ad un presunto rapito, divenuto testimone della verità sull'uomo e portavoce di un popolo che, nelle testimonianze, è sempre pacifico e super progredito dal punto di vista tecnologico, che comunica attraverso la telepatia e promette la salvezza della Terra. Come ho già detto, oggetto di studio della clipeologia sono i miti dell'antichità, le leggende, ma soprattutto le fonti riguardanti la creazione dell'universo presenti nei testi sacri di tutte le religioni.

Molti clipeologi ritengono che quelle più interessanti si trovino nella Bibbia. Il più noto rapimento sacro è quello di Enoch, descritto in numerosi vangeli apocrifi dei primi secoli dell'era volgare, avvenuto ad opera di un misterioso carro di fuoco.

"E cercarono il luogo dove Enoch era asceso al cielo. E quando giunsero sul posto, trovarono la terra tutta ricoperta di neve, e dalla neve sporgevano delle grosse pietre, simili a blocchi di neve. Allora uno di loro disse: 'Orsù, provate a spalare la neve, e vediamo se per caso le persone che hanno accompagnato Enoch si trovano sotto la neve'. E così spalarono la neve e trovarono che ivi giacevano morti gli uomini che avevano accompagnato Enoch. Cercarono anche lui, ma senza trovarlo, perché era asceso al cielo" (Erich Von Daniken, Il giorno del giudizio è cominciato). Un acceso sostenitore della presenza di fenomeni extraterrestri nei testi sacri è lo svizzero Erich von Daniken, autore de Il giorno del giudizio è già cominciato, in cui leggiamo: "Mentre da noi l'idea che nell'universo esistano altre forme di vita si sta facendo strada a fatica, per i giainisti questa nozione è ormai storia vecchia: l'universo intero è pieno di forme di vita, sia pure distribuite in modo non regolare, ma irregolare, nel cielo stellato. E' interessante notare che su tutti i pianeti possibili esistono piante e creature terricole, ma solo da determinati pianeti provengono 'esseri con movimenti volontari' . I filosofi della religione gianista descrivono persino le varie caratteristiche proprie degli abitanti di quei mondi. Persino il 'cielo degli dei' ha un nome: si chiama Kalpas. Lassù dovrebbero sorgere splendidi palazzi volanti, edifici mobili, che spesso assumono le dimensioni di intere città".

"Per i clipeologi, dunque, teologia ed ufologia hanno molti punti di contatto, se non altro quello fondamentale dell'origine del tutto...

Il termine teologia "è un composto fra theos (=Dio) e logos (=parola), quindi significa 'la parola di Dio'. Invece non è affatto questo l'oggetto della teologia. E' vero che tutti i teologi sono profondamente convinti di occuparsi della 'parola di Dio' - altrimenti non avrebbero scelto quell'indirizzo - eppure proprio questa convinzione è già un atto di fede. In realtà si crede che le scritture sacre e meno sacre provengano dalla bocca di Dio, che le abbia dettate o rivelate a uomini eletti. Che cosa resta dei testi, se si prescinde dalla fede?

I testi. Questi perdono soltanto il loro carattere sacro, ma possono conservare il loro carattere di venerabilità perché sono antichi, si possono continuare a trattare con rispetto perché presentano avvenimenti di un periodo storico che ci sfugge, e si devono continuare ad analizzare sul piano scientifico perché contengono materiale molto interessante. Anzi, venendo meno la fede nel carattere sacro del testo, se ne può discutere in modo concreto e obiettivo, poiché è proprio la nostra valutazione del carattere sacro di questi scritti a impedirne un'analisi aggiornata ai tempi.

D'altronde la 'filosofia PALEO-SETI' è in sostanza un punto di vista, dunque un'opinione, che si consolida in modo sempre più evidente, ma non si può ancora dimostrare. Del resto le cose stanno forse diversamente per la teologia? Dove sono le prove scientifiche inconfutabili a sostegno delle sue tesi? Difficilmente esiste qualcosa di più soggettivo del gusto, ed è un fatto risaputo, del quale non si deve discutere. Si discute, invece, perché il cambio generazionale, combinandosi con il clima spirituale dei nostri tempi, incita l'uomo alla ribellione. Gli uni vogliono consolidare la fortezza della loro fede, gli altri vorrebbero chiarezza.

In tedesco, il termine Wissenschaft, 'scienza', deriva appunto da Wissen schaffen, ossia 'creare conoscenza'.

Le conoscenze della teologia sono inutilizzabili nel senso della scienza esatta, perché pullulano di contraddizioni e restano in sostanza una questione di fede e di sensibilità delle rispettive scuole".

Von Daniken, che sin da giovanissimo si è occupato di archeologia ed ermeneutica, autore di oltre venti best-seller tradotti in ben trenta Paesi, fra cui Erinnerungen an die Zukumft ("Ricordi dal futuro"), tradotto in Italia col titolo di Gli extraterrestri torneranno, dedica il suo Il giorno del giudizio è già cominciato all'attesa fedeistica del Messia, riprendendo l'antica promessa del ritorneremo dei patriarchi rapiti in cielo, quali Enoch, Elia ed Eliseo.

La teoria è quella di un seme extraterrestre impiantato sulla Terra e che ha dato origine al genere umano, su cui i padri provenienti dal cielo vegliano dalla notte dei tempi.

Alcuni degli illuminati sono già tornati all'origine, su un pianeta lontano, ed un giorno, probabilmente, ritorneranno a dimostrare la veridicità della filosofia danikeniana PALEO-SETI, dal greco palaios, ossia antico e SETI, abbreviazione di Suche nach auberirdischer Intelligenz, ricerca di intelligenze extraterrestri.

Ciò che non posso fare a meno di condividere della mole di lavoro di Daniken è la sua continua battaglia verbale contro la non autenticità dei testi sacri, soggetti a trascrizioni talvolta troppo approssimative.

E' questo, infatti, che ha contribuito notevolmente alla confusione delle vicende narrate in essi, dove i fatti sono stati stravolti e semplificati, o addirittura censurati perché incomprensibili a chi vi pose mano.

"Valga per tutti un esempio: ogni buon cristiano è convinto che la Bibbia sia, e contenga, la 'parola di Dio', e per quanto riguarda i Vangeli prevale la convinzione che i discepoli di Gesù di Nazaret abbiano per così dire registrato via via i suoi discorsi, le sue regole di vita e le sue profezie. E' opinione comune che gli evangelisti abbiano partecipato ai viaggi e ai prodigi del maestro, annotandoli a breve distanza dall'accaduto. A questa sorta di 'cronaca' è stato assegnato il nome di 'testi originali'.

In realtà - come ben sa ogni teologo che abbia anche solo qualche anno di studi alle spalle - nulla di tutto questo è vero. I 'testi originali' tanto studiati e tanto prolifici di cavilli teologici non esistono affatto. Che cosa abbiamo in mano? Delle trascrizioni, tutte realizzate fra il IV e il X secolo dell'era cristiana, senza eccezioni. E queste trascrizioni, all'incirca millecinquecento, sono a loro volta copie di copie, delle quali non una sola coincide perfettamente con l'altra.

Sono state contate oltre ottantamila (ottantamila!) varianti. Non esiste una sola pagina di questi presunti 'testi originali' sulla quale non sorgano contestazioni.

Di trascrizione in trascrizione, i versi degli autori in questione cambiano redazione e si modificano in corrispondenza con le esigenze del momento.

Inoltre questi 'testi originari' biblici brulicano di errori a migliaia, in gran parte facilmente dimostrabili. Il più noto di questi testimoni, il codex Sinaiticus che risale al IV secolo, come del resto il codex Vaticanus, fu scoperto nel 1844 nel monastero di Santa Caterina, sul Sinai, e contiene non meno di sedicimila (sedicimila!) correzioni, dovute a non meno di sette correttori". E' così che un luminoso disco volante che rapisce un patriarca può, nelle trascrizioni, diventare un carro di fuoco... A voler credere (si tratta pur sempre di fede!) all'Ipotesi extraterrestre, all'origine della civiltà umana vi fu una discesa sulla terra di un popolo alieno che avrebbe fornito ai primi uomini le conoscenze necessarie a dare inizio al processo evolutivo e civile della popolazione terrestre.

A migliaia e migliaia di testimonianze del passato, quali ritrovamenti di fossili, graffiti e costruzioni come quelle di Tiahuanaco, sede di una fortezza eretta da Venusiani, o di Stonehenge, hanno avuto, secondo quest'ipotesi, origine extraterrestre. In molte tradizioni, poi, esistono credenze di tipo extraterrestre, come quella degli esquimesi, che ritengono di provenire, in realtà, da fertili regioni tropicali, trasportati nell'Artide da "grandi uccelli metallici" volati giù dalle stelle.

Resta, tuttavia, la Bibbia la prima fonte dell'ipotesi extraterrestre, brulicante, com'è, di testimonianze della dicesa aliena sul nostro preistorico Pianeta.

Elohim, Nefilim, Venusiani, Kumaras, Ummiti, provenienti dal Pianeta Maldek o Hub, sono solo alcuni dei nomi attribuiti a questi popoli alieni, che potrebbero esser stati i nostri progenitori o semplicemente dei benefattori, impietositisi delle nostre arretratezze e discesi sulla Terra allo scopo di gettarvi il seme del progresso.

Interessante, poi, è che i sostenitori di tale ipotesi credono che i nostri civilizzatori abbiano diffuso, più che conoscenze di tipo tecnologico, una filosofia di carattere contemplativo e pacifista, tantevvero che i Paesi in cui si ritiene che essi abbiano fatto la loro comparsa hanno subìto, nel corso dei secoli, conquiste e distruzioni da parte di civiltà tecnologicamente più avanzate, principalmente l'Africa ed il Sudamerica, da sempre meta prediletta di astronavi ed avvistamenti UFO. I seguaci del dischismo attendono, ora, la discesa del Messia, il ritorno di quei progenitori, che giungeranno a salvare la comunità fedele al cultismo extraterrestre, in seguito alla distruzione del Pianeta a causa della sua corruzione sempre crescente e del mancato rispetto reciproco tra i suoi abitanti, magari trasportando gli illuminati su di un Pianeta appartenente ad un sistema solare più fortunato del nostro.



© 1999 Marcella Boccia


[SM=g27991]

25/11/2005 07:33
 
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Conosco l'importanza degli articoli di Marcella, ma non conoscevo questo: è interessantissimo. Grazie, carissima. //rosa
26/11/2005 20:12
 
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L'ho letto in due riprese, per non farmi sfuggire nulla! Un'argomentazione autorevolmente interessante! [SM=g27985]
01/12/2005 12:22
 
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Bravissima Vera! [SM=g28003]
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