Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

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Giacomino2

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2005 21:06
06/06/2005 03:20
 
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Giacomino
(seconda parte)

Quest’anno, in occasione delle vacanze di Natale, dietro pressante invito di mia figlia Emanuela, mi sono organizzato per andare a trovare lei e la sua famiglia a Houston, in Texas, dove vivono. Avevano deciso infatti che, avendo già fatto nel corso dell’anno più viaggi di quanti ne avessero previsti, non sarebbero tornati in Italia in questa occasione; oltretutto Marco, mio genero, per esigenze di lavoro non avrebbe potuto disporre d’un numero adeguato di giorni di vacanza. A questo punto il desiderio di conoscere finalmente l’America, la curiosità di vedere come si sono sistemati, la voglia di non interrompere la tradizione del trovarsi insieme in occasione del Natale, e soprattutto la nostalgia di loro, in particolar modo quella di Giacomino, mi hanno convinto ad affrontare il viaggio. Confesso d’essere partito un po’ infastidito da tante cose: la difficoltà di organizzare tutto all’ultimo momento, la preoccupazione per i risvolti economici (anche il solo volo è già una bella spesa), il disagio fisico che avrei subito per un viaggio così lungo, l’imbarazzo per tutte le fastidiose procedure doganali che avrei dovuto affrontare. Tutto dimenticato appena, finalmente ritirato il mio bagaglio, mi sono trovato mia figlia davanti che m’aspettava in aeroporto; che bello! Ma la sensazione precisa che nulla fosse cambiato l’ho avuta nel preciso istante in cui, entrato in casa loro, ho intravisto finalmente Giacomino tutto preso dai suoi giochi coi nonni paterni; sorpreso, mi ha scrutato come se al momento non mi riconoscesse, ma subito dopo la sua espressione s’è trasformata in un sorrisone smagliante, non diverso da quello che mi aveva dedicato in aeroporto quando erano partiti l’ultima volta; e poi è scoppiato in un’esclamazione piena d’entusiasmo gridando “Nonnooo!” con una voce forte e chiara come non gli avevo mai sentito prima; che tenerezza! In soli quattro mesi è davvero cresciuto molto; ora s’intravede molto bene l’ometto che sta crescendo, ma nei giorni successivi è stata tutta una piacevole scoperta a questo proposito. Occorre dire che ora il suo comportamento è fonte di una certa preoccupazione per i suoi genitori. Infatti Giacomino è un vero terremoto; da quando s’alza al mattino non è capace di stare fermo un attimo per tutta la giornata; è pieno di vitalità e, quel che è peggio, d’energia per cui a volte si mette in situazioni di pericolo proprio per la sua inesauribile voglia di fare cose con decisione, mettendo spesso in gioco tutta la forza fisica; se unite questo aspetto alla sua intraprendenza che lo porta in continuazione a fare cose imprevedibili, e al suo essere maschiaccio, sempre pronto a sfidare tutto il mondo sul piano fisico con una giocosità da vero incosciente, potete immaginare cosa significhi riuscire a stargli dietro: alla fine della giornata uno si sente a pezzi. Ma a ben vedere ci si rende conto che tutto quello che fa è un continuo mettersi alla prova tentando di fare cose “da grandi” mai provate prima; se tentate di fermarlo, s’arrabbia moltissimo (è capace perfino di scoppiare in lacrime) e, anche davanti alla minaccia d’un castigo, non riesce a trattenersi pur essendo fondamentalmente un bambino obbediente; quel che stupisce ogni volta è che alla fine riesca quasi sempre a dimostrare d’essere stato all’altezza della situazione. Per questo, pur comprendendo le preoccupazioni dei suoi genitori, in questi giorni mi sono divertito moltissimo a lasciarlo fare quanto meno per vedere compiaciuto fino a dove è capace d’arrivare. Posso dire con orgoglio che, oltre ad una curiosità e ad una creatività davvero fuori dal comune, dimostra anche doti d’intelligenza assolutamente eccezionali; sta imparando cose nuove con una rapidità stupefacente per cui c’è perfino da temere che, quando andrà a scuola, correrà il rischio d’annoiarsi e di far impazzire i suoi insegnanti. Solo per fare un esempio banalissimo del suo comportamento, qualche giorno fa ha scoperto sul balcone una scopa con annessa paletta per raccogliere i rifiuti; approfittando dell’assenza dei suoi genitori, nonostante le mie raccomandazioni di lasciarla al suo posto, l’ha portata in casa è ha cominciato a giocarci; mi sono limitato a controllare la situazione perché non combinasse disastri ma mi sono al tempo stesso divertito a vedere cosa si stava inventando: nel giro di pochi minuti l’ha prima usata come spada brandendola dalla parte della saggina, poi già che c’era l’ha usata come bastone per picchiarmi tutto soddisfatto, poi l’ha impugnata all’estremo opposto giocando a pulire la parete il più in alto possibile, poi ha tentato di tenerla in equilibrio in posizione verticale come se facesse il giocoliere quindi, finita a terra, ha cominciato ad usarla come scopa con notevole perizia, giocando a raccogliere l’immondizia con la paletta come avrà visto fare dalla mamma ma con un’abilità sorprendente nel tenere la paletta con la mano destra mentre con la sinistra muoveva la scopa in modo opportuno, poi ha deciso di usarla come cavallo andandosene in giro tutto contento per la casa, e infine ha cominciato a lanciarla il più lontano possibile (ed è a questo punto che gliela ho tolta di mano facendolo arrabbiare); il tutto accompagnato da esclamazioni d’entusiasmo e da commenti non sempre comprensibili nella sua buffa lingua fatta di mezzo italiano e mezzo americano; davvero non so cos’altro avrebbe potuto inventarsi. Come si fa a non essere orgogliosi d’un bambino così? Ovviamente c’è anche un rovescio della medaglia: la sua fantasia nell’inventarsi cose nuove corre così veloce e in direzioni sempre imprevedibili che facilmente si creano situazioni di conflitto; se non si capisce che cosa voglia fare (ma lui lo sa benissimo), e si cerca di frenarlo per evitare che combini guai, immediatamente lui s’intestardisce fino al punto di scoppiare a piangere pieno di stizza; ma la forte personalità di cui è dotato gli fa inventare anche modi originali di contestazione a volte riprovevoli, come ad esempio quello di picchiare chi lo ostacola (e qui dimostra di non temere nessuno), oppure tentare di morsicarlo (ed è comico vedere con quanta foga s’aggrappa alla mano “nemica” nel tentativo di portarla alla sua bocca e, arrabbiatissimo, affondarci i dentini), o anche gridargli contro in modo minaccioso (ve lo figurate un pulcino come lui che vi punta il dito contro e, agitando la manina con tono di rimprovero, vi grida “Basta! Zitto!”?), o infine buttare improvvisamente all’aria per dispetto tutto quello che gli capita a tiro (bisogna essere prontissimi per fermarlo in tempo), cose che spesso gli fanno meritare scapaccioni; allora piange disperato come se avesse subito un’ingiustizia e invoca la mamma; ma la mamma giustamente non è molto permissiva nei suoi confronti per cui rischia ogni volta una sgridata e, se si ostina, viene anche messo in castigo; il che significa che viene lasciato in camera, da solo, con l’ordine perentorio di non piangere e di uscirne solo quando si sarà rassegnato a chiedere scusa (in questo caso fa tenerezza vedere come il suo comportamento sia da vero ometto: in effetti ammutolisce e affronta il castigo con molta dignità restandosene tranquillo in camera, pur con la porta aperta; ma molto presto ricompare furtivo sulla soglia per andare ad abbracciare la persona a cui deve chiedere scusa e riempirlo di bacetti per farsi perdonare). Lo stesso senso di responsabilità lo dimostra a tavola dove conferma il suo carattere molto forte; ormai da tempo si siede assieme a tutti gli altri (il suo seggiolone non è altro che una sedia normale ma col piano di seduta regolabile in altezza); anche qui vuole dimostrasi “grande”: s’accomoda da solo, rifiuta spesso il bavaglino al quale preferisce un tovagliolo normale fissato al collo, esige gli stessi piatti di tutti gli altri e spesso anche le posate, rassegnandosi a fatica all’imposizione di non avere il coltello; ma tutte le volte sono discussioni perché rifiuta sdegnosamente che gli siano preventivamente tagliati a pezzettini i bocconi grandi (reclama dicendo “Rotto!” e rifiuta il cibo, adattandosi invece a prendere il pezzo grosso con le manine e addentandolo un po’ per volta); ormai da tempo neppure parlarne di imboccarlo salvo che spesso, ancora un po’ maldestro nell’uso delle posate, rovescia il contenuto del cucchiaio sulla tavola o sul pavimento; allora fa tenerezza vederlo: si blocca, allaga le braccine sconsolato e commenta “isastro!” come per riconoscere d’aver combinato un guaio; e riprende a mangiare tranquillo solo quando vede che è stato tutto pulito; ha gusti molto precisi e cocciutamente li fa valere, rifiutando in modo categorico quello che al momento non gli va, anche a costo di saltare il pasto. Eppure è un bambino molto dolce e generoso; se trova in giro per la casa qualunque cosa che sa che vi appartiene, arriverà di corsa a portarvela invitandovi a farne uso; così è successo più volte con un mio libro che mi porgeva dicendomi “Leggi!”; è successo più volte che suoi amici, figli di amici di famiglia che abitano nello stesso complesso oltre che compagni d’asilo, venissero a trovarci, ed è stato commovente vedere la festa che si facevano reciprocamente con esclamazioni di giubilo in stretto americano, e Giacomino che si dava da fare a sfilare scarpine pesanti e cappottini ai sui amici quasi col timore che altrimenti non si sarebbero trattenuti, e correva in cameretta a prendere i contenitori dei suoi giochi per rovesciarli davanti ai suoi amici invitandoli a giocare (salvo magari mettersi a litigare pochi istanti dopo quando due di loro contemporaneamente vogliono usare lo stesso gioco; ma sono solo episodi sporadici che si compongono facilmente, e molto in fretta ritorna la gioia; in effetti non è geloso dei suoi giochi; anzi, al contrario è molto disponibile a condividerli cogli altri). La sua preferenza va nettamente a favore dei giochi all’aperto dove, sebbene sia ancora piccolo, può sfogare la sua energia senza nessun timore di mettersi a confronto con gli altri anche se molto più grandi di lui; in particolare ama moltissimo la sua biciclettina che usa ancora con le rotelle (credo ancora per poco) ma con la quale si muove velocissimo tenendo dietro senza problemi ai bambini più grandi; si butta come un’incosciente appena trova una piccola discesa, assolutamente incurante dei rischi derivanti dall’eccessiva velocità, e commenta in continuazione ad alta voce tutto quello che sta facendo dimostrando nei suoi commenti tutto il suo instancabile entusiasmo. Pur non parlando ancora in modo molto chiaro (ma facendosi capire perfettamente in ogni caso) dimostra ormai d’essere bilingue; capisce bene sia l’italiano che l’inglese (ho l’impressione che capisca meglio l’inglese) ma distingue tra di loro; a volte però quando si esprime usa un mix, intercalando ad esempio parole inglesi in un discorso in italiano, ed è molto comico quando sfoggia la sua pronuncia da texano; ci sono due parole in particolare che lui usa spesso e che mi sono rimaste in mente perché mi fa ridere il modo molto texano in cui le pronuncia, con la erre arrotata in modo esagerato; la prima è “yogurt”, alimento che gli piace moltissimo; la seconda invece è “ready”, parola che usa nel gioco per dire “pronto” tutte le volte che propone agli altri una competizione, il che accade molto spesso. C’è stata una volta che m’è rimasta nel cuore in cui non gli ho sentito usare la stessa erre; ormai a conclusione del mio soggiorno, stavamo caricando in macchina i miei bagagli per andare in aereoporto; la nonna paterna, mentre stava finendo di preparare Giacomo che, strada facendo, avremmo lasciato all’asilo, commentava dicendo “Vedi, Giacomo, il nonno Guido sta partendo. Torna in Italia. Tu cosa dici al nonno Guido?”; e lui, tranquillo e riflessivo, ha risposto prontamente “Byebye!” e dopo un’attimo ha aggiunto “itolna!” (= “ritorna!”) rinunciando alla sua erre arrotata; tenerissimo! Ora, ripensandoci mentre mi rivedo il suo faccino sorridente, mi vengono lacrime di commozione.

Guido
Milano, 8 gennaio 2005


08/07/2005 21:06
 
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A d m i n
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CARO NONNO GUIDO


è bellissimo questo tuo descrivere GIACOMINO .... mi sembra di vederlo!

Capisco che la lontananza ad un nonno (o a una nonna quale son io) fa tanto male........ io forse ...NON sarei ripartita..... sigg.
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