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Francia: il p2p schiaffeggia la polizia

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2005 22:40
04/11/2005 22:40
 
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non possono tracciare chi scarica
"Vietato sostituirsi all'autorità giudiziaria"


PARIGI - Sono più importanti gli interessi delle major o la privacy degli utenti? Secondo la Commission Nationale de l'Informatique et de la Liberté, l'autorità francese di garanzie e libertà connesse alle nuove tecnologie, la riservatezza dei dati personali viene prima di tutto. Quindi le case discografiche e cinematografiche non possono associare un'identità agli indirizzi Ip per risalire a chi usa servizi di file sharing per scaricare e scambiare su internet materiale protetto da copyright.

La Cnil ha bloccato, in particolare, il tentativo messo in atto dalle major che volevano costringere i provider a inviare e-mail intimidatorie ai navigatori sorpresi in attività illegali. Tentativo illegale, non solo perché il provider non dovrebbe sapere cosa gli utenti fanno sulle sue reti, ma soprattutto perché solo l'autorità giudiziaria ha la facoltà di associare un nome e un cognome a un indirizzo Ip.

Allo stesso modo, i provider non potranno neanche usare robot spia sguinzagliati nelle reti di file sharing per prendere nota delle eventuali attività illegali di ogni Ip. Nel calderone rischierebbero infatti di finire anche usi perfettamente leciti di questi dispositivi.

La decisione della Cnil fa esultare gli utenti internet Oltralpe, e non solo. "Sorpresa totale" viene invece espressa dalla Société civile des producteurs phonographiques, che dice di essersi già dichiarata disponibile a modificare i dispositivi di tracciamento delle attività illegali per rispondere alle obiezioni della commissione.

La Cnil, dal canto suo, propone nuovi incontri, se necessario sotto l'egida del ministro della Cultura, per giungere a un accordo. Ma i detentori di diritti dichiarano di aver già fatto tutte le concessioni possibili e stanno studiando la possibilità di un ricorso al Consiglio di Stato.
Aldo,Giovanni e Giacomo Forum
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