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il tè

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2006 18:17
28/05/2005 23:07
 
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Tè del Mondo



La pianta del tè è una sempreverde, con piccoli boccioli bianchi che somigliano a roselline, originaria della Cina, del Tibet e dell'India del Nord.
Nel suo libro, Il Canone del Tè, Lu Yu parla di una pianta di tè selvatica nel Sichuan il cui tronco era così grande che le braccia di due uomini non sarebbero state in grado di cingere e recentemente sono stati scoperti molti di questi alberi nel Sichuan meridionale e occidentale e nello Yunnan, che s'innalzano oltre i 12 metri.
Quando le piante da tè crescono senza cure raggiungono anche i 10 metri. Per mantenerle ad un'altezza utile alla raccolta, i piantatori le potano a 60 o 90 cm.



http://www.teatime.it/immaginiweb/teainfiore.jpg

Il primo a descrivere la pianta del tè fu il botanico svedese Carl von Linne (Linneo) nel 1753 che la chiamò Thea Sinensis, cioè Tè Cinese.
Linneo era convinto che il tè verde e il tè nero provenissero da due piante differenti mentre si sa che non ci sono tante varietà di piante quante sono le varietà di tè commercializzate. Queste ultime sono il frutto di differenze relative alle zone di crescita, al suolo e alle condizioni climatiche, al metodo di lavorazione e al periodo o al tipo di raccolta.
La maggior parte dei coltivatori utilizza solo tre tra le specie di piante che vengono individuate sulla base della loro provenienza geografica: Cinese, Assamica e Cambogiana.

Il tè oggi in commercio, cresce in una cintura che circonda la terra al di sopra dell'Equatore. I giardini migliori sono quelli che si trovano ad altezze inferiori ai 1800 metri.
L'altezza e le nebbie montane aiutano la pianta proteggendola contro l'eccessiva esposizione al sole e creando le condizioni ideali di umidità e temperatura per favorire la crescita lenta delle foglie e dei germogli, conservandone la loro tenerezza.
Molti dei più rinomati tè cinesi provengono dalle famose montagne Wuyi nel Fujian, Lushan nello Jiangxi, Emei nello Sichuan e Huangshan nell'Anhui.


http://www.teatime.it/immaginiweb/2_Leaves-mini.jpg


COLTIVAZIONE E RACCOLTA

Le piante di tè sono prodotte da semi della grandezza di una nocciola, raccolti in ottobre e tenuti tutto l'inverno in una mistura di sabbia e terra.
In Primavera vengono piantati in una nursery area o direttamente nel terreno alla profondità di circa 1 metro. Dopo la prima fase di sviluppo, le piantine vengono potate ogni settimana per evitare una crescita eccessiva.
La raccolta inizia al terzo anno nei giardini a bassa quota e al quinto in quelli di alta quota e la vita produttiva va dai 30 ai 40 anni.
Le piante possono essere prodotte anche con il sistema della margotta, cioè con il l trapianto di rami radicati. Fino al 1960 si procedeva per clonazione partendo dal taglio dalla foglia piuttosto che dal ramo.


http://www.teatime.it/immaginiweb/what_is_tea.jpg

La maggior parte delle piante di tè ha un periodo di rigoglio o di crescita e una fase di quiescenza. Le foglie sono raccolte quando i giovani getti o germogli stanno venendo fuori. Nei climi più caldi le piante germogliano più frequentemente nel corso dell'anno e la raccolta può avvenire tutto l'anno. Ad alta quota c'è una diversa stagione di raccolta.
In molte parti della Cina la stagione dei raccolti inizia ad Aprile e si conclude ad Ottobre. La raccolta è stagionale anche nel Nord dell'India e in Giappone.
Le parti scelte per la raccolta sono le ultime 2 foglie e la gemma apicale. Esse vengono staccate con le unghie e con un movimento verso il basso delle dita.

In India il tè è coltivato in grandi piantagioni che progressivamente si stanno meccanizzando mentre in Cina il tè è prodotto principalmente in piccoli appezzamenti familiari situati in collina, dove la meccanizzazione è più difficoltosa.
La raccolta manuale rimane una delle operazioni più importanti che non è stata ancora sostituita con successo da quella meccanica. È anche vero che se la raccolta è ancora manuale e viene fatta da dita espertissime questi giardini sono altresì altamente meccanizzati in altri campi, quali ad esempio l'irrigazione automatica.-
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28/05/2005 23:12
 
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storia


-Il tè rivendica a pieno titolo il privilegio di essere la bevanda più antica e consumata sulla terra, seconda solo all'acqua con cui si prepara e vanta una
storia che si fa risalire a 5.000 anni fa anche se le sue origini sono avvolte nel mistero.
Secondo la leggenda cinese, l'imperatore Chen Nung detto il Divino Mietitore per l'impulso da lui dato all'agricoltura, era così fiscale per il rispetto dell'igiene che non beveva altro che acqua bollita e aveva ordinato ai propri sudditi di attenersi allo stesso precetto. Un giorno, nell'anno 2737 a.C., mentre l'imperatore era seduto a riposare all'ombra di un albero di tè selvatico, una leggera brezza fece cadere alcune foglie di tè all'interno dell'acqua messa a bollire e essa aveva assunto un invitante color oro. La curiosità prevalse e il grande imperatore assaggiò per la prima volta la deliziosa bevanda chiamata poi tè.
Dopo averla bevuta si sentì preso da un benessere indicibile e volle conoscere meglio l'albero che aveva prodotto quella foglia meravigliosa e benefica, favorendone così l'uso e la coltivazione. Ecco nascere l'uso del Tè.

Per gli Indiani invece a scoprire il tè fu Bodhidarma figlio del re delle Indie Kosjuwo. Sotto il regno dell'Imperatore Xuanwudi, questo venerabile principe venne in Cina per raggiungere il regno Wei del Nord. Predicò il buddismo e raccomandò la meditazione, la cultura dello spirito e il superamento di tutte le illusioni materiali per la salute dell'anima.
Bodhidarma aveva fatto voto di non dormire durante i sette anni della sua meditazione, ma dopo i primi cinque anni fu assalito dal torpore e dalla sonnolenza e quasi istintivamente raccolse delle foglie da un cespuglio vicino e masticandole recuperò le forze e riuscì a concentrarsi di nuovo. Ovviamente si trattava di tè-

I buddisti giapponesi hanno apportato una variante particolare a questa leggenda. Essi raccontano che Bodhidarma dopo tre anni d veglia ininterrotta si lasciò prendere dal sonno sognando di alcune donne che aveva amato in gioventù. Ma al suo risveglio era furioso per la sua debolezza e per punirsi si tagliò le palpebre e le sotterrò. Ripassando dopo qualche anno nello stesso luogo si accorse che dove aveva seppellito le sue palpebre era cresciuto un arbusto selvatico le cui foglie producevano una bevanda meravigliosa che donava forza e aveva la proprietà di aiutare a mantenere gli occhi aperti durante le lunghe veglie di meditazione. La raccomandò ad amici e discepoli e così nacque l'uso e la coltivazione del tè.
Il viaggio del Principe Bodidharma in Cina è registrato dalle cronache cinesi del regno Vu Yu e datato al 543 d.C.

La storia ufficiale fa risalire l'uso del tè come bevanda ai primi secoli della nostra era e ne possiamo dividere le tecniche di preparazione in tre scuole: quella del tè bollito; quella del tè sbattuto e infine quella del tè infuso.
In precedenza le foglie della pianta, chiamata Tu, erano raccolte e ridotte in poltiglia fino a formare degli impiastri da applicare sulle parti doloranti per alleviare i dolori reumatici. Queste tre scuole del tè sono significative delle epoche in cui esse prevalsero e che corrispondono alle dinastie cinesi Tang, Sung e Ming.

Nel IV secolo d.C. il tè si preparerà facendo essiccare le foglie per poi pressarle fino ad ottenere dei panetti duri e facili da trasportare.
Per poterlo consumare si doveva staccare la quantità necessaria da questo blocco, frantumarla nel mortaio e poi bollirla in acqua con altri ingredienti come il sale, lo zenzero, la buccia d'arancia e il latte e qualche volta addirittura le cipolle.
Ancora oggi nel Tibet, in Mongolia e anche in India il tè viene preparato quasi allo stesso modo.

Nell'VIII secolo gran parte degli ingredienti sono scomparsi ed è sopravvissuto solo il sale.Il tè è ormai na bevanda alla moda e molto diffusa tra i dignitari di corte.
E' in questo periodo che viene scritta la prima opera "scientifica" sul tè: il Canone del Tè o Cha Ching del poeta Lu Yu (Lu Wu).

Sotto la dinastia Sung il tè gioca un ruolo preponderante nella civiltà cinese. Costituisce parte del tesoro imperiale, viene usato come moneta di scambio e soprattutto quale mezzo di pagamento per i cavalli acquistati presso le popolazioni mongole del nord e la Corte Imperiale vi ha posto il monopolio di Stato. In questo periodo si ha la nascita di un nuovo modo di preparare e bere il tè.
Le foglie vengono pestate fino a ridurle in polvere finissima; questa verrà messa in una ciotola e, con l'aggiunta di acqua calda, sbattuta con un frustino di bambù fino a farla schiumare. Il tutto accompagnato da un rituale molto preciso che oggi sopravvive solo in Giappone nella Cerimonia del tè (Cha no yu).

L'invasione mongola e l'avvento della dinastia Ming, nel XIII secolo, faranno scomparire completamente anche il ricordo di questa tecnica.
Le foglie, adesso, vengono fatte essiccare e poi lasciate pochi minuti in infusione in acqua non bollente.

Il tè è giunto in Europa nel 1632 e gli occidentali hanno per molti secoli conosciuto solo questo modo di preparare il tè.
Controversa è l'origine dell'aggiunta di latte o limone, cosi British e tipica del teatime. C'è chi sostiene che una delle motivazioni fosse l'evitare la rottura delle tazze che, raffreddate con il latte, non si spaccavano a contatto con l'acqua bollente.
Sicuramente più credibile è invece la tesi che gli europei lo abbiano mutuato dalle popolazioni che nefacevano ancora uso. Resta però inusuale la scelta del limone che non viene mai usato dai cinesi.-
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28/05/2005 23:22
 
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http://www.adieta.it/images-foto/the_bianco.jpg



L'albero del tè è un arbusto sempreverde originario dell'Asia, in particolare Birmania, Cina, Ceylon, India e Giappone, appartenente alle Teacce, specie Camellia thea, Camellia sinensis. La pianta che può raggiungere i 20 metri di altezza, nelle coltivazioni, viene potata in modo da mantenersi intorno al metro, metro e mezzo, per facilitare la raccolta delle parti utilizzate (le foglie essiccate e sminuzzate). La raccolta più fine corrisponde al germoglio e alle due foglie superiori, ed è riservata al mercato interno, le quattro foglioline interne più tenere e una parte del germoglio sono riservate all’esportazione in Occidente. Per fare il tè nero le foglie vengono raccolte e fatte seccare fino a perdere la gran parte dell’umidità e poi fatte fermentare; nel tè verde le foglie non vengono né appassite, né fermentate, ma solo trattate a vapore e poi asciugate; il tè rosso è una via di mezzo e prevede solo una parziale fermentazione; per il tè bianco i germogli vengono fatti appassire ed essiccare senza sottoporli a calore diretto. Per avere tè di ottima qualità si devono raccogliere solo i germogli chiamati orange e pekoe, costituiti da due foglioline aperte che racchiudono una gemma ancora chiusa detta tips, la terza foglia è meno pregiata ed è detta souchon.



- Classificazione

Gli Indiani ed i cingalesi dividono il tè in due categorie principali, una riferita alle foglie intere e l’altra alle foglie sminuzzate. I Cinesi distinguono i loro tè in base alla stagione di raccolta, alla provenienza e alla tecnica di trasformazione. I Giapponesi classificano i tè in base al tipo di foglia ed alle tecniche di lavorazione.



- Varietà di Tè

Le varietà di tè in commercio sono 5: Tè bianco, molto pregiato, prodotto in Cina e Sri Lanka; Tè verde, tipico della Cina e del Giappone; Tè rosso o oolong, tipico della Cina e di Taiwan; Tè nero, la varietà più consumata; Tè aromatizzato: la base è costituita da tè verde, oolong o nero a cui vengono aggiunti boccioli di gelsomino o rosa.



- Degustazione

Per fare un’infusione di tè, l’acqua dovrebbe provenire da una sorgente d’alta montagna. La temperatura dell’acqua dovrebbe essere intorno agli 80° per i tè verdi, superiore per i tè nero o rosso, al contrario nel tè bianco la temperatura non dovrebbe raggiungere l’ebollizione. Il tempo di infusione varia da tè a tè, nel caso del tè bianco questa dovrebbe aggirarsi intorno ai 7– 15 minuti.

[...]-

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[Modificato da moi00000000 29/05/2005 0.02]

02/06/2005 14:28
 
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storia2
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UN PO' DI STORIA


La pianta del tè, originaria della Cina Meridionale, era conosciuta per le sue proprietà terapeutiche fin dai tempi più antichi. Al tè, conosciuto sin dal 2285 a.C. e menzionato in un dizionario cinese del XII secolo a.C. è dedicato, da Lu Wu, un vero e proprio codice (il Ch'a Ching) nel 780 d.C.. Poco dopo la comparsa dello scritto di Lu Wu, due monaci buddhisti iniziarono la coltivazione del tè nella regione giapponese di Kyoto.

In origine la bevanda era esclusivo privilegio dell'aristocrazia e del clero, finchè, nel XIV secolo, fu il gioco del ta-cha a regalare popolarità al tè. Durante eleganti e raffinate riunioni, gli invitati, posti di fronte a diverse tazze di tè, dovevano indovinare la provenienza delle foglie e stabilire una graduatoria di valore. Il gioco si trasformò pian piano in un rito, fino a dar vita, nel XV secolo, ad un culto con delle regole scritte applicate durante la cerimonia del tè.

I vari termini europei tè, tea, thè, tee sembra che derivino dalla parola "tay" in uso nel dialetto della provincia cinese di Amoy. I portoghesi furono i primi ad assaggiare la bevanda, grazie ai loro velieri che li condussero in Cina via mare. Essi dipendevano però economicamente dagli Olandesi, che erano i principali distributori, nel Vecchio Continente, delle merci importate dall'Oriente.

Nei primi viaggi il tè veniva caricato nelle stive delle navi olandesi come riempitivo dello spazio lasciato libero dalle altre merci; solo nel 1637 la Compagnia Olandese delle Indie Orientali ne intuì le possibilità di profitto. Pian piano il tè si diffuse in Germania ed in Francia, dove Madame de la Sablière fu la prima as aggiungervi del latte, usanza imitata poi dagli Inglesi.

In Russia il tè era già noto nel 1567, importato dalle carovane provenienti dalla Cina, tanto che per la sua degustazione fu creata una preparazione del tutto originale con l'utilizzo del samovar.

Gli Inglesi, i più noti bevitori di tè del mondo, furono tuttavia gli ultimi ad apprezzarlo. La sua introduzione sembra sia dovuta a Caterina di Braganza, consorte del re Carlo II, la quale, abituata a bere tè in portogallo, gradiva offrirlo durante le feste di corte.

La popolarità del tè crebbe a tal punto che, nella prima metà del Settecento, sorsero delle coffee-house riservate ai soli uomini, ed i tea-garden, dove signore eleganti con i loro accompagnatori trascorrevano i pomeriggi primaverili sorseggiando una buona tazza di tè.

In America il tè sbarcò nel 1626, quando gli Olandesi fondarono Nuova Amsterdam, l'odierna New York.

Il 16 settembre 1773 si svolse il Boston Tea Party. In quell'occasione tre rappresentanti dell'aristocrazia bostoniana, travestiti da indiani, salirono a bordo di alcune navi mercantili inglesi, gettando a mare l'intero carico, costituito da 342 casse di tè. Questo viene considerato come il primo atto della rivoluzione americana.

L'ingresso del tè in Italia si dice che avvenne ad opera dei bersaglieri reduci dalla guerra in Crimea nel 1855. Si racconta a tal proposito un aneddoto che ebbe come protagonista il generale Lamarmora.

Un giorno, entrato in una locanda, chiese che gli venisse preparato del tè e consegnò a questo scopo delle foglie alla cameriera. La donna portò però a tavola della carne con del pane e del vino, temendo che quelle poche foglie, da lei condite come un'insalata, non potessero saziare l'affamato generale.


http://www.ilgiardinodelte.it/foto/vasi-cinesi.jpg

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03/07/2005 19:51
 
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I Nomi Del Tè
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Ideogramma Cinese che indica il Tè




Tay nel dialetto di Amoy
Cha in Cantonese
Tee - Tedesco
Cha in Persiano
Tea - Inglese
Cha in Giapponese
Thé - Francese
Cha in Portoghese
Tè - Italiano
Cha in Hindu
Tee - Finnico
Chay in Turco
Teja - Lituano
Shay in Arabo
Thay - Cingalese
Chai in Russo
Tey - Tamil
Ja (Dza) in Tibetano
Ta - Coreano
Tsa in Annamese

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03/08/2005 16:57
 
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- racconto zen -
[SM=x779325] - Joshu (Chaochou) domandò una volta a un monaco: “Eri mai stato qui prima d’ora?”.
“Si, Signore”, rispose il monaco.
Al che il maestro disse: “Prendi una tazza di tè”.
Più tardi, sopraggiunto un altro monaco, Joshu gli pose la stessa domanda: “Eri mai stato qui prima d’ora?”.
La risposta questa volta fu contraria, “Non sono mai stato qui, prima d’ora, Signore”.
Ma il vecchio maestro ripeté: “Prendi una tazza di tè”.
Successivamente Inju (il monaco amministratore) chiese al maestro: “Com’è che voi avete lo stesso offerto una tazza di tè, senza tenere in conto la risposta del secondo monaco?”.
Il vecchio maestro gridò: “O Inju!”; al che quello subito, “Si, Maestro”. Joshu quindi disse: “Prendi una tazza di tè”. -


[SM=x779327] [SM=x779277]

[Modificato da moi00000000 03/08/2005 16.58]

08/04/2006 18:17
 
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Wa Kei Sei Jyaku




“Quanto manca a se stessa una persona che sente il bisogno di avere tante cose.”
Sen No Rikyu

Testamento Katamitote
Cosa dovrebbe essere lasciato? Nanionokosanu
I fiori della primavera haruha hana
il cuculo nelle colline natusha hototogisu
le foglie dell'autunno Akimomiji
Ryokan San (1758 - 1831)

Nel suo testamento Ryokan lascia ai posteri i suoi averi: la bellezza dei fiori della primavera, il canto del cuculo sulle colline (in estate), le foglie cadenti dell'autunno. La ricchezza di Ryokan è tutta in queste cose, nell'aver conosciuto l'alternarsi delle stagioni e le manifestazioni della natura nella loro semplicità. La vita è nelle cose semplici di ogni giorno, in ogni piccola cosa che è davanti ai nostri occhi ma che non riusciamo a vedere: « ... belle case e cibi rari sono mere panacee di questo mondo terreno, poiché un rifugio è abbastanza se protegge dalla pioggia, e il cibo è sufficiente se soddisfa la fame. Questi sono gli insegnamenti del Buddha e della “via del tè” » ( Sen Rikyu ) e « quando la pratica è serena e ordinaria, l'illuminazione si raggiunge attraverso la stessa vita di ogni giorno » (Suzuki).

ARMONIA – WA
TRANQUILLITA' – JYAKU
PUREZZA – SEI
RISPETTO – KEI

(…)

ARMONIA
L'armonia deve essere creata tra le persone, tra gli oggetti, tra una persona ed un oggetto. L'ordine e la disposizione in un certo modo degli oggetti per il Rito del Tè crea armonia: l'occhio, e quindi la mente, ricevono una sensazione di ordine e di tranquillità; i partecipanti al Rito riescono a godere con più facilità di quanto viene loro offerto. Se ciascuno riesce a consumare tè e biscotti stando fermo nella sua posizione, questo è armonioso.
Fondamentale per creare l'armonia è il silenzio; silenzio come pratica di meditazione. Il silenzio aiuta a concentrarsi su quello che si sta facendo, aiuta la presenza e la consapevolezza.
L'armonia induce alla
TRANQUILLITA'
Il mio traguardo è quello di creare armonia con le persone che frequento cercando un contatto profondo che mi permetta di conoscerle e di farmi conoscere, di capire le loro emozioni e di aprire loro il mio cuore. Se riuscissi a stabilire un'armonia con le persone che intervengono nella mia vita, allora il mio stato d'animo non potrebbe che essere di tranquillità perché donerei me stesso e contatterei la parte vera dell'altro.

PUREZZA
è, per definizione, «la qualità di ciò che è puro» cioè «non mescolato con sostanze diverse o con elementi estranei». La prima cosa che mi viene in mente è il tè. Un tè puro è un tè che non ha schiuma né altre fastidiose «componenti» che lo possano rendere poco limpido, “impuro”. Il tè versato in una tazza deve essere limpido e non deve essere “sporcato” (ad esempio con le briciole dei biscotti), fino all'ultima goccia.
La stessa purezza dovremmo averla in ogni nostro atteggiamento: rendere pura la nostra mente significa liberarci dal giudizio e affrontare ogni momento con un atteggiamento di umiltà, senza sovrastrutture inutili e troppo spesso dannose per noi stessi e per gli altri… .

RISPETTO
è la quarta pratica fondamentale del Rito del Tè ed ha una grande importanza: è il rispetto di una regola, è il rispetto delle persone ( «il rito restituisce e rinnova il legame comunitario ed è sempre volto a ricostituire l'integrità del gruppo» - Enciclopedia della filosofia Garzanti ) ed è il rispetto di sé.
Condividere il Rito con delle persone significa dare e ricevere qualcosa. Un segnale di rispetto e di presenza lo si può scoprire “nella tazza del tè”: un partecipante al Rito del Tè viene servito ogniqualvolta la sua tazza è vuota. E' sempre preferibile evitare un rifiuto al cerimoniere del tè perché crea disturbo. Allora, quando si ritiene che il tè ricevuto sia sufficiente, la tazza può essere leggermente allontanata verso il centro della tavola.
«Il rito assolve alla sua funzione pur senza estraniare l'individuo dalla propria storia, anzi restituendolo ad essa con una nuova consapevolezza» ( Enciclopedia della filosofia Garzanti ).

Da: www.chado.it
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