noi marciavamo e davanti a noi s’era formato un gruppo di giovani Pisani con vespini e motorette che di tanto in tanto ci urlavano “fascisti” e “bastardi” mantenendo un congruo numero di metri dal fronte dello schieramento. Via via che s’andava avanti però, questi minicentauri prendevano coraggio, puntavano il fronte in velocità, frenavano e facevano dietro front.