Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.







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lezioni di Pera

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2005 00:10
23/08/2005 22:52
 
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DI MASSIMO FINI

La "lectio magistralis" che Marcello Pera ha tenuto al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini è tutta una "contraddizione in termini". Il Presidente del Senato, facendo un discorso che, tra l'altro, non ha alcuna attinenza col suo ruolo istituzionale e anzi ne travalica i limiti, afferma che il rispetto fra culture "deve essere reciproco", ma subito dopo si scaglia contro il "relativismo culturale", che a suo parere si sta diffondendo in Europa, per il quale "tutte le culture hanno la stessa dignità etica". Ma se le culture non hanno pari dignità e ce n'è una superiore, naturalmente la nostra, qual è il rispetto che essa porta alle altre se le considera "inferiori"? Evidentemente nessuno. E infatti in Occidente, negli Stati Uniti come in Europa, non esiste alcun "relativismo culturale" ma, al contrario, un totalitarismo culturale, concettuale e pratico.

In forza di tale totalitarismo noi sentiamo il diritto e il dovere di esportare ovunque i nostri valori, anche con la forza delle armi com'è avvenuto in Afghanistan e in Iraq o con la violenza ideologica come stiamo facendo col mondo islamico cui vogliamo imporre, tra l'altro, un'omologazione della donna musulmana al modello occidentale.

Pera, preoccupato della "crisi morale e di identità dell'Occidente", afferma che "il rispetto comincia da casa nostra e integrazione significa fare diventare gli altri cittadini della nostra civiltà", con l'abbandono, evidentemente, della loro. Alt. Gli immigrati che vengono qui devono rispettare le nostre leggi, com'è ovvio, ma non hanno nessun obbligo di abbracciare anche la nostra civiltà. Nessun europeo o americano che viva in un Paese islamico o dell'Africa nera ancora tradizionale, è obbligato ad abbracciare la cultura del luogo e a farsi, poniamo, musulmano o animista o ad aderire alle pratiche di stregoneria. Voler imporre agli immigrati (che in genere sono tali perché la pervasività della nostra economia ha distrutto la loro, spesso riducendoli alla fame, insieme alla loro socialità, alle loro tradizioni, al loro habitat) di abbandonare la loro cultura per abbracciare la nostra significa togliergli definitivamente quell'identità che invece pretendiamo per noi stessi.

Pera parla del vuoto morale, di valori e di senso che ha colpito l'Occidente. Se così è si capisce ancor meno la pretesa occidentale di voler esportare e imporre questo vuoto anche alle altre culture. Comunque sia, è vero, come afferma Pera, che "la democrazia liberale non è autosufficiente, è vuota, ci fa perdere identità collettiva, e ci priva di qualunque senso ... il limite fondamentale della teoria liberaldemocratica è non avere un criterio del bene, un fondamento ... ciò che cerchiamo non è solo una democrazia del consenso ma del senso". Per quel che mi riguarda sono cose che denuncio da vent'anni nei miei articoli e nei miei libri (vedi, da ultimo e per tutti, Sudditi - Manifesto contro la democrazia) e mi fa piacere che anche il filosofo Pera se ne sia accorto. La democrazia è un metodo, un sistema di forme, di regole e di procedure, non è un valore in sé e non propone valori. È un contenitore, un sacco vuoto che andrebbe riempito. Ma il pensiero e la pratica liberale e laica, che sono il substrato su cui la democrazia è nata, mentre facevano, a poco a poco, tabula rasa di tutti i valori precedenti, non sono stati in grado, in oltre due secoli, di riempire questo vuoto se non con contenuti quantitativi e mercantili. Ed è proprio aver centrato la nostra società sul mercato - ma questo Pera si guarda bene dal dirlo - ad aver privato la vita dell'uomo occidentale di valori e di senso. Perché il mercato è uno scambio di oggetti inerti che, come tale, non può produrre valori, produce solo economia. Ed è assolutamente inutile e velleitario criticare la liberaldemocrazia se non si attacca il suo contenuto più profondo e unico: il modello di sviluppo economico che ha partorito o da cui è stata partorita.

Ora il presidente Pera vorrebbe riempire, per diktat, questo contenitore vuoto, di valori religiosi cristiani, universali. Ma a parte che questo è impossibile finché la società occidentale resta centrata sul mercato, dove l'unico valore e dio realmente condiviso è, e non può essere altrimenti, il "Dio Quattrino", con i suoi sub-idoli del profitto e del successo comunque ottenuti, ciò significherebbe, di fatto, trasformare le democrazie in teocrazie. Ed è perlomeno curioso, per dir così, che noi in Occidente e in particolare in Italia, da Marcello Pera a Giuliano Ferrara, ci si affanni a cercare di ritrovare i valori religiosi che abbiamo perduto proprio nel momento in cui pretendiamo, se occorre con le bombe, di impedire agli altri, e in specie al mondo islamico, di vivere i propri.

Il problema non è quello di riportare Dio al centro dell'esistenza dell'uomo facendo un salto indietro nel Medioevo ma senza le sue sapienti compensazioni e mantenendo intatto l'attuale modello economico. Recuperando quindi il peggio del Medioevo, l'autoritarismo religioso, ma non il meglio, vale a dire una società basata non sulla competizione economica ma sulla cooperazione dove ogni uomo aveva un suo posto e un suo ruolo, per quanto modesto, nel mondo.

Dio è morto un paio di secoli fa, ucciso dal razionalismo illuminista che ha prodotto l'attuale società, centrata sull'economia e sulla tecnologia, e nessuno lo potrà resuscitare finché questo tipo di società rimarrà egemone.

Il problema non è quindi di porre al centro della nostra esistenza il cadavere di Dio, ma l'uomo in quanto tale, relegando l'economia e la tecnologia ai ruoli marginali che avevano sempre avuto prima che con la Rivoluzione industriale, e l'Illuminismo che l'ha razionalizzata nelle due varianti del liberalismo e del marxismo, perdessimo il senso di noi stessi e della nostra centralità.

Massimo Fini - www.massimofini.it
Fonte:http://www.gazzettino.it/
23.08.05
24/08/2005 22:19
 
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Disilluso
Pera...il peggior presidente del senato che la storia ricordi...










Chi non conosce la storia è costretto a riviverla.
"Contro la stupidità, neanche gli dei possono lottare" (Friedrich von Schiller)
24/08/2005 22:30
 
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Disilluso
pera è mister bean in incognito e ancora nessuno se ne è accorto...




Il movimento è la sottrazione dell'intelligenza all'organizzazione sociale del consenso. Il che la rende più deficiente. Probabilmente anche più cattiva.
L'intelligenza sotratta al sistema di organizzazione sociale è intelligenza libera.
L'intelligenza libera è destinata al nihilismo.
ADDIO, SBANCOR

Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico c'è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.

Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono più a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti.In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono:saranno loro stessi a privarsene volentieri...Se un individuo abile e ambizioso riesce ad impradonirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chiede al suo governo il solo mantenimento dell'ordineè già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.

Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando le leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo.
Alexis de Tocqueville. "La democrazia in America", 1840

Regole per un Paese Semplice
1.eliminare i dubbi. Il Paese Semplice è un paese a priori.
2.ridurre il mondo a verità necessarie. X è sempre uguale a X. Il Paese Semplice ammette solo identità.
3.eliminare le minoranze. Nel Paese Semplice democrazia fa rima con maggioranza.
4.eliminare l'informazione. Il Paese Semplice ammette solo tautologie

OMNIA SUNT COMMUNIA!
25/08/2005 00:10
 
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Gran bell'articolo. Sono d'accordo praticamente su tutto con l'autore.
Non si può imporre dogmi e filosofie di pensiero senza che ci siano più le basi su cui quelle filosofie si basavano.





"E' utile conservare tutto ciò che non è necessario distruggere."

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