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Perchè confessarsi

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2006 05:12
06/05/2005 12:54
 
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CONFESSARSI

Perché, come?



Perché confessarsi?

È giusto trascurare il sacramento della Penitenza o della Riconciliazione, soltanto perché si incontrano difficoltà o si sono avute al riguardo esperienze ritenute deludenti?

È sufficiente accontentarsi di una celebrazione solo «meccanica», quasi rassegnata e triste?

Cosa dire di una confessione pensata o vissuta nel segno della paura, dell'ansietà, o semplicemente del proprio orgoglio ferito?

Le difficoltà, gli interrogativi e i problemi nei confronti della confessione possono essere certo più numerosi e più personali di quelli accennati...

Ma se le ragioni per celebrare il sacramento della Riconciliazione fossero molto più forti e serie delle difficoltà esistenti?

Forse non abbiamo ancora scoperto sufficientemente il significato e il dono di questo sacramento: la gioia del perdono; la coscienza della nostra dignità; la chiamata a convertirci e a crescere; la restituzione inimmaginabile della novità battesimale; una luce e una forza nuova per amare e per vivere, come frutto della Pasqua del Signore nella nostra vita; un impegno concreto per modificare i rapporti reciproci in seno alla chiesa e alla società, nel segno di una nuova fraternità, di una maggiore giustizia, di una pace più condivisa...

È necessario allora cambiare il nostro atteggiamento nei confronti di questo sacramento, rimetterci in cammino con disponibilità e fiducia, per riscoprire e fare nostra questa ricca esperienza di fede e di vita cristiana.

Queste pagine ti sono offerte nella speranza che possano esserti di aiuto: un piccolo richiamo al dono grande che ti viene fatto.



Lasciati riconciliare!

Esci dalla tua sufficienza!

Cerca dentro di te e, nella radice del tuo essere, potrai avvertire una chiamata a cambiare qualcosa nella tua vita, a convertire in meglio la realtà, a crescere e a realizzarti secondo il progetto di Dio.

Esci dalle tue paure e dai tuoi scoraggiamenti!

Dio si prende cura di te, ti cambia il cuore e in Cristo, suo Figlio, ti assicura la vittoria sul male e sul peccato.

Non pensare alla conversione cristiana e alla celebrazione del sacramento della Penitenza o Riconciliazione solo in negativo, come semplice remissione dei peccati e sforzo di non più peccare...

Riconosci la presenza di un Dio che non cessa di amarti.

Dio ti viene incontro per primo e ti accoglie, ti comunica la vita nuova del suo Figlio Gesù.

Lasciati cercare e perdonare!

Lasciati liberare da tutto ciò che può condizionare la tua libertà; lasciati trasformare e convertire...

Allora potrai scoprire la Riconciliazione come il dono da te sempre atteso e desiderato.

Allora potrai gustare e costruire veramente la pace.


Convertitevi e credete al Vangelo
Il cristiano deve sentire come particolarmente rivolte a sé le paro­le: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15).

Il peccato e la debolezza davanti alle tentazioni devono convin­cerlo di non essere sufficientemente convertito e fargli sentire il bisogno di riprendere il cammino di una rinnovata penitenza. La conversione, del resto, è impegno di tutta la vita. Tanto più che è sostenuta da una Parola che rassicura e infonde la più grande fiducia. Se grande è il nostro peccato, ancora più grande è la misericor­dia del nostro Dio. Nel Cristo, Dio ha rappacificato il mondo con sé e, grazia ancora più grande, ha affidato agli uomini il ministero della riconciliazione. (dal Catechismo degli adulti)



Riconoscersi peccatori
Chi si ritiene giusto e pensa che «peccatori» siano solo «gli altri» non può sentirsi toccato dall'annuncio di Gesù e dal suo invito a convertirsi. Il mondo non è diviso in quelli che peccano e quelli che non peccano, ma in coloro che si lasciano perdonare (credono nell'amore) e coloro che non si lasciano perdonare (non credono nell'amore).
Dobbiamo sentirci bisognosi di perdono dobbiamo cercarlo, desiderarlo, esserne felici. Continuamente anche a noi si ripropone la scelta tra l'atteggiamento del pubblicano e dei fariseo (leggi Lc 18,9-14). Per tutti è importante guardarsi dentro e attorno, e individuare quali situazioni di peccato dobbiamo superare per essere fedeli al progetto e all'amicizia del Signore.

Nonostante la presenza del male e del peccato, possiamo rischiare di non considerarlo nella sua vera portata e subire magari una mentalità che dà poco peso e sottovaluta la realtà del peccato:

- con il negarlo, con il ridurlo a processi più o meno inconsci,

- con l'inclinazione assai diffusa di sentirsi più «vittime» di situazioni che responsabili.

Il peccato nella Bibbia è ricondotto
- o all'atteggiamento di chi non crede all'amore e al perdono di Dio

- oppure alla pretesa di autosufficienza: l'idolatria di sé nelle sue diverse forme.



Convertirsi significa «volgersi verso» Dio,

che è la nostra salvezza; significa cambiare la nostra vita, secondo le scelte di Cristo per la realizzazione del suo progetto d'amore. Conversione è una profonda verifica di noi stessi e della direzione che ha assunto la nostra vita. Richiede un cambio di direzione: un passaggio da una fede-vocazione vissuta stancamente, a una fede-vocazione vissuta attivamente, come risposta al dono di Dio e all'azione dello Spirito nella nostra vita.



Confesso di credere
La confessione non è un lusso, ma una necessità; non è per merito, ma per dono: la Riconciliazione è dono che viene a noi dalla Pasqua di Cristo.

La sera della Pasqua Gesù ha trasmesso agli apostoli il suo stesso potere di rimettere i peccati: «Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi... Ricevete lo Spirito santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi (Gv 20,21-23).

A ciascuno, in tal modo, dopo il peccato viene offerta la possibilità di ritrovarsi in Dio ancora figlio e amico, e con i fratelli in rinnovata comunione di vita.

Nella chiesa e mediante la chiesa, Cristo continua a salvare l'uomo e ad accoglierlo ancora una volta nel suo mistero di morte e di risurrezione.

La chiesa esercita in primo luogo questa potenza santificante con l'annunzio della Parola e l'invito alla conversione.

II Battesimo fa dell'intera esistenza un evento continuo di morte e di risurrezione.

L'Eucaristia rende presente e attuale il sacrificio di Cristo per la remissione dei peccati.

Ma è nella Riconciliazione che appare con singolare evidenza la misericordia redentiva di Dio. In questo sacramento lo Spirito santo, mediante la chiesa, assume la volontà di conversione manifestata dal singolo penitente e la fa incontrare con la volontà divina di rimettere i peccati.

II sacramento inoltre aiuta il credente a distaccarsi più decisamente dal male, a sintonizzarsi con la volontà di Dio, a desiderare di fare nuovamente comunione.

(dal Catechismo degli adulti)

Non dubitare
S. Ambrogio, nel commento al vangelo di Luca, ci invita a una fiducia sempre nuova e a un atteggiamento festoso: «Non temiamo se abbiamo dissipato in piaceri terreni il patrimonio di dignità spirituale che abbiamo ricevuto. Poiché il Padre ha dato al Figlio il tesoro che aveva, il patrimonio della fede non si esaurisce mai: pure avendo dato tutto, perché non ha perduto ciò che ha donato.

E non dubitare che egli ti riaccolga: Dio infatti non gioisce per la perdita dei viventi (Sap 1,13); ecco che egli ti viene incontro, si china al tuo collo - infatti "il Signore rialza chi è caduto" (Sal 145,8) - ti dà un bacio che è un pegno di tenerezza e di amore, ordina che ti si porti veste, anello, calzature. Mentre tu temi ancora un rimprovero, ecco che egli ti restituisce la tua dignità; tu temi il supplizio ed egli ti dà un bacio; temi un richiamo ed egli prepara un banchetto festoso per te» (S. Ambrogio, in Lucam 15).

«Paziente e misericordioso è il Signore...

Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature... II Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto...

II Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero».

(dal Salmo 144)

«Qualunque cosa succeda, osa ricominciare sempre.

Se arrivassi ad accusare tutto quel che c'è in te, i tuoi giorni e le tue notti non basterebbero. C'è di meglio da vivere: nell'istante, celebra con Dio il perdono, malgrado le resistenze a crederti perdonato, e da Dio e dagli altri...».

(da «Itinerario di Temuco» della comunità di Taizé)



Ministri di riconciliazione
Non è vero che sia soltanto il prete ad assolvere il penitente... È chiarissimo s. Agostino: «Oso dire che il potere di assolvere lo abbiamo ricevuto tutti noi. Noi leghiamo e sciogliamo (il peccato­re dai suoi peccati). E anche voi legate e sciogliete. Chi è legato e separato dalla vostra comunità, è legato da voi. Quando però si riconcilia, è sciolto grazie a voi, perché voi pregate per lui». Cosa sta a farci allora il prete di mezzo? Egli è solo il rappresen­tante della chiesa, colui che stende le mani assolutrici al tempo stesso in nome di Gesù e in nome di tutti i credenti. II celebrante «fa memoria di Gesù, lo imita, lo rappresenta, lo chiama presen­te: e allora non sai dove sia Cristo a operare e fin dove lo sia il fratello, tanto è stretta la loro comunione». Ma fa memoria anche della chiesa, tant'è vero che non può assolvere per sua privata iniziativa. Ha - a tale scopo - una regolare investitura da parte dell'autorità ecclesiastica; senza di che non rappresenterebbe più nessuno. L'intero mistero cristiano dunque si dà convegno sul capo del pe­nitente. Pretendere di essere assolti da Gesù e non dalla chiesa, significa pretendere da Gesù un divorzio che gli è impossibile. Senza gli uomini, Dio non salva gli uomini.

(Da È ancora possibile confessarsi?, EDB, p. 28)



Confesso di sperare
Prima che confessione dei nostri peccati, prima che colloquio con il sacerdote confessore, il sacramento della Riconciliazione è incontro con Dio, nostro Padre.

Prima che guardare a noi stessi, è guardare a lui, alla sua fedeltà e alla sua misericordia; è confessare l'amore di Dio, la sua potenza miracolosa di restituirci tutta la nostra dignità. Perché e come confessare, allora, i nostri peccati?

- Confessiamo i peccati nella fede,

per confessare l'amore e la bontà senza confini di Dio nostro Padre;

- Confessiamo i peccati per manifestare

la distanza che essi scavano nell'amicizia con Dio e con i fratelli; distanza che Dio con il suo amore annulla senza soste;

- Confessiamo i peccati per annunciare

a tutti che, nonostante i limiti e la presenza del male, il peccato e la schiavitù e la morte sono già vinti alla radice nella risurrezione e nella salvezza di Cristo, di cui il sacramento ci rende partecipi;

- Confessiamo i peccati per manifestare

che non ci può essere una vita o una situazione disperata e fallita che Dio, con il suo amore, non possa o non voglia recuperare;

- Confessiamo i peccati per celebrare

(con il nostro impegno e con quello della comunità cristiana, a cui è stato affidato dal Signore risorto questo sacramento), la speranza, la gioia, la pace, la riconciliazione che Dio è venuto e viene a portare per tutti gli uomini.



Come confessarsi?
«Le parti essenziali del sacramento sono: la contrizione, la confessione, la soddisfazione e l'assoluzione. Esse non vanno considerate come atti isolati, ma come altrettante tappe di un processo penitenziale unitario il cui culmine è il ritorno alla gioia dell'amicizia con Dio e con i fratelli.

(cf. CEI, Evangelizzazione e penitenza, 1974)



Da soli o in una assemblea liturgica, siamo invitati a compiere gli stessi atti e percorrere le stesse tappe in un cammino di fede:

1. Accogliere la parola di Dio

2. Esaminare la propria coscienza alla luce di questa Parola

3. Manifestare le nostre colpe e domandare perdono

4. Ricevere l'assoluzione dei nostri peccati dal sacerdote confessore

5. Ringraziare il Signore per il suo perdono

6. Assumere un concreto impegno di riconciliazione (la penitenza imposta dal confessore).



1. Accogliere la Parola

Lampada per i miei passi è la tua parola
Ogni peccato è un rifiuto dell'amore di Dio.

Per prendere più pienamente coscienza della presenza del peccato nella nostra vita, ascoltiamo o leggiamo qualche brano della Bibbia: lasciamo risuonare nel nostro cuore le chiamate di Dio che ci ama. È infatti la parola di Dio che ci aiuta a conoscere i nostri peccati, ci chiama a conver­sione e ci infonde fiducia nella misericordia di Dio.



Le dieci parole di libertà
lo sono il Signore, tuo Dio.

1. Non avrai altro Dio di fronte a me.

2. Non pronunziare invano il nome del Signore tuo Dio.

3. Ricordati di santificare le feste.

4. Onora tuo padre e tua madre.

5. Non uccidere.

6. Non commettere atti impuri.

7. Non rubare.

8. Non pronunziare falsa testimonianza.

9. Non desiderare la donna d'altri.

10. Non desiderare la roba d'altri.



Giovanni 13,34-35
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato,

così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.

Matteo 6,14-15
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Luca 15,1-7
(leggi anche Luca 15,11-32) Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione».

Colossesi 1,12-14
Ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.

Matteo 5,3-12
Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.



2. Esaminare la propria coscienza

Come fare l'esame di coscienza? Molti si trovano in difficoltà. Ecco, qui di seguito uno schema che ci può essere di aiuto.

I. II Signore dice:

«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore».

- La mia vita è davvero orientata a Dio? Lo amo veramente come figlio? Lo dimostro osservando fedelmente i suoi comandamenti?

- Mi lascio assorbire eccessivamente dalle cose (denaro, lavoro...)?

- Considero la fede come un dono prezioso e mi impegno a crescere in essa?

- Mi sforzo di conoscere meglio l'insegnamento della chiesa?

- Professo con coraggio e in ogni ambiente la mia fede cristiana?

- Prego al mattino e alla sera? Mi sforzo di dialogare con Dio?

- Ho rispetto e amore per il nome di Dio, della Vergine?

- Partecipo alla messa ogni domenica e nelle feste?

II. II Signore dice:

«Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi».

- Gli altri sono per me «il mio prossimo» secondo il vangelo?

- In famiglia (come coniuge, genitore, figlio) contribuisco con amore e con pazienza al bene e alla gioia degli altri?

- So condividere, senza egoismo, quanto ho? aiuto i più poveri e difendo i diritti e la dignità degli oppressi?

- Mi impegno per il bene della comunità umana (città, servizio nel quartiere e strutture di partecipazione, moralità, mondo del lavoro, pace, doveri fiscali...)?

- Come lavoratore o datore di lavoro sono giusto, onesto, impegnato per il bene comune?

- Ho svolto i miei compiti con responsabilità e con senso di servizio?

- Ho amato sempre la sincerità e la verità, oppure ho arrecato del male agli altri con calunnie, critiche ingiuste e giudizi temerari?

- Ho rispettato la vita degli altri in tutte le sue forme? - Ho rubato o danneggiato gli altri?

- Se ho ricevuto torti ho saputo perdonare?

III. Cristo Signore dice:

«Siate perfetti come il Padre».

- Qual è l'orientamento fondamentale della mia vita (la speranza della vita eterna, l'ascolto della parola di Dio, la preghiera e la frequenza ai sacramenti, lo stile di vita, il rispetto e l'amore verso gli altri...)?

- Che uso ho fatto del tempo, delle forze, dei diversi doni ricevuti da Dio?

- Ho sopportato con pazienza e senza arrendermi le sofferenze e le prove della vita? Osservo la legge del digiuno e dell'astinenza, cogliendone il vero significato?

- Ho conservato puro e casto il mio corpo, i pensieri?

Ho dato scandalo con i miei comportamenti, il mio modo di parlare?

- Ho agito contro coscienza, per paura o per ipocrisia?

- Ho cercato di comportarmi sempre da figlio di Dio, nella vera libertà che lo Spirito santo mi dona?...



3. Domandare perdono

Riportiamo alcune preghiere desunte dai salmi e dalla litur­gia per aiutare l'espressione dei nostri sentimenti. Si possono usare durante la celebrazione del rito ma an­che come preparazione al rito stesso.

Pietà di me, Signore, nella tua bontà,

nella tua grande tenerezza, cancella il mio peccato... II mio peccato, infatti, io lo conosco; la mia colpa mi sta dinanzi continuamente. Contro te, te solo, ho peccato, ciò che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto... O Dio, crea per me un cuore puro, rinnova in me uno spirito fermo, non cacciarmi lontano dal tuo volto, non ritirare da me il tuo Spirito santo. (Salmo 51,3-14)

Dal profondo grido a te, o Signore, ascolta la mia voce! Le tue orecchie siano attente alla voce della mia preghiera. Se tu guardi le colpe, o Signore, chi resisterà? Ma presso di te è il perdono, io ti temo e spero. Salmo 130,1-4

Riconosciamo il tuo amore di Padre quando pieghi la durezza dell'uomo, e in un mondo lacerato da lotte e discordie, lo rendi disponibile alla riconciliazione. Con la forza dello Spirito tu agisci nell'intimo dei cuori, perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli si incontrino nella concordia. Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l'amore vince l'odio e la vendetta è disarmata dal perdono». (dalla Preghiera eucaristica della riconciliazione II)

«Noi ti benediciamo, Dio onnipotente, Signore del cielo e della terra, per Gesù Cristo tuo Figlio venuto nel tuo nome: egli è la mano che tendi ai peccatori, la parola che ci salva, la via che ci guida alla pace. Tutti ci siamo allontanati da te, ma tu stesso, o Dio nostro Padre, ti sei fatto vicino ad ogni uomo; con il sacrificio del tuo Cristo, consegnato alla morte per noi, ci riconduci al tuo amore, perché anche noi ci doniamo ai nostri fratelli». (dalla Preghiera eucaristica della riconciliazione II)



4. L'assoluzione dei peccati

La festa del perdono
La parabola che leggiamo nel vangelo secondo Luca (Lc 15,11-32), conosciuta come «la parabola del figliol prodi­go» (ma, forse, sarebbe meglio chiamarla «la parabola del padre prodigo di misericordia»), è una parabola per legge­re la nostra vita oggi: per riscoprirne il senso e il valore au­tentico. per prendere coscienza delle possibilità concrete e impensate che Dio ci offre per realizzarla.

Un uomo aveva due figli...

«Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al Padre: «Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta». L'uomo - ogni uomo - è questo figliol prodigo: ammaliato dalla tentazione di separarsi dal Padre per vivere indipendentemente la propria esistenza; caduto nella tentazione; deluso dal nulla che, come miraggio, lo aveva affascinato; solo, disonorato, sfruttato allorché cerca di costruirsi un mondo tutto per sé; travagliato, anche nel fondo della propria miseria, dal desiderio di tornare alla comunione col Padre. Come il padre della parabola, Dio spia il ritorno del figlio, lo abbraccia al suo arrivo e imbandisce la tavola per il banchetto del nuovo incontro, col quale si festeggia la riconciliazione.

Ciò che più spicca nella parabola è l'accoglienza festosa e amorosa del padre al figlio che ritorna: segno della misericordia di Dio, sempre pronto al perdono. Diciamolo subito: la riconciliazione è principalmente un dono del Padre celeste.

(da Reconciliatio et paenitentia, 5)



Ci sarà più gioia
«Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione» (vangelo di Luca, c. 15,7).



Rito della penitenza
Durante una celebrazione comunitaria del sacramento del­la penitenza ci presentiamo al sacerdote confessore e gli diaciamo solamente i nostri peccati e riceviamo personal­mente l'assoluzione. In una celebrazione individuale del sa­cramento della penitenza è opportuno, invece, soprattutto se il sacerdote confessore non ci conosce, ambientare la nostra confessione nel periodo e nelle situazioni che con­cretamente stiamo vivendo.



Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Il sacerdote si rivolge al penueme con queste parole o altre simili: II Signore, che illumina con la fede i nostri cuori, ti dia una vera conoscenza dei tuoi peccati e della sua misericordia. Amen.

Il sacerdote, ricorda al peniteme qualche testo della sacra scrittura, in cui si parla della misericordia di Dio e viene rivolto all'uorno l'invito a convertirsi.

II penitente confessa i propri peccati; ascolta le parole del sacerdote; ac­cetta l'esercizio penitenziale che gli viene proposto e, invitato dal sacerdo­te, manifesta la sua contrizione recitando l'atto di dolore o qualche altra formula simile, per esempio:

1° formula

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore del miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di sfuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

2° formula

Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre. Non ricordare i miei peccati: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. Sal 24,6-7

3° formula

Lavami, Signore, da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Sal 50,4-5

4° formula

Padre, ho peccato contro di te, non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Abbi pietà di me peccatore. Lc 15,18; 18,13

Il sacerdote stese le mani sul capo del penitente, dice: Dio, Padre di misericordia,

che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.

Dopo l'assoluzione il sacerdote prosegue: Lodiamo il Signore perché è buono. Eterna è la sua misericordia.

Quindi il sacerdote congeda il penitente riconciliato, dicendo: II Signore ha perdonato i tuoi peccati. Va' in pace.


II ringraziamento
Per manifestare il nostro pentimento e il nostro desiderio di riparare il disordine che in qualche modo i nostri peccati han­no provocato nel progetto di Dio, riceviamo dal sacerdote confessore una penitenza». Può darsi si tratti di qualche atteggiamento da esprimere con la preghiera o di qualche impegno da realizzare nelle situazioni concrete di vita.

In ogni modo, prima di lasciare la chiesa, sarà bene racco­gliersi un momento e cercare di comprendere ancora me­glio cosa il Signore desideri da noi. Preghiamo perché ci renda più disponibili al suo progetto di vita e per chiedere il suo aiuto. Ma soprattutto apriamo il nostro cuore al rin­graziamento e alla lode.

Con gioia diciamo il nostro grazie a Dio per il perdono rice­vuto: ancora una volta ci ha fatto sperimentare la sua mi­sericordia, la sua bontà, il suo amore di Padre.



Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Noi siamo dei calcolatori, giudichiamo, condanniamo,

pretendiamo di aver sempre l'ultima parola, noi contiamo le offese e prepariamo le rivincite, mentre tu, Signore, perdoni, tu dai fiducia, tu fondi il tuo rapporto con noi sull'amore disinteressato e sulla libertà. Tu che con gioia accogli il figlio prodigo, tu che abbandoni tutto per cercare la pecorella smarrita, tu che prendi a cuore l'operaio dell'undicesima ora, in un fantastico atteggiamento di fede, di speranza e di carità, Dio di bontà e di amore, di gioia e di gratuità, rendici riflesso della tua misericordia.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Aiutaci, Signore, a stabilire la pace in noi stessi non come un armistizio o un compromesso, ma come una conquista e una vittoria sulle nostre debolezze e le nostre contraddizioni. Riconciliati con noi stessi, andremo con gli altri e ci batteremo con tutte le nostre forze contro i privilegi, l'oppressione, il disordine riconosciuto, perché non ci può essere pace senza giustizia. Non ci può essere pace senz'amore, senza il riconoscimento e il rispetto dell'altro: persona, classe sociale, popolo o razza. Liberati da ogni risentimento, incapaci di offendere, fa' di noi, Signore, portatori di riconciliazione.

Insegnaci, Signore, a vivere secondo le beatitudini.

Insegnaci, Signore, a vivere secondo le beatitudini, progetto di vita e di verità.

Insegnaci a distinguere, per mezzo di esse, l'essenziale dall'accessorio, l'eterno dal temporaneo, il provvisorio dal secondario.

Liberaci da ogni paura: la paura di essere irriso, la paura di perdere un privilegio,

la paura di sbagliare, la paura di soffrire.

Fa' che ci affidiamo totalmente alle beatitudini e così possiamo entrare nel tuo regno,

il regno dell'amore. Amen.



Le cinque vie per la remissione dei peccati
In una citatissima predica sulla conversione, s. Giovanni Crisosto­mo elenca le cinque vie per la remissione dei peccati: ed è straor­dinario che tra queste non citi il sacramento, non perché lo neghi, ma perché gli importa di più elencare le competenze del laico nel­la sua laicissima vita. Per il grande maestro, la prima via è la ca­pacità «profetica» di giudicare rettamente il bene e il male, e la conseguente condanna del peccato. La seconda è l'arte di ricon­ciliarsi con il prossimo mediante il perdono, la tolleranza, la sop­portazione. La terza è l'intercessione della preghiera. La quarta è tutta nelle opere di carità: elemosina, beninteso; ma anche soc­corso e aiuto, amicizia e solidarietà, tutto quello che comporta ef­fettiva comunione riconciliata. E la quinta, è l'umile accettazione dei propri limiti e dei limiti altrui, senza le smanie di chi rifiuta di fare i conti con la fatica di crescere nella pace.

Nessuno di questi mezzi è clericale, eppure tutti sono parti inte­granti della penitenza, sono materia vera del sacramento. Quando un cristiano li mette in opera, si fa, a suo modo, sacerdo­te e riparatore del peccato, con la forza di Cristo che lo anima. (Da È ancora possibile confessarsi?, EDB, p. 30)


Forum dedicato a Gesù Cristo:

http://www.freeforumzone.com/viewforum.aspx?f=66309

06/05/2005 12:55
 
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FRA LE TUE BRACCIA

Piccola guida pratica pr la confessione


LA CONFESSIONE
Il Sacramento della Penitenza, o Riconciliazione, è comunemente chiamato Confessione.

È il Sacramento della Misericordia di Dio, è la Festa del peccatore pentito. Il protagonista nella confessione non è il nostro peccato ma è il Signore che ha promesso perdonando di darci un cuore nuovo.

Noi presentiamo il pentimento e il proposito e Lui ci dona il perdono e l'aiuto per cambiare in meglio la vita.



LASCIATEVI RICONCILIARE CON DIO
"E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato". (Gv 6,39)

"Tutto quello che legherete sulla terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto anche in cielo". (Mt 18,18)

"Vi supplichiamo in nome di Cristo lasciatevi riconciliare con Dio". (2 Cor 5,20)



LA COSA PIU’ IMPORTANTE
• non sono i peccati,

• non è l'accusa dettagliata delle tue colpe,

• non è il confessore,



ma la cosa più importante è:



CHE TI INCONTRI CON GESÙ E TI PENTA DI QUANTO SPEZZA L'AMICIZIA CON LUI

• Lui ti aspetta sempre.

• Lui ti ama sempre, ti ama gratuitamente, ti ama senza condizioni.

• Lui ti perdona sempre, ti perdona gratuitamente, ti perdona senza condizioni.

• Tu lasciati amare, lasciati perdonare, lasciati "rifare".



non annullre



la grazia e il valore di questo incontro d'amore e di misericordia con una confessione

• senza preparazione attenta,

• senza dolore sincero,

• senza sincerità aperta e fiduciosa,

• senza proposito serio,

• senza impegno di conversione



in concreto



• Togli le maschere: esamina la tua situazione di fronte al male, senza scoraggiarti.

• Hai dimenticato, o, di proposito, hai taciuto dei peccati gravi nelle confessioni passate?

• Precisa a te stesso il tuo male: vai diritto a ciò che è disordine, individua il "cruccio" più grosso che imbroglia la coscienza.

• Affidati a Gesù: con una confessione sincera e chiara al sacerdote come faresti con Gesù.

• La confessione truccata non serve a niente e aggrava solo la tua responsabilità morale.

• Prendi un solo impegno: concreto, preciso, fattibile, alla tua portata.

• Pregaci sopra: da solo farai poca strada!



la parola dl Dio



può aiutarti a prepararti meglio con questi tre stupendi brani di Vangelo:

II testo delle Beatitudini: Matteo 5,3-10.

II testo sull'amore di Dio e del prossimo: Marco 12,29.

Le parabole della misericordia: Luca 15.



Accogli la Parola:



Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate a vicenda; amatevi l'un l'altro come io ho amato voi.

Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni verso gli altri. (Gv 13,34)

Non giudicate per non essere giudicati, perché secondo il giudizio col quale giudicate, sarete giudicati. (Mt 7,1)

Se voi non perdonerete agli uomini, nemmeno il Padre vostro vi perdonerà i vostri peccati. (Mt 6,15)

Come fare l'esame di coscienza? Molti si trovano in difficoltà.

Ecco, qui di seguito, uno schema che può esserti di aiuto. Ti sembrerà, forse, fin troppo particolareggiato.

Non scoraggiarti!

Vorrebbe solo essere un aiuto pratico e concreto... se pensi ti possa servire!

Invoca soprattutto, con fiducia, lo Spirito Santo!


1. I TUOI RAPPORETI CON DIO



"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore" dice Gesù (Matteo 22,37).

Senza la fede, impossibile essere graditi a Dio (Ebrei 11,6).

• Vivo la mia fede come chiamata di Dio, un cammino di amore mai con­cluso?

• Sono convinto che la mia fede ha bisogno di essere nutrita per poter di­ventare sempre più ferma, cosciente e matura?

• Bibbia e Catechismo della Chiesa Cattolica sono il nutrimento della mia fede?

• La mia fede è rimasta alle pratiche religiose di quando ero bambino?

• Ho invocato il Signore nel momento del dolore, della prova, della ten­tazione?

• Accetto la volontà di Dio anche quando passa attraverso "la croce", le sofferenze, la malattia, la morte?

• Sento che devo essere testimone libero e maturo della mia fede?



I primi cristiani erano assidui nell'ascoltare gli insegnamenti degli Apo­stoli, nella frazione del pane e nelle preghiere (Atti 2,42).

• Sono andato a Messa tutte le domeniche e nelle grandi festività? Vi ho partecipato con attenzione?

• Ho ricevuto la S. Comunione in grazia di Dio? Sono stato cosciente di quello che ricevevo?



Pregate incessantemente (Efesini 6,18).

• Ho pregato almeno mattino e sera?

• La mia preghiera è stata un colloquio vero, cuore a cuore con Dio, o è stata solo un distratto elenco di parole, una vuota pratica esteriore?

• Dedico ogni giorno un po' di tempo (10-15 minuti) a Dio, oppure me la sbrigo in fretta, magari quando sono già a letto?

• Prego soltanto quando ne ho bisogno o so pregare anche quando non ci provo alcun gusto o non ne sento la necessità?

• Ho imparato a ringraziare Dio nella mia preghiera?



Non pronunciate invano il nome del Signore (Esodo 20,7).

• Ho bestemmiato il nome di Dio, della Madonna, dei Santi?

• Ho nominato invano il nome di Dio o della Madonna?



Nessuno eserciti la magia o consulti indovini (Deuteronomio 18,10-12).

• Sono superstizioso?

• Credo ad astrologia e oroscopi?

• Credo a fatture, malocchio, lettura delle carte, amuleti, talismani, ener­gie e fluidi, parole magiche, mantra, voci e messaggi, malefici e por­tafortuna vari?

• Sono ricorso a maghi, indovini, cartomanti, occultisti, medium, sensitive?

• Ho partecipato a sedute di spiritismo, scrittura automatica, iniziazioni e patti, riti per presunti contatti con i defunti, ecc.?

• Sono attento a non lasciarmi coinvolgere nelle diverse "sette" o "nuo­vi movimenti religiosi" come New Age, i Testimoni di Geova, Sciento­logy, Sai Baba, Moon, ecc.?



2. I TUOI RAPPORTI CON IL PROSSIMO



Amatevi come io vi ho amati (Giovanni 13,34).

• Sono capace di affetto, di fiducia, di amore, di gentilezza, di compren­sione, di fedeltà? (e la fedeltà non è solo non tradire: è dedicare la pro­pria vita, è il dono di sé!)...

• Nei bisticci di famiglia ho fatto sempre la pace? Ho saputo chiedere scusa?

• Mi dedico ai figli? Li rispetto, li lascio crescere, favorisco la loro presa di responsabilità, dialogo con loro, cerco di capirli? Ho dato loro il buon esempio?

• Sono stato nervoso, ho perso la pazienza usando parole e modi offen­sivi con il coniuge o con i figli?

• Nell'uso del matrimonio ho rispettato e osservato la legge morale?

• A riguardo della paternità responsabile, sono stato egoista nel decide­re di limitare il numero dei figli?

• Qualunque sia stata la motivazione all'origine della decisione, l'aborto voluto e procurato è un grave delitto contro la vita. L'ho commesso o anche solo consigliato?

• So che vi è una scomunica al riguardo?

• So accettare, ascoltare, rispettare e amare gli anziani? Accolgo il loro dono? Come tratto gli ammalati in famiglia?

• Sono stato obbediente ai miei genitori? Li ho rispettati? Li ho aiutati?



Chi non vuol lavorare neppure mangi (2 Tessalonicesi 3,10).

• Sul lavoro o nello studio sono stato pigro? Ho mancato di professionalità?

• Ho sprecato e perso il mio tempo? Sono stato sleale e arrivista?



Versa sangue chi rifiuta il salario all'operaio (Siracide 34,22).

• Sono stato giusto e onesto nel mio lavoro e nella mia professione?

• Ho pagato giustamente i miei dipendenti?

• Ho trattato con rispetto i colleghi di lavoro?

• Ho preteso bustarelle o raccomandazioni?



Beati i puri di cuore (Matteo 5,8).

• Che uso faccio della mia sessualità?

• Credo che con la grazia di Dio, posso vivere puro e casto?

• Sono puro nei miei legami affettivi e nelle amicizie?

• Ho coltivato pensieri o desideri impuri?

• Ho commesso atti impuri da solo o con altri dimenticando che il mio corpo è Tempio dello Spirito Santo?

• Mi sono permesso letture, discorsi, spettacoli, divertimenti cattivi?

• Come uso la televisione? Internet?

• Se sono fidanzato, so che i rapporti prematrimoniali bloccano la cre­scita di un vero amore e sono offensivi della legge di Dio? Che cosa fac­cio per crescere nell'amore profondo?

• Difendo la sessualità da tutte le proposte aberranti che vengono diffu­se quasi fossero naturali?

• Su tutto questo mi so confessare con sincerità, senza false paure o non ho mai detto nulla?



Chi odia il proprio fratello è omicida (1 Giovanni 3,15).

• Mi sono lasciato sopraffare dall'ira?

• Ho sempre perdonato le offese e i torti ricevuti anche se non potrò mai dimenticare?

• Mi sono vendicato per un torto subito?

• Ho avuto sentimenti di odio, invidia, gelosia?

• Ho coltivato antipatie e risentimenti?

• Ho pronunciato insulti, parole offensive, volgari?

• Sono stato violento, autoritario, prepotente, collerico?

• Sono stato scontroso, maleducato, aggressivo?

• Voglio sempre aver ragione io, sono testardo e cocciuto nelle mie idee?

• Sono razzista nei giudizi, nel mio modo di trattare?

• Ho guidato con spericolatezza?

• Ho rispettato le norme stradali per non essere di grave pericolo al mio prossimo?



Non mentitevi gli uni gli altri (Colossesi 3,9).

Non giudicate, non condannate (Luca 7,37).

• Ho detto bugie? Ho giurato il falso?

• Ho calunniato il mio prossimo dicendo il falso?

• Ho mormorato, detto male degli altri, parlato dietro le spalle?

• Mi sono perso in pettegolezzi, chiacchiere inutili?

• Ho giudicato, criticato, condannato gli altri?



3. I TUOI RAPPORTI CON LE COSE



«Dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore», dice Gesù (Luca 12,34).

L'attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali (1 Timoteo 6,10).

• Sono troppo attaccato alle cose, ai soldi, alle como­dità?

• Ho sprecato denaro in lus­so esagerato, vestiti, cose inutili e sfacciate?

• Ho aiutato i poveri, i malati, i deboli, i bisognosi?

• Che cosa ho fatto per le ne­cessità della Chiesa, le grandi sofferenze del mon­do?

• Sono vittima del gioco?

• Ho rubato? Ho restituito quanto ho sottratto e ho ri­parato i danni arrecati?

• Ho frodato nel pagare le tasse giuste, dovute e pro­porzionate?



La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera (1 Pietro 4,7).

• Ho danneggiato le cose della natura?

• Ho esagerato nel cibo, negli alcolici, nel fumo?

• Faccio uso di droghe di qualsiasi tipo?


Forum dedicato a Gesù Cristo:

http://www.freeforumzone.com/viewforum.aspx?f=66309

06/05/2005 12:56
 
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LA CONFESSIONE

NON DIRE MAI

- Io non mi confesso, perché non ho nulla da dire al Confessore. Io non ho peccati, perché non ammazzo, non rubo e non faccio male a nessuno. La Parola di Dio ci dice: "Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la veri­tà non è in noi. E se diciamo che non abbiamo peccato facciamo di Gesù un bugiardo e la sua parola non è in noi" (1 Gv 1, 8-10).

Padre Pio é stato un grandissimo Santo, che ha portato sul suo corpo per ben 50 anni le stimma­te di Gesù. Ebbene egli si confessava ogni gior­no! Tu pensi forse di essere più santo di lui, dato che non ti confessi mai?...

- Io andare dal prete a fargli sapere i fatti miei? Mai!

Per la salute del corpo tu non riveli al medico le miserie del tuo corpo e quanto c'è di più delica­to? Eppure il tuo corpo diventerà polvere... E perché non vuoi fare altrettanto col medico della tua anima, il Sacerdote che è Ministro di Dio? E qui si tratta della salvezza o della perdizione eterna!

Pensaci...



COS’E’ LA CONFESSIONE?

- É il Sangue di Cristo che lava le anime!

- "La sconfitta più grande che ci ha inflitto Dio è il sacramento della Confessione, perché se un'anima in peccato mortale ci appartiene, con una confessione ben fatta, subito ci viene strap­pata!" (Il Demonio a San Nicola di Flue)

Il Demonio ha terrore della confessione, quindi fa di tutto per non farci confessare o per farci confessare male. Questo è il punto debole del Demonio ed è lì che dobbiamo attaccarlo! Per questo la Madonna ha detto:

"Cari figli, confessatevi spesso e confessatevi bene!"

PER CONFESSARSI BENE
Quando Gesù scese dal monte, un lebbroso gli si prostrò ai piedi dicendo: "Signore, se tu vuoi puoi guarirmi". E Gesù, stesa la mano, lo toccò e disse: "Lo voglio, sii sanato". E subito fu guarito dalla sua lebbra. Poi Gesù disse al mira­colato di presentarsi al sacerdote e di fare l'offer­ta per la sua purificazione, secondo la legge di Mosè (Mt 8, 1-4). La lebbra è figura del peccato. Il lebbroso è il peccatore che ha bisogno di gua­rire. Come Gesù ordinò al lebbroso guarito di presentarsi al sacerdote, così ha stabilito che l'a­nima resti guarita solo se il ministro di Dio, a cui ci presentiamo, perdona i peccati a nome Suo.

É necessario accostarsi alla Santa Confessione, cioè a Dio, con rispetto, con pre­parazione, con umiltà Dio così disse a Mosè presso il roveto ardente: "Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove tu stai, é una terra santa!" (Es 3,5).

l. L'esame di coscienza

Fare l'esame di coscienza significa ricercare diligentemente i peccati commessi dopo l'ultima confessione fatta bene. Questa ricerca deve esse­re fatta evitando ogni fretta e mancanza di atten­zione.

2. Dolore dei peccati

Il dolore dei peccati consiste nel provare grande dolore per le colpe commesse. Il dolore è perfetto se uno sente che ha offeso il Padre che ci ama infinitamente; è imperfetto se nasce dalla paura dei castighi e dell'Inferno. É necessario avere dolore di tutti i peccati, sia di quelli morta­li (detti così perché dànno la morte all'anima) sia di quelli veniali (i peccati meno gravi). Molti cre­dono che il dolore si riduce nella breve e veloce recita dell'atto di dolore. Quanto si sbagliano! Padre Pio piangeva a singhiozzi quando uno non provava dolore nella confessione. E con te fareb­be la stessa cosa?

3. Proponimento di non commetterne più

Il proponimento è la volontà decisa a non fare più peccati. Non basta avere una volontà generica di correggersi, ma bisogna essere dispo­sti ad usare tutti i mezzi per evitare i peccati. San Domenico Savio diceva: "Preferisco morire, anziché commettere un solo peccato!". Siamo obbligati a fuggire le occasioni di peccato perché "chi ama il pericolo, in esso perirà" (Sir 3,25).

4. La confessione dei peccati

Consiste nel dire al sacerdote i peccati com­messi per averne l'assoluzione. Alcuni dicono che si confessano a Dio direttamente, ma sba­gliano perché Gesù non ha mai detto di fare così. Ha dato invece agli Apostoli ed ai loro successo­ri il potere divino di perdonare i peccati dicendo: "A chi voi perdonerete i peccati, saranno perdo­nati: a chi non li perdonerete non saranno perdo­nati" (Gv 20, 21-23).

Chi è in peccato grave non deve ricevere la Santa Comunione senza essersi prima confessa­to, anche se ne prova un grande dolore! É il caso di chi fa la Santa Comunione in peccato grave e poi va a confessarsi. É meglio non fare la Santa Comunione anziché farla in peccato!

É vivamente raccomandata la confessione frequente anche delle colpe quotidiane (peccati veniali) perché ci aiuta a formare una retta coscienza cristiana, a lottare contro le cattive inclinazioni, ad avanzare nella vita spirituale. Chi volutamente nasconde un peccato grave, non fa una buona confessione e se fa la Santa Comunione in peccato, ricordi che: "Chi mangia e beve indegnamente il Corpo e Sangue di Cristo, mangia e beve la propria condanna" (1 Cor 11, 29).

5. La soddisfazione o penitenza

Bisogna fare il possibile per riparare le pro­prie colpe. La semplice giustizia umana lo esige. Non basta essere perdonati in confessione, l'ob­bligo della riparazione dura. Come si fa a ripara­re, ad esempio un peccato di aborto? Qui ci vuole un pentimento ed una riparazione che duri tutta una vita!

Se non ripariamo i peccati commessi in que­sta vita, li sconteremo in Purgatorio. Molti cri­stiani lo sottovalutano. Eppure la Madonna di Fatima, a Lucia che le chiese dove si trovava una sua amica morta, rispose: "Non è con me in Paradiso. É in Purgatorio e ci resterà fino atta fine del mondo!".

Prima della Confessione
Cerca un momento tranquillo: mettiti davan­ti al Crocifisso e prega così:

1. Signore Gesù, che sanavi gli infermi e aprivi gli occhi ai ciechi, tu che assolvesti la donna peccatrice e confermasti Pietro nel tuo amore, perdona tutti i miei peccati, e crea in me un cuore nuovo, perché io possa vivere in perfetta unione con i fratelli e annunziare a tutti la salvezza.

"Vi dico: ci sarà più gioia in cielo per un pecca­tore che si converte, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione" (Le 15,7) Ora alla luce di Dio fà il tuo

Esame di coscienza
2. Da quanto tempo non ti confessi bene? L'ultima volta hai detto tutti i peccati gravi com­messi? - Nelle confessioni passate hai mai nasco­sto volutamente qualche peccato mortale? – Da quanto tempo non ricevi la Comunione? - L'hai fatta sempre bene? - Hai mancato di rispetto al SS. Sacramento accostandoti alla comunione parlando, ridendo, senza preparazione e senza pensare chi stavi per ricevere? - Hai mai profana­to l'Eucarestia commettendo sacrilegio? - Sai vivere con austerità soprattutto nei giorni coman­dati dalla Chiesa? - Fai qualche penitenza il venerdì? - Hai mangiato carne nei venerdi di qua­resima? - Hai fatto digiuno il mercoledi delle ceneri e il venerdì santo?

IO SONO IL SIGNORE TUO DIO: ...

1. "Non avrai altro Dio fuori di me".

Credi in Dio, Padre, Provvidenza e Salvatore tuo e di tutti gli uomini?

La tua vita è orientata a Dio?

Lo ami come Figlio?

L'hai messo al primo posto tra i valori della tua vita?

Credi nel Padre, Figlio, Spirito Santo?

Preghi mattina e sera?

Vivi le virtù cristiane della fede, speranza e cari­tà?

Consideri la fede come un dono prezioso da coltivare?

Ti impegni a crescere nella fede?

Hai avuto e nutrito dubbi sulla tua religione cat­tolica?

Hai letto libri, articoli, riviste contrarie alla tua fede, a Cristo, alla Chiesa?

Cerchi di conoscere, di studiare e farti spiegare la dottrina della tua santa madre Chiesa?

Hai parlato male della religione, del Papa, dei sacerdoti?

Hai allontanato qualcuno dalla pratica religiosa? Hai partecipato a riti satanici?

Hai aderito a sette eretiche o scismatiche?

Ti sei iscritto a società segrete illegali?

Speri nell'amore di Dio oppure ti scoraggi e disperi davanti alle difficoltà della vita, imprecando e ribellandoti?

Adori vera­mente solo Dio, sentendoti perciò libero da ogni forma di superstizione che blocca la libertà di pensare e di vivere?

Sei superstizioso?

Porti addosso amuleti, portafortuna, oggetti scaraman­tici?

Credi davvero all'oroscopo?

Ti sei lascia­to impressionare e hai "scritto e continuato le famigerate "catene" di S. Antonio o di S. Rita o altre simili stupidità?

Sei andato da indovini, o maghi, chiromanti, fattucchiere?

Hai partecipa­to a sedute spiritiche? Hai cercato di evocare e di entrare in contatto con i morti?

Hai aiutato la Chiesa, sovvenendo alle sua opere (Missioni, Lebbrosi, Seminari, Vocazioni, Orfani, ecc.)?

2. "Non nominare il nome di Dio invano".

Hai rispetto e amore per il nome di Dio e della Madonna?

Hai bestemmiato?

Hai detto affermazioni false o eretiche su Dio, quali per esem­pio: "Dio non fa le cose giuste", "Dio è crudele", "Dio è cattivo", "Dio si diverte alle sofferenze degli uomini", "Dio si dimentica dei buoni", ecc.?

Hai raccontato fatti e barzellette blasfe­me?

Usi un linguaggio volgare, turpe, immon­do (= turpiloquio) indegno di un battezzato?

Hai fatto giuramenti senza necessità?

Hai mantenuto i voti e le promesse fatte?

3. "Ricordati di santificare le feste".

Le 24 ore della domenica e dei giorni festivi costitui­scono "il giorno del Signore": le hai rese sante con la preghiera e facendo opere buone, coltivan­do i valori sacri della vita (famiglia, amicizia, cultura, natura, solidarietà, pace, ecc.)?

Ti sei liberato dalla fatica godendo la libertà di figlio di Dio?

Hai partecipato alla Messa, vivendo un'o­ra insieme agli alti credenti?

Alla Messa ti sei distratto, hai chiacchierato, hai disturbato gli altri? Hai commesso peccati mortali di domeni­ca, disonorando il giorno del Signore?

4. "Onora il padre e la madre".

Hai amato, rispettato, ubbidito, aiutato i genitori, secondo le tue possibilità?

Sei stato gentile e disponibile in famiglia?

In casa collabori e condividi la vita con i tuoi?

Crei serenità, comunione, conversa­zione con gli altri o li fai vivere in solitudine e nel silenzio?

Rispetti gli anziani, le donne, i bambi­ni: i superiori, le autorità?

Ubbidisci con lealtà alle leggi dello Stato?

Capisci il valore di parte­cipare alle votazioni pubbliche?

Hai votato secondo coscienza?

Hai mai venduto il tuo voto per interessi privati?

Paghi con giustizia le tasse?

Ti interessi responsabilmente della vita pubblica della tua comunità civile e religiosa, o hai dato "una delega in bianco" ai tuoi rappre­sentanti?

Ti impegni per l'educazione dei figli?

Vegli sulle loro amicizie, giochi, divertimenti, letture?

Ti senti responsabile della scuola che frequentano?

Dai loro esempio di vera vita cri­stiana?

Preghi insieme a loro in famiglia?

5. "Non uccidere".

Consideri la tua vita come un dono di Dio, del quale tu non sei padrone assoluto?

La rispetti con la moderazione nel cibo, nelle bevande, nel fumo?

Ti concedi il giu­sto riposo?

Fuggi l'alcolismo, la droga?

Hai spacciato droga?

Sei prudente nel guidare la macchina?

Hai messo mai in pericolo la tua vita o quella degli altri?

Hai mai tentato il suicidio?

Hai procurato mutilazioni a te o ad altri?

Hai dato scandalo?

Hai curato opportunamente la salute tua e dei tuoi cari?

Ti sforzi di amare gli altri come te stesso?

Hai fatto agli altri quello che vuoi venga fatto a te?

Coltivi sentimenti di odio, rancore, vendetta?

Sei un prepotente nei tuoi modi di parlare o di agire?

Hai invidia o gelosia verso gli altri?

Rispetti e aiuti chi è più debole nella società: malati, portatori di han­dicap, anziani, bambini, poveri? Hai abusato del potere che la tua posizione sociale ti dà?

hai perdonato le offese ricevute?

Hai fatto, procu­rato, consigliato l'aborto, uno dei peccati più gravi al cospetto di Dio e della Chiesa?

Hai ucciso qualcuno?

Hai mai usato violenza?

Sei stato complice in sequestri di persona?

Hai pla­giato ragazzi o giovani rendendoli schiavi della tua volontà?

Hai calunniato?

Hai dato percos­se, fatto ferite, prodotto malattie a qualcuno?

Hai, conservi, usi armi pericolose o offensive?­ Sei iscritto alla camorra?

Da camorrista hai imposto tangenti, ricatti, taglie a persone inno­centi o a commercianti?

Hai rispettato l'am­biente?

Sei stato crudele con gli animali?

Hai imprecato o augurato il male ad altri?

Nell'affermare le tue idee religiose, culturali, politiche o sportive ti lasci andare al fanatismo?

Se sei medico, per colpevole imperizia, leggerez­za o distrazione hai causato morte o danni ai tuoi pazienti?

Hai praticata l'eutanasia? - Pratichi l'aborto?

6. "Non commetter atti impuri".

Sul corpo, sull'amore, sulla sessualità, sulla castità hai una concezione cristiana?

Hai conservato puro e casto il tuo corpo?

Hai commesso atti disone­sti, osceni, immorali? Ti sei abbandonato alla lussuria, all' autoerotismo, a perversioni sessuali, all'omosessualità?

Hai frequentato orge?

Hai avuto delle "avventure"?

Hai dato scandalo con il tuo modo di vestire, di agire, di parlate?

Sei stato occasione di peccato a qualcuno?

Hai sedotto o rovinato qualche persona innocente?

Hai molestato sessualmente colleghe di lavoro?

Hai conservata la tua fedeltà alla fidanzata o fidanzato?

Hai rapporti prematrimoniali?

Nel matrimonio hai il senso cristiano del sacramento ricevuto?

Hai usato male o abusato del matri­monio?

Ami, rispetti, aiuti con fedeltà e gene­rosità il tuo coniuge?

Eviti le occasioni e le compagnie cattive e pericolose?

Sei fedele a tua moglie (o a tuo marito)?

Convivi con un uomo (o donna) senza essere sposato?

Offendi la dignità del matrimonio con l'uso dei preservativi, pillole anticoncezionali e cose simili?

7. "Non rubare"

Sei convinto della parola del Vangelo: É impossibile per chi è attaccato ai soldi entrare nel Regno di Dio?

Sai che l'avari­zia per la Bibbia è "idolatria", cioè adorazione del danaro al posto di Dio?

Sei usuraio?

Hai prestato soldi con eccessivo interesse, rovinando persone bisognose già in difficoltà?

Sei onesto nel lavoro, nella professione, in ufficio, nel commercio?

Quello che possiedi l'hai guada­gnato onestamente?

Credi di lavorare lealmente in modo da meritare lo stipendio mensile?

Hai preteso regalie, bustarelle, favori non dovuti?

Ti sei lasciato corrompere?

Hai corrotto o tentato di corrompere impiegati pubblici o privati?

Hai perso tempo sul lavoro?

Hai preteso raccoman­dazioni per andare avanti?

hai imposto camorristicamente tangenti?

Sei convinto che la disonestà degli altri non giustifica mai la tua?

Oltre ai tuoi diritti hai mai pensato anche ai tuoi doveri?

Rispetti i diritti degli altri?

Nelle riven­dicazioni, anche giuste, guardi anche il bene comune?

Ti sei assentato dal lavoro senza necessità?

Hai fatto scioperi ingiusti? - Paghi le tasse?

Tu, datore di lavoro, paghi il giusto sti­pendio ai dipendenti?

Sei evasore fiscale?

Hai fatto danni all'ambiente, a monumenti o cose pubbliche, a proprietà private sporcando imbrat­tando o scrivendo con robaccia, rifiuti o spray?

Hai riparato o risarcito i danni fatti?

Hai resti­tuito danaro o altro avuto in prestito?

Ti vendi per ottenere favori o vantaggi?

Hai frodato le compagnie di assicurazioni dichiarando danni falsi e facendoti pagare ingiustamente?

Ti sei sempre assunto le tue responsabilità?

Hai sper­perato danaro o sciupato beni?

Hai fatto giochi d'azzardo?

Sei dedito al gioco, danneggiando la famiglia?

Hai falsificato gli assegni?

Hai spac­ciato coscientemente danaro falso?

Hai acqui­stato merce chiaramente rubata (= ricettazione)?

Hai minacciato qualcuno pretendendo del dena­ro (= ricatto)?

Hai preso merce di nascosto nei grandi magazzini senza pagare?

Hai onorato gli impegni accettati a voce o firmati (= convenzio­ni, contratti, cambiali, accordi, ecc.), anche se legalmente non puoi esservi costretto?

8. "Non dire falsa testimonianza"

Sei falso, sleale, doppio?

Nelle tue parole inganni il prossimo?

Hai detto bugie, menzogne, giudizi avventati?

Hai giurato sulla falsità? Testimoniando hai fatto deposizioni false?

Con un silenzio colpevole hai coperto fatti delittuosi (= omertà)?

Hai messo voci false sul conto di innocenti?

Hai riparato ad eventuali calunnie dette?

Col tuo esempio non hai insegnato a mentire ai tuoi figli?

Sei ostinato nelle tue posi­zioni, anche quando hai capito di aver torto?

Nel gioco hai imbrogliato o barato?

Sai perdere senza farne tragedia?

9. "Non desiderare la donna (o l'uomo) d'al­tri"

Hai custodito la modestia e il pudore nella tua vita e nei tuoi pensieri?

hai una mente "puli­ta"?

Hai guardato donne (o uomini) con concu­piscenza?

Hai accettato e goduto di pensieri o desideri impuri?

Leggi o vedi giornali, riviste, libri, spettacoli osceni?

Segui e gusti racconti, films, romanzi pornografici?

Contribuisci allo sviluppo e diffusione della pornografia com­prando materiale osceno?

In casa tieni statue oscene, o posters, immagini pornografiche?

Pensi o parli della donna (o dell'uomo) come di solo oggetto di piacere?

Hai dei flirts?

Tu, donna, cerchi con moda sconveniente o con il modo di comportarti di suscitare nell’uomo desideri, eccitamenti cattivi?

Capisci che questo è una violazione morale e uno scandalo?

10. “Non desiderare la roba d’altri”.

Ti lamenti sempre di quello che hai, dicendo: “Beati loro”?

Sei invidioso dei beni e delle cose altrui?

Augurim e godi del male degli altri?

Cerchi di imbrogliare o di danneggiare qualcuno?

Hai co0mmesso intrallazzi?

Atto di dolore

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propon­go col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdo­nami.

Ora via dal sacerdote, ministro di Dio e della Chiesa, e accusa tutto quanto ti ricordi, operando in te una vera “conversione”.

Il perdono di Dio ti viene dato attraverso il ministero del sacerdote, che dice:

“Dio, Padre di Misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, ed ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dei tuoi peccatinel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo.

Fatto il segno della croce, torna al tuo posto e con gioia ringrazia il Signore

Ringraziamento dopo la confessione
Dio onnipotente ed eterno, che mi correggi con giustizia e perdoni con infinita clemenza, ricevi il mio umile ringraziamento. Tu che nella tua provvidenza tutto disponi secondo un disegno di amore, fà che accogliendo in me la grazia del perdono porti frutti di conversio­ne e viva sempre nella tua amicizia. Per Cristo nostro Signore. Amen.

LA SANTA COMUNIONE
Per ricevere bene la S. Comunione, bisogna essere in grazia di Dio, cioè senza peccati mor­tali nell'anima. Si deve ricevere il Signore in stato di Grazia santificante. Chi riceve la S. Comunione in peccato, commette il gravissimo peccato di sacrilegio. Inoltre occorre sapere che nella Santa Comunione, noi riceviamo COLUI che l'Universo non può contenere! É necessario perciò un grande raccoglimento interno ed ester­no: mani giunte, grande fede ed amore, vestiti decorosi.

Infine bisogna essere digiuni da un'ora, prima di ricevere Gesù nell'Ostia Santa. L'acqua naturale non rompe il digiuno, come pure le medicine. Non si devono assolutamente avere in bocca caramelle o gomme da masticare in Chiesa e prima di ricevere la S. Comunione, per­ché si rompe il digiuno. Fatta la S. Comunione, si va - tutti raccolti e con le mani giunte - al proprio posto senza correre. In ginocchio, al nostro posto, facciamo il dovuto ringraziamento a Gesù venuto in noi, con le mani giunte, testa china ed occhi socchiusi, per favorire il necessario e cri­stiano raccoglimento.

É doveroso anche fare la genuflessione davanti a Gesù Sacramentato (la lampada accesa ci dice dov'è) e dire, con fede ed amore: "Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e divinissimo Sacramento!".


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