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La Parola, il Suono, la Vibrazione: l'Origine

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2008 23:36
20/05/2007 00:03
 
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Riporto un pezzo tratto da "La Via dello Sciamanesimo boreale" (di Davide Melzi, Edizioni della Terra di Mezzo) sull'Incanto legato alla Parola, che è l'Origine di tutto... la vibrazione che crea la vita.
Lascio a voi di commentarlo oppure soltanto "ascoltarlo"... [SM=g27822]

"(...) lo sciamano, suonando il suo strumento, fa anche in un certo senso risuonare la parte più profonda di se stesso, e il suono esterno e quello interno si producono armonicamente sulla stessa frequenza; si potrebbe anche parlare di in-canto, ovvero di canto interno che facilita l'instasi. Lo sciamano, nell'attimo in cui suona, accede a quella vibrazione armonica che mantiene in vita l'Universo, la rende manifesta a tutti, la esteriorizza, la fa passare di livello trasferendola dal piano metafisico, che è quello che le è proprio, al piano contingente e umano del rito, fatto in un punto determinato dello spazio, del tempo e per un certo scopo. In tal modo egli acquisisce e rende vivente la condizione di centro del cosmo, che simbolicamente è propria del tamburo come di tutti gli oggetti sacri delle culture arcaiche.
In tutte le mitologie tradizionali è la parola che crea il mondo (...).
Suonando il tamburo, lo sciamano si mette in sintonia con questa parola, ed è per questo che può trascendere ka condizione umana. Egli raggiunge il principio del tempo, luogo metafisico dove vibra il suono creatore primordiale, che egli sa riprodurre.
(...)Grazie alla parola l'uomo è sovrano delle cose, egli può modificarle, può attivarle, può dare loro degli ordini. Chi comanda alle cose mediante la parola "fa un incantesimo".

Si dice (l'ho sentito ma non ricordo dove), che per fare un "incanto, si debba conoscere le Parole giuste...
Lo sciamano le conosce perchè le ha raggiunte tramite l'Estasi e le ha interiorizzate con l'Instasi. Ma potrebbe averle avute già dentro di sè, quindi tramite Estasi e Instasi le ha messe in luce e ascoltate.
Egli le sa riprodurre proprio perchè le ha sperimentate.
E sono parole potenti, cariche di forza creativa primigenia.

Noi parliamo continuamente e spesso parliamo buttando al vento parole inutili, assolutamente tralasciabili, vuote... parliamo continuamente senza dire nulla. Il nostro linguaggio è prettamente umano e, come direbbero i libri di questa casa editrice (che sono parecchio ripetitivi e noiosi a riguardo, ma purtroppo hanno ragione), "profano".
Ma esiste un linguaggio segreto conoscibile solamente una volta superata la condizione umana mentale...
Tale Linguaggio è il Linguaggio della Grande Madre, del Divino. Il linguaggio magico. Chi lo conosce è perchè ha raggiunto probabilmente la meta... e sa fare Magia, vera Magia.

Ora dopo aver letto questo post, pensate alle formulette delle varie "tradizioni-giocattolo" che girano tanto oggi... pensate alle fantomatiche "invocazioni" alle quattro direzioni (si, ce l'ho con loro... chi mi conosce sa perchè... [SM=g27828] ). Pensate a quanto oggi sia fasullo e illusorio.
Ma le Parole sono lì, ci sono, esistono e esisteranno sempre.
Già comprendere questo credo che sia un passo verso l'"innalzamento delle Nebbie"... [SM=g27821] [SM=g27819]

Violet



20/05/2007 00:27
 
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Re:

Scritto da: stregaviolet )O( 20/05/2007 0.03

Si dice (l'ho sentito ma non ricordo dove), che per fare un "incanto, si debba conoscere le Parole giuste...
Lo sciamano le conosce perchè le ha raggiunte tramite l'Estasi e le ha interiorizzate con l'Instasi. Ma potrebbe averle avute già dentro di sè, quindi tramite Estasi e Instasi le ha messe in luce e ascoltate.
Egli le sa riprodurre proprio perchè le ha sperimentate.
E sono parole potenti, cariche di forza creativa primigenia.





Credo tu stia parlando degli archetipi, parole che sono ciò che rappresentano.

Un bell'esempio, anche se forse un po' banale, lo si vede nel film Eragon quando la parola fuoco accende i legnetti.

Ovviamente non basta conoscere le parole giuste, si deve anche sapere come e quando utilizzarle e con quale intenzione ed intensità... però si tratta a tutti gli effetti di archetipi.


07/05/2008 17:14
 
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Trovo davvero interessante il passo che hai riportato Violet, e poi mi ha fatto tornare alla mente una frase che avevo postato tempo fa nel forum di una amico:"Gli Dei sono canti, prima di essere figure e volti, gli Dei furono un ritmo e una melodia, perchè l'origine è sonora, ed è una vibrazione".
Questa frase è di Maurius Schneider, musicologo e di storico dei miti, i suoi studi ponevano l’accento su come il suono proprio perché è un linguaggio universale, non avendo cioè segni espliciti, racchiude in sé virtù sovrannaturali, appare ineffabile e di origine cosmica e come già detto, in moltissimi miti l’atto di creare è suono, canto, fiato, voce; solamente successivamente diffondendosi tra le sfere si riveste di materia ed assume cosi una forma…il suono, la vibrazione sonora diventa sostanza. E questa sostanza con le civiltà megalitiche diventa immagine, disegno, per arrivare poi alla grafia al potere delle lettere…l’alfabeto e le parole hanno potenza creativa , magica perché l’uomo ha concentrato quella vibrazione primigenia, i nomi stessi diventano veicolo di una potenza divina, per gli indiani d’america ad esempio il nome segnava il destino di un uomo, custodiva energia.






...nel richiamo di sensazioni persiste il sogno..
17/05/2008 23:36
 
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Un brano tratto da: " Incontri con uomini straordinari"

di : "Georges I. Gurdjieff"


"Un giorno avevo appena finito di suonare e la cara vecchia signora venne a sedere accanto a me, disse con molta gravità e solennità che, poichè Dio mi aveva concesso un dono simile, sarebbe stato un grande peccato trascurarlo e non permettergli di svilupparsi completamente. Aggiunse che, siccome avevo cominciato a studiare la musica, dovevo imparare a conoscerla a fondo, per non suonare come una ragazza qualsiasi.
Perciò mi esortò a studiare anche la teoria della musica e se fosse stato necessario a prepararmi per dei concorsi.
A partire da quel giorno, fece arrivare per me ogni tipo di opere sulla musica, e andò perfino a Mosca per comprarne. Mi dedicai con fervore al loro studio, non soltanto perchè volevo compiacere la mia benefattrice, ma perchè ci avevo preso gusto e il mio interesse per le leggi dell'armonia aumentava ogni giorno di più.
Però i libri che avevo non potevano darmi nulla, perchè non si spiegava ciò che la musica realmente era, ne come si fossero costituite le sue leggi. Invece, a ogni pagina, si ritrovava lo stesso genere di indicazioni:
si diceva che da noi l' ottava comprende sette note, ma che presso gli antichi cinesi ne contava solo cinque; che presso gli antichi egizzi l' arpa si chiamava tebuni e il flauto mem; che le antiche melodie greche erano costruite su modi vari, ionio, frigio, dorico e altri; che nel nono secolo aveva fatto la sua comparsa la polifonia e aveva avuto effetti così catastrofici che si citavano perfino casi di parti prematuri, perchè la madre era rimasta traumatizzata nell' udire l' organo della chiesa eseguire questa musica nuova; che nell' undicesimo secolo un certo monaco, Guido d' Arezzo, aveva inventato il solfeggio, ecc. Vi si parlava soprattutto dei musicisti celebri e della loro carriera. Si arrivava a descrivere le cravatte e gli occhiali che i compositori portavano. Ma quanto all' essenza stessa della musica e all' influenza che essa esercita sullo psichismo degli uomini, non se ne parlava da nessuna parte.
Un giorno, spinta dalla noia, presi dalla biblioteca del principe un libro intitolato " Il mondo delle vibrazioni", che diede un' orientamento ben definito alle mie riflessioni sulla musica. L'autore diceva che i suoni musicali portano con sè alcune vibrazioni che nell' uomo agiscono necessariamente su alcune vibrazioni corrispondenti, e questo è il motivo per cui l' uomo ama o non ama questa o quella musica.
Da allora, tutti i miei pensieri vennero trascinati in quella direzione, e quando parlavo con la sorella del principe, mi sforzavo sempre di portare la conversazione sulla musica e sul suo reale significato, cosicchè essa si interessò a sua volta della questione. Ne discutevamo insieme, e tentavamo degli esperimenti.
A volte invitavamo alcuni nostri domestici, offrivamo loro del te, e per ore intere io suonavo per loro. Tuttavia non ottenevamo i risultati voluti; in altre parole non riuscivo, con l' aiuto di un' unica melodia, a risvegliare il medesimo sentimento in tutti gli ascoltatori.
In modo particolare, negli uomini di sangue misto , o quando lo psichismo di un soggetto era un po' fuori dal comune, le reazioni erano differenti, e nonostante tutti i miei sforzi, non riuscivo a suscitare in oguno di loro senza eccezione, l' umore che io desideravo. Abbandonai dunque le mie ricerche, credendo di potermi considerare soddisfatta dei risultati che avevo ottenuto.
Ma ecco che ieri l' altro quella musica quasi senza melodia che abbiamo ascoltato insieme ha provocato lo stesso stato in tutti noi, che siamo di razze e di nazionalità completamente differenti, e perfino di carattere, di tipi, di abitudini e di temperamenti opposti. Spiegare la cosa col " sentimento gregario" non è possibile perchè questo sentimento è totalmente assente nei nostri compagni, e ciò grazie al lavoro che essi hanno compiuto su se stessi. In breve, ieri l' altro non c' era nulla di ciò che avrebbe potuto provocare questo fenomeno o di ciò che avrebbe permesso di spiegarlo. E quando, dopo la musica, sono tornata nella mia stanza, si è risvegliato in me l' intenso desiderio di conoscere la vera causa di questo enigma, sul quale per tanto tempo ero stata a rompermi la testa."





Un' altro brano tratto da " Frammenti di un insegnamento sconosciuto"

di "P.D. Ouspensky"


"La differenza tra l' arte oggettiva e l' arte soggettiva,disse G. consiste nel fatto che nel primo caso l' artista crea realmente, fa ciò che ha l' intenzione di fare, introduce nella sua opera le idee e i sentimenti che vuole. E l'azione della sua opera sulla gente è assolutamente precisa; essi riceveranno, naturalmente ognuno secondo il proprio livello, le stesse idee e gli stessi sentimenti che l' artista ha voluto loro trasmettere.
Quando invece si tratta di arte soggettiva, tutto è accidentale. L' artista, non crea; in lui " qualcosa si crea da sè". Ciò significa che un tale artista è in balia di idee, di pensieri, e di umori che egli stesso non comprende e sui quali non ha il minimo controllo. Essi lo dominano e si esprimono da sè sotto varie forme. Una volta assunta accidentalmente una qualunque forma, tale forma, sempre altrettanto accidentalmente, produrrà sullo spettatore questa o quella reazione a seconda dei suoi umori, dei suoi gusti e delle sue abitudini.
Non vi è in questo niente di invariabile, niente di determinato. Nell' arte oggettiva, al contrario, nulla di indefinito."
"L' arte non rischia di scomparire diventando tanto precisa? Domandò uno di noi. E non v'è forse appunto una certa imprecisione, un non so che di indeterminato, che distingua l' arte, dalla così detta scenza?
Se questa impressione scomparisse e se l' artista stesso cessasse di ignorare ciò che vuole ottenere, e conoscesse a priori l' impressione che la sua opera produrrà sul pubblico, allora si tratterebbe di un "libro".....non più di arte."
"Non so di che cosa parliate disse G. Usiamo misure differenti: io valuto l' arte dalla sua "coscenza" ; voi l' apprezzate quanto più essa è incoscente. Un' opera d' arte oggettiva deve essere un "libro", come voi la chiamate; la sola differenza è che l' artista non trasmette le sue idee direttamente con parole , segni o geroglifici, ma attraverso determinati sentimenti che egli suscita coscentemente, sapendo ciò che fa e perchè lo fa.
Alcune leggende, disse allora uno dei presenti, parlano di statue di dei, nei templi antichi della Grecia - per esempio la statua di Zeus ad Olimpia - che producevano su tutti un' impressione ben definita, sempre la stessa.
Esattissimo, disse G. E il fatto che tali leggende esistano dimostra che gli Antichi avevano compreso la differenza tra L'arte vera e quella non vera: l' effetto prodotto dalla prima è sempre lo stesso, l' effetto prodotto dalla seconda sempre accidentale."
"Non potreste indicarci altre opere d' arte oggettiva? Vi è qualcosa che si possa definire oggettivo nell' arte contemporanea? Quando è stata creata l' ultima opera d' arte oggettiva?"
"Prima di parlare di tutto questo, rispose, si deve compredere qualcosa di fondamentale. Se afferrerete questi principi, sarete capaci di rispondere voi stessi a tutte queste domande. Ma se non capite i principi, nulla di quanto io possa dirvi vi servirà da spiegazione. è a questo proposito che è stato detto: guarderanno con gli occhi, e non vedranno, ascolteranno con le orecchie, e non udranno.
Non vi darò che un esempio: la musica. Tutta la musica oggettiva si basa sulle ottave interiori. Essa può dare risultati precisi, non soltanto d' ordine psicologico, ma d' ordine fisico. Esiste una musica tale da far gelare le acque. Vi è una musica capace di uccidere un uomo all' istante. La leggenda della distruzione delle mura di Gerico con la musica è proprio una leggenda di musica oggettiva. La musica ordinaria, di qualunque tipo, non farà mai crollare muri, ma la musica oggettiva invece lo può. E non soltanto può distruggere, ma può anche edificare. La leggenda di Orfeo è tessuta su tali ricordi di musica oggettiva, perchè Orfeo si serviva della musica per insegnare.
La musica degli incantatori di serpenti in Oriente si avvicina alla musica oggettiva, ma in modo assai primitivo. Spesso non si tratta che di una sola nota, appena modulata e prolungata indefinitamente. Una musica di questo tipo, soltanto un po' più complessa, farebbe obbedire degli uomini.
Così, vedete che l' arte non è soltanto un linguaggio, ma qualcosa di molto più grande. Se ricordate ciò che dissi sui differenti livelli evolutivi dell' uomo, comprenderete ciò che ho detto ora sull' arte, la maggioranza dell' umanità può produrre solo un' arte soggettiva. L' arte oggettiva richiede dei momenti di coscenza oggettiva; per essere in grado di utilizzarli però sono necessari una grande unità interiore e un grande controllo di sè".

[SM=g27838]






Solo un' amore inflessibile verso ciò che da riparo ai suoi esseri può concedere libertà allo spirito di un guerriero
Carlos Castaneda

[Modificato da 007arcobaleno 18/05/2008 09:06]
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