Ultimamente, spinta anche dal mio interesse per la favola di Amore e Psiche sto riflettendo sul simbolo della Farfalla, e provo a scrivervi quello che per ora sono riuscita a capire, sperando che vogliate arricchire
All'inizio c'è il bruco. Penso che il bruco rappresenti l'uomo comune, terra terra, che non fa altro che strisciare sulla terra, non gli interessa altro, non gli interessano l'Alto, il Cielo, che da sempre è la dimora degli Dei. Conduce quindi la sua vita ignorando la sua potenzialità di prendere il volo, soddisfatto. Ma forse prima o poi tutti sentono un richiamo verso l'alto, chi ora, chi fra molte vite, ed allora il bruco diventa crisalide. La crisalide è un involucro duro che circonda il bruco e lo protegge durante il suo cambio di forma, la sua Metamorfosi. Ed è un rifugio in effetti, ma anche una barriera, e un luogo angusto da cui si fatica ad uscire una volta divenuti Farfalle.
Ho pensato che lo stato di crisalide sia un po' il nostro stato, umilmente, di Viandanti che cercano la strada e la maniera per arrivare in alto, che non si accontentano più solo delle cose basse, della semplice terra, ma puntano al Cielo Divino, Immortale, Luminoso, Alto, Bellissimo, Perfetto. E la crisalide, quello strato coriaceo che all'inizio ci protegge ma che poi frena il nostro volo nel mondo potrebbe essere l'Io, l'Ego. Non so se a voi succeda mai, ma a volte io mi sento circondata da una corazza di stupidi pensieri che mi piacerebbe tanto spezzare, e volare via verso l'Alto, verso cose più vere e non effimere. L'Ego che ci protegge dal mondo snaturato perché serve per viverci dentro, ma che diventa limitante.
Ma l'Ego-Crisalide è anche la prova da superare per diventare Farfalle. All'interno del nostro piccolo Ego, della nostra Crisalide piano piano lavoriamo alle nostre ali, attraverso letture, pensieri, intuizioni ma anche azioni, che avvengono nel mondo di tutti i giorni, nel Mondo Vuoto, ma che sono sfide contro il Nulla da cui a poco a poco ci si sottrae; piccole chiavi di energia che ci rendono sempre più spoglie di sovrastrutture, sempre più leggere, sempre più farfalle. Ma
solo superando lo sbarramento della crisalide potremo volare. E uscire dalla crisalide costa alla Farfalla grande fatica, ci si sta così comodi in fondo, ma è anche a Prova che superata ci renderà in grado di volare. Nessuno può farlo per noi e nessuno può aiutarci in quel momento, siamo noi e nessun altro che dobbiamo compiere quel passo. Certo, quando siamo ancora crisalidi qualcuno che ci spinga, aiuti e indirizzi è utile, se non necessario (e d'altra parte la crisalide sta sempre attaccata a qualcosa, a una foglia, un rametto ecc).
E forse il fatto che le ali siano due, simmetriche, uguali, e che debbano lavorare insieme e contemporaneamente per poter sostenere il volo delle Farfalla potrebbe indicare l'armonico congiungimento del Maschile e del Femminile.
E alla fine superato l'Io, la crisalide, si possono spiegare le proprie bellissime e colorate ali, forse del colore che più ci rappresenta, e volare verso l'Alto, in Estasi, verso la luce del Sole, della Luna, finalmente realmente sé stessi, la Farfalla che da bruchi siamo nati per essere.
In Amore e Psiche, Psiche è perde la sua natura di Farfalla, di Amante di Eros, non può più abitare in Alto, nel giardino incantato al quale si può arrivare solo portati dal vento Zefiro. E mentre vaga sulla terra, sconsolata, senza più nulla, tormentata da Consuetudine, Dolore, Rimpianto, ombra di sé stessa, è il bruco che striscia nella polvere. Non può, non riesce ad elevarsi.
Poi però si presenta al cospetto di Venere, che le pone le sue prove, e questo è forse lo stadio di crisalide, è la faticosa metamorfosi nascosta dal guscio rigido. Ed in fine la conquista della Bellezza di Proserpina e la risalita dall'Ade è l'uscita dalla crisalide: Anima-Psiche-Bruco acquista la Bellezza propria anche della farfalla e può di nuovo volare al fianco di Amore, è di nuovo Farfalla, libera di godere di nuovo di e con e per Amore, e nasce/ri-nasce Edonè-Voluptas, il Piacere più grande.
Omnia vincit amor et nos cedamus amori.
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