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21 Settembre, conosciuto anche come Alban Elved o Elued o Elfed

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2005 20:37
18/09/2005 16:03
 
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Alban Elved, "La Luce dell'Acqua," il primo giorno di Autunno, era chiamato anche Harvesthome. Osservato il 21 settembre, l'Equinozio Autunnale era il giorno quando il sole cominciava di nuovo a calare, come la metà scura dell'anno si avvicinava.
Come con l'Equinozio Primaverile, giorno e notte erano di lunghezza uguale. Questo equilibrio in natura lo rendeva un tempo potente per la magia.
Per gli antichi questo era un tempo sacro. Gli irlandesi lo vedevano come il periodo dell' anno della discesa/caduta della Dea. Dall'Estate fino al Solstizio d'Inverno, si tenevano feste per il Dio ­ che era visto come un essere fosco, minaccioso. Per i Celti gaelici la primavera era il tempo di gioia nella rinascita della Dea. Per i Celti britanni comunque, questo era il tempo della morte del Dio (il Sole o il Dio del Grano).
L’Estate lascia il passo all’Autunno, e questo non è solo un momento dell’anno, ma qualcosa di più importante. È anche una dimensione della vita di ogni essere vivente, che si muove lungo le proprie stagioni dalla primavera, attraverso l’estate, per giungere all’autunno, e infine all’inverno.
Si nasce, si cresce, ci si sviluppa e si ritorna alla Madre Terra, nell’eterno ciclo delle rinascite. Questi momenti di passaggio segnano sempre un punto di svolta, anche quando non ne siamo esplicitamente consapevoli, e dimostrano che noi siamo parte di qualcosa di grandioso, di eterno, di Divino, la scintilla di Luce è sempre dentro di noi…
Gli Antichi celebravano in modo particolare questi momenti dell’Eterna Trasformazione e anche noi, se riusciamo a trovare un momento di raccoglimento per soffermaci su di essi, possiamo imparare qualcosa dalla parte più profonda della nostra Anima.
Nella tradizione druidica l’Equinozio d’Autunno viene chiamato Alban Elfed (Autunno, o «Elued», Luce dell’Acqua).
Esso rappresenta la seconda festività del raccolto, segnando per parte sua la fine della mietitura, così come Lughnasad ne aveva segnato l’inizio.
Ancora una volta, il giorno e la notte sono in perfetto equilibrio, come lo erano all’Equinozio di Primavera, ma ben presto le notti cresceranno fino ad essere più lunghe dei giorni, e l’inverno sarà di nuovo tra di noi.
L’equilibrio è più intenso in questo momento piuttosto che nel fermento e nell’agitazione della primavera, e questa data autunnale è spesso la più tranquilla tra le feste.
Ecco un esempio di cerimonia druidica per l’Equinozio d’Autunno.
«Il raccolto è completato; è un momento d’accettazione di tutto ciò che abbiamo e di ciò che ci manca, un momento di riflessione su ciò che abbiamo realizzato.
È forte l’elemento Acqua, il flusso e riflusso delle maree, mentre noi ci mettiamo nell’ovest del nostro cerchio sacro, cercando di capire i misteri dell’equilibrio.
È il momento per scambiarsi doni di abbondanza e forza, il momento in cui i partecipanti portano al rito offerte e regali per gli altri e per gli Dei.
Nella cerimonia [e per chi non è un druido, anche semplicemente nei nostri pensieri di tutti i giorni ~ Nota di Trigallia.com] rendiamo grazie per i frutti della terra e per la bontà della Dea Madre. Così il ciclo si completa e ritorniamo di nuovo al tempo di Samhuinn.
Alban Elued è posto a Occidente, quando l’energia si avvia ad essere piuttosto favorevole al raccoglimento, al tranquillo raccolto delle esperienze dell’estate.
In molti Boschi è consueto benedire e condividere cibi e bevande in tutti i riti festivi. Spesso si tratta di una grande pagnotta rotonda, fatta in casa, e di idromele (oppure sidro, vino o birra) fatto passare in un cerchio dentro un corno per bere.
Dopo aver reso grazie alla Dea del territorio e al signore della luce, dopo aver riconosciuto l’alchimia che trasforma il grano in pane e il nettare dei fiori in idromele, la congregazione invocherà la benedizione del pane e del corno.
Il primo pezzo di pane, il primo sorso di idromele sono restituiti al suolo, alla Madre Terra, agli spiriti del luogo, e se indicato per il rito se ne consegnano altri agli antenati attraverso le fiamme del fuoco.
Se il Bosco non celebra questo banchetto a ogni rito, quasi sempre lo farà all’Equinozio d’Autunno.»
[ I testi della cerimonia sono di Philipp Carr Gomm ed Emma Restall Orr ]

(Da Feste pagane di Roberto Fattore, libro molto carino che vi consiglio di acquistare, nota di Morgana)

All'equinozio di autunno il sole, nel suo cammino apparente nel
cielo, incrocia nuovamente l'equatore celeste e ancora una volta nel corso dell'anno giorno e notte equivalgono nella loro durata, ma stavolta il percorso segue una direzione opposta a quella dell'equinozio primaverile, passando dall'emisfero settentrionale dello zodiaco a quello meridionale. Il sole scende letteralmente agli inferie le tenebre cominciano a prevalere sulla luce. In molto circoli druidici contemporanei l'equinozio autunnale viene chiamato Alban Elued, luce dell'acqua in gaelico: infatti l'acqua raffigura l'oceano cosmico in cui si immerge il sole nella parte calante dell'anno, la misteriosa profondità grave; marina che diviene sempre più grave; scura man mano che i giorni si accorciano.
Gli antichi concepivano la terra come galleggiante nell'acqua e il solstizio estivo era connesso con le spiagge, i luogo di mutamento ed equilibrio tra l'anno crescente e quello calante al punto più grave; alto del sole. L'acqua è sfera dell'Equinozio autunnale, l'anno discendente nell'oceano.
E' un momento di passaggio, critico come tutti i momenti sacri dell'anno di cui abbiamo parlato, quando la barriera tra il mondo visibile e quello invisibile si fa più grave, sottile. Gli antichi lo consideravano un periodo propizio ai riti misterici. Si celebravano ad esempio quelli di Mithra, signore e animatore del cosmo e allo stesso tempo mediatore tra le divinità e gli esseri umani, così come l'asse degli equinozi è intermediario tra le due fasi dell'anno. Mithra veniva spesso raffigurato in mezzo a due portatori di fiaccola, uno con la torcia sollevata in alto a simboleggiare l'equinozio di promavera e l'altro con la torcia abbassata a indicare l'equinozio d'autunno. Più tardi le funzioni di Mithra vennero assunte dall'arcangelo Michele, la cui festa, insieme a quella degli altri due arcangeli Gabriele e Raffaele ricorre il 29 settembre. Il periodo equinoziale di autunno è chiamato
appunto Michaelmas nei paesi anglosassoni. Michele è l' arcangelo di fuoco e di luce, alter ego e gemello di Lucifero: ora è il momento di congedarci dalla luce.
Ma il mese di settembre era anche il periodo in cui si svolgevano i Grandi Misteri di Eleusi. I rituali eleusini, basati sul simbolismo del grano, celebravano il mito di Demetra e sua figlia Persefone: il loro momento culminante era la presentazione agli iniziati di una spiga di grano accompagnata dalle parole "nel silenzio è ottenuto il seme di saggezza".
Se Lughnasadh è l'inizio del raccolto, rappresetandone l'aspetto sacrificale, il tema stagionale dell'equinozio è la fine del raccolto, il suo completamento. Ma è anche il momento del secondo raccolto dopo quello dei cereali: quello della frutta e dell'uva.
In questo periodo, un po' ovunque si tengono feste del raccolto, con abbondanza di cibo e di bevande. C'è grande sollievo, ora che le messi e i frutti sono stati raccolti e immagazzinati. Un tempo, il raccolto costituiva la riserva di provviste da conservare per il sostentamento durante l'inverno.
Le divinità della terra venivano ringraziate per i loro doni, auspicando un futuro ritorno all'abbondanza negli anni successivi. Queste celebrazioni avevano un atmosfera di dolce malinconia.
Nelle feste del raccolto aveva un posto d'onore un oggetto simbolico che abbiamo incontrato più volte nelle feste sacre: la bambola del grano, formata dalle ultime spighe raccolte e legate con un filo solitamente rosso. La bambola, se non veniva sepolta nei campi a scopi propiziatori, era conservata fino alla fine del raccolto dell'anno successivo. Essa veniva chiamata a volte "ragazza dell'edera" perché l'edera, che rimane verde durante l'inverno, è il simbolo della vita che continua: crescendo a spirale appare come un simbolo di rinascita e come pegno di rinascita del Dio, sia come nuovo sole al solstizio, sia come nuovo raccolto in primavera.
La pianta sacra dell'equinozio di autunno è la mora selvatica. In molti luoghi si dice che le more non dovrebbero essere più mangiate dopo la fine di settembre, perchè "il diavolo le guasta". Ciò è legato ad antiche usanze secondo le quali i prodotti della terra non raccolti nel loro momento stagionale appartengono agli spiriti di Natura: in realtà si trattava delle offerte lasciate alle divinità. La mora selvatica è un sostituto della vite nel simbolismo agrario dei paesi nordici.
Come festeggiarlo
Gli equinozi, tempi di attività sospesa, sono periodi in cui le persone cambiano i loro ritmi vitali, adattandoli ad una fase stagionale diversa. Per questo motivo sono epoche di turbolenza fisica e psichica. Anche meteorologicamente sono momenti in cui le masse di aria calda si raffreddano provocando le cosidette tempeste equinoziali, che i navigatori conoscono fin troppo bene. E' necessario conoscere il significato e l'importanza di queste fasi naturali così che la loro turbolenza ci dia energia invece di svuotarci. Tuttavia, se durante l'equinozio di primavera si andava verso una stagione di crescita e di azione,
stavolta ci si muove verso una stagione di declino. Fisicamente quindi, sarà opportuno concedersi pause di riposo, dopo lo stress della calura estiva e di vacanze spesso frenetiche, prima di affrontare i rigori dell'invenro. Se si ha la possibilitàci si può concedere una breve vacanza settembrina a scopo esclusivamente riposante. Sono molto indicati in questo periodo anche esercizi ci rilassamento e di respirazione. Ci possiamo concedere attività fisiche non particolarmente impegnative: questo è il periodo ideale per passeggiate ed escursioni in campagna e in collina, anche per salutare la natura che si prepara al suo riposo invernale.
L'immagazzinamento e la trasformazione dei prodotti della terra segna il completamento di un ciclo vitale che si riferisce non solo ad un evento vegetale e naturalistico esteriore ma, come abbiamo più volte ribadito, anche alla nostra esistenza umana. Se il tema cosmico del declino della luce ci spinge alla riflessione, all'introversione, all'entrare in noi stessi dopo la frenesia primaverile ed estiva, il tema vegetale e agrario ci suggerisce un atteggiamento di ringraziamento: per i frutti della terra e per le esperienze dell'anno trascorso, le lezioni
imparate che sono il raccolto delle nostre esistenze.
Infatti, psicologicamente è tempo di riflessione e di contemplazione, di ringraziamento per i frutti della terra e per le esperienze che abbiamo avuto durante l'anno. Uno dei temi su cui possiamo meditare, ispirandoci all'immagazzinamento
dei frutti della terra, riguarda tutto quello che è avvenuto nella nostra vita. Prendiamoci un po' di tempo per riflettere su quello che ci è accaduto e su quello che abbiamo raccolto o imparato durante l'anno.
Approfittiamo quindi di questo periodo per fare il punto della situazione: possiamo a questo scopo trascrivere in un diario tutto quello che siamo riusciti a realizzare, come pure le cose che non siamo riusciti a fare secondo i nostri progetti e i motivi che ci hanno impedito la loro realizzazione.
Come ogni festa dell'anno anche l'equinozio va visto come una piccola iniziazione ad un nuovo livello di consapevolezza. Ora la parte alta dell'anno è terminata ed è tempo di volgersi all'interiorità. Noi entriamo nella parte declinante della ruota dell'anno: è tempo di viaggiare nell'oltremondo e di esplorare il sè, incontrando quegli aspetti di noi che ostacolano la nostra vita interiore. Entriamo nel tempo del buio, ma privati della luce esteriore, possiamo incontrare l'illuminazione interiore. Così, riflettiamo sui misteri della trasformazione attraverso la morte e prepariamoci per l'arrivo dell'inverno e alla nostra trasformazione interiore.
Ricordiamoci soprattutto che come la morte del dio della vegetazione significa trasformazione, rigenerazione e rinascita, così anche noi rivedremo la luce rigenerati e rinnovati.
Quindi possiamo dedicare il periodo dell'equinozio alla meditazione, alla visualizzazione guidata, alla riflessione sui nostri sogni. E' un buon momento per dedicarci a tutte quelle attività che ci pongono a contatto con il nostro inconscio. Se ce la sentiamo e soprattutto se abbiamo l'occasione di incontrare validi maestri, possiamo praticare tecniche sicamaniche, come quelle dei Nativi Americani, particolarmente adatte ai viaggi nei mondi spirituali.
E' una buona cosa ringraziare la grande madre terra con un piccolo festino: invitiamo i nostri amici, offriamo loro i frutti di stagione(ci ho provato ma gli amici mi hanno dato buca, nota di Morgana) e ammiriamo il fresco tramonto di settembre ricordando i giorni trascorsi insieme nell'anno! Possiamo decorare la tavola con foglie, noci e frutti di stagione.
Se desideriamo fare qualcosa di più complesso per celebrare questo periodo dell'anno possiamo celebrare un piccolo rito di ringraziamento, all'aperto o al chiuso, come desideriamo.Sarebbe preferibile il tardo pomeriggio, osservando il sole che tramonta. Si può accendere una candela blù, il colore dell'oceano cosmico in cui tramonta il sole, il colore del sacro dell'occidente. Diciamo "ti salutiamo dio sole e aspettiamo la tua rinascita". Su un tavolo o su un altro ripiano possiamo aver disposto frutti di stagione e una coppa di vino. Dopo averli presentati al sole che tramonta diciamo: "ti ringraziamo madre terra per i doni che ci hai dato". Meditiamo quindi sui temi di questa stagione e sulle buone cose che abbiamo ottenuto nelle nostre vie durante l'anno trascorso. Poi consumiamo i frutti e beviamo il vino, ricordandoci, come abbiamo imparato a fare, di lasciarne una parte per la terra e le sue creaturine.



"Non dire mai che non berrai a questo o a quel pozzo."

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18/09/2005 18:18
 
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Ok, ammetto che non ho letto tutto, è troppo lungo e mi stà fatica.
Non amo particolarmente i post così lunghi soprattutto se ne compaiono più di 5 in una stessa giornata. :Sm24:

Anyway, mi sfugge un dettaglio: perchè hai sentito il bisogno di aprire un nuovo topic sul 21 settembre quando già ne esisteva uno a cui potevi, semplicemente, rispondere con un post con tutte queste informazioni?

E la risposta è: 'No, non sono mestruata. Sono solo 28 ore che studio storia medioevale.' :Sm5: :Sm2:

[Modificato da .:Pan:. 18/09/2005 20.32]


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Cailean MacDuff
18/09/2005 20:37
 
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Semplicemente perchè mi sembrava che parlaste della festa da un punto di vista diciamo.... Wiccheggiante. Io davo un'altra lettura. E ci tenevo a farlo notare. Mi dispiace che tu non legga i post lunghi, questi erano molto interessanti. Beh, diciamo se piace il genere.
"Non dire mai che non berrai a questo o a quel pozzo."

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