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I ghiacciai italiani si sciolgono, in 20 anni....

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2007 22:10
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......hanno perso il 20% della loro estensione

AOSTA (2 luglio) - I ghiacciai italiani si stanno sciogliendo. Negli ultimi 20 anni hanno perso il 20% della loro estensione, e il fenomeno della deglaciazione è destinato a peggiorare con l'avanzare dei mutamenti climatici. Lo rivela uno studio presentato questa mattina a Saint Vincent, in apertura del seminario "Cambiamenti climatici e ambienti nivo - glaciali: scenari e prospettive di adattamento", che si concluderà domani. Un appuntamento che rappresenta la quarta tappa di avvicinamento alla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, in programma a Roma il 12 e il 13 settembre.

Lo studio. Secondo lo studio, l'aumento delle temperature provocato dai cambiamenti climatici globali sarà più veloce sugli 800 ghiacciai alpini che sul resto del Paese. Già oggi procede a un ritmo doppio, con un tasso di crescita della temperatura media compreso tra 1,5 e 2 gradi nell'ultimo secolo, mentre nel resto d'Europa si è attestato a meno di un grado. Studi condotti sul versante francese delle Alpi, mediamente meno esposto alla radiazione solare e alle ondate di caldo, hanno stimato che un aumento della temperatura di 1,8 gradi determina una riduzione della durata del manto nevoso del 20% (30-40 giorni) a 1500 metri di quota. La regola del 20% vale anche, a livello generale, per la riduzione dei giorni di gelo (in cui la temperatura scende sotto lo zero), diminuiti del 20% tra il 1961 e il 2004.

Alpi in pericolo. La cartolina delle Alpi tra cinquant'anni, secondo il climatologo Luca Mercalli sarà caratterizzata anche da un aumento della temperatura di due gradi e dalla sparizione quasi totale dei ghiacciai sotto i 3500 metri di altitudine, oltre che da un inverno più breve con la diminuzione del periodo di neve invernale. «La catena montuosa si troverà dunque completamente inserita nello stesso clima mediterraneo che ora caratterizza l'altra catena italiana», spiega ancora Mercalli.

La conferenza sul clima. Nell'attesa Conferenza di settembre, fortemente voluta dal Ministero dell'Ambiente, l'Italia dovrebbe dotarsi di un decalogo su cui basare, nei prossimi anni, le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. «Alcuni punti potrebbero anche essere inseriti nella finanziaria 2008», ha affermato il direttore dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e servizi tecnici (Apat) Roberto Caracciolo, che riferendo delle nuove strategie nazionali in materia di clima ha poi aggiunto: «Le iniziative di mitigazione dell'effetto serra non sono più sufficienti, per quanto rimangano necessarie: è invece urgente mettere in campo il prima possibile politiche di adattamento, che intervengano sul piano legislativo con norme che guardino al futuro».

Le previsioni. Un futuro tutt'altro che roseo secondo le previsioni: «Con il cambiamento climatico in atto e con l'ulteriore aumento delle temperature previsto dalla comunità scientifica il fenomeno potrebbe assumere dimensioni ancora più rilevanti, mettendo a rischio sia la biodiversità alpina che i nostri serbatoi naturali di acqua», commenta il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. I dati che stanno emergendo nel seminario di Saint-Vincent confermano dunque la necessità di un rafforzamento delle politiche nazionali di adattamento: «Dobbiamo impegnarci - prosegue il ministro - per mettere in atto misure che non ci lascino impreparati di fronte al mutamento del clima».

ilmessaggero
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Il mondo sta andando alla m*****a e che facciamo??? Parliamo... [SM=x660285] parliamo... [SM=x660285] ma quando i fatti??? [SM=x660263]
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