Fonte - Kataweb
di Enrico Deregibus
Nuvole, cielo scuro, gocce di pioggia. Milano accoglie così il nuovo album di Jovanotti, Buon sangue. La presentazione avviene al Plastic, storico locale milanese, tra luci basse e notevole densità di giornalisti. Lorenzo si materializza nel buio seduto su un cubo, dopo la visione di due documenti video sul nuovo disco. Gli lasciamo la parola.
L'album
Non è facile presentare questo disco. E' costato molto lavoro, è stata un'impresa iniziarlo e poi portarlo avanti. Si è trasformato strada facendo, mi scappava e io lo riacciuffavo. Ho iniziato il 5 maggio 2004 a lavorarci e me l'hanno consegnato il 5 maggio 2005. La Universal, la mia casa discografica, mi ha fatto una pressione "sana", altrimenti c'era il rischio che sbracassi.
L'aiuto
Ho dovuto chiedere aiuto a qualcuno per completare il disco, c'è stata dialettica tra me e la musica e tra me e la squadra che mi ha aiutato a farlo. Ma per paradosso, è il disco più mio di tutti quelli che ho fatto, il più viscerale, il più sanguigno. Mi hanno aiutato tutti i musicisti, Stefano Fontana, che è un deejay, i Planet Funk e il produttore Celso Valli, che nell'arco costituzionale della musica italiana è l'opposto dei Planet Funk. E poi Michele Canova, il miglior produttore emergente italiano. Buon sangue mi ha insegnato a lasciarmi andare, a mettermi nelle mani degli altri. Ad esempio (tanto)3, il singolo, è un'autoanalisi, ma non mia, di un altro, che però è simile alla mia. Un mattino ho letto una lettera di Petrarca a un suo amico. E' diventata il corpo centrale del disco.
Il titolo
Inizialmente Buon sangue non piaceva alla Universal, perché contiene quella parola, "sangue". Invece a me piaceva, ha dentro di sè qualcosa di tradizionale ma anche di molto vivo. Poi, in un'intervista, De Gregori ha detto che gli piaceva molto il mio titolo. Mi è servita questa cosa, il commento di De Gregori, mi ha dato la forza per chiamare e dire: "Sì, il titolo è questo". Francesco è un grande, mi piace tutto quello che fa, anche il suo ultimo pezzo (Vai in Africa, Celestino), sembra un po' un mio brano, Salvami.
Sperimentare
Buon sangue è un disco molto importante, mi accende, mi fa venire voglia di essere sperimentale nell'ambito pop, a cavallo tra la canzone del Novecento e qualcosa che ancora non c'è. In questo album non sai mai dove sei, è tra antico e moderno.
Comunicare
E' un disco di forte comunicazione, fatto per il pubblico. Un mattino ero a correre al Parco Sempione, a Milano. C'erano due ragazzini che evidentemente avevano marinato la scuola. Mi sono detto: la mia sfida in questo disco è riuscire a parlare con loro.
Il messaggio
Il messaggio è...non avere messaggi, perché la vita non ti dà messaggi. La vita è soffrire e rialzarsi.
Edizione limitata
Buon sangue esce in una versione "classic" e in una edizione limitata in due dischi. Anche il secondo CD è un disco vero, sono "outtakes" che rappresentano la storia di questo disco. Ho lavorato a più di 30 pezzi. Molte delle cose rimaste fuori continuavano però a piacermi. Sono entrato in studio con l'idea di fare un disco funk, ma la vita ti porta poi da altre parti. L'anima funk è rimasta in parte nel disco A, molto nel B. Io ho avuto coscienza di essere al mondo quando ho sentito per la prima volta il funk.
Kill Bill
Una delle grandi ispirazioni per questo album è stato Kill Bill di Tarantino. E' un film che non puoi definire in un genere. E' tutto e niente, ma mi emoziona, mi attrae molto. Vorrei fare con la musica un lavoro del genere.
Papa Ratzinger
Sono cresciuto in Vaticano, mio padre lavorava lì. Ho accolto la notizia dell'elezione di Papa Ratzinger come molti. Lui ce l'ha con il relativismo culturale, ma anche lui è nato da quello. Noi terzomondisti ci aspettavamo un Papa abbronzato, invece è arrivato un Papa bianchissimo. Mia figlia ha subito fatto un disegno del Papa, era bellissimo. Ho pensato che era meglio vederlo così... Sinceramente a me non dispiace la sua elezione, mi piace che il Papa faccia il Papa... questo può rafforzare la parte laica del Paese. Lo dico perché in passato ho avuto la tentazione di parlare da Papa. Per fortuna, ora non ce l'ho più.
Ai giornalisti
Non so spiegarlo questo disco, ve l'avevo detto. Non scrivete niente di quello che ho detto! Fate buone recensioni, che servono. Mi fanno davvero tanto piacere le belle recensioni, mi danno soddisfazione!