Un importante dirigente ha la "sfortuna" si avere un figlio handicappato. Un giorno dimentica a casa una cartella di estrema importanza. Decide quindi di chiamare a casa. Risponde il figlio.
Figlio: "Pronto??"
Padre: "Ah...sei tu...senti, ho dimenticato una cartellina a casa...chiama la mamma al telefono, sbrigati!"
Figlio: "OK!!"
Il figlio cerca in tutte le stanze, poi arriva in camera da letto. Accende la luce e...
Figlio: "OOOOH!!"
Il figlio corre al telefono.
Figlio: "Papà, papà!! Mamma è a letto con un altro!!!"
Padre: "Cosa?? NOOOO!!! Perchè!?!?! Dopo tanti anni di glorioso matrimonio!!"
Il padre versa lacrime su lacrime, ma poi riesce a controllarsi.
Padre: "Ok...calma...c'è una sola cosa da fare...figliolo...vai in soffitta, e porta giù il vecchio baule di tuo nonno"
Figlio: "Ok, papà!!!"
Il figlio va in soffitta, prende il baule e lo porta giù.
Figlio: "Fatto papà!!"
Padre: "Rompi il lucchetto, apri il baule, e prendi il fucile che c'è dentro..."
Figlio: "Ok, papà!!!"
I figlio esegue alla lettera.
Figlio: "Fatto papà!!"
Padre: "Bene...ora caricalo...vai in camera...E SPARA A TUTTI E DUE!!!!"
Figlio: "Ok, papà!!!"
Il figlio esegue.
BAM!
Madre: "AAAAAAH!"
BAM!
Amante: "AAAAAAAAH!!"
Il figlio torna al telefono.
Figlio: "Fatto, papà!!"
Padre: "Bene, ora nascondi i cadaveri nel baule, e nascondili nel bagliaio della 125 bianca...
Il figlio appare però dubbioso.
Figlio: "Papà, papà: la 125 è blu!"
Padre: "No, stupido idiota, la 125 è bianca, ora vai prima di farmi incazzare..."
Figlio: "Ma papà, ti giuro che è blu!"
Padre: "Senti!! La macchina l'ho comprata io, va bene???? Era un regalo per tua madre!! Ora prendi quel maledetto baule e portale nel bagliaio di quella dannata macchina!!!!!"
Figlio: "Ma papà, la vedo da qui, ti giuro che è blu!!"
Il padre stavolta appare dubbioso. Poi fa una domanda.
Padre: "Ma...senti...tu...sei Filippo, vero?"
Figlio: "No, sono Giovanni!"
Padre: "CAZZO HO SBAGLIATO NUMERO!!!"
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Tu prova ad avere un mondo nel cuore, e non riesci ad esprimerlo con le parole, e la luce del giorno si divide la piazza, fra il villaggio che ride, e te, lo scemo che passa.
E nemmeno la notte ti lascia da solo: gli altri sognan se stessi, e tu sogni di loro. E si, anche tu andresti a cercare le parole sicure per farti ascoltare. Per stupire mezz'ora ora basta un libro di storia, io cercai di imparare la Treccani a memoria e dopo "maiale", "Mayakovski", "mal fatto", continuano gli altri fino a leggermi "matto". E senza sapere a chi dovessi la vita, in un manicomio io l'ho restituita: qui sulla collina dormo malvolentieri eppure c'è luce oramai nei miei pensieri. Qui, nella penombra, ora invento parole, ma rimpiango una luce, la luce del sole.
Le mie ossa regalano ancora alla vita, le regalano ancora erba fiorita; ma la vita è rimasta nelle voci in sordina, di chi ha perso lo scemo, e lo piange in collina. Di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia: "Una morte pietosa lo strappò alla follia".
Un ringraziamento speciale a
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