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Attimi.

Ultimo Aggiornamento: 05/12/2005 10:01
01/12/2005 13:40
 
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Penso che nella vita di ognuno di noi ci siano dei momenti particolari; non parlo di gioie o dolori o ancora di ansie dubbi felicità e… chi più ne ha più ne metta. Parlo di piccoli attimi, forse istanti, che ci possono, in una maniera o nell’altra, consapevolmente o meno, cambiare la vita. Se poi ci cambino effettivamente la vita non è un problema che voglio o posso analizzare adesso, anzi per dirla tutta non mi interessa affatto. Personalmente credo che in tutta la mia vita, oggi ho 35 anni, mi sia capitato solo un paio di volte, al massimo tre, di vivere quest’attimo e di accorgermene al momento. Io li ho chiamati: “lampi di consapevolezza” forse non è il termine adeguato o forse è troppo pretenziosa la definizione ma io sono contorto di natura, cinico quanto basta, anche troppo in certi casi, e totalmente insofferente ai troppi formalismi sia nello scrivere che nel leggere. Sto comunque divagando e me ne scuso, non sono uno scrittore professionista ma uno scribacchino per passione dunque mi voglia perdonare l’eventuale lettore se a volte mi perdo nei miei ragionamenti e continuo a scrivere a ruota libera; se vi annoio non dovete fare altro che smettere di leggere. Dicevo dei miei lampi di consapevolezza. Non sono momenti facili da spiegare, specialmente attraverso la scrittura, non racconterò nemmeno i primi due, non voglio rischiare di fare addormentare anche il più tenace lettore che già deve aver sofferto non poco, ebbene quello che sto per raccontare è, in ordine cronologico, l’ultimo dei miei lampi.
Premetto che non sono mai stato un fervente appassionato frequentatore di Chat o forum in genere, sono anche piuttosto refrattario alla tecnologia, nel senso che io e qualsiasi cosa che funzioni elettronicamente abbiamo un conflitto e un’antipatia reciproca che ormai dura da qualche anno. Di solito gli apparecchi con cui vengo a contatto si guastano o inspiegabilmente funzionano a modo loro senza curarsi delle mie esigenze o semplicemente cercando di farmi qualsivoglia dispetto per impedirmi di utilizzarli una seconda volta. Più spesso è la mia incompetenza che li danneggia e loro poverini non hanno alcuna colpa.
Comunque ad un certo punto decisi che, anche per un dinosauro come il sottoscritto, era venuto il momento di frequentare il Web. Non mi dilungherò oltre raccontando tutti gli episodi di cui sono stato vittima o artefice, pur essendo divertenti e in altri casi tragici sarebbero comunque troppo lunghi da raccontare.
Iniziai a vagare per le chat in cerca di un luogo dove dialogare con qualcuno che avesse i miei stessi interessi, che sono poi assolutamente normali, la scrittura, la lettura, la poesia e le solite quattro chiacchere tra amici… riuscii solamente a conoscere un branco di ragazzini petulanti a cui interessava solo parlare della loro miserabile vita consumata tra una sbronza con gli amici e una serata in discoteca passata a sballarsi cercando di rimorchiare ragazzine strafatte che poi avrebbero riso fino alle lacrime davanti ad una manifesta alcolica e chimica impotenza congenita. Salvo poi insultarsi reciprocamente in chat per le defaillances raccontate a tutti gli altri utenti.
La mia personale fortuna arrivò con i forum. Dapprima titubante, poi sempre più convinto, esplorai alcuni forum di poesia. Non mi pareva vero, finalmente qualcuno che parlava solo ed esclusivamente di poesia, scrittori e tutte quelle stronzate a me tanto care. In un primo tempo mi immersi totalmente nello scrivere e nel comporre lasciando poco o nessuno spazio ai rapporti umani che tra le tante cose poco mi interessavano. Fu proprio una delle mie poesie che mi fece incontrare una persona che, dopo un fitto scambio di messaggi e mail, diventò forse la più grande e unica amica che abbia mai avuto nella mia vita. Forse, anzi senza nessun forse, eravamo talmente simili che sarebbe stato inevitabile raccontarci tutta la nostra vita senza omettere alcun particolare.
A questo punto scommetto la tastiera con cui sto scrivendo che avete pensato che questo sia il mio lampo di consapevolezza… certo avete torto marcio questo è solo l’antefatto.
Il mio lampo di consapevolezza giunse a tratti. Parlando con questa persona inevitabilmente si arrivò a discutere di politica, le idee erano più o meno le stesse, ma ora non sono importanti, l’importante fu il fatto che questa persona mi parlò di Ernesto Che Guevara. Politicamente, lo ammetto, non sono mai stato molto impegnato ma le parole di questa persona mi convinsero a comprare la sua biografia. Ecco il lampo di consapevolezza. La mia prima lettura appassionata della vita del Che e da questo punto di partenza una specie di frenesia, una febbre insaziabile per capire chi fosse realmente il Che, oltre il mito, oltre la strumentalizzazione fatta da Fidel Castro della sua immagine. Ho letto in pochissimo tempo tutto il materiale disponibile su Ernesto Che Guevara e ne ho tratto un’immagine che mi ha perseguitato per molto tempo. L’immagine di un uomo indomabile, uno spirito libero che ha creduto nei propri ideali in ogni istante della sua vita, impegnandosi a fondo e sempre in prima persona in qualunque battaglia, militare politica o umana. Non ha trattenuto nulla per se stesso ma ha costantemente cercato di dare un significato profondo alla sua vita e ai suoi ideali. Non voglio assolutamente sindacare sulla giustezza o meno dei suoi ideali politici o umani ma posso e voglio soffermarmi su tutto quello che il Che mi ha insegnato tramite il proprio modo di vivere e di intendere la vita. Ci ha lasciato un’eredità pesante fatta di parole scritte, immagini, pensieri e l’esempio; questo è il mio lampo di consapevolezza, l’aver conosciuto un uomo tramite ciò che ha fatto o tentato di fare, tramite l’esempio del massimo impegno in ogni situazione, tramite la sofferenza di un male, l’asma, che lo ha perseguitato per tutta la vita ma che in sostanza non gli ha impedito di essere se stesso. Molti sono gli aneddoti che hanno fatto di Ernesto una leggenda, alcuni assurdamente inverosimili, altri divertenti, due mi hanno particolarmente colpito.
Il primo, senza dubbio molto divertente, è stato più volte confermato dallo stesso Fidel Castro; pare infatti che durante una riunione organizzativa dei ribelli subito dopo la conquista del potere a Cuba Fidel dovendo nominare una persona fidata al vertice della Banca Nazionale chiese: .. c’è un economista in sala?”. Il Che che al momento era distratto o più semplicemente si era appisolato intese la frase in questo modo: “.. c’è un comunista in sala?”, ovviamente alzò subito la mano e fu così che divenne Presidente della Banca Nazionale.
Il secondo non credo sia propriamente un aneddoto ma un fatto storico perché Ernesto Che Guevara riuscì a mettere in imbarazzo lo stesso Fidel nei confronti dell’alleato Russo, unico alleato ed anche unico sbocco commerciale ai prodotti Cubani, soprattutto lo zucchero. Ernesto Che Guevara dichiarò senza mezzi termini che tutta la tecnologia che la Russia inviava a Cuba era ormai obsoleta oppure non nelle condizioni ottimali per un paese che sognava di impiantare un settore industriale siderurgico e tecnologicamente avanzato.
Di questo mi ha reso consapevole Ernesto Che Guevara, se si ha uno scopo nella vita non bisogna attendere il susseguirsi degli eventi, bisogna impegnarsi in prima persona e dare tutto se stessi nella realizzazione del proprio sogno propugnando le proprie idee e pagando in prima persona le conseguenze di ogni parola pronunciata. Se poi la storia ufficiale sostiene che abbia fallito o che semplicemente fosse un pazzo sanguinario e sognatore mentre al contrario Castro e altri come lui ne fanno un eroe senza macchia e senza paura o addirittura un semidio bandiera del Comunismo reale a me non risulta affatto, io ho letto la vita di un uomo che con l’esempio ha dimostrato una statura morale che personalmente riconosco a pochissime persone. Se tutte queste parole vi hanno annoiato o non avete lo stato d’animo giusto per capire oppure ho semplicemente fallito io nel cercare di spiegare una mia sensazione che se vogliamo è alquanto irrazionale e difficile da spiegare, se al contrario avete percepito qualcosa vi invito a leggere criticamente ed imparzialmente la vita e i diari del Che.. sono convinto che alla fine avrà dato qualcosa anche a voi…

Losh
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Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
04/12/2005 20:25
 
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nn so, ma qualcosa mi dice ke se tu fossi stato grandicello ai tempi del che, magari saresti andato dalle parti sue [SM=x629126]

ciao ciao losh, sempre grande nei racconti
:clap2: :clap2: :clap2:

05/12/2005 10:01
 
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maestro
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Re:

Scritto da: chicom 04/12/2005 20.25

nn so, ma qualcosa mi dice ke se tu fossi stato grandicello ai tempi del che, magari saresti andato dalle parti sue [SM=x629126]

ciao ciao losh, sempre grande nei racconti
:clap2: :clap2: :clap2:




Mi piacerebbe dirti che hai perfettamente ragione... chi lo sa magari avrei fatto veramente armi e bagagli e sarei partito.. leggendo però i diari che hanno costantemente raccontato la vita di Ernesto posso dirti che non sono affatto sicuro del mio comportamento in simili frangenti... non è sicuramente stata una passeggiata la sua vita e come ho già scritto pochi avrebbero avuto la stessa dedizione che il Che ha saputo dimostrare e ancora meno avrebbero potuto avere la sua Umanità.

Losh [SM=x629232]
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Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
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