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LE FATE IN EUROPA

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2004 20:51
11/12/2004 20:39
 
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FRANCIA

Già nell'antichità le Fate sono state in Francia il motivo ispiratore di innumerevoli ballate, racconti e canzoni di trovatori e poeti che illustrarono e cantarono bellezza, incantesimi, gesta e avventure di questi esseri affascinanti nelle veglie, nei ricevimenti e nelle feste di nobili e popolani, girovagando di castello in castello.

Nel medioevo, la leggenda bretone delle Fate di Loc-il-Du incantava gli spiriti sensibili delle dame e degli innamorati, e questi personaggi fantastici esercitavano un'influenza occulta, ma reale, in ogni luogo.

In Bretagna i ricordi e le usanze in proposito risultano singolarmente numerosi ed evidenziano il particolare rispetto degli abitanti della regione nei loro confronti. Collin de Plancy riporta la tradizione, peraltro capillarmente diffusa, in base alla quale alla nascita dei loro figli, i bretoni si preoccupavano immediatamente di apparecchiare in una stanza attigua a quella del parto una tavola abbondante e ricca di vivande per tre persone, al fine di rendersi favorevoli le fate dette le tre madri, e ringraziarle adeguatamente della loro visita propiziatoria e soprattutto per i doni particolari che avrebbero lasciato al neonato.

Sempre in Bretagna, come scrive Savi Lopez, le Fate hanno i loro corrispondenti spiriti maschi detti Fayou. Nella stessa regione si tramanda inoltre il ricordo di particolari Fate, poste a tutela di menhir e altri monumenti druidici, le quali conoscevano il destino degli uomini e degli eventi, comandavano gli elementi ed erano in grado di spostarsi in un attimo da un capo all'altro del mondo. Ogni anno, all'inizio della primavera, celebravano una solenne festa notturna alla luce della luna piena, durante la quale consumavano un magico pranzo, per poi disperdersi alle prime luci dell'alba. È possibile forse individuare in questo rito equinoziale una delle misteriose e segrete feste delle Fate, in seguito velenosamente demonizzate e volgarmente sovrapposte al sabba delle streghe?...

Secondo le fonti originali, queste fate erano ordinatamente vestite di bianco, esattamente come le sacerdotesse dei culti druidici. I paesani di questa regione - scrive il Maury - non hanno affatto dimenticato l'origine druidica delle Fate. Essi assicurano che si tratta di alte principesse galliche che hanno rifiutato di abbracciare il cristianesimo...

Oltre queste tradizioni, dalle quali affiora il ricordo di antichi riti iniziatici e religiosi, si affermano numerose altre credenze, frutto di una esaltazione entusiasta o generate da un terrore esasperato, non di rado di natura superstiziosa. Fiorirono tuttavia leggende e racconti di una bellezza straordinaria. Questi esseri, chiamati anche "Korrigans" - si afferma - non erano fatti né di carne, né di ossa, né di muscoli. Pertanto ciascuno di esse poteva diventare terribile come un'armata intera, oppure ridursi a dimensioni talmente ridotte da potersi posare su una spiga di segale senza curvarne il gambo. Mille testimonianze ci raccontano come i contadini potessero spesso sorprenderli nascosti a riposare sotto un ciuffo d'erba...

E non v'era pastore, né mezzadro che le temesse, quando la notte calava, quando le nubi si abbassavano e la bruma offuscava a poco a poco ogni cosa, ed esse si riunivano formando ronde fantastiche. Ognuno sapeva che l'influenza di questi buoni gèni era per i villaggi benigna e benefica. Al tramonto, il loro fievole canto si levava lontano, per ritmare le danze delle giovinette. Esse leggevano nel gran libro aperto dei prati e dei boschi...


Fonte Testi " Iniziazione alla magia delle Fate" di Pier Luca Pierini, Edizioni Rebis (Viareggio)

[Modificato da m.harlock 11/12/2004 20.45]

11/12/2004 20:41
 
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IRLANDA

Un motivo preminente nella tradizione irlandese è il rapporto tra Fate e esseri umani, scrive Richard Kieckhefer nel volume La magia del Medioevo. In un testo irlandese del XII secolo si racconta dell'avventura di un gruppo di cacciatori che un giorno si imbatte nella Collina delle Fate, dove trascorreranno la notte ospiti dei ventotto guerrieri e delle loro bellissime dame che abitano il luogo incantato. Secondo una variante più antica, Conle il Rosso ode il richiamo ammaliatore di una Fata che lo invita a seguirla sulla Collina delle Fate, dove la vita è sempre una festa senza affanni né pensieri e la morte non esiste.

Temendo un sortilegio malefico, il Conle recita un incantesimo donatogli da un druidi, con il quale riesce ad allontanare la Fata, ma questa, prima di andarsene gli lascia una mela che lo nutrirà per un intero mese. Allo scadere del tempo la Fata ritorna e tenta di nuovo di conquistare il cuore del cavaliere, lo esorta a diffidare dei poteri demoniaci dei druidi, profetizza la prossima conversione degli irlandesi per opera di San Patrizio e lo invita insistentemente a partire con lei, sulla sua barca di cristallo. Conle cederà infine alle lusinghe della Fata, se ne andrà con lei e non farà più ritorno tra i mortali.

Lady Wilde, nel suo libro Antiche leggende d'Irlanda, afferma che le Fate irlandesi sono amanti appassionate della bella vita, della bellezza e di ogni genere di lusso, mentre detestano decisamente gli avari, i taccagni, i parsimoniosi e i risparmiatori incalliti; sono inoltre inorridite dalla mano serrata del tirchio, che raccoglie avidamente anche l'ultimo chicco, prosciuga il secchio del latte fino all'ultima goccia e non riserva nulla sulla sua tavola per gli spiriti che vagano nelle notti di luna.


Fonte Testi " Iniziazione alla magia delle Fate" di Pier Luca Pierini, Edizioni Rebis (Viareggio)

[Modificato da m.harlock 11/12/2004 20.45]

11/12/2004 20:42
 
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ROMANIA

La Romania risulta un terra estremamente fertile dal punto di vista magico, in cui sono rintracciabili numerose tradizioni relative ad esseri fantastici di ogni genere, in particolare Fate.

L'uomo è spesso lo zimbello di queste potenze - assicura Marie Holban nella sua opera Incantations - e le più potenti di queste creature sono altresì le più misteriose, poiché inafferrabili... Non si conosce da dove esse provengano, né dove vanno, inoltre non possiedono alcun nome preciso, per cui possono assumerne di ogni tipo. Sono infatti conosciute anch'esse come Dame Bianche, le Dolci, le Bianche, le Coraggiose, le Valorose, le Leggiadre, le Potenti, le Sante... Non possedendo poi alcuna forma definita, possono anche in questo caso assumerne a piacimento. Altri appellativi con i quali la gente si rivolge ad esse sono: le Graziose, la Radiose, le Tempestose. A volte sono chiamate anche Buone, con la speranza di renderle tali...

Il testo prosegue con la seguente descrizione: il loro potere risiede nel loro stesso mistero e spesso si confondono con altri esseri, come "le figlie di Lixandro" (o del Grand Alixandre), vale a dire le Parche o Destini che si recano a visitare la culla dei neonati tre giorni dopo il parto, oppure le "Iriditse", o "figlie di Erode", chiamate pure "Dame", "Damigelle" o principesse, o infine con le "Roussalies" che vagano nella notte al chiar di luna...

La notte delle Todoroussalies (24 giorni prima della Pentecoste), queste Fate rumene vanno in giro alla ricerca dei feti-frumosi, affascinanti principi della notte dotati anch'essi di poteri misteriosi, con i quali danzano e festeggiano fino all'alba... ma esse sono vendicative e senza pietà contro coloro che non rispettano la festa dalla quale prendono il nome. Poiché da questo nome dipende la loro esistenza.

Questo atteggiamento ha inevitabilmente dato vita a tutta una serie di incantesimi, esorcismi, preghiere e scongiuri di ogni sorta, per allontanare le minacce o per propiziare i favori delle Fate.

Riportiamo a titolo di esempio uno di questi incantesimi:


LE POTENZE

O voi le fate, voi le potenze
Siete per gli uomini temibili presenze
Regine dell'aria e del vento,
Sovrane della terra e del firmamento,
Nell'aria vi librate
Sull'erba vi sdraiate
Sull'acque vi adagiate
Volate nei luoghi più lontani del mondo
Dai mari, ai deserti, agli abissi senza fondo
Là dove non esiste alcun suono umano
E dove ogni appello risulta vano
Andate nelle fauci del vento più amaro
Lasciate la pace in ciò che ci è caro
Uscite dai corpi e dalle menti
Perdetevi tra nubi, tra turbini e venti
Rendete agli uomini la loro salute
E una spada di fuoco vi rimandi da dove siete venute.



Fonte Testi " Iniziazione alla magia delle Fate" di Pier Luca Pierini, Edizioni Rebis (Viareggio)

[Modificato da m.harlock 11/12/2004 20.46]

11/12/2004 20:47
 
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GERMANIA
Le contrade, le montagne, le valli, i villaggi e i sobborghi pullulano letteralmente di leggende e apparizioni legate non solo alle Fate, ma anche a tutti gli altri spiriti della natura, dell'aria e delle acque. La più famosa tra tutte e la misteriosa Dama Berthe, o Berta di Rosemberg, vissuta nel XV secolo ed equivalente alle più note Dame Bianche sparse un po' in tutta Europa. Ufficialmente pare sia apparsa per la prima volta nel castello di Neuhaus, poi nelle altre residenze di famiglie illustri imparentate con i Rosemberg, e come altre consorelle europee si presentava al momento di una nascita, o in occasione di gravi avvenimenti, nelle case sulle quali estendeva la sua protezione.

Già nel cinquecento, Erasmo da Rotterdam scriveva: La cosa più notevole della nostra Germania è forse la "donna bianca", la quale si fa vedere quando la morte sta per battere alla porta di qualche principe, e non soltanto d'Allemagna, ma anche di Boemia. Questo essere s'è infatti mostrato alla morte della maggior parte dei grandi di Neuhaus e di Rosemberg e si mostra ancora oggigiorno, ma non soltanto in quelle occasioni: anche quando debba celebrarvisi un matrimonio, o stia per nascere un bimbo. Per quanto concerne il suo modo d'agire, ella passa talvolta rapidamente di stanza in stanza, con un gran mucchio di chiavi appese alla cintura, mediante le quali apre e chiude ogni porta, tanto di giorno quanto di notte. Se taluno la saluta, assume un tono di voce da donna vedova, una gravità di persona nobile e dopo aver accennato col capo ad un inchino, se ne va e scompare. Non rivolge giammai parole sgarbate a nessuno; guarda invece tutti con modestia e pudore. Si mostra buona verso i mendicanti e soffre assai quando non ottiene che si presti loro aiuto come a lei piace...

In particolare, tre divinità sembrano incarnare i differenti aspetti attribuiti alle Dame Bianche: la prima è Holda, la regina delle foreste, la Diana libera e selvaggia che si bagna nei laghi e nei ruscelli dei boschi e si asciuga i caldi raggi del sole di mezzogiorno; la seconda è Bertha, la bianca signora, esperta nell'arte di filare; la terza è Ostera, alla quale il popolo offre mazzi di mughetti. Queste entità amano manifestarsi agli umani soltanto soltanto in momenti e circostanze particolari, vestite con abiti o veli bianchi, da cui deriva l'appellativo che le distingue. Gli innumerevoli racconti imperniati sulla loro presenza soave e impalpabile, sono costantemente caratterizzati da un senso diffuso di grazia e di bellezza incantata che pervade ogni storia.

Quando il sole è alto nel cielo le dame bianche si mostrano, di preferenza, ai pastori e contadini.

Nei pressi del villaggio di Geismar questo essere immateriale appare ogni sette anni, e nel castello di Bade, ogni giorno puntualmente, allo scoccare del mezzogiorno, una Dama Bianca si presenta con un mazzo di chiavi in mano. Ugualmente ogni sette anni, nel periodo in cui fiorisce il mughetto, appare una Dama Bianca - protettrice del luogo - nelle cantine del castello di Walsfortsweiler, dove si racconta sia nascosto un tesoro; questa singolare dama, custode del tesoro, sembra che ami in modo particolare i bambini e che preferisca mostrarsi soltanto ad essi.

A Osterode, la domenica di pasqua di ogni anno, è possibile vedere esattamente la stessa figura bagnarsi nelle acque del vicino fiume, lavarsi, asciugarsi, per poi sparire tra le rovine del maniero.

Una caratteristica costante di questo genere di Fate - ma non si limita a queste - pare consista nell'immancabile e prodigioso cambiamento che avviene per i doni lasciati agli esseri umani: qualsiasi oggetto regalato da una Fata, viene infatti invariabilmente trasformato dopo poco in pezzi d'oro e d'argento.

Non sarebbe sufficiente un volume a sé per riportare la serie infinita di queste leggende, la maggior parte delle quali, peraltro, non varia che per marginali dettagli. Si tratta di un patrimonio comune dell'intera Germania, ma i luoghi per così dire prediletti da queste Fate risultano la Prussia, la Turingia e la Westfalia. Si conoscono inoltre Dame Bianche la cui apparizione è legata, nel bene o nel male, ad antiche famiglie di casate illustri. Tristemente nota ad esempio la pallida figura che si manifestava periodicamente agli Hohenzollen per annunciare la prossima fine di un membro della famiglia. Altrettanto famosa la Dama della Casa D'Assia.

Occorre osservare tuttavia che queste creature misteriose, annunciatrici di eventi funesti, non riservano le loro attenzioni unicamente a personaggi titolati: nelle brughiere di Luneburg, le Fate dette Klage-Weib sono solite farsi portatrici di simili notizie anche presso i comuni abitanti della zona.

Appartengono egualmente al ricco scrigno dei miti germanici le altrettanto note Dame del Lago, nome attribuito a numerose Fate durante il Medioevo, tra le quali basti citare la celeberrima Viviana. Queste dame legate al mondo crepuscolare, surreale e soffuso dei laghi, sono figlie delle Meerweibnixe, affascinati divinità delle acque.

Da sottolineare infine, a titolo di curiosità, che l'impressione e la meraviglia suscitate in tutta Europa dalle continue apparizioni di queste straordinarie figure fu tale che alla fine del XIV secolo fu istituito in Francia, per merito del maresciallo Boucicaut, un vero e proprio Ordine della dama Bianca, con il compito preciso di difendere tutte quelle dame e fanciulle oppresse o minacciate da uomini potenti, malvagi e arroganti, che avrebbero potuto attentare alle loro terre, ai loro beni e al loro onore...


Fonte: " Iniziazione alla magia delle Fate" di Pier Luca Pierini, Edizioni Rebis (Viareggio).

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ISLANDA
Una leggenda cristiana originaria dell'Islanda fa risalire la razza delle Fate e degli Elfi al mito di Adamo ed Eva. Quest'ultima aveva già partorito molti figli, quando un giorno Dio si recò a farle visita, per fare la conoscenza dei suoi piccoli. Poiché essa non aveva avuto il tempo di lavarli tutti, nascose quelli più sporchi e presentò a Dio solo quelli con il viso pulito. Così il Creatore poté riconoscere solo una parte di quei bambini, che divennero uomini. Gli altri, più numerosi, che Eva aveva nascosto privandoli del conforto divino e condannandoli così all'oblio, furono all'origine della razza degli Elfi e delle Fate.


Fonte : " Iniziazione alla magia delle Fate" di Pier Luca Pierini, Edizioni Rebis (Viareggio)


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SCANDINAVIA
Ai paesi scandinavi è legata una strana e antichissima leggenda dalla quale prendono vita misteriose Fate chiamate Vergini-cigni, controverse creature di transizione tra gli spiriti dell'aria e quelli delle acque. Questo è il racconto riportato da Karl Grun:

Vi erano tre fratelli, figli del re: il primo si chiamava Slagfinn, il secondo Egil e il terzo Valund; essi si esercitavano con le armi e si dedicavano con passione alla caccia. Un giorno giunsero nella Valle del Lupo, dove costruirono una casa nei pressi del Lago del Lupo. Il giorno dopo aver finito il lavoro, di buon'ora, si accorsero della presenza sulle rive del lago di tre fanciulle intente a filare il lino, il cui aspetto si confondeva con la forma di tre cigni. Queste donne erano Valchirie e due di esse, Hladgun-Svanhvit e Hervor-Alhvit, erano figlie del re Loedve; la terza era Alrun, Slagfinn scelse Svanhvit e Valund prese Alhvit. Essi passarono sette anni insieme, poi le fanciulle volarono via, alla ricerca di battaglie, e non tornarono più.

Ancora più esplicita e interessante questa seconda leggenda, intitolata Il velo rubato: La Fata Kalliste, una vergine-cigno, fu sorpresa mentre faceva il bagno da un cavaliere di nome Friedbert, il quale, a sua insaputa, le aveva rubato il velo magico. L'ingenua fanciulla, privata dell'influenza incantata del velo, pensò di essere caduta dal cielo, s'innamorò ben presto del giovane cavaliere e decisero di sposarsi.
La vigilia delle nozze accadde che Kalliste non riusciva a trovare un velo adatto al suo abito da sposa, finché la madre di Friedbert si ricordò che tempo addietro il figlio le aveva affidato un velo molto bello, pregandola di conservarlo. Ella naturalmente ignorava che questo era il velo-talismano della vergine-cigno, e quando fu posto sul capo della fanciulla d'un tratto le tornò la memoria del proprio passato. Sconcertata e confusa per quanto accaduto, Kalliste prese allora il volo, per ritornare alla sua patria lontana. Ma fortunatamente, l'amore vince sempre e Friedbert riuscì a ritrovare la sua bella fidanzata, e il matrimonio ebbe luogo...


Fonte: " Iniziazione alla magia delle Fate" di Pier Luca Pierini, Edizioni Rebis (Viareggio)



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GRECIA


Secondo la credenza popolare, Cefalonia, la più grande delle isole dello Ionio, è popolata da una moltitudine di Fate. Il Froissart, ripreso da Collin de Plancy, scrive: esse proteggevano la gente da disgrazie ed avversità e s'intrattenevano familiarmente con le donne dell'isola.


Fonte : " Iniziazione alla magia delle Fate" di Pier Luca Pierini, Edizioni Rebis (Viareggio)


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