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Sciamanismo celtico

Ultimo Aggiornamento: 05/12/2004 15:28
05/12/2004 15:28
 
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Nel druidismo e più in generale nel complesso delle credenze celtiche si sono ravvisati elementi sciamanici. Più volte è stato citato questo aspetto della civiltà celtica, tuttavia è indubbio che sia difficile trovare riscontri storici. Occorre quindi allargare l'indagine in ambiti più ampi di quelli normalmente studiati.

Quando si parla di sciamanismo non si può non partire dal testo di Mircea Eliade "Le sciamanisme", che a tutt'oggi resta una sorta di Bibbia sull'argomento. Eliade ribadì che lo sciamano non è uno stregone, un sacerdote, un "medicineman" o un "curandero": lo sciamano è anche questo, tuttavia, non è solo questo. Egli è essenzialmente una persona (uomo o donna) che padroneggia la tecnica dell'estasi. Lo sciamano è l'unico in grado di recarsi nell'aldilà, cioè nel mondo degli spiriti, per combatterli e ottenere dei benefici per i singoli o per la comunità. Le tecniche per far questo sono essenzialmente il sonno estatico e la trasformazione in animale del proprio spirito.

Lo sciamano è un predestinato per nascita o per scelta di altri sciamani, ma non è mai un posseduto. Ciò che lo distingue da questi e dagli estatici è il rapporto che si instaura con gli spiriti: mentre i posseduti vengono impadroniti da esseri magico-demoniaci, lo sciamano "... domina i suoi spiriti" nel senso che lui, essere umano, riesce a comunicare con i morti, con i demoni, con gli spiriti della natura, senza per questo trasformarsi in un loro strumento.

Questa introduzione forzatamente superficiale allo sciamanismo tratteggia alcuni aspetti importanti relativi al nostro campo di indagine. Fra i tanti caratteri dello sciamanismo vorrei sottolineare alcuni che possono riferirsi al mondo celtico: la trasformazione zoomorfica, gli animali psicopompi, il sonno estatico e il rapporto con l'aldilà.

La zoomorfosi si trova già nei miti celtici più antichi. Tuan, figlio di Carell, si trasforma in cervo, in cinghiale e in falco "sempre nel medesimo luogo". Gwyon Bach, per sfuggire Keridwen che lo insegue, si trasforma in lepre, in pesce, in uccello e infine in chicco di grano. Keridwen si trasforma a sua volta in levriero, lontra, rapace e gallina, che mangia il chicco restando incinta di Gwyon. Dopo nove mesi partorirà un bimbo che sarà il bardo Taliesin.

Cosa hanno a che vedere questi due miti con lo sciamanismo?

Innanzitutto il fatto che gli animali in cui si trasformano gli
eroi sono esseri simbolici profondamente legati all'aldilà. Il cervo, per esempio, (come pure il cinghiale) è l'animale psicopompo per eccellenza. E' lui che nel corso di cacce, in cui l'eroe si perde nei boschi, lo porta a vivere avventure in un regno precluso a tutti, da cui egli ritorna dopo aver compiuto particolari imprese. (...)


Si Ringrazia
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