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Il filmato "Dinsdale"

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2004 13:41
26/10/2004 13:41
 
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Esistono non meno di trenta presunti filmati che pretendono di mostrare Nessie nell’atto di solcare le acque del Loch. Come per le fotografie, un esame di ognuno di essi, oltre che impossibile sarebbe ben poco indicativo. E’ stato ampiamente dimostrato che nessuno mostra qualcosa di anomalo riconducibile ad una creatura acquatica sconosciuta. Tra questi quello che più ha fatto parlare di sé, e che per molto tempo è stato considerato quale la migliore prova in assoluto dell’esistenza di Nessie, fu realizzato da Tim Dinsdale, che un giorno decise di abbandonare la sua carriera d’ingegnere areonautico per dedicarsi alla caccia del “mostro”...


(estratto da “The Story of the Loch Ness Monster”, di Tim Dinsdale, Londra 1973, tratto da “Antichi Misteri”, di Peter Haining, 1977)



“Al mattino presto di sabato 23 aprile1960, tornando dopo avere dato un’ulteriore occhiata al lago all’alba, scorsi qualcosa di grosso, molto al largo, sull’acqua.



Ero a bordo della mia macchina, con l’apparecchio per le riprese cinematografiche montato su un treppiede accanto a me, al posto del sedile anteriore che avevo rimosso. Stavo osservando la baia di Foyers da un punto situato a circa 90 metri di quota sul fianco della montagna.



Erano quasi le nove e le acque erano calme, l’aria tersa come cristallo. Il sole splendeva su quell’oggetto e potei vedere che aveva un colore bruno rossiccio. Fermai la macchina sul ciglio della strada, portai il binocolo agli occhi e osservai con cura. Ingrandito sette volte, l’oggetto appariva molto più distintamente. Non si trattava di una barca ed era quasi del tutto immobile.



Ad un tratto si animò e si levò allontanandosi sull’acqua, con increspature che si dipartivano dall’estremità più lontana. Potevo vedere adesso che si trattava del dorso di un grande animale, uno strano dorso ingobbito, e che sul lato sinistro c’era una curiosa macchia scura.



Non si vedevano pinne su quel dorso, come su quello di una balena, o di una focena, di questo ne ero sicuro. Voltandomi verso la macchina da presa girai circa dodici metri di film riprendendo il mostro mentre zigzagava attraverso il lago immergendosi a poco a poco.



Quando si fu immerso del tutto svoltò di colpo sulla sinistra, sotto il pelo dell’acqua, e nuotò accanto alla sponda opposta per circa quattrocento metri, lasciandosi dietro la grande scia a forma di V della quale avevo sentito parlare e che mi era stata descritta tre giorni prima.



Essendomi rimasti soltanto circa cinque metri di film, fermai la cinepresa e mi precipitai con la macchina giù dal fianco della montagna fuori strada in un campo in un campo verso la riva, nella speranza di riuscire a vedere più da vicino il mostro; ma quando giunsi sul bordo dell’acqua non c’era nulla da vedere per chilometri in ogni direzione, soltanto una superficie simile a uno specchio.



Il mostro si era inabissato di nuovo nelle profondità del lago! Deluso, tornai per fare colazione, poi mi accordai con l’albergatore perché uscisse su una barca con un piccolo motore fuoribordo. Volevo infatti riprenderlo per fare un confronto.



Ovviamente se una barca del tipo impiegata sul Loch Ness fosse comparsa nello stesso film, dopo il mostro, avrebbe senz’altro dimostrato che l’oggetto ripreso in precedenza non era una barca”.



Nel 1965 il filmato fu inviato alla Joint Air Reconnaissance Centre (JARIC), che dopo averlo scrupolosamente esaminato, inviò un corposo rapporto a Dinsdale ed ai membri del Loch Ness Investigation Bureau. Tale rapporto non é mai stato pubblicato ufficialmente, ma il LNIB ne riprodusse il testo in un depliant.



Le conclusioni della JARIC vertevano sul fatto che vista la velocità dell’oggetto filmato, quest’ultimo non poteva essere un battello di superficie.



Quindi, escludendo l’ipotesi che potesse trattarsi di un sottomarino, concludevano dicendo che probabilmente si trattava di un oggetto animato. Inoltre in un paragrafo, era scritto che le apparenti immersioni dell’oggetto potevano essere causate in realtà da particolari giochi di luce. Burton e il suo team osservarono gommoni a motore percorrere quasi la stessa rotta dell’oggetto filmato da Dinsdale, notando che in alcuni punti sembravano immergersi. Successivamente Burton scoprì che un contadino del luogo era solito navigare in gommone sul lago alla stessa ora in cui Dinsdale filmò l’oggetto.



Concludendo, l’unica prova esistente circa il fatto che l’oggetto ripreso da Dinsdale possa essere realmente un ipotetico mostro Loch Ness, é la testimonianza dell’autore, che poté osservare il misterioso oggetto attraverso il binocolo. L’opinione generale dei ricercatori è che Dinsdale, riconosciuto all’unanimità come una persona onesta ed un serio studioso, sia stato vittima di una mal’interpretazione assolutamente involontaria, dovuta alle pessime condizioni di luce e non l’artefice di una frode.


Si ringrazia
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