ti posso raccontare una storia ?
prologo
il mio piccolo quando aveva 4 anni andava in una scuola materna in periferia. Come in tutte le città italiane ormai non è più raro trovarsi in classe con altri bimbi di colore.
Storia
Il suo papà aveva (ha) un appuntamento fisso il lunedì sera: la classica partita di calcetto con gli amici di sempre e quelli che man mano si aggiungono in queste occasioni. Il mio piccolo li conosceva tutti ed a ognuno aveva assegnato una caratteristica. Così che la sera che andavo a giocare al calcetto, per temporeggiare sul distacco, rompeva le palle con un giochetto che si era inventato: mi chiedeva nome per nome chi avrebbe giocato con me quella sera, una specie di appello, e poi lui cercava di capire se li conosceva. Con me giocava tra l’altro un ragazzo marocchino (Raschid), con la pelle molto scura ed una calvizie precoce.
Fatto sta che sulla porta di casa lui mi bloccava e diceva: “chi c’è a calcetto?” ed io “c’è Pino” e lui “quello alto?” “si”
“e poi chi c’è”
“c’è Franco”
“quello grasso?”
“Si”
……
“e poi chi c’è”
“c’è Raschid”
“quello PELATO?”
Il mio piccolo mi ha insegnato che le differenze spesso stanno nei nostri occhi di adulti.
Come è finita? Raccontai a Raschid la cosa e lui mi ha risposto “avrei preferito che diceva “nero” !!!!