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Davvero insegna questo? analisi "grissina" di "Cosa insegna realmente la Bibbia?"

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2009 19:41
08/06/2007 11:26
 
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69.

Riguardo alla divinità di Cristo e quindi alla Trinità, la WT esibisce un concentrato della sua posizione che tocca molti punti controversi rispetto all’intendimento della normale cristianità (intendi sia cattolici che ortodossi che protestanti) in pratica rimanendo sola contro tutti.
E’ un argomento che, per la sua gravità, dovrebbe essere trattato con molta precisione e abbondanza di ragionamenti. In breve dovrebbe costituire un trattato a sé.
Non essendo questo il luogo, e avendo già dimostrato, lungo il commento fatto, come la WT per sostenere la tesi della esclusiva “creaturalità” del Figlio di Dio (sia visto come Arcangelo Michele che come Gesù di Nazareth) è ricorsa ad alterazioni della Bibbia, qui ci limiteremo a piccoli flashes di obiezioni e rilievi critici che inseriamo su qualche parola o periodo chiave nel discorso.
Il che – si badi bene! – non significa che su ciò che non commenteremo non avremmo da fare pure delle osservazioni; significherà solo che scegliamo un campionario sufficiente a far capire come il discorso della WT è eretico (perché sceglie e omette), confusionario (perché si rifiuta di distinguere) e infine truffaldino (perché deforma la verità biblica).
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La verità circa il Padre, il Figlio e lo spirito santo
PER coloro che credono nella dottrina della Trinità, Dio consiste di tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
No! “Consistere di” dà l’idea che il tutto sia formato da tre pezzi componenti. In Dio non è così. Il “pezzo”=Dio è unico, e le 3 Persone divine sono “fuse” in esso pur mantenendo la loro distinzione. Correttamente andava detto “tre Persone coesistono in Dio”.

Viene detto che ciascuna di queste tre persone è uguale alle altre, è onnipotente e non ha avuto inizio.
Sì, perché l’onnipotenza e l’eternità sono qualità della natura divina che esse hanno in comune. Dicendo “Dio” si intende la natura; ed essa appunto è eterna e onnipotente; onnipotenza ed eternità (oltre che onniscienza e altro) sono dunque prerogative di cui godono le tre Persone proprietarie di quella natura.

Secondo la dottrina trinitaria, dunque, il Padre è Dio, il Figlio è Dio e lo Spirito Santo è Dio, eppure esiste un solo Dio.
Questo “eppure” rivela che vedete una contraddizione matematica: 3 non è uguale a 1! Ma essa è immaginaria. Deriva dall’aver concepito, all’inizio del discorso, le persone come tre pezzi isolati. Dovete sforzarvi di più.

Molti di coloro che credono in questa dottrina ammettono di non saperla spiegare.
Altra inesattezza. Invece si sa “spiegare”, anche se limitatamente, ma non si sa “comprendere” il modo. I misteri (e quello trinitario è il più alto) non si possono comprendere quanto alla modalità perché gli uomini sono prigionieri della propria immaginazione. Per tutto ciò che è trascendente l’umano devono per forza procedere per analogie, le quali analogie appunto giocano sul qualcosa di simile e sul molto di dissimile che esiste tra l’umano e il divino, così che non siamo capaci di spiegare esaustivamente come stanno le cose divine. Salvo lo Spirito Santo che “scruta anche le profondità di Dio”, Dio per farsi capire da noi è stato costretto ad usare antropomorfismi e analogie nella Bibbia. Tuttavia la razionalità umana riesce a comprendere con certezza che non esiste contraddizione in termini nell’enunciato di tale mistero. Ve ne sarebbe se parlassimo di 3 persone che sono una persona o di tre nature che sono una natura. Ma se l’unità riguarda una categoria dell’essere (quello della natura-sostanza) e la trinità riguarda un’altra categoria (quella delle Persone) non c’è contraddittorietà, anche se non si riesce a vedere il modo con cui l’essere divino tiene insieme in Sé i due livelli, e questo perché noi abbiamo esperienza sempre ed esclusivamente di un’unica natura umana ma divisa nella sua partecipazione a varie persone, quindi posseduta isolatamente, e di persone parimenti isolate l’una dall’altra.

Tuttavia pensano che sia insegnata nella Bibbia. È degno di nota che la parola “Trinità” non compare mai nella Bibbia.
No, non è degno di nota. E’ una sciocchezza per impressionare i semplici il pretenderlo.

Ma almeno il concetto di Trinità vi compare?
Quello di sicuro! Anche se la formulazione che non suonasse come contraddittoria è stata elaborata vari anni dopo, con una scelta oculata dei termini che al tempo di Gesù non erano disponibili.

Per rispondere a questa domanda, esaminiamo un versetto biblico citato spesso a sostegno della Trinità.
Bravi! E poi noi esamineremo quelli che saltate, eh?

“LA PAROLA ERA DIO”
In Giovanni 1:1 si legge: “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio”. (Nuova Riveduta) Più avanti nello stesso capitolo l’apostolo Giovanni spiega chiaramente che “la Parola” è Gesù. (Giovanni 1:14)
No, non la Parola ma la Parola “incarnata” è Gesù, prima dell’incarnazione essa non aveva anche la natura umana propria di gesù di Nazareth, figlio di Maria

Tuttavia, dal momento che la Parola è definita Dio, alcuni concludono che il Figlio e il Padre debbano essere parte dello stesso Dio.
Parte eh? Di nuovo i tre pezzi componenti? Le Persone divine, come sono concepite dalla cristianità come tre parti (e si spera che voi stiate contestando la sua concezione e non uno modo di immaginare la Trinità tutto vostro). Sono indivisibili, si compenetrano l’un l’altra, non sono pezzi l’uno accanto all’altro, convivono nello stesso Dio che, per iniziativa del Padre ha originato le altre due: il Figlio da solo e lo Spirito insieme al Figlio. Che poi questo processo sia avvenuto da sempre, cioè nell’eternità e perduri eternamente, e quindi sia estraneo al “prima e dopo” temporali del nostro mondo è una verità collaterale che rende il Figlio e lo Spirito contemporaneamente “dipendenti” dall’iniziativa del Padre ma insieme “coeterni” a Lui perché non c’è stato nessun istante di tempo in cui il Padre sia stato senza il Figlio e senza lo Spirito. Essi non sono venuti “dopo”. Qui entriamo però nell’alta teologia, perciò basti tale accenno e notare come e quanto la nostra visuale contrasti con il semplicistico immaginare della WT che ritiene che “Un tempo Geova era tutto solo nello spazio universale”. (sic!)

Tenete presente che questa parte della Bibbia in origine fu scritta in greco. In seguito il testo greco venne tradotto in altre lingue. Alcuni traduttori, però, non resero quella frase “la Parola era Dio”. Perché no? In base alla loro conoscenza del greco biblico conclusero che la frase “la Parola era Dio” andasse tradotta in modo diverso. Come? Ecco alcuni esempi: “Il Logos [la Parola] era divino”. (A New Translation of the Bible) “La Parola era un dio”. (The New Testament in an Improved Version) “La Parola era con Dio e aveva la stessa natura”. (The Translator’s New Testament)
Ma non è che con questo tali versioni portino tutte acqua al mulino della WT! Alcune vogliono solo sottolineare che il Verbo è di natura divina, il che è vero, e il che non esclude che pertanto, quanto a dignità divina sia pari al Padre. Poi ve ne sono di quelle che ruotano attorno all’idea geovista, e per i quali l’essere “divino” equivale semplicemente e riduttivamente ad essere un “potente”. Ma si tratta di pochissimi insignificanti esponenti.

Secondo queste traduzioni la Parola non è Dio stesso.
Qui la confusione aumenta. La sottolineatura lascia supporre che noi sosterremmo che la Parola/Figlio/Gesù sarebbero Dio stesso/cioè il Padre. Ma questo è solo un grosso equivoco (forse studiato e voluto?) della WT che ci assegna colpe inesistenti per poterle poi facilmente contestare. Il Figlio e il Padre (il NT spesso dicendo “Dio” allude a Lui, come nell’inizio di Giovanni 1,1) non sono la stessa Persona! Sono distinti, anche se inseparabili. Il Figlio non è il Padre e il Padre non è il Figlio giacché paternità e filiazione sono in rapporto di causa ed effetto e vengono predicate intorno alle Persone e non riguardo alla divinità, come se Dio=natura potesse generare un Dio=altra natura staccato da sé così che avremmo due Dii onnipotenti (assurdo logico!).

Piuttosto, a motivo della sua elevata posizione fra le creature di Geova, la Parola viene definita “un dio”. Qui il termine “dio” significa “potente”.
E non ci siamo affatto! Qui il termine ‘dio’ va scritto 'Dio' perché indicando che il Figlio, persona distinta dal Padre, è tuttavia compartecipe dell’unica natura divina giacché convive con il Padre in essa (e anche con lo Spirito) dicendo che egli è Dio si intende dire non che va confuso e identificato con la Persona del Padre/Dio ma che convivendo nell’unica natura del Padre e in cui il Padre lo ha accolto, egli gode delle prerogative proprie di quella natura che, essendo divina, è per ciò stesso onnipotente, eterna, onnisciente, onnipresente, perfetta, attualità pura di ogni perfezione possibile. Quando dico che al tempo di Gesù, il vocabolario biblico non permetteva questa finezza espressiva voglio dire che la mente dei discepoli ha percepito la realtà di questa distinzione e unione anche se non sapeva comunicarla se non parlando del Padre e del Figlio come persone ben distinte e assegnando a Gesù le stesse prerogative divine del Padre, cosa che poi ha esteso allo Spirito Santo quando ha capito che anch’Egli era davvero un Consolatore e Insegnante e Guida, dotato di personalità che interagiva con la chiesa nascente.
(seguita)
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