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Giulietti

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2004 12:23
08/11/2004 12:23
 
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Giulietti, mister della politica
Consigliere provinciale Ds e allenatore di calcio in C2

Qualche amante del calcio con buona memoria e capelli brizzolati ricorderà Paolo Sollier, il calciatore comunista del primo miracoloso Perugia, quello di Ilario Castagner, per intenderci. Giocava centravanti arretrato, gran movimento e numero di gol non proprio pari alla fatica. Era bravo, dicevano, e ad ogni rete esultava col pugno chiuso alzato: un pensiero ai compagni della squadra e un altro al compagno Che Guevara. Ebbe fama notevole, sebbene breve, una trentina d’anni fa, in tempi in cui per le strade o eri fascista o comunista. Qualche altro anno più tardi le passioni per il calcio e per l’Internazionale socialista si incrociarono nelle vicende di un altro calciatore, che calcava campi lontani dalla serie A ma non privi di riflettori.

Era Giancarlo Giulietti, che, appese le scarpe al chiodo, ha imboccato la strada dell’allenatore, alternando i libri tattica calcistica a quelli di Marx. Oggi è alla guida del Tolentino - serie C2 mica niente - e la via del socialismo l’ha portato per la seconda volta sui banchi del Consiglio provinciale.

Giulietti, più difficile tenere a bada i tacchetti dei mediani o gli avversari dell’allora Pentapartito?
“I socialisti di allora, non c’è dubbio. Siamo stati anche alleati con loro, ma tenerli a freno era un’impresa”.

E oggi? Oggi sono cambiati i moduli, c’è il pressing.
“Ma anche oggi non è facile e non solo con i partiti avversari”.

Non mi dica che ha problemi, come dire... di spogliatoio.
Giulietti sorride. “No, di spogliatoio no, però bisogna stare sempre attenti”.

Lei era mezzala: un mancino, manco a dirlo; di quelli che assisteva le punte e si inseriva in rete. Con la politica come è messo?
“Ma io ritornavo spesso, raccordavo il centrocampo. Oggi, invece preferisco fare il pressing alto, e ogni tanto inserirmi per fare rete”.

Ma ha subito più falli in campo o tra i banchi dei consigli comunale e provinciale.
“In campo ne subivo parecchi, ero mingherlino e spesso mi rimaneva l’astio verso l’avversario. In politica i falli non sono meno gravi; anzi. Ma senza strascichi. Le dirò, ho allenato la Civitanovese col sindaco Marinelli, medico sociale, al mio fianco. Fuori della politica abbiamo uno splendido rapporto”.

Dica la verità. Con Franco Capponi avete rinunciato alla zona e avete marcato stretto a uomo.
“Strettissimo (e fa una risata). Marcatura a uomo; anzi, gli abbiamo costruito una gabbia. Diciamo che è stata un’entrata dura ma sempre corretta. Per riaffermare un principio di legalità”.

Ma anche in politica, secondo lei, la colpa è sempre dell’arbitro?
“Beh, per molti miei colleghi sì, ci va sempre di mezzo l’arbitro. Per parte mia, non sono abituato a considerare i nostri errori colpa altrui”.

E quando è stato messo in panchina, come ha reagito?
“Da calciatore soffrivo da matti, ma non facevo storie. In politica ci sono stati dei tentativi di qualcuno, ma non gli è andato a buon fine. Alla fine sono sempre riuscito a giocare”.

Lo ammetta, ci sono più ex negli schieramenti dei partiti, anche nel suo, che in un campo di calcio.
“Ah certo. Ma le dirò la verità: non mi sono mai sentito un ex. Nemmeno quando non ho allenato e ho fatto l’osservatore. Guardavo le partite come se fossi io ad allenare. E ancor meno in politica. Pur non appartenendo alla parte maggioritaria del partito, mi sento sempre in gioco e vicino a tanti compagni che la pensano non proprio come me”.

Perché in politica si gioca così spesso a porte chiuse?
Vorrei anch’io che ci fosse sempre il pubblico. Ma di questi tempi non è facile”.

Colpa dello spettacolo?
“Chissà. Ma penso di no”.

Da politico navigato. In questo momento giocate per la salvezza o per i play off?
“Decisamente per i play off”.

Sia sincero. Silenzi è più allenatore o capitano?
Giulietti ci pensa un po’ su. “Più allenatore. Ma deve essere più attento a quello che pensano tutti i giocatori e ogni tanto tenere conto anche di chi non gioca o sta in panchina”.

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ma chi gliel'ha fatta st'intervista!?che delirio tra giornalista e mister!!
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