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da ilmanifesto.it - Bombe Usa contro i francesi

Ultimo Aggiornamento: 08/09/2004 16:24
08/09/2004 16:24
 
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STEFANO CHIARINI, il manifesto

Offensiva Usa nelle zone dove potrebbero trovarsi i due giornalisti francesi mette a rischio la vita degli ostaggi e ne blocca il rilascio. Bombe Usa su Tal Afar: 20 morti. Autobomba davanti all'accademia di Kirkuk uccide 22 agenti

5 settembre 2004 - Il presidente Bush, tramite il sinistro ambasciatore Usa a Baghdad, John Negroponte, e il premier iracheno Iyad Allawi, sembrano decisi ad ostacolare la più volte annunciata liberazione dei due giornalisti francesi, Malbrunot a Chesnot, forse nella speranza che qualcosa vada storto e che i due vengano uccisi. E' quanto emerge chiaramente da un parossistico aumento delle operazioni militari nelle aree dove potrebbero trovarsi i due rapiti: la zona di Falluja, dove anche ieri l'esercito Usa ha bombardato il lato sud-est della città nel quartiere di Shuhada, quella di Ramadi, dove si è combattuto nel quartiere di Asura, e quella a sud di Baghdad tra Mahmoudiya e Latifiya ed in particolare alcuni quartieri di quest'ultima cittadina ad una trentina di chilometri da Baghdad. La stessa zona dove sarebbero stati rapiti i due giornalisti francesi e dove sarebbe stato ucciso il reporter italiano Enzo Baldoni. Le autorità francesi, venerdi mattina, hanno parlato di un possibile rilascio dei due giornalisti e invece di favorire tale positiva svolta con una sospensione delle operazioni militari, i comandi americani, tra il pomeriggio di venerdì e la notte successiva, hanno bloccato tutte le comunicazioni stradali e telefononiche di quella vasta area sunnita a sud di Baghdad e circondato la città di Latifiya con ingenti forze. Ne sono seguiti pesanti bombardamenti e scontri nel corso dei quali vi sarebbero state decine di vittime. Tra queste anche una quindicina di agenti iracheni e di militari della Guardia nazionale, un reparto antiterrorismo composto da ex membri delle milizie curde, dei gruppi addestrati dalla Cia e da alcuni militanti dei gruppi sciiti filo-iraniani, tutte organizzazioni che fanno parte del governo Allawi. Epicentro degli scontri il quartiere di al-Baas nel centro di Latifiya dove sono in corso rastrellamenti casa per casa. Un ufficiale della Guardia nazionale, intervistato dall'agenzia francese Afp, ha dichiarato «Abbiamo avuto l'ordine del primo ministro Allawi di perquisire molte abitazioni di questa città alla ricerca di armi e terroristi. L'operazione è portata avanti in modo congiunto con l'esercito americano».

Ieri però nel mirino americano, nell'ambito del progetto di schiacciare, da qui alle elezioni di novembre, qualsiasi forma di resistenza sunnita e sciita, è entrata anche la cittadina di Tal Afar 50 chilometri a nord-ovest di Mosul la capitale del nord Iraq. Anche in questo caso gli uomini della seconda divisione di fanteria dell'esercito Usa hanno circondato due distretti della città, al-Sarai e Hasankul e hanno iniziato a rastrellarne gli abitanti. Poco dopo è scoppiata una vera battaglia e la città è stata martellata per sei ore dai carri armati americani. Nella tarda mattinata di ieri, di fronte alla forte resistenza di tutti i cittadini intervenuti per bloccare perquisizioni e arresti, è intervenuta l'aviazione che ha sganciato alcune bombe da una tonnellata che hanno distrutto, secondo quanto riferito da un ufficiale iracheno, trenta palazzine e una cinquantina di automobili. Le vittime, in gran parte donne e bambini rimasti a casa, sarebbero oltre 20, i feriti circa 60. Nel corso dei combattimenti è stato colpito anche un elicottero americano Kiowa OH-58D e due aviatori hanno riportato gravi ferite.

La città di Tal Afar è una delle tante in Iraq divenute nelle ultime settimane off limit per le truppe di occupazione e il governo collaborazionista di Allawi ma si differenzia in particolare per essere una sorta di laboratorio di un'alleanza tra la resistenza sunnita, forte nella zona a ovest di Mosul, e quella sciita assai presente a Tal Afar. Parte della popolazione infatti è di origini turcomanne sciite e in quanto tale sostiene il leader radicale Moqtada al Sadr nella sua lotta contro la divisione dell'Iraq su basi etnico-confessionali ed in particolare si batte contro la nascita di uno staterello curdo-americano petrolifero nel nord dell'Iraq. Inoltre, ed è forse la colpa più grave, Tal Afar si trova non lontano dagli oleodotti che portano il petrolio verso i terminali turchi sul Mediterraneo, e a soli 70 chilometri dal confine con la Siria.

Un'altra vasta offensiva americana sarebbe in corso anche contro il paese di Dour, vicino Tikrit, un'altra zona off limit per gli occupanti, dove gli Usa ritengono possa nascondersi il vice presidente iracheno Izzat al Douri, in pessime condizioni di salute, ma sfuggito sino ad oggi alle retate americane. Intanto un gruppo radicale della resistenza irachena ha colpito ieri con un'auto-bomba, sembra guidata da un attentatore suicida, l'accademia della nuova polizia addestrata dagli americani nel centro di Kirkuk. Il bilancio dell'esplosione è di ventidue agenti uccisi, e di una trentina feriti.

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art36.html



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