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Ultimo Aggiornamento: 18/06/2006 15:42
01/09/2004 19:57
 
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[Modificato da cassandrin 05/10/2004 0.09]

04/01/2006 15:07
 
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Cohen, Leonard: una voce dalle latebre del XX secolo
Ormai non sappiamo quanto tempo gli dèi concederanno a Leonard per rimanere su questa Terra. Già lo possiamo prevedere: quando si spegnerà, ci sarà tutta una serie di ristampe delle sue canzoni, addirittura dei suoi album migliori, oltre a uno o due "tributes" da parte di artisti giovani e meno giovani.

L'importanza che "il cantore della malinconia" nativo di Montreal, Canada, ricopre nel paesaggio culturale del XX secolo va ben al di là, però, della sola produzione cantautorale. Cohen "nasce" infatti come poeta e romanziere e, anche se già da studentello aveva un suo proprio gruppo bluegrass/western, la prima forma di espressione che scelse fu quella letteraria. "The Favorite Game" e, ancor più, l'affascinante e trasgressivo "Beautiful Losers" (romanzi che seguirono sillogi di poesia quali quella - rimasta memorabile - intitolata "Flowers for Hitler"), gli valsero il riconoscimento della critica - anche quella europea - e sono ancora oggi considerati addirittura tra le migliori creazioni narrative degli Anni Sessanta.

Mentre scrivo mi sto gustando la raccolta sonora 'Leonard Cohen: More Best Of', assai variegata in quanto raccoglie canzoni del Nostro che abbracciano un po' tutto l'arco della sua carriera di "poeta in musica". La voce di Leonard (limpida e penetrante agli inizi della carriera, rauca ma quasi ancora più incisiva con l'avanzare degli anni) mi permea l'animo come non credevo più possibile e, considerando per l'ennesima volta il valore "letterario" dei suoi testi, mi chiedo che cosa sarebbe successo se il canadese avesse proseguito su due strade parallele - quella cantautorale e quella letteraria - anziché decidere, di punto in bianco, di abbandonare la seconda. Non so se gli avrebbero assegnato il Nobel (così come non lo hanno mai assegnato a Jack Kerouac o Henry Miller), ma certo è che avremmo letto molti altri bei romanzi. (Le poesie sono rimaste: sono le canzoni stesse.) Cohen era a suo tempo considerato un grande scrittore e la sua fama varcò anche i confini del Canada, eppure se ne scappò su un'isoletta greca e decise di comunicare, comunicarsi soltanto in musica.
Oggi vive in una delle periferie più squallide di Los Angeles e non so che cosa pensa, come vive e se è vero che indossa ancora abiti Armani (una foto "storica" lo ritrae seduto a gambe incrociate su una panchina con indosso, appunto, un elegante completo italiano: come una sorta di yogi del Nuovo Mondo).

Adesso parte "Anthem", dall'album 'The Future'. E, pian piano, un alone di serenità circonda le mie spoglie mortali. Vengo trasportato in una dimensione più alta, migliore... In attesa che cominci la più realistica - e dunque catastrofica, ma felicemente catastrofica - "Closing Time".

Cohen non è solo quello di "Suzanne" e "Blue Raincoat"...

[Modificato da cassandrin 04/01/2006 15.11]

18/06/2006 15:42
 
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44° album di Bob Dylan!
Si intitolerà Modern Times e l'uscita è prevista per il 29 agosto. Robert Zimmermann, alias Bob Dylan, è un sessantacinquenne attivo quanto mai! Qualche settimana fa ha terminato una sua ennesima lunga tournée con un bel concerto in Florida, e nell'ultimo periodo fa anche il presentatore radiofonico: per l'emittente satellitare XM. Il programma da lui condotto - a cadenza settimanale - si chiama "Theme Time Radio Hour" .



Modern Times, che segue di ben cinque anni l'ultimo studio album Love and Theft, conterrà dieci canzoni; tra le altre: "When the Deal Goes Down", "Thunder on the Mountain", "Spirit on the Water" e "Workingman's Blues", che il cantautore di Duluth ha scritto lo scorso inverno.
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