Taranto ha un cuore antico che batte tra i due mari e che le hanno valso l'appellativo di città Bimare. La sua favorevolissima posizione geografica, all'interno del Golfo che prende il suo nome, ha rappresentato, nel corso dei secoli, il suo orgoglio e il motivo della sua importanza militare, da quando i coloni spartani la colonizzarono intorno al '700 a.C. facendone poi la città egemone della Lega italiota, fino quando Napoleone Buonaparte la scelse quale base strategica, per la sua felice posizione
Da sempre base tra le più importanti della Marina Militare, Taranto vive in stretto rapporto con il mare che costituisce la caratteristica dominante della Città,le cui origini si perdono nella leggenda. E sul mare era protesa la vita dei pescatori e marinai che nel corso dei secoli popolarono l'antica Taranto, che fino a poco più di un secolo fa era circoscritta quasi interamente all'interno della Città vecchia, oggi un'isola.
Dal 1887, il Ponte, sormonta il canale navigabile, aprendosi regolarmente per consentire l'ingresso delle unità navali dirette alla stazione torpediniere della Marina Militare o agli stabilimenti navali.All'estremità opposta dell'isola, che protende verso la città nuova, e' il castello aragonese,
grandiosa opera di difesa, ampliata su preesistente struttura, per volontà di Ferdinando I d'Aragona, nel 1492. Il Ponte girevole, che sorge a ridosso del castello, rappresenta l'unico punto di contatto tra la città vecchia e la città nuova, che si espanse solo dopo l'Unità d'Italia.
Raggiungiamo la "Ringhiera", come viene definito il Lungomare Vittorio Emanuele II, dal quale l'isola si affaccia a Mar Grande. Il panorama qui muta: l'orizzonte si amplia, i bracci di terra si allargano nell'ampio bacino di Mar Grande e si protendono verso le incantevoli Isole Cheradi. A destra la costa si protende verso il porto mercantile.
A pochi passi, su corso Umberto, il Museo nazionale archeologico nella Magna Grecia, ospitato nell'ex Convento degli Alcantarini. Istituito oltre un secolo fa e' tra i più significativi d'Italia ed espone migliaia di importanti reperti, tra i quali la famosa collezione di ori ellenistici. Anche se il patrimonio di maggior consistenza e qualità e' rappresentato da vasi, sculture, terrecotte, mosaici, ecc. , la cui raccolta vastissima e unica offre un ventaglio esauriente per tipologie ed epoche.
Uno dei fiori all'occhiello della Taranto nuova e' certamente il Lungomare alberato, considerato non a torto tra i più belli in assoluto con l'irripetibile colpo d'occhio sulla baia di Mar Grande; suggestiva la fontana "La Rosa dei Venti", nella piazza Ebalia.
Da via Roma, che offre un incomparabile punto di osservazione sulla città vecchia, si raggiunge l'Istituto talassografico sede anche di un annesso Museo oceanografico e, di lì, gli incantevoli Giardini del Peripato, polmone verde di antichissima origine, già annesso al quattrocentesco convento di Sant'Antonio, interessato ad una radicale ristrutturazione.
L'appuntamento più importante con la tradizione e il maggior richiamo turistico lo esercitano senza dubbio i noti riti della Settimana Santa che culminano nelle due processioni principali: oltre a quella già citata dell'Addolorata, che parte dalla città vecchia, quella dei Misteri, del Venerdì Santo, che parte dalla Chiesa del Carmine, nel cuore del Borgo, dove fa rientro la mattinadel Sabato Santo. Singolare caratteristica di queste due processioni e' la "nazzecata", ovvero "dondolio", l'andatura cullante ed estremamente lenta dei Confratelli incappucciati e a piedi scalzi.
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La maniera di dare val più di ciò che si dà.