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Il fantasma del castello di Bardi

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2007 13:30
30/12/2006 17:26
 
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Arroccato su di un'altura che domina la vallata sottostante, il castello di Bardi si staglia nella sua meravigliosa possanza sulle colline del parmense.
Ideato per assurgere al ruolo di fortezza inespugnabile, il castello ora riposa nella sua fiera austerità nel silenzio di questi luoghi.
Un silenzio che, a distanza di diversi secoli, ha conservato con ogni probabilità segreti inenarrabili che solo queste solide mura hanno saputo preservare gelosamente dall'oblio e dal trascorrere del tempo che ogni cosa cancella.
Sì, proprio così, perché a Bardi il tempo sembra essersi davvero fermato, incerto sul da farsi: se proseguire incurante il suo corso o piuttosto regalare frammenti di vite passate a chi avesse avuto la buona volontà di ricercarli.
Così é stato ed oggi siamo lieti di potervi raccontare in esclusiva un qualcosa che va al di là di ogni più fervida immaginazione.
Suffragato da materiale di prima mano, il caso entra di diritto nella storia della parapsicologia.

La leggenda del castello: come ogni castello che si rispetti, anche attorno a quello di Bardi ruota una romantica leggenda.
Ci troviamo in un periodo inquadrabile tra il XV° ed il XVI° secolo e la regione é interessata da cruenti scontri tra le opposte signorie locali.
Tra una battaglia e l'altra la vita disperatamente cercava di ricavarsi un nuovo spazio ed é forse in uno di questi rari frangenti che a Moroello capitò di innamorarsi appassionatamente della bella Soleste.
L'amante era il intrepido comandante della guarnigione stanziata nella fortezza; stimato e rispettato dal nemico quale abile condottiero, costui era stato in grado di conquistare la fiducia dei Landi che vedevano in lui l'uomo perfetto al quale affidare un compito così delicato qual'era la difesa di confini assai incerti.
Quello che legava i due giovani era un amore così intenso che avrebbe vinto contro ogni cosa: la diffidenza per il differente ceto di appartenenza e la difficoltà iniziale del vivere questo sentimento liberamente.
Ma i due persero la sfida più importante, quella contro la quale non disponevano di armi alcune: la sfida col destino.
Un giorno, mentre un roseo futuro pareva prepararsi per i due, Moroello fu chiamato ad adempiere al suo dovere e, montato a cavallo, si mise alla testa delle sue truppe per respingere l'incombente minaccia di un bellicoso stato confinante.
Bardi era una preda su cui molti avrebbero voluto mettere le mani e per impedire ciò, il comandante dovette separarsi dall'amata Soleste ed andare incontro alle truppe nemiche.
Per diversi giorni la giovane rimase ad attendere appesa alla speranza di poter assistere quanto prima al ritorno di Moroello.
Si narra che non passasse giorno in cui Soleste non si recasse sul Mastio scrutando per ore l'orizzonte: ogni qual volta scorgeva in lontananza un uomo a cavallo, il suo cuore sussultava.
Dopo alcuni giorni d'attesa, finalmente una visione: una moltitudine di uomini in arme si appropinquava speditamente verso gli spalti.
Per Soleste fu un'esplosione di gioia tragicamente stroncata dall'attenta osservazione dei vessilli che avanzavano.
Non era il suo amato che tornava per accoglierla tra le sue braccia. Erano le truppe nemiche che ormai incombevano su di una rocca ormai priva di armigeri che potessero difenderla.
Nessuno potrà mai dire con certezza cosa passasse per la testa di Soleste in quei frangenti: certa di aver perduto il suo amore in battaglia, restìa al cadere tra le mani degli assassini, decise di porre fine alla sua esistenza lanciandosi nel vuoto dal Mastio.
La schiera di soldati ora era più vicina e, incredibile, quei vessilli nemici erano esposti da mani amiche!
Moroello, come finale gesto di spregio nei confronti del nemico, aveva comandato ai suoi uomini di indossare i colori del nemico. Con tale ordine aveva condannato involontariamente a morte la sua donna.
Travolto dai sensi di colpa, lo stesso Moroello decise di togliersi la vita lasciandosi cadere dagli spalti.
Questo é il triste epilogo di questo racconto molto datato e da qui inizia una delle più grandi sfide che l'ambiente parapsicologico italiano sia mai stata in grado di lanciare.
..tratto dal sito www.fantasmiitalia.it

...chi è stato a Bardi ha detto che effettivamente qualcosa di "strano" c'è...io ci dovevo andare tempo fa ma poi saltò tutto...



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Mikayla Dryadia ap Ruis
25/01/2007 13:48
 
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Cosa c'è di strano? Il sito non è raggiungibile. Puoi dirci qualcosa di più?


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Bombolo
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27/01/2007 12:01
 
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Guardiano del faro

Vampirus terribilis
Il fantasma del castello di bardi è uno di quelli più famosi, secondo solo ad azzurrina ed alla dama cenerina in termini di popolarità.
Ho visitato molti anni fa il castello e confermo ciò che c'è scritto nel post di Mikayla, ovvero il fatto che il tempo sembra essersi fermato.
Questa descrizione non è però la classica frase che si usa per posti rimasti simili a secoli fa, ma qualcosa di più.
Si avverte la sensazione di qualcosa di fermo, in qualche modo "opprimente".
Nulla di negativo, non si avverte assolutamente una sensazione brutta, ma c'è senza dubbio qualcosa di particolare e strano, qualcosa di incompiuto.
Ogni castello, vecchia abitazione ha un'anima, vita propria, di questo ne sono assolutamente certo.
Il Castello di Bardi non può essere da meno
date un'occhiata http://www.fantasmitalia.it/ghost28.htm






Io sono niente: senza vita, senza anima, odiato e temuto. Sono morto per tutta l'umanità. Ascoltatemi: io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula
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Naufrago
Ieri sera se n'è parlato su Voyager, ma in maniera non troppo esaustiva...


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