È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
WWW.VICOLOSTRETTO.NET

Ciao marinaio...ora sei su questa spiaggia: benvenuto! Visita il Vicolo e passeggia insieme a noi.
Abbiamo molte storie da raccontarci. Librati in volo e segui il gabbiano.
E lascia che il vento corra, coronato di spuma.
(...e il vento soffiò, per l'intero giorno, portandosi via tutte le parole...)


Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Luigi Veronelli

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2005 20:43
29/05/2005 14:46
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 52
Registrato il: 06/10/2004
Città: GENOVA
Età: 66
Sesso: Maschile
Naufrago
proprio oggi corrono sei mesi dalla mote di Luigi Veronelli, che evterò di definire, come molti farebbero "il famoso enogastronomo" e che voglio chiamare, meno superficialmente,come uomo di cultura del novecento italiano.

Nato nel 1926, Luigi Veronelli è stato per quasi 50 anni il critico enogastronomico per eccellenza. Uomo di battaglie, intuizioni, stimoli, idee a favore della cultura del mangiar e del bere bene e dell'agricoltura italiane.
Se oggi i vini, la cucina e "i giacimenti gastronomici" d'Italia - come li aveva definiti - stanno avendo il successo che meritano, gran parte è stata opera sua.

Scrittore brillante, battutista tagliente e creatore di un lessico tutto suo, Veronelli era uomo di grandi polemiche. Basti ricordare, ad esempio, il contrasto (e la penalizzazione a livello di giudizio) con un grande chef come Vissani, reo di non usare l'olio extra vergine di oliva nel fritto. Le sue Guide - le ultime sui ristoranti, sul vino e sugli alberghi sono appena uscite - hanno fatto scuola e tendenza.

Veronelli non classificava solo i ristoranti ma premiava i piatti che più lo avevano affascinato, descrivendoli con una prosa smagliante e sontuosa. Le sue idee sui cru, sui barrique, la spinta a considerare in un ettaro coltivato più la qualità che la quantità, il recupero dei vitigni autoctoni, la classificazione dei vini e molte altre intuizioni hanno fatto di Veronelli un critico che - come è stato detto - non "assaggiava" i vini ma ci "dialogava". E le sue descrizioni sono rimaste celebri: da "Bocca piena e calda", a "vino da meditazione", al recente "prime wine".

Assistente in gioventù del filosofo Giovanni Emanuele Bariè, collaboratore di Lelio Basso, Veronelli è stato amico di Luigi Carnacina con il quale ha scritto grandi testi (La grande cucina, Mangiare e bere all'italiana, La cucina rustica regionale) di Gianni Brera (con cui è stato autore di La pacciada), di Mario Soldati che di lui scrisse: "se Brera è il Gadda dello sport, Veronelli è il Gadda dell'enogastronomia". Ma anche amico di Giangiacono Feltrinelli e dell'architetto design Silvio Coppola. Tanto battagliero da essere condannato anche a sei mesi di carcere per istigazione alla rivolta dei vignaioli piemontesi per protesta contro i grandi monopoli. E a tre mesi per aver pubblicato un libro di De Sade.

Negli anni Sessanta e Settanta è stato autore di trasmissioni televisive sulla cultura dei vini e dei cibi. A 78 anni aveva nel cassetto un romanzo giallo e una miniera di idee per difendere la qualità, come le battaglie condotte con il sostegno dell'Anci a favore delle Denominazioni Comunali dei giacimenti gastronomici e dell'olio d'oliva.

Un profilo complesso, di notorietà internazionale maggiore del riconoscimento avuto in Italia, anche per la scarsa diffusione delle sue posizioni, censurate, come lui stesso, dai media televisivi dagli anni ottanta ad oggi.


Finché u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä.
(Fabrizio De Andrè, 1984)
29/05/2005 19:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 128
Registrato il: 29/03/2005
Sesso: Maschile
Naufrago
Confesso di avere appreso ora, grazie al topic di Webmichi, della morte di Veronelli.
Sei mesi fa probabilmente devo aver saltato la lettura dei giornali e la visione dei Tg....
A meno che la notizia non abbia avuto grande risalto su stampa e tv......
Proprio io che non salto un giorno senza leggere il Corriere, e anzi ritaglio per poi archiviarli tutti gli articoli che mi interessano, compresi quelli celebrativi sui grandi personaggi che ci lasciano.

Che dire di Veronelli: lo conobbi bambino in quella trasmissione Tv con Ave Ninchi in cui in coppia spiegavano i piatti, era ancora la tv in bianco e nero. Sapeva stare in tv, Veronelli. Magro e occhialuto, è rimasto nel mio immaginario di bambino. Con Ave formava una formidabile coppia, assortita benissimo. Mi aiuti chi si ricorda come si intitolava quella trasmissione, che io non me lo ricordo piu'.
Piu' da grande, poi, cominciai a capire le profondita' di questo uomo dalla vastissima cultura, e quando parlava di un vino (su L'Espresso, e negli ultimi anni sul Corsera ) ti faceva entrare in un mondo di riferimenti, sensazioni, rimandi culturali a 360 gradi.
Lo ricordo volentieri anche in una trasmissione di diversi anni fa, "Il Laureato" di Chiambretti. Saranno 10 anni almeno....
Veronelli incanto' la giovane platea con il suo eloquio.....quasi cieco, parlo' pure di Anarchia, il suo credo politico se non ricordo male da quanto disse.
Un settantenne, di fronte a quella platea di universitari, piu' "moderno" di tanti ventenni.

Un saluto al grande Luigi con sei mesi di ritardo.

[Modificato da DoctorStrange 29/05/2005 19.31]



29/05/2005 20:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 52
Registrato il: 06/10/2004
Città: GENOVA
Età: 66
Sesso: Maschile
Naufrago
Re:

Scritto da: DoctorStrange 29/05/2005 19.30
....Veronelli incanto' la giovane platea con il suo eloquio.....quasi cieco

[Modificato da DoctorStrange 29/05/2005 19.31]




I suoi problemi alla vista, caro Doc, furono la premessa a poche righe, commoventi come di rado capita di leggere, da lui apposte all'ultima guida sui vini a cui ha lavorato, quella del 2004.
Ti riporto qui la frase, riferita al suo amico di sempre, Gianni Brera, ed al loro modo, inimitabile, di concepire quella che io chiamo "la civiltà dell'uva".

“...Sto poco con Gianni Brera e me ne spiaccio al di là di ogni giustificazione. Ghe vedi più, e i suoi libri- così come succede per gli scritti dei poeti- si vuotano letti da occhi altrui.
Ho un’unica via per il rincontro: camminare le osterie (le poche rimaste) e le campagne dell’OltrePò che percorrevamo insieme.
Le vedrò- proprio per i miei occhi che si spengono- anche nelle giornate più limpide come fossero immerse in una nebbia palpabile. Mi consolerà pensare che Gianni amava la nebbia, e, ci scommetto, mi parrà ad un certo momento di avere le sue mani tra le mie.
Non dovesse succedere, mi basterà piegarle ed immergerle, le mani, in un solco di vite. Lì, le sue, ci sono nel reale”."

[Modificato da WebMichi 29/05/2005 20.42]

[Modificato da WebMichi 29/05/2005 20.43]



Finché u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä.
(Fabrizio De Andrè, 1984)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:21. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com