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l'impero di marco aurelio

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2006 17:42
01/12/2005 13:35


Questa cartina illustra la suddivisione amministrativa dell'impero romano voluta da Marco Aurelio: le province sono salite a 116, 117 con la regione di Roma o Latium Vetus, ed includendo anche l'Irlanda, che verrà conquistata definitivamente solo nel terzo secolo. Come si vede, anche le regioni italiche sono divenute delle province, abbandonando la tradizionale autonomia dei Federati Italici. La Giudea è sparta, sostituita dalla Palestina, la Germania Magna è stata divisa in sei province ed è stato annesso anche un tratto della costa orientale del Mar Rosso. Il confine settentrionale della provincia di Sarmazia è solo approssimativo, perché a segnarlo era solo una schiera di campi trincerati e di fortificazioni; esso verrà stabilito con certezza solo da Valerio Balbo, che avvierà relazioni diplomatiche con il vicino regno dei Venedi. Incerto è anche il confine con l'Arabia Deserta e quello con i Garamanti. Il confine con i Parti viene invece delimitato da Marco Aurelio e Lucio Vero dopo aver vinto in battaglia l'Impero confinante, che ha tentato di riprendersi le province toltegli da traiano

1 - LATIVM VETVS
60 - DACIA SVPERIOR

2 - TVSCIA
61 - DACIA INFERIOR

3 - VMBRIA
62 - TOMITANA

4 - PICENVM
63 - SCYTHIA MINOR

5 - SAMNIVM ET CAMPANIA
64 - DACIA NOVA

6 - APVLIA ET CALABRIA
65 - BASTARNIA

7 - BRVTIVM
66 - SCYTHIA MAIOR

8 - SICILIA
67 - TAVRICA

9 - MELITA
68 - SARMATIA

10 - SARDINIA
69 - CAUCASIA

11 - CORSICA
70 - PHRYGIA

12 - LIGVRIA
71 - LYDIA

13 - AEMILIA
72 - CARIA

14 - CISALPINA
73 - RHODVS

15 - VENETIA ET HYSTRIA
74 - AEGEVM

16 - HELVETIA
75 - LYCIA ET PAMPHILIA

17 - ALPES COTTIAE ET MARITIMAE
76 - PISIDIA

18 - GALLIA NARBONENSIS
77 - BITINIA

19 - NOVEM POPVLI
78 - PAPHLAGONIA

20 - AQUITANIA
79 - GALATIA

21 - ARMORICA
80 - LYCAONIA

22 - GALLIA BELGICA
81 - CILICIA

23 - GALLIA LVGDVNENSIS
82 - CYPRVS

24 - GALLAECIA
83 - CAPPADOCIA

25 - HISPANIA TARRACONENSIS
84 - PONTVS

26 - LVSITANIA 85 - COMMAGENE
27 - HISPANIA BAETICA 86 - EVPHRATENSIS
28 - HISPANIA CARTHAGINENSIS 87 - ARMENIA MINOR
29 - BRITANNIA LONDINIENSIS 88 - PONTVS POLEMONIACVS
30 - BRITANNIA CAESARIENSIS 89 - COLCHIS
31 - NOVA BRITANNIA 90 - IBERIA
32 - CALEDONIA 91 - ALBANIA
33 - HIBERNIA 92 - ARMENIA MAIOR
34 - GERMANIA INFERIOR 93 - GORDYENE
35 - RHENANIA 94 - OSROENE
36 - BATAVIA 95 - MESOPOTAMIA
37 - FRISIA 96 - ASSYRIA
38 - CIMBRIA 97 - CHARACENE
39 - GERMANIA SVPERIOR 98 - SYRIA
40 - SAXONIA 99 - ABILENE
41 - BAIOVARIA 100 - PALAESTINA
42 - BOEMIA 101 - AVGVSTA LIBANENSIS
43 - RAETIA 102 - PHOENICE
44 - NORICVM 103 - ARABIA PETRAEA
45 - PANNONIA SVPERIOR 104 - ARABIA NABATAEA
46 - PANNONIA INFERIOR 105 - AEGYPTVS
47 - IAZYGIA 106 - THEBAIS
48 - DALMATIA 107 - LYBIA
49 - ILLYRICVM SVPERIORE 108 - CYRENAICA
50 - ILLYRICVM INFERIORE 109 - TRIPOLITANA
51 - EPIRVS 110 - BYZACENA
52 - MACEDONIA 111 - AFRICA PROCONSVLARIS
53 - THESSALIA 112 - NVMIDIA CIRTENSIS
54 - ACHAIA 113 - NVMIDIA SITFENSIS
55 - CRETA 114 - NVMIDIA MILITIANA
56 - THRACIA 115 - BALIARES
57 - BYZANTIUM 116 - MAURETANIA CAESARIENSIS
58 - MOESIA SUPERIOR 117 - MAURETANIA TINGITANA
59 - MOESIA INFERIOR
01/12/2005 13:46
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Ma non mi sembra che scozia ed irlanda facessero parte dell'impero Romano?
-----------------------------------------------------------------------------------------------

voi potrete rispondere: io c'ero quel giorno a gaugamela

se avanzo seguitemi se retrocedo uccidetemi

Meglio un giorno da leoni che cento da pecora






01/12/2005 13:58
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Re:

Scritto da: davide.cool 01/12/2005 13.35


Questa cartina illustra la suddivisione amministrativa dell'impero romano voluta da Marco Aurelio:



Ma cos'è, fantastoria?

Ciao
Un naufragio può rovinarti la giornata (Tucidide)

A Beethoven e Sinatra preferisco l'insalata
A Vivaldi l'uva passa che mi dà più calorie (F. Battiato)



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(='.'=)Questo è un Bunny.Ho deciso di aiutarlo nella sua
(")_(") missione di conquista del mondo. COPIA E INCOLLA NELLA TUA FIRMA PER AIUTARLO NEL SUO INTENTO!!!!!!!!!!XDD

01/12/2005 14:05
no. è realtà. Marco aurelio aveva fatto anche calcolato la scozia, poichè pensava che prima e poi fosse caduta sotto roma.
01/12/2005 14:08
X lui la caduta di scozia e irlanda era prossima. Sarebbe caduta prima o poi. solo questione di tempo.
01/12/2005 14:13
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Re:

Scritto da: davide.cool 01/12/2005 14.05
no. è realtà. Marco aurelio aveva fatto anche calcolato la scozia, poichè pensava che prima e poi fosse caduta sotto roma.



Ma è tutto sbagliato, mica solo Irlanda e Scozia sono in più. C'è tutta la Germania libera e la Mesopotamia, per non parlare dell'Ucraina! Durante le sue guerre l'imperatore aveva (forse) progettato l'annessione di Marcomannia e Sarmazia, territori per nulla così ampi. Si trovavano lungo il confine Danubiano, altro che Danimarca o Ucraina! :sm2

Ecco i confini effettici:

LIMES OCCIDENTALE (Reno e Britannia)



LIMES BALCANICO



LIMES ORIENTALE

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01/12/2005 14:16
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Re: Re:

Scritto da: -Kaname-chan 01/12/2005 14.13



LIMES ORIENTALE




Il limes orientale in realtà risale al 200 dC, all'epoca di Marco, qualke decennio prima, era più ristretto, cioè senza la Mesopotamia del Nord, annessa da Severo

EDIT: il nome della provincia in più è "Mesopotamia Cesari"

RIEDIT: :sm2 ma si deve essere precisi. "Caesari" sta ad indicare che era una provincia imperiale (se senatoria trovi scritto SPQR: vedi Cipro), il nome è solo "Mesopotamia"
Ciao

[Modificato da -Kaname-chan 01/12/2005 14.18]

[Modificato da -Kaname-chan 01/12/2005 14.21]

Un naufragio può rovinarti la giornata (Tucidide)

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01/12/2005 14:38
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Questo magari è solo il progetto di quello che avrebbe voluto conquistare,ma come sappiano non ci riusci.........

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01/12/2005 15:31
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Quella cartina non sta nè in cielo nè in terra...
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01/12/2005 16:39
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Mi pare assurdo...non sapevo i romani fossero arrivati fino a kiev...
Ma poi che significa che l'irlanda fu conquistata nel terzo secolo?
è vero?


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
Lei ha ragione...
E allora perchè dovrei fuggire?"
Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"







01/12/2005 19:58
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Ma no che non è vero!L'ho già detto, quella cartina non sta nè in cielo nè in terra.
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01/12/2005 19:59
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Re:

Scritto da: davide.cool 01/12/2005 14.08
X lui la caduta di scozia e irlanda era prossima. Sarebbe caduta prima o poi. solo questione di tempo.



assolutamente falso
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01/12/2005 19:59
non è da sottovalutare la cartina.

alcuni testi ritrovati in cina e risalenti al tempo dell'imperatore Yuandi, narrano della battaglia di LIJIAN, nella provincia cinese di Gansù, di soldati stranieri provenienti da molto lontano che combattono a testuggine. e descrive anche come essi adottarono la formazione "a scaglia di pesce". e di come nel villaggio di Zhilaizhai, dei resti di fortificazioni tipiche dei romani. vi posto il testo di ritrovamenti iromani in cina

ecco i ltesto


In realtà già nel 1992 il distretto di Yongchang, nel Gansu, dove essi vivono, aveva richiamato l'attenzione di studiosi cinesi e stranieri. In questo distretto, situato nel settore orientale del corridoio del Hexi, ai piedi del monte Qilian, un tempo sorgeva una città di notevole importanza per l'antica Via della seta. La sua storia è molto antica e vi si trovano numerose rovine: la città di Luanniao di epoca Han, le vestigia dell'antica città di Fanhe, la Grande Muraglia di epoca Han e Ming, le torrette per i fuochi di segnalazione lungo tutta la linea difensiva e ancora le rovine delle antiche città triangolari edificate dalle minoranze etniche. Gli studiosi della "spedizione internazionale della Via della seta" patrocinata dalle Nazioni Unite che nel 1992 ispezionarono il posto, scoprirono con stupore che l'antica città di Luanniao, situata a circa 100 chilometri a ovest del capoluogo del distretto Yongchang, nell'ubicazione degli edifici, rifletteva in maniera evidente lo stile dell'antica Roma. Alcuni studiosi occidentali avanzarono l'ipotesi che fossero stati i romani ad edificarla e la chiamarono perciò la Pompei d'Oriente. Uno degli esperti della spedizione, Li Xiguang in un suo articolo chiamò questa città "l'antica Roma del corridoio del Hexi". Nella monografia sui Xiongnu contenuta nelle Memorie di uno storico e in quella riguardante la geografia negli Annali della dinastia Han c'è una descrizione dello schieramento di battaglia "a scaglia di pesce". Gli studiosi ci informano che questa formazione è proprio quella adottata dagli eserciti romani; tuttavia nessuno avrebbe mai immaginato di trovare dentro i confini di Yongchang i discendenti di quei soldati romani scampati alla morte duemila anni fa.

Non molto tempo prima, alcuni studiosi cinesi che stavano compiendo delle ricerche in una remota zona della Cina occidentale, trovarono nel villaggio Zhilaizhai, a dieci chilometri a sud del distretto Yongchang, i resti di un muro lungo oltre dieci metri e nelle vicinanze portarono alla luce anche un grosso palo a sezione circolare alto più di tre metri nel quale erano inseriti piccoli assi di trenta centimetri circa. Gli esperti dicono che questa singolare struttura di legno sia assai simile a quelle utilizzate dagli eserciti romani nelle opere difensive delle città, delle quali si fa menzione nei do*****enti storici.

Il fatto più sorprendente resta comunque quello di aver trovato in questo villaggio persone il cui aspetto è totalmente diverso dal resto della popolazione. Alti e robusti, invariabilmente, uomini e donne hanno il naso lungo, gli occhi infossati, capelli e peli ricci e biondi. Il sig. Song Guorong, di 39 anni, alto un metro e ottantadue centimetri, una massa di capelli biondi e occhi infossati ha detto ad un archeologo che lo interrogava: "I miei genitori mi dicevano spesso che i nostri antenati provenivano da un lontano paese dell'occidente. Mio padre aveva occhi azzurri e capelli chiari ed assomigliava in tutto a quegli europei che in seguito ho avuto occasione di vedere sui giornali". Gli storici che più tardi giunsero sul posto per condurre delle ricerche ritengono che Song Guorong e altri cento suoi compaesani siano proprio i discendenti di quei soldati romani scomparsi duemila anni or sono misteriosamente.

Roma distava settemila chilometri dall'antica capitale degli Han, Chang'an (l'odierna Xi'an), pertanto molti nutrono forti dubbi circa la capacità di quell'esercito romano di raggiungere la Cina; gli esperti tuttavia riferiscono che già tremila e più anni or sono la Via della seta era aperta e percorribile partendo da Chang'an fino a Roma.

Nella prefazione del Dizionario Via della Seta si racconta una notizia interessante: nel I secolo a.C. Cesare in una riunione indetta per celebrare la vittoria riportata in guerra mostrava a tutti gli oggetti presi come bottino. Tra questi vi era una bandiera fatta con seta cinese di straordinaria bellezza. I patrizi apprezzarono la raffinatezza di quel tessuto mai visto sino ad allora al punto che l'entusiasmo suscitato dalla seta cinese oscurò in quella occasione il successo militare di Cesare. Evidentemente in quel periodo la Via della seta che conduceva fino a Roma era già aperta e perciò i resti dell'esercito romano erano certamente in grado di raggiungere il Gansu dall'Asia Centrale. Ma allora essi come arrivarono fino al Corridoio del Hexi?

Secondo la Biografia di Chen Yang, negli Annali della dinastia Han, nel 36 a.C. le truppe imperiali Han nelle zone occidentali dell'impero si scontrarono con uno strano esercito che adottava tecniche militari proprie dell'antica Roma. Questo esercito fu successivamente sottomesso dagli Han e ai suoi uomini fu permesso di stanziarsi nel territorio strategico fertile e ricco di acque che corrisponde all'odierno corridoio del Hexi. La dinastia Han, per favorire gli insediamenti e le attività commerciali in questa vasta zona creò un governatorato nell'oasi del Hexi e inviò un gran numero di persone per provvedere al dissodamento dei terreni. Fu forse proprio in questo quadro che gli sconfitti della spedizione romana andarono a risiedere a Yongchang. Una mappa degli Han Occidentali del 20 a.C. riporta l'effettiva posizione di questa nuova area amministrativa chiamata Lijian. Alcuni storici hanno trovato una vecchia mappa disegnata su stoffa del 9 a.C. Su di essa si può chiaramente distinguere il nome dell'insediamento. La sua posizione è all'incirca quella dell'odierno villaggio di Zhulaizhai nel distretto di Yongchang. I suoi abitanti, compreso Song Guorong, generazione dopo generazione hanno sempre vissuto in questo piccolo villaggio ai piedi del monte Qilian. Anche le scoperte archeologiche provano che essi abitano questi luoghi da lunghissimo tempo. Nelle antiche tombe vicino al villaggio gli archeologi hanno rinvenuto alcune ceramiche, uno scheletro gigante integro e i resti di un ciuffo di capelli rosso castano. In base allo stile dei reperti e delle tombe, gli esperti sono convinti che essi risalgono a circa duemila anni fa. I contadini dei dintorni hanno raccolto tra la terra un oggetto di bronzo di forma ellittica sul quale si leggono i caratteri "zhao an". Con molta probabilità si tratta della parte superiore di un elmo romano. Siccome quell'esercito era stato sconfitto dagli Han, sembra logico che esso presenti i due caratteri della scritta che indicava i ribelli convinti dal potere imperiale alla sottomissione.

Giunto in questo villaggio così pieno di mistero, l'autore si è accorto che gli abitanti, oltre a presentare evidenti caratteristiche fisiche mediterranee, hanno anche un carattere estremamente aperto. Nel parlare non si può fare a meno di divertirsi per il loro irresistibile senso dell'umorismo, spesso espresso anche con una certa "rudezza". Gli uomini hanno una testa molto grande, sono forti e coraggiosi. Nel villaggio c'è una strana usanza che è forse eredità dello spirito combattivo dei loro antenati: gli abitanti, che si trovano in un luogo remoto tra le alture della Cina del nord ovest, e molti dei quali non sono mai usciti neanche al di fuori del piccolo distretto di Yongchang, amano molto la lotta con i tori, proprio come gli spagnoli. Essi hanno mantenuto fino in fondo gli usi dei lontani europei. In occasione del nuovo anno preparano con la farina dei cibi a forma di toro e li offrono agli altari. Inoltre si divertono ad aizzare la collera dei tori col sapore del sangue e a lottare contro di essi. Gli esperti ritengono che questo sia un retaggio della lotta dei tori dell'antica Roma.

Tutto è possibile quindi.
01/12/2005 20:04
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Hai tratto queste informazioni dal libro di Manfredi?...
Sulla cina sappiamo pochissimo, solo qualcosa sui rapporti commercili che vigevano tra i due imperi tramite qualche testimonianza di mercanti indiani,ma nessuna prova archeologica perchè i cinesi non fanno scavi archeologici (almeno non in questa direzione) e a noi non è permesso effettuarne nel loro territorio.
Tutto è possibile?Personalmente sono un po' stanco di topic di fantastoria dove saltano fuori mille se e diecimila ma. Preferisco attenermi ai fatti e i fatti, per quello che sappiamo fino ad ora dicono che la cartina da te postata è assolutamente sbagliata. Poi si può sognare e lavorare con la fantasia, nessuno lo vieta,ma io preferisco non farlo...
-Roma victor- Generale Massimo
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01/12/2005 20:16
non è preso dal libero di manfredi. Ma se è inventato come la metti della costruzione difensiva di tipo romano, della formazione a testudo e scaglia dei pesce utilizzata solamente dai romani? per non parlare che nella zona di quel villaggio, tutte le persone che abitano li, hanno tratti fisici completamente diversi dalle caratteristiche fisiche cinesi? Il tipo intervistato,, archeologo cinese, è alto 185 e che è di fattezze europee, nessun suo antenato si è mai spostato dalla cina o ha avuto matrimoni misti! poi che cavolo dici, è permessa l'archeologia in cina! fatta sia da cinesi che stranieri. leggi mai riviste specializzate?
01/12/2005 20:36
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Senti io studio Storia Antica all'università di Venezia e ho dato numerosi esami di archeologia per cui non parlo a vanvera. Ho parlato proprio la settimana scorsa con la professoressa di Storia Romana su questo argomento e mi ha detto che non ci sono scavi archeologici in questa direzione nè da parte dei cinesi nè da parte nostra.Non abbiamo prove, non abbiamo ritrovamenti,non abbiamo nulla di concreto,ma solo indizi che si basano sulle relazioni commerciali tra i due imperi (che non erano dirette,ma si basavano sui viaggi di mercanti indiani (che raggiungevano via mare la cina in 4 o 5 mesi grazie ai monsoni) e forse anche romani,ma questi ultimi acquistavano merci in India e non in Cina) e sulle relazioni di qualche mercante indiano.Pochissimi studi esistono in questo senso e gli elementi in nostro possesso sono in fase di elaborazione.
Il tuo post lo si può ritrovare identico in un libro di Manfredi (per questo ne ho parlato) e l'autore se ne serve per creare una storia su un viaggio in cina di 10 romani. In questo libro si parla anche di una leggenda della legione perduta scampata a Carre e giunta in cina. Ora a mio parere ci vuole altro per giustificare una teoria,servono prove e non indizi, ritrovamenti archeologici e non solo.Le testimonianze scritte a volte mentono. Tutto qui.
Comunque non è questo l'argomento del topic.
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01/12/2005 20:53
la tua prof dovrebbe cambiare mestiere o aggiornarsi.

ARCHEOLOGIA IN CINA
di Vincenzo Tusa
membro del Comitato d'onore
dell'Associazione Italia-Cina
www.italiacina.org/cultura/arche.htm

VOLONTARIATO A MEDIO TERMINE IN CINA
www.volontariato.org/VMTcina.htm

Nel maggio del 1993 alcuni archeologi effettuarono dei saggi di scavo ed una ricognizione nel villaggio di Zhelaizhai. Gli abitanti del luogo chiamavano "rovine di Lijian" un muro di cinta molto antico (l’a. non dice di quanti secoli). Esso era lungo oltre 10 metri, alto 1-2 metri e largo nel punto più massiccio circa 3 m. Questo muro era a forma di S ed era stato costruito in argilla cruda compressa. Agli inizi degli anni ‘70, come ricordavano alcuni contadini che abitavano in piccole case nelle sue vicinanze, il muro era lungo circa 100 metri, alto tre ordini e molto largo nella parte superiore. In questi venti e più anni, la gente si era servita dell’argilla del muro come una cava per cui esso nel ‘93 era fortemente ridimensionato.

Nel frattempo, nel corso degli scavi erano state rinvenute alcune dozzine di reperti archeologici: vasellame metallico, calderoni di ferro e brocche di porcellana (o argilla). Durante lo scavo dei pozzi o delle fondazioni delle loro case, alcuni contadini avevano trovato fondi e parti di vasellame con disegni a cordicelle. La datazione di questi reperti era della dinastia Han orientale (25 - 220 d.C.).

Un contadino del villaggio di Xinghua, non lontano dal muro di cui abbiamo parlato, aveva rinvenuto durante lo scavo di un pozzo un grosso legno tondo lungo 3 m., provvisto di più aste di legno; la novità della scoperta fu tale che il reperto fu collocato nel Centro Culturale del distretto e gli archeologi che lo avevano esaminato, espressero l’opinione che era uno strumento che i soldati romani avevano usato per costruire il muro di cinta formato da giganteschi blocchi lignei. Noi, a distanza, possiamo azzardare che si fosse trattato di un argano o di parte di una macchina bellica.


devo continuare?



01/12/2005 21:00
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Re:

Scritto da: davide.cool 01/12/2005 20.53
la tua prof dovrebbe cambiare mestiere o aggiornarsi.

ARCHEOLOGIA IN CINA
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membro del Comitato d'onore
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www.italiacina.org/cultura/arche.htm

VOLONTARIATO A MEDIO TERMINE IN CINA
www.volontariato.org/VMTcina.htm

Nel maggio del 1993 alcuni archeologi effettuarono dei saggi di scavo ed una ricognizione nel villaggio di Zhelaizhai. Gli abitanti del luogo chiamavano "rovine di Lijian" un muro di cinta molto antico (l’a. non dice di quanti secoli). Esso era lungo oltre 10 metri, alto 1-2 metri e largo nel punto più massiccio circa 3 m. Questo muro era a forma di S ed era stato costruito in argilla cruda compressa. Agli inizi degli anni ‘70, come ricordavano alcuni contadini che abitavano in piccole case nelle sue vicinanze, il muro era lungo circa 100 metri, alto tre ordini e molto largo nella parte superiore. In questi venti e più anni, la gente si era servita dell’argilla del muro come una cava per cui esso nel ‘93 era fortemente ridimensionato.

Nel frattempo, nel corso degli scavi erano state rinvenute alcune dozzine di reperti archeologici: vasellame metallico, calderoni di ferro e brocche di porcellana (o argilla). Durante lo scavo dei pozzi o delle fondazioni delle loro case, alcuni contadini avevano trovato fondi e parti di vasellame con disegni a cordicelle. La datazione di questi reperti era della dinastia Han orientale (25 - 220 d.C.).

Un contadino del villaggio di Xinghua, non lontano dal muro di cui abbiamo parlato, aveva rinvenuto durante lo scavo di un pozzo un grosso legno tondo lungo 3 m., provvisto di più aste di legno; la novità della scoperta fu tale che il reperto fu collocato nel Centro Culturale del distretto e gli archeologi che lo avevano esaminato, espressero l’opinione che era uno strumento che i soldati romani avevano usato per costruire il muro di cinta formato da giganteschi blocchi lignei. Noi, a distanza, possiamo azzardare che si fosse trattato di un argano o di parte di una macchina bellica.


devo continuare?






Invece di fare tanto il saputello ed insultare una persona che ne sa sicuramnete molto,ma molto più di te mi spieghi cosa prova quello che hai postato?E' una prova certa ed inconfutabile di quello che dici (come sembri affermare postando con aria del saputello) oppure è solo un oggetto di studio in un processo le cui conclusioni sono ancora lontane e comunque non certe dato che di pochi scavi si tratta rispetto a quelli attivi in Europa e nel Mediterraneo (come afferma la mia professoressa? Evita per favore la presunzione e (come già detto) l'aria del saputello saccente che tutto sa e nessun dubbio ha; in una discussione non servono.
E poi scusami,ma che cosa centra quello che hai postato e stai postando sulla cina con l'argomento del topic (la cartina di cui sopra)?
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01/12/2005 21:06
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non si puo più parlare di Storia in questo forum... e pensare che ti hanno bannato per le donnine! :sm3 :sm3
01/12/2005 21:09
se ti interessa ne parlano anche sul sito archeologico ufficiale cinese. cè anche un recente ritrovamento e articolo: 1,700-year-old 'Roman Glass' Discovered in East China

www.china.org.cn/english/features/Archaeology/93062.htm

non è per fare il saputello o insultare qualcuno ma
questa cosa della cina c'entra col topic poichè come si è visto, i romani sono arrivati ben oltre di dove si pensava.

Vedi l'archeologia non è una cosa fissa nel tempo. Basta una scoperta nuova ed il mondo su cui si regge sulle tue colonne d'ercole crolla.
01/12/2005 21:27
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Che ci fossero influenze culturali o scambi commerciali romani in cina può anche essere...ma che centra questo con quella cartina?
forse non ho capito bene cos'è;una mappa di fantastoria?


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
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E allora perchè dovrei fuggire?"
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01/12/2005 21:33
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Praefectus Fabrum
I romani arrivarono all'Elba ma dopo il capolavoro di quel testa di cavolo di Varo ritornarono sul Reno [SM=g27979]
Non mi esprimo sulla cartina perchè sennò viene fuori un rissone diplomatico su fantastoria e non fantastoria. Io però quella cartina la utilizzerei per Casus Belli, con tutti quei nomi di province [SM=x506627]

Sextus
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01/12/2005 21:41
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Re:

Scritto da: davide.cool 01/12/2005 19.59
non è da sottovalutare la cartina.

alcuni testi ritrovati in cina e risalenti al tempo dell'imperatore Yuandi, narrano della battaglia di LIJIAN, nella provincia cinese di Gansù, di soldati stranieri provenienti da molto lontano che combattono a testuggine. e descrive anche come essi adottarono la formazione "a scaglia di pesce". e di come nel villaggio di Zhilaizhai, dei resti di fortificazioni tipiche dei romani. vi posto il testo di ritrovamenti iromani in cina

ecco i ltesto


In realtà già nel 1992 il distretto di Yongchang, nel Gansu, dove essi vivono, aveva richiamato l'attenzione di studiosi cinesi e stranieri. In questo distretto, situato nel settore orientale del corridoio del Hexi, ai piedi del monte Qilian, un tempo sorgeva una città di notevole importanza per l'antica Via della seta. La sua storia è molto antica e vi si trovano numerose rovine: la città di Luanniao di epoca Han, le vestigia dell'antica città di Fanhe, la Grande Muraglia di epoca Han e Ming, le torrette per i fuochi di segnalazione lungo tutta la linea difensiva e ancora le rovine delle antiche città triangolari edificate dalle minoranze etniche. Gli studiosi della "spedizione internazionale della Via della seta" patrocinata dalle Nazioni Unite che nel 1992 ispezionarono il posto, scoprirono con stupore che l'antica città di Luanniao, situata a circa 100 chilometri a ovest del capoluogo del distretto Yongchang, nell'ubicazione degli edifici, rifletteva in maniera evidente lo stile dell'antica Roma. Alcuni studiosi occidentali avanzarono l'ipotesi che fossero stati i romani ad edificarla e la chiamarono perciò la Pompei d'Oriente. Uno degli esperti della spedizione, Li Xiguang in un suo articolo chiamò questa città "l'antica Roma del corridoio del Hexi". Nella monografia sui Xiongnu contenuta nelle Memorie di uno storico e in quella riguardante la geografia negli Annali della dinastia Han c'è una descrizione dello schieramento di battaglia "a scaglia di pesce". Gli studiosi ci informano che questa formazione è proprio quella adottata dagli eserciti romani; tuttavia nessuno avrebbe mai immaginato di trovare dentro i confini di Yongchang i discendenti di quei soldati romani scampati alla morte duemila anni fa.

Non molto tempo prima, alcuni studiosi cinesi che stavano compiendo delle ricerche in una remota zona della Cina occidentale, trovarono nel villaggio Zhilaizhai, a dieci chilometri a sud del distretto Yongchang, i resti di un muro lungo oltre dieci metri e nelle vicinanze portarono alla luce anche un grosso palo a sezione circolare alto più di tre metri nel quale erano inseriti piccoli assi di trenta centimetri circa. Gli esperti dicono che questa singolare struttura di legno sia assai simile a quelle utilizzate dagli eserciti romani nelle opere difensive delle città, delle quali si fa menzione nei do*****enti storici.

Il fatto più sorprendente resta comunque quello di aver trovato in questo villaggio persone il cui aspetto è totalmente diverso dal resto della popolazione. Alti e robusti, invariabilmente, uomini e donne hanno il naso lungo, gli occhi infossati, capelli e peli ricci e biondi. Il sig. Song Guorong, di 39 anni, alto un metro e ottantadue centimetri, una massa di capelli biondi e occhi infossati ha detto ad un archeologo che lo interrogava: "I miei genitori mi dicevano spesso che i nostri antenati provenivano da un lontano paese dell'occidente. Mio padre aveva occhi azzurri e capelli chiari ed assomigliava in tutto a quegli europei che in seguito ho avuto occasione di vedere sui giornali". Gli storici che più tardi giunsero sul posto per condurre delle ricerche ritengono che Song Guorong e altri cento suoi compaesani siano proprio i discendenti di quei soldati romani scomparsi duemila anni or sono misteriosamente.

Roma distava settemila chilometri dall'antica capitale degli Han, Chang'an (l'odierna Xi'an), pertanto molti nutrono forti dubbi circa la capacità di quell'esercito romano di raggiungere la Cina; gli esperti tuttavia riferiscono che già tremila e più anni or sono la Via della seta era aperta e percorribile partendo da Chang'an fino a Roma.

Nella prefazione del Dizionario Via della Seta si racconta una notizia interessante: nel I secolo a.C. Cesare in una riunione indetta per celebrare la vittoria riportata in guerra mostrava a tutti gli oggetti presi come bottino. Tra questi vi era una bandiera fatta con seta cinese di straordinaria bellezza. I patrizi apprezzarono la raffinatezza di quel tessuto mai visto sino ad allora al punto che l'entusiasmo suscitato dalla seta cinese oscurò in quella occasione il successo militare di Cesare. Evidentemente in quel periodo la Via della seta che conduceva fino a Roma era già aperta e perciò i resti dell'esercito romano erano certamente in grado di raggiungere il Gansu dall'Asia Centrale. Ma allora essi come arrivarono fino al Corridoio del Hexi?

Secondo la Biografia di Chen Yang, negli Annali della dinastia Han, nel 36 a.C. le truppe imperiali Han nelle zone occidentali dell'impero si scontrarono con uno strano esercito che adottava tecniche militari proprie dell'antica Roma. Questo esercito fu successivamente sottomesso dagli Han e ai suoi uomini fu permesso di stanziarsi nel territorio strategico fertile e ricco di acque che corrisponde all'odierno corridoio del Hexi. La dinastia Han, per favorire gli insediamenti e le attività commerciali in questa vasta zona creò un governatorato nell'oasi del Hexi e inviò un gran numero di persone per provvedere al dissodamento dei terreni. Fu forse proprio in questo quadro che gli sconfitti della spedizione romana andarono a risiedere a Yongchang. Una mappa degli Han Occidentali del 20 a.C. riporta l'effettiva posizione di questa nuova area amministrativa chiamata Lijian. Alcuni storici hanno trovato una vecchia mappa disegnata su stoffa del 9 a.C. Su di essa si può chiaramente distinguere il nome dell'insediamento. La sua posizione è all'incirca quella dell'odierno villaggio di Zhulaizhai nel distretto di Yongchang. I suoi abitanti, compreso Song Guorong, generazione dopo generazione hanno sempre vissuto in questo piccolo villaggio ai piedi del monte Qilian. Anche le scoperte archeologiche provano che essi abitano questi luoghi da lunghissimo tempo. Nelle antiche tombe vicino al villaggio gli archeologi hanno rinvenuto alcune ceramiche, uno scheletro gigante integro e i resti di un ciuffo di capelli rosso castano. In base allo stile dei reperti e delle tombe, gli esperti sono convinti che essi risalgono a circa duemila anni fa. I contadini dei dintorni hanno raccolto tra la terra un oggetto di bronzo di forma ellittica sul quale si leggono i caratteri "zhao an". Con molta probabilità si tratta della parte superiore di un elmo romano. Siccome quell'esercito era stato sconfitto dagli Han, sembra logico che esso presenti i due caratteri della scritta che indicava i ribelli convinti dal potere imperiale alla sottomissione.

Giunto in questo villaggio così pieno di mistero, l'autore si è accorto che gli abitanti, oltre a presentare evidenti caratteristiche fisiche mediterranee, hanno anche un carattere estremamente aperto. Nel parlare non si può fare a meno di divertirsi per il loro irresistibile senso dell'umorismo, spesso espresso anche con una certa "rudezza". Gli uomini hanno una testa molto grande, sono forti e coraggiosi. Nel villaggio c'è una strana usanza che è forse eredità dello spirito combattivo dei loro antenati: gli abitanti, che si trovano in un luogo remoto tra le alture della Cina del nord ovest, e molti dei quali non sono mai usciti neanche al di fuori del piccolo distretto di Yongchang, amano molto la lotta con i tori, proprio come gli spagnoli. Essi hanno mantenuto fino in fondo gli usi dei lontani europei. In occasione del nuovo anno preparano con la farina dei cibi a forma di toro e li offrono agli altari. Inoltre si divertono ad aizzare la collera dei tori col sapore del sangue e a lottare contro di essi. Gli esperti ritengono che questo sia un retaggio della lotta dei tori dell'antica Roma.

Tutto è possibile quindi.


la posso mettee nel mio forum questa bella descrizione? [SM=x506627] [SM=x506651]


This is the fury of my spear.

In terra portoghesia incolae gingivam urinam defricant.
Amo questa terra. Con tanta ironia.

13/10/2008! Sono ritornato!
01/12/2005 21:42
In una località non identificata, che Tacito chiama Mons Graupius, Agricola sconfisse i Caledoni guidati da Calgaco.
I Romani si ritirarono dalla Caledonia (attuale Scozia) attorno al 155. Vi ritornarono per un breve periodo dal 159 al 163.


01/12/2005 21:43
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Re:

Scritto da: Generale Massimo 01/12/2005 20.36
Senti io studio Storia Antica all'università di Venezia e ho dato numerosi esami di archeologia



Ciao Collega [SM=x506638]

Studio alla Facoltà di Conservazione deiBeni Culturali di Bologna con sede a Ravenna, abbiamo molti esami in comune.


Scritto da: Generale Massimo 01/12/2005 20.36
Tutto è possibile?Personalmente sono un po' stanco di topic di fantastoria dove saltano fuori mille se e diecimila ma. Preferisco attenermi ai fatti e i fatti, per quello che sappiamo fino ad ora dicono che la cartina da te postata è assolutamente sbagliata. Poi si può sognare e lavorare con la fantasia, nessuno lo vieta,ma io preferiscononfarlo...



Io sono contro la pratica di fare passare per informazioni scientifiche e storicamente attestate delle panzane.
Però ipotesi politiche o di altro genere, tipo "cosa sarebbe successo se fosse accaduto questo" è interessante, perchè si scambiano opinioni, se ci fermassero solo ai fatti, vado a leggermi un libro e non vengo a postare nel forum...


[Modificato da Antioco III il Grande 01/12/2005 21.57]

01/12/2005 21:46
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Figata, vuoi scrivere una nuova saga fantasy?
[SM=x506635]


"E' utile conservare tutto ciò che non è necessario distruggere."

01/12/2005 21:48
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In una località non identificata, che Tacito chiama Mons Graupius, Agricola sconfisse i Caledoni guidati da Calgaco


Ah, che goduria! Mi sono sempre stati sulle balotas i popoli della Caledonia...i Pitti dipinti di blu [SM=g27979]
Mi immagino i legionari che tornano al campo tutti sporchi di blu e il generale gli fa: come è andata con i puffi?

Sulla Cina molti reperti testimonierebbero delle presenze "romane" nell'Impero Celeste, ma sono da prendere con le pinze.
Ma c'è una cosa che a me piace molto, e testimonia come veramente i Romani sono arrivati dovunque. Nel paese dove si pensa abbiano soggiornato i mitici legionari si festeggia quell'avvenimento con balli in armatura romana, con tanto di spazzoloni rossi e tuniche porpora.
In un'intervista, nel documentario di Discovery, uno dei partecipanti diceva: "per me è un grande onore indossare gli abiti di un soldato del glorioso Impero Romano".
Questo vale più di mille conquiste.

Sextus

[Modificato da Sextus 01/12/2005 21.53]

24/01/08 L'Italia è morta, W l'Italia paese di idioti.

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01/12/2005 21:57
Agricola fu vicino a conquistarla o almeno ad annetterne una parte. Ma Domizio temendo per la popolarità di Agricola o che un unteriore espansione dell'impero fosse dannosa, fece ritornare indietro Agricola. Se poi non ci credete non so che farmene...

La cartina potete utilizzarla. Oppure andate su casus belli, seconda coorte e topic mappe e historical battles e trovate tantissime mappe tipo quella. utili
01/12/2005 22:01
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Mi ricorda tanto il caso del grande Germanico che arrivò a pochi passi dalla conquista della Germania e fu richiamato da Tiberio...certe volte te viè da rosicà...! [SM=g27979]

Sextus
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01/12/2005 22:11
LA CONQUISTA DELLA BRITANNIA tratto da:http://www.cronologia.it/storia/anno084.htm

Avevamo lasciato AGRICOLA nel 76 impegnato
nella sua prima conquista verso il Galles, poi nei successivi anni lo abbiamo
ritrovato in un modo o nell'altro sempre attivo, a debellare rivolte, a
fortificare determinate zone per altri nuovi attacchi in profondità, a
organizzare con meticolosità le successive campagne, quindi a esplorare il
terreno e i dintorni, anche lontani, dove nessun romano si era mai spinto fino
allora; vi erano terre sconosciute da ogni geografo antico e moderno.
Lo ritroviamo Agricola a scoprire la Caledonia (Scozia) poi nella scoperta
della Irlanda e forse si intuì che c'era ancora qualcosa d'altro oltre, come
l'Islanda. Nell'anno successivo al 76 infatti lo troviamo impegnato
nell'Inghilterra settentrionale; qui con la forza e la persuasione e con una
precisa strategia nell'attacco, lo troviamo a sottomettere una parte di quella
confederazione di tribù detta dei Briganti.
L'anno seguente nel 77 (la sua terza campagna) iniziò l'invasione delle Scozia
e forse occupò per per la prima volta la famosa linea Stanegate, poi si spinse
ancora più a nord, dove creò una serie di castelli attraverso lo stretto istmo
fra la Clota e la Bodotria (il Clyde e il Forth di oggi).
L'anno successivo nel 78 (quarta campagna) superò anche questa linea per
spingersi ancora più a nord. Una regione questa selvaggia, deserta e di
difficile accesso, sempre (e lo fu anche dopo) trascurata dai romani pur
essendo questa una fonte di pericolo perché non era del tutto spopolata (era
sede dei selvaggi Attacotti, sospetti di cannibalismo), ed inoltre accoglieva
le popolazioni fuggite dalla vicina Irlanda, dove c'erano come in ogni altro
luogo, lotte locali intestine.
Nella sua quinta campagna nel 79 Agricola volle spingersi a curiosare in
quella regione che con le sue limes aveva l'anno prima isolata. Fece un
attacco concentrico via terra e via mare sconfiggendo tribù fino allora
sconosciute ai romani, guidando le sue truppe lungo la costa britannica
prospiciente l'Irlanda. E proprio scoprendo quest'Isola ancora ignota ai
romani, gli venne incontro una grande occasione che si lasciò sfuggire.
Un Principe irlandese con gravi problemi interni sull'isola, si era rifugiato
proprio da lui in uno dei suoi fortini, e lo invitava a intervenire per
riconquistare il potere usurpato, assicurando che le tribù dell'intera isola
-piuttosto primitive- sarebbero state tutte sconfitte con la massima facilità
con le sue efficienti truppe. Agricola abbandonò questo estemporaneo progetto
(dopo se ne ebbe a pentire molto) e iniziò la sua sesta campagna nel 80-81
oltre il Firth of Forth dove affrontò i Caledoni, che per nulla intimoriti
dagli scontri avvenuti negli anni precedenti, prepararono una trappola ai
romani.
Uscendo dalla foresta si buttarono sui fianchi dell'esercito di Agricola
creando scompiglio ma subito ritirandosi nella selva. Agricola non li inseguì,
e qui dice Tacito, se lo avessi fatto l'Inghilterra sarebbe stata conquistata
quel giorno, interamente e per sempre".
Invece Agricola si decise a questo passo l'anno dopo, nel 82-83 con la sua
settima campagna, quando i Caledoni per nulla demoralizzati dallo scontro
dell'anno precedente, erano riusciti nel corso dell'anno, appianando i
dissensi interni, a riunire le varie tribù con cui erano in perenne e atavico
conflitto, e cosa nuova per quella gente, sotto il comando di un solo capo,
CALGAGUS. Costoro comparvero all'improvviso e si attestarono sul monte
Graupius, quasi sfidando i romani che stavano di fronte.
Entrambi i due condottieri parlarono alle truppe che si dovevano scontrare e
nel discorso che Calgacus tenne ai suoi ne conosciamo il contenuto tramite le
memorie che poi Tacito raccolse dalla viva voce di Agricola che era fra
l'altro suo suocero. Un discorso pieno di orgoglio di quel popolo che si
riteneva aggredito e che nutriva profondo disprezzo per gli invasori.
Purtroppo non avevano nè esperienza militare, nè conoscevano quella dei
romani. Spesero il loro valore in un'unica disastrosa battaglia. Eppure erano
numerosi, avevano la conoscenza del terreno che era per i romani molto
difficile, fatto di boscaglia o acquitrini, e solo con la tecnica della
guerriglia sarebbero riusciti a mettere in difficoltà i romani di Agricola che
invece erano proprio degli esperti di battaglie in campi aperti; non certo
alla guerriglia. E fu proprio per questo errore dei barbari se poi i romani
riuscirono a vincerli, e a mettere in fuga quelli scampati alla
carneficina.... di questa battaglia, ma non di questa guerra, che naturalmente
non finiva lì.
Agricola voleva continuare l'azione decisiva con un'altra campagna all'interno
in questo 84, mandò i suoi rapporti a Roma, spiegando questa necessità come
decisiva per il futuro della Britannia. Cioè la sua intera conquista. Gli
bastava un piccolo contingente, ma il risultato sarebbe stato clamoroso.
Ma nella capitale c'era Domiziano che reduce dalla sua fittizia ma eroica
campagna in Germania (che continuava pomposamente a festeggiare) forse geloso
di un successo troppo grande per un semplice suddito che stava diventando
troppo popolare e potente lo richiamò in Italia. Se poi conquistava come
affermava lui anche nuove terre dove sarebbe arrivata la sua popolarità.
Scoprire nuove terre era il massimo orgoglio dei romani nel loro immaginario
collettivo, quindi quell'uomo era pericoloso, avrebbe offuscato il suo recente
successo.
Agricola a 44 anni, nel pieno vigore delle sue forze, dall'intelligenza acuta,
l'unico a conoscere molto bene il territorio, fu costretto al rientro, e non
ricevendo altri incarichi si dovette ritirare a vita privata: seguitando a
ripetere per tutta la sua vita che sarebbe bastato l'impiego di una sola
guarnigione per conquistare definitivamente per sempre tutta l'Irlanda e la
Britannia. Ed aveva ragione, e l'errore di Domiziano di coprire le sue
conquiste con l'indifferenza, costarono poi in seguito molto care ai romani,
fino a dover rinunciare per sempre all'isola.
Di questa ultima e delle altre precedenti sei campagne condotte da Agricola
non se ne farà mai accenno. Ci pensò solo Tacito, per una ragione molto
semplice, Agricola era suo suocero, e per anni gli visse accanto; ebbe quindi
il modo e il tempo per raccontargli sette anni di vita passati a curiosare in
lungo e in largo la Britannia.
Tacito lasciò così un grande contributo per la conoscenza ai posteri di questi
territori. L'unico per conoscere la Britannia di quel tempo e unico documento
che ci offre una antropologica visione delle popolazioni che ci vivevano: del
tutto sconosciute al mondo di allora e che poi furono travolte dall'arrivo di
altri gruppi etnici.
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