30/01/2005 08:37 |
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| | | Post: 1.273 | Registrato il: 04/07/2004
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Va benissimo anche la tua iron |
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30/01/2005 11:24 |
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| | | Post: 3.219 | Registrato il: 16/07/2004
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Scritto da: ufoitaly 30/01/2005 8.37
Va benissimo anche la tua iron
Ok, dopo leggo anche le altre. |
30/01/2005 21:19 |
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| | | Post: 35 | Registrato il: 16/06/2004
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domanda: ma quanto dura il concorso? prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi |
30/01/2005 21:57 |
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| | | Post: 1.288 | Registrato il: 04/07/2004
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Ancora non abbiamo fissato una data precisa. Questo per dare la possibilità di partecipare anche ai nuovi iscritti. |
02/02/2005 15:00 |
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| | | Post: 36 | Registrato il: 16/06/2004
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ok, grazie per la risposta NNN prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi |
06/02/2005 01:32 |
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| | | Post: 434 | Registrato il: 10/10/2004
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WalterKir, il tuo racconto ha una certa somiglianza con questo (clicca quà) postato da Tiziano F. nel topic denominato Sentinella nella sezione Parlando di Ufo (clicca quà)
Ovvero un breve racconto di Fredric Brown pubblicato per la prima volta nel 1973...
potrebbe benissimo essere un caso....
Pierfrancesco |
06/02/2005 19:08 |
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| | | Post: 3.288 | Registrato il: 16/07/2004
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Quante storie si possono inventare? |
06/02/2005 21:24 |
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| | | Post: 1.312 | Registrato il: 04/07/2004
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07/02/2005 00:32 |
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| | | Post: 3.380 | Registrato il: 16/07/2004
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07/02/2005 17:26 |
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| | | Post: 37 | Registrato il: 16/06/2004
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mammina bella, è uguale...squalificate pure il mio racconto, ma vi assicuro che è stato un caso! Provvedo subito a scriverne un altro...
Mi scuso ancora...mammia mia, è identico!!! prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi |
07/02/2005 17:43 |
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| | | Post: 3.403 | Registrato il: 16/07/2004
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Magari l'avevi letta, e senza rendertene conto l'hai riscritta. |
07/02/2005 18:44 |
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| | | Post: 3.410 | Registrato il: 16/07/2004
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Stasera me le leggo tutte! |
08/02/2005 11:55 |
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| | | Post: 38 | Registrato il: 16/06/2004
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no, Iron, mi ricorderei uno scritto così...vabbè dai, se lo staff è d'accordo provvedo a scriverne un altro prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi |
08/02/2005 12:04 |
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| | | Post: 3.454 | Registrato il: 16/07/2004
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Scritto da: Staib 07/02/2005 18.38
Bene ragazzi, questa l'ho scritta ieri notte visto che non avevo proprio voglia di studiare. Sono uscito fuori al balcone a fumare e... ho trovato l'ispirazione.
L'impostazione è vagamente lovecraftiana. Non l'ho limata quindi ci saranno un pò di errori e punti un pò grezzi.
Buona lettura!
L'ultimo volo.
L'unica cosa utile che posso fare prima di decidere il mio destino è lasciare queste parole e sperare che possano servire. Non sono pazzo, almeno finchè ci sarà la morfina, ma tanto lo so, non serve a niente.
E'inutile fuggire.
E'iniziato tutto anni fa. Credevo di sognare, e non credo di poter essere biasimato per questo. Nessuno accetterebbe l'assurdità a cui sono stato testimone.
E'iniziato tutto anni fa. Ed è iniziato durante il sonno. All'inizio erano rumori, voci forse, ma non me ne preoccupavo, anzi, a volte neanche ricordavo. La mattina mi svegliavo turbato e con un leggero senso di nausea ma accusavo sempre altre cause, dal lavoro al cibo, persino mia moglie. La mia povera Claudia.
Poi cominciai ad avere paura. Andare a lavorare diventò sempre più stressante. A volte camminavo per strada e senza una ragione, senza una minima ragione, ero terrorizzato da persone mai viste prima. Non avevano nulla di particolare ma c'erano alcune persone che la sola visione mi spaventava. Chiunque stia leggendo sappia che non ho mai avuto problemi a relazionarmi con gli altri.
Poi sognai. E cominciai a sognare chiaramente ed ogni notte sognavo le stelle, ed erano così belle e così tranquille come non ne avevo mai viste. Per un pò le mie condizioni migliorarono.
Fino ad una notte. E sono sicuro che fu in quella notte che la mia mente ha superato il punto di non ritorno. Come ho già scritto, era da molto tempo che sognavo le stelle ed è così che cominciò anche questa volta: con le stelle. Guardavo le stelle; poi ad un tratto mi voltai, e vidi che avevo compagnia. E non avrei potuto temere una compagnia più orrenda. Mi affiancava, anch'egli volto verso il mio panorama e corrompeva tutta la bellezza celeste. Non posso spiegare cosa avesse di talmente rivoltante questo essere ma era talmente tale l'odio che provavo per lui che mi sentì nauseato. Ad un tratto volse la sua grande testa verso di me. Non so se quegli occhi, bui e vuoti, stessero guardando me o altro ma mi sentì entrare dentro. Lui cominciò a pensare dentro di me. E fui inerme.
Il gelo dei suoi pensieri ghiacciava i miei e non c'era resistenza che potessi opporre. La sua voce era nella mia testa e copriva tutto il resto. Non so se vidi per la prima volta, e non so neanche se vidi davvero ma schiere di uomini marciavano davanti ai miei occhi, dentro città cadenti e antiche come l'uomo stesso. Erano nudi, di abiti e di pensieri, ed erano schiavi. I loro occhi erano vuoti ed entrai nelle loro teste ma nelle loro teste c'erano solo le stelle.
Fu un colpo e una serie di lampi. Rividi la sua faccia, rividi le stelle e mi risvegliai. Vomitai che ero ancora disteso nel mio letto.
Per un pò di tempo continuai a sopravvivere. Abbandonai il lavoro e comincia ad assumere droghe. Non volevo sognare. Ad un certo punto diventò sempre più difficile procurarmele. Quando uscivo di casa mi capitava di nuovo di vedere persone sconosciute e terrorizzarmi, solo che adesso capivo, capivo perchè ero terrorizzato. Ogni volta che le vedevo rivedevo le stelle. E loro, impauriti, le rivedevano in me.
Eppure oggi è stato diverso. Sono tornato a casa tardi e avevo appena comprato della morfina. Entro nella mia stanza e vedo che mia moglie dorme. Ho cercato di nasconderle tutto, perchè so che non capirebbe, forse nessuno può capire. Mi siedo sul letto e prendo una siringa da un cassetto quando ad un tratto la sento che si muove e nascondo tutto. Sento alla mie spalle che mi saluta. Dice che si è preoccupata per me perchè non tornavo quando poi si è addormentata. "Sai facevo un sogno strano. Stavo sognando le stelle". A queste parole mi sono girato, l'ho guardata dolcemente e le ho detto di continuare a dormire che l'avrei raggiunta presto. Da quel momento in poi ho saputo cosa fare. Non c'è voluto molto perchè si riaddormentasse. Mentre aspettavo nel bagno ho riempito la siringa di morfina e l'ho liberata. Ho liberato Claudia. Prima che riuscissi ad iniettarle tutto si è svegliata e mi ha guardato. Sono contento che le stelle non sono state l'ultima cosa che ha visto prima di morire.
Adesso non mi resta più niente da fare. Chi leggerà quello che ho scritto sappia che mia moglie non l'ha uccisa la mia pazzia ma il mio amore.
E chi leggerà le mie parola sappia che non abbiamo speranza. E anche se non mi crederete, credete a loro, alle stelle.
Anch'io le vedrò di nuovo. Adesso uscirò sul terrazzo e le guarderò per l'ultima volta. Poi saprete cosa farò. Sarà il mio ultimo volo ma, questa volta, sarà lontano dalle stelle.
Ma mica non partecipavi? |
08/02/2005 19:14 |
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| | | Post: 3.503 | Registrato il: 16/07/2004
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08/02/2005 19:47 |
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| | | Post: 1.315 | Registrato il: 04/07/2004
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Ciao Staib,
cmplimentoni !!!! Ma sei sicuro di non volor partecipare....?
Walter a te dò un'altra eccezionale possibilità !!! Scrivi una nuova storia. |
08/02/2005 19:54 |
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| | | Post: 1.316 | Registrato il: 04/07/2004
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Benissimo,
allora ora ti aggiungo 2 punti bonus per l'iscrizione. Partecipa a tutti i concorsi attivi mi raccomando |
08/02/2005 20:59 |
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| | | Post: 39 | Registrato il: 16/06/2004
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Grazie ufo...mi scuso ancora...
domani la scrivo e vi garantisco che la avrete presto prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi |
12/02/2005 21:18 |
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| | | Post: 3.505 | Registrato il: 16/07/2004
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Scritto da: Staib 08/02/2005 19.49
Ok partecipo.
Lo sapevo era solo tutta una scusa per fare una bella entrata! |
15/02/2005 15:24 |
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| | | Post: 40 | Registrato il: 16/06/2004
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scusate per il ritardo, in questi giorni non mi sono potuto collegare ad internet. Eccovi il racconto
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La nave Septima Gemina, ex ammiraglia della flotta mondiale, ribatezzata Ultima speme, andava in direzione della terza colonia dello stato federale terrestre. Viaggiava, il progetto più ambizioso che l’uomo avesse mai realizzato, nella notte iperborea dello spazio, portando con sé migliaia e migliaia di uomini,donne e bambini; non si vedevano però uomini in età senile: ad essi l’accesso era stato vietato.
A bordo nessuno aveva più il coraggio di andare avanti, e ci si tentava di consolare a vicenda, ripetendosi che la speranza è l’ultima a morire; quella frase era divenuta oramai, un mantra. La vecchia Septima Gemina aveva una meta,certo, ma non sapeva dove si trovasse al momento.
All’alba del decimo giorno del 526, mentre l’Ultima Speme faceva il suo ingresso in un sistema solare sconosciuto, forse a decenni di anni luce dalla colonia più vicina, Arturo, una grande astronave aliena l’ intercettava, approsimandolesi. Appena le apparecchiature umane riuscirono ad identificare un oggetto di proporzioni immani in rapida avanzata, tutti intuirono trattarsi di esseri ostili. Gli scudi furono innalzati, mentre ogni cannone pronto a fare fuoco. L’astronave aliena era lunga era, in sostanza, un disco, dal diametro di decine e decine di chilometri; dinanzi ad essa lo splendore della Septima Gemina veniva offuscato; in effetti, il rapporto era quello di un gigante ed un piccoletto. Centinaia di raggi laser partirono dalla nave spaziale terrestre. Lo scudo nemico dapprima sembrò cedere eppure i raggi furono neutralizzati, e la barriera, quasi per incanto, ricostituita. Partì un secondo attacco. Ad uno spettatore lontano sarebbe parso di assistere ad un visibilio di luci, uno spettacolo pirotecnico. Eppure, ben poco v’era da emravigliarsi per coloro che erano nella battaglia, i cui cuori erano attanagliati nella morsa del terrore, i pensieri soffocati da Phobos. La seconda ondata di raggi ebbe gli stessi, sgomentevoli effetti della prima.
Stavolta, il nemico passò al contrattacco. Un grande cannone proiettò, in direzione di Ultima speme un fascio luminoso ed incandescente, color tormalina. Bastò quello, perché la nave esplodesse, in un nanosecondo. Nessuno a bordo ebbe modo di rendersi conto di ciò che accadde. In quella frazione, gli ultimi superstiti della razza umana erano stati spazzati via.
prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi |
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