Ufoitalia, forum di ufologia che ha fatto storia nel periodo 2003/2005. Poi tutti rapiti...
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Nuovo Concorso: Scrivi la tua storia di fantascienza (Al vincitore 7 punti ai partecipanti 3)

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2005 15:19
22/01/2005 17:28
 
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Scrivi una storia di fantascienza !!! Metteci dentro alieni, ufo, rapimenti e crop circles, collega tutto e il gioco è fatto !!!!!

Il vincitore sarà deciso proprio da voi. Ebbene si, i partecipanti all'ufoquiz voteranno il loro racconto favorito (naturalmente non potranno votare il proprio). 7 punti al vincitore e 3 a tutti i partecipanti. In bocca al lupo.

fgh fgh fgh fgh
23/01/2005 10:43
 
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I Racconti possibilmente brevi e dettagliati (consigliabile 1 pagina di word) altrimenti nessuno li legge...



Pierfrancesco
23/01/2005 15:58
 
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Anche meno, perchè se tutti scrivono la loro storia, non si finisce più di leggere...
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Visita http://www.ufosight.net
23/01/2005 19:18
 
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Giustissima precisazione di xxcontattoxx. Aspettiamo curiosi i vostri lavori.
23/01/2005 19:21
 
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mizze... sarà un lavoraccio... non è facile trovare il giusto equilibrio tra "complessità" suspance intrattenimento e lunghezza...
chissà... xò 7 punti sn molto ghiotti...
Ciao
... voi immondi cadaveri, io avrò la mia vendetta, anche se cammino nella valle della morte, IO non temerò alcun male, non siete altro che ossa dannate e anime dannate che brucerete tra le fiamme dell'INFERNO!
23/01/2005 22:38
 
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Fuori concorso: “LA LIBERTA’ NON E’ MAI ASSOLUTA”
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..crick… crick…crick… il rumore di una lametta da barba che seghetta la sbarra di una prigione.
Già , non so da quanto tempo sono rinchiuso qui, ho tanti vuoti di memoria
, so solo che sono giorni che svuoto i 10 cassetti che ho alle mie spalle, in ognuno di essi c’è una razione viveri del sapone e una lametta da barba, un cassetto per ogni giorno, anche se il giorno non lo distinguo dalla notte..

All’improvviso da dietro si sente un rumore assordante, ricopro fulmineamente la sbarra seghettata (ci manca ancora poco..), me l’aspettavo comunque, i 10 cassetti sono ormai vuoti, sono venuti per il cambio..

Un marchingegno idraulico rimuove i 10 cassetti vuoti e li sostituisce con altrettanti pieni, il tutto in 2 secondi, non vedo nessuno, non ho mai visto nessuno, alla fine si risente il rumore assordante.. già… se ne vanno..

Corro subito al primo cassetto, lo svuoto, ho fretta, prendo la lametta nuova, si mi manca poco ancora due colpi, l’avvolgo nello straccio ormai consumato e…. crick..crick..crick… la sbarra si rompe…

SI CI SONO….

LIBERO!!!!!!!

VIA!!!!

Esco fuori, ce la faccio a malapena a passare, anche colpa di quel giubbotto ingombrante che ho addosso, sembra di piombo, ma è leggero come gomma piuma..
Corro..corro.. scappo non rendendomi conto di ciò che mi circonda, un paesaggio desertico, strano, chissà in quale posto mi trovo, troverò qualcuno prima o poi, mi riconosceranno per il giubbotto? Questa fuga è inutile? Non lo so, ma devo provare, non ho altre alternative, e così corro, corro, dune e vallate desertiche, non è sabbia, è ciottolate in un terriccio argilloso ma duro, passano prima i minuti, poi le ore, ho paura, ma è il prezzo della libertà, quale libertà? Devo trovare qualcuno, ci sarà qualcuno, ho bisogno di sapere…

Il tempo passa, era mattina e ora si è fatta notte.. nessuno in giro, solo un paesaggio che varia ma rimane immutato…silenzio…solo silenzio… neanche il sibilo del vento…

pock…pock.. pock…. Cos’ è questo rumore?? C’è qualcosa oltre quella duna!!! Corro.. POCK…POCK…POCK… il rumore è sempre più forte, sono in cima alla duna, finalmente!!!!

Dall’alto vedo la vallata, tanta gente, tanta, saranno un centinaio,uomini e donne, ragazzi e ragazze, tutti distesi sul terreno ad ammirare il cielo e le stelle come ipnotizzati, già il cielo… chi ha avuto tempo per ammirarlo? Inizio a scendere per la vallata passando tra la gente che mi ignora e continua a guardare in alto, cerco una risposta nei loro occhi, ma non la trovo, sembra che mi ignorino..
Alla mia sinistra capisco il motivo di quel rumore, un ragazzo con un grosso martello sta rompendo le cinghie del suo giubbotto, già è grosso e fastidiosissimo, molti già l’hanno fatto.


Continuo a camminare verso il centro della vallata, lì c’è una ragazza, anche lei distesa, ma è diverso, mi ha notato.. si mi sta guardando!!! Il mio pensiero è forte…Ti prego…. Almeno tu, dimmi qualcosa...

Nel frattempo il ragazzo con il martello è riuscito a levarsi il giubbotto e per la contentezza fa un salto.. CASPITA!!!! Un salto di 3 METRI!!!!! COME E’ POSSIBILE????

Vado verso la ragazza, sono davanti a lei, la guardo negli occhi, lei mi guarda, gli chiedo con gentilezza e con una calma che non so come riesco a controllare… DOVE SONO? Lei sorride e con una mano mi indica alla mia destra, volto lo sguardo e vedo una bandiera piantata sul suolo, la riconosco, è la Bandiera Americana… poi sempre con la stessa mano dolcemente inizia ad indicarmi il cielo dicendomi “GUARDA IN ALTO..” .. volto lo sguardo alle stelle ed in mezzo vedo un pianeta azzurro, lo riconosco, è la Terra.

La Luna, già….Mi trovo sulla Luna… Esiliato sulla Luna…

[Modificato da xxcontattoxx 23/01/2005 22.53]


Pierfrancesco
23/01/2005 22:41
 
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Splendido davvero, peccato che non sei in gara LLL
23/01/2005 23:15
 
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Era la sceneggiatura di un cortometraggio che non ho mai fatto...[SM=g27960][SM=x486612]






Pierfrancesco
23/01/2005 23:33
 
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"Notte di luce in un cielo comune"
Jimmy non aveva sonno quella notte. Aveva paura che quei "cosi" potessero fare ritorno nella sua cameretta. L'altra volta li vide, ai piedi del letto. Piccoli, strani... Li osservò per un minuto, immobile, nel buio della stanza, senza dire nulla. Non ebbe il coraggio di accendere la luce tanto era impaurito. Li guardò, e lentamente, sollevò le coperte sul capo, coprendosi gli occhi, come a fuggire da quanto accadeva.

Giorni strani per Jimmy. Al mattino si svegliava stanco, per quel poco che riusciva a dormire la notte, e con strane cicatrici sul corpo. Non amava parlare, non riusciva a farlo: tutti i ricordi, nella sua mente, si rincorrevano furiosamente fino a mescolarsi tra loro, senza dare spazio a espressioni corrette di frasi, parole, emozioni... Ogni qualvolta la mamma chiedeva di vedere i segni sulla pelle, il piccolo Jim abbassava il capo, e scappava via...

La famiglia Carson era composta da tre sole persone: la signora Ely, o "mamma Elizabeth", come veniva più spesso chiamata dal figlio, il nonno Jesus, un tipo strano, e Jimmy, autistico fin dalla nascita. Fra Jimmy ed Elizabeth vi era un legame molto più forte di quello che, normalmente, unisce una madre al proprio figlio: a volte, sembrava quasi che i due riuscissero a comunicare tra loro con la sola forza del pensiero, senza dire una parola.

D'altronde, Jim, non era abituato a parlare molto: il suo mutismo, dovuto alla malattia, si era accentuato in seguito alla tragica morte del padre... Da allora suo nonno aveva cominciato a prestare attenzioni particolari ad Elizabeth e a maltrattare il nipote per puro diletto...

Ore ed ore appoggiato ad una finestra. Così passavano le giornate di Jimmy. Si spostava solo quando la mamma lo andava a scuotere. Fissava di continuo l'immensa distesa verde, spesso coperta da nubi, di fronte casa sua, un paesaggio molto simile a tanti altri nel Nord dell'Inghilterra.

Un giorno, a due miglia di distanza, comparve un crop circle, uno strano segno nei campi, tanto grande da rovinare i raccolti di tre contadini della zona.

Jimmy decise di andarlo a vedere e, senza dire nulla a nessuno, uscì di casa. Si perse tra enormi colture di grano. Una signora lo vide vagare intontito e lo accolse dentro la sua cascina. Non le ci volle molto a realizzare che quel bimbo che aveva davanti era il figlio di Elizabeth.

Il viso del piccolo Jim non tradiva alcuna emozione: non rideva mai, non piangeva mai. A volte urlava, ma senza motivo. Lo faceva solo quando aveva voglia di attirare l'attenzione di qualcuno. La sua stanza era piena di giocattoli. Suo padre gliene aveva regalati molti quando era ancora in vita. Era premuroso. Era convinto che un giorno sarebbe avvenuto un miracolo e che suo figlio avrebbe cominciato a condurre una vita normale. Sfortunatamente, il signor Carson è morto tra vane illusioni, prima del tempo, senza mai aver sentito suo figlio pronunciare la parola "Papà".

Quando la prima stella appariva in cielo, Jim si accorgeva che era ormai sera. Lentamente si toglieva dalla finestra e si avviava verso tavola per mangiare. Ogni giorno eseguiva gli stessi movimenti, in maniera meccanica, come un robot. Nonno Jesus lo osservava. Pensava che il bambino che gironzolava dentro casa non fosse il nipote, ma il diavolo in persona. Quel vecchio depravato, in virtù delle sue convinzione, si permetteva di insultarlo, di picchiarlo con la mazza, di scatarrargli addosso, di dare libero sfogo al suo repertorio di bestemmie e maldicenze.

Jim era abituato a mangiare lentamente. Jim faceva ogni cosa lentamente. Si avviava a letto, lentamente, dopo essersi lavato per bene i denti, tre minuti, e dopo aver indossato un pigiama giallo, senza disegni, che gli piaceva tanto. La mamma, ogni notte, prima di andare a dormire, gli rimboccava le coperte, lo baciava sulla fronte e gli augurava sonni tranquilli.

Jimmy non aveva sonno quella notte. Eppure era una notte molto bella. Il cielo, illuminato da una luna piena più grossa del solito, era sgombro da nubi. Ci si poteva addormentare dolcemente se solo la testa non avesse avuto pensieri... E paure... Jimmy trovò un pò di coraggio e riuscì ad addormentarsi.

Il suo sonno era agitato. Sudava e si muoveva. D'un tratto, di colpo, aprì gli occhi. Era sveglio. Lanciò uno sguardo fugace all'orologio sul comodino: erano le tre... Troppo presto per alzarsi. Chiuse chiude gli occhi nuovamente, si girò sul fianco destro e prese sonno un'altra volta. Cominciò a sognare. Jimmy faceva dei sogni straordinari. Spesso sognava di volare su in alto nel cielo, come gli uccelli e le farfalle. Guardava il mondo in maniera diversa e si divertiva ad osservare le cose dall'alto. Ma a volte i suoi sogni diventavano incubi: cadeva dal cielo e si svegliava urlando.

Quella notte vi era talmente tanta pace che nulla appariva in grado di turbare il sonno. Eppura qualcosa non andava. Jimmy provava un fastidio continuo sul fianco sinistro. Era come se... Come se... Qualcuno lo stesse toccando... Come se qualcosa lo stesse toccando... Qualcuno o qualcosa lo stava toccando!!! Smuovendolo troppo, come a tutti i costi volerlo destare dal sonno profondo, una strana forza agiva in silenzio. Cosa accadeva? Il piccolo Jim aveva paura. Paura di aprire gli occhi. Paura di vedere una scena che, tante volte, aveva già visto. Si sforzava di non guardare: aveva paura, ma non aveva la forza per urlare... Era paralizzato.

Quando, finalmente, non si sentì più toccare, pieno di timore aprì gli occhi, e la vide! Una sagoma scura, al lato destro del letto. Una figura umana, alta quasi quanto Elizabeth. Jimmy la osservò: il cuore gli batteva fortissimo. D'improvviso l'ombra fece un movimento: allungando un braccio verso le coperte, pian piano, le tolse di dosso al bimbo ormai inerme.

"Ciao soldatino. Tutto bene?"... "Non devi aver paura: sono io! Non mi riconosci?"... "Sono venuto a prenderti. Ti porterò via con me. Porterò via anche la mamma"... "Che ti prende? Non devi spaventarti... Io sono tuo padre!"... "E ti voglio bene!"...

...

Chiedermi ora cosa successe quella strana notte a casa dei Carson, non sortirà effetto. Non so come faccio a sapere quello che so e quello che l'ombra disse al soldato. E' questo un mistero più grande di me.

Posso solo dire che, quella notte, in un cielo qualsiasi nel Nord d'Inghilterra, le stelle danzarono e un'orchestra fatata di luci e colori svegliò quelle genti che riposavano. Il mattino dopo, Jimmy ed Elizabeth erano scomparsi. Scomparsi nel nulla. E nessuno, mai, si chiese il perchè.

[Modificato da fran84 23/01/2005 23.54]

[Modificato da fran84 23/01/2005 23.55]

24/01/2005 02:02
 
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ERA L'ANNO 2110.......
Era l'anno 2110 io avevo appena compiuto i 18anni i viaggi interplanetari erano ancora all'inizio, ma gia si ipotizzavano future colonie sparse per l'universo, quell'anno mio padre fu molto generoso, "non so perche" ma, mi regalo la mia prima GALATTIK F50, siiii la vecchia galattik.... che bei tempi.... Fu propio con lei che feci i miei primi passi nello spazio, anche se qualche volta con papa si usciva ma non fu la stessa cosa! mi ricordo un giorno e me lo ricordero per tutta la vita ed e per questo che scrivo, mi trovavo alla distanza 5.luce da marte erano circa 7 di sera ero molto stanco ed era gia ora di rientrare a casa, ma stava per succedermi qualcosa di molto strano, qualcosa che mi avrebbe cambiato la vita per sempre!( adesso a qusto punto non so se faccio bene a raccontare forse saro preso per un pazzo, ma lo devo raccontare la gente deve sapere!) improvvisamente fui urtato come se qualcosa mi avesse toccato allora preso dal panico guardai fuori dall'oblo della mi galattik ma a mia grande sorpresa non vidi nulla di strano non c'era niente davanti a me cosa poteva essere stato ? allora con molta fretta feci un giro su me stesso e come d'improvviso comparve davanti ai miei occhi sorpresi una grandissima astronave penso che sia stata la piu grande che abbia mai visto a tuttoggi era talmente grossa che non riuscivo a scorgere la fine sorpreso e impallidito non sapevo piu cosa fare pensavo di morire le mie prime ipotesi mi portarono a pensare che si trattasse di una nostra astronave della flotta terrestre ma non ne avevo mai viste di cosi enormi e poi aveva una forma strana non era come quelle che avevo sempre visto o come quella di papa, questa era completamente diversa! preso dal panico e non sapendo come reagire presi la decisione di darle un'occhiata notai subito che non aveva oblo non aveva targhette di riconoscimento e poi sembrava fosse viva non so di che colore o che materiale fosse ma quel materiale era molto riflettente.dopo circa 10minuti che scrutavo e cercavo di capirne la provenienza la mia GALATTIK F50 smise di rispondere ai comandi ache il canale di bordo era morto "(a questo punto devo ringraziare il mio sangue freddo che sono ancora vivo qui a raccontarvela e non morto di paura") improvvisamente poco sotto di me un rumore come una piccola scossa di terremoto non capivo cosa fosse e poi una specie di portellone incomincio ad aprirsi e una fortissima luce proveniente dall'interno mi avvolse era una luce strana era come se emanasse energia ebbi solo il tempo di chiudere e riaprire gli occhi che d'improvviso un ombra nera lunga sottile si sovrappose alla luce non riuscivo a distinguerne bene le forme c'era troppo contrasto fra luce e ombra. In quel momento "(vi parlo di una manciata di secondi") mi vennero in mente le vecchie storie del nonno che mi raccontava per farmi addormentare di incontri con esseri di altre galassie.. ma non poteva essere vero! era solo una favola! e poi si era gia visitato gran parte dell'universo senza risultati di altre vite. Come poteva essere? e perche poi a me? cosa centravo io in tutto quesot?! Ma ancora non fu la fine improvvisamente l'astronave la luce , scomparve tutto dalla mia vista! ero rimasto solo immezzo allo spazio piu niente nessun rumore stranamente da solo! la mia galattik aveva ripreso a funzionare, che cosa mi era successo? e a che cosa avevo assistito? ancora oggi dopo molti anni non riesco a darmi una spiegazione. storia di---( A.M. )VVV
24/01/2005 15:03
 
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Ragazzi complimentoni LLL
Aspettiamo gli altri lavori, sarà a voi decidere il vincitore del concorso.... quindi leggete tutti i racconti con attenzione HHH
27/01/2005 17:42
 
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Ragassi, son tornato! E presto scriverò il racconto per voi!
prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi
27/01/2005 18:55
 
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Finalmente Walter,
ti ricordo che ci sono anche altri concorsi attivi a cui non hai partecipato LLL Aspettiamo la tua storia RRR
28/01/2005 20:48
 
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grazie ufo per l'avvisoLLL
prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi
28/01/2005 21:26
 
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Eravamo rimasti in pochissimi.I miei compagni erano stati uccisi uno ad uno, i loro corpi caduti in battaglia recuperati dal nemico, straziati e martoriati. Erano barbari, l’avevo sempre detto; tutti me lo avevano detto, sin da quando ero un bambino. E dire che ci siamo lasciati ingannare; ci hanno tradito. Non v’è stato istante nella nostra vita in cui non abbiamo maledetto quel giorno, quando ci siamo mostrati a loro, quel ferale dì in cui abbiamo fatto conoscere loro la nostra tecnologia.
Erano più viscidi di anguille sì, ma erano intelligenti:iniziarono a muovere i primi passi da soli ed in alcuni campi ci uguagliarono. Poi il loro orgoglio crebbe e ci voltarono le spalle. Avessimo ascoltato coloro che ritevamo allora folli, quando ci dicevano che quella razza era infida, ingestibile, indomabile; BELLICOSA. Non avevano certo le nostre stesse armi, ma il numero era dalla loro. Centinaia di milioni essi erano, un fiume le cui acque straripino e inondino i raccolti, un oceano che si abbatta con tutta la sua violenza contro la spiaggia.
La guerra perdurava ormai da 7 anni. Per quant’altro tempo avremmo dovuto invocare, con le palme rivolte verso il cielo la pace? Quanti altri nostri morti avremmo dovuto piangere?
Questi erano i miei interrogativi allorquando, ancora giovane ed inesperto (ma comunque di gran lunga superiore a tuti i miei compagni per tattica e coraggio), fui mandato al fronte. Ci si contendeva il dominio di un pianeta, ultimo baluardo nemico di quel sistema solare. Avevamo già perso migliaia di automi e ora che essi erano stati inviati laddove le battaglie erano ben più cruente, il governo iniziò ad inviare il nostro popolo. Morire in quella terra sconosciuta sarebbe stato qualcosa di incredibilmente triste, una fine ingloriosa, in un certo senso, per tutti quelli della compagnia.
QUel mattino che partimmo per perlustrare l'area attorno alla base avevamo alcuni fucili e dei guanti-laser. I nostri sensori rilevavano che dei nemici erano in avvicinamento e senz’altro anche i loro avevano cominciato a lampeggiare. Mi voltai verso i miei commilitoni per dir loro di prepararci allo scontro, quando udii la roccia affianco a me essere colpita e liquefarsi.
“Al riparo, al riparo” urlai con tutta la forza che avevo in gola. Ora che i nostri maledetti avversari erano più vicini potei accorgermi che erano due. Mi chinai, mentre essi volgevano il capo chiedendosi dove fossimo finiti; mai più di allora ringraziammo le nostre tute mimetiche.
Mi imposi di mantenere la calma mentre prendevo il mio fucile che portavo a tracolla. Si trattava di un ferro vecchio ai termosensori, ma non abbastanza per non poter nuocere a quegli esseri. Presi la mira, lasciasi partire l’impulso dal sensore nel mio cervello, direttamente collegato all’arma. Bastò un secondo; poi udii un urlo e il corpo di uno dei due, quello più avanzato cadde indietro, carbonizzato;l’altro, inorridito ed al con tempo terrorizzato depose le armi.
Uscimmo allo scoperto avvicinandoci lentamente; quello ratto alzò le mani in segno di resa.
“Chi sei bestia?” gli chiesi, disgustato dai suoi tratti somatici.
“ Il mio nome è Tom, vengo dal pianeta Terra” rispose.
Non ce la facevo, la sola sua voce mi metteva i brividi; gli puntai la mia arma alla testa e sparai.
“Sporchi umani, tutti schifosi” disse il mio amico; mi limitai ad annuire.

[Modificato da WalterKir 28/01/2005 21.31]

prima di giudicare gli altri, bisogna giudicare se stessi
28/01/2005 22:48
 
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Un altro grande racconto LLL Continuate così ragazzi !!!!!
28/01/2005 22:56
 
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prossimamente scriverò anche io un mio racconto...
3 punti in classifica in più fanno sempre comodo...NNN XXX HHH
Ciao
... voi immondi cadaveri, io avrò la mia vendetta, anche se cammino nella valle della morte, IO non temerò alcun male, non siete altro che ossa dannate e anime dannate che brucerete tra le fiamme dell'INFERNO!
29/01/2005 22:43
 
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Non sono bravo a scrivere, ma ci ho provato...
Qualche anno fa, mi trovavo in campeggio insieme a due miei amici, Ed e Giò, era ormai buio, intanto che mangiavamo intorno al falò, decidemmo di guardare le stelle, quando io per primo notai una strana luce zigzagante, pensavo fosse il frutto della mia immaginazione, ma mi sbagliavo, infatti Giò ci disse di guardare nel punto dove era presente quella luce, io avevo già fisso lo sguardo la, mentre Ed, il solito sbadato, si accorse solo dopo una manciata di secondi, ci chiedemmo cosa era, Ed pensò ad una stella cometa, mentre Giò ad un satellite, ma io non la pensavo come loro, una cometa non poteva essere, dura solo un istante, mentre non poteva essere un satellite, perché se lo fosse stato, non sarebbe di certo andato a zig-zag, mentre io non sapevo a che pensare.
Dopo qualche repentino movimento l’oggetto usci dalla nostra visuale, nessuno aveva mai visto nulla di simile, però mi ricordai, che durante un “giro di canali”, ho visto per qualche minuto, un documentario che parlava di u.f.o., non mi interessava particolarmente, quindi non ascoltai molto.
Di questo argomento sapevo ben poco, solo che erano strane luci, cioè quello che avevo sentito alla televisione quel momento.
Ne parlammo fino a notte inoltrata, ma continuavamo a restare con i nostri dubbi, spegnemmo il fuoco, ed andammo a dormire.
Mi svegliai nel cuore della notte, i miei amici dormivano, mentre fuori dalla tenda intravidi una luce, e pensai subito al fuoco, che magari non si era spento, decisi di uscire a controllare, e vidi con immenso stupore, che il fuoco era spento, ma guardando appena più in la vidi una cosa che non avevo mai visto, pensavo fosse un sogno, ma era tutto così reale, sembrava come nei film, c’era proprio un’astronave aliena li, non molto distante da me, quello che provai fu paura mista a stupore, vedevo tante finestrelle simili a quelle rotonde presenti sulle navi, improvvisamente senza fare rumore, si apre una specie di sportello, ne usciva una luce molto forte da la, vidi un ombra muoversi furtiva da una parte all’altra, vidi poi che due o tre ombre, non ricordo bene, scendevano dalla specie di ponte che si era creato aprendo il portello, che toccava fino a terra.
Mi avvicinai cautamente e mi nascosi dietro un arbusto, le strane creature, che erano molto basse ed esili, con la testa molto grande e gli occhi altrettanto, si misero a raccogliere dei campioni di erba e di terra in qualche provetta, approfittai della loro distrazione per entrare nell’astronave, all’inizio non vedevo molto, a causa della troppa luce, ma presto mi abituai, c’era una grande stanza, con una specie di ascensore, che però galleggiava nell’aria, il soffitto era molto basso, per poco toccai con la testa il soffitto, al contrario di come pensavo, c’erano pochi comandi, ma mi colpì una cosa, c’era una specie di casco, che pensai, una volta messo in testa servisse a pilotare l’astronave, mi avvicinai, con l’intento di provarlo, ma nella mia testa, sentì una specie di voce che mi diceva di non toccare, mi girai e vidi gli alieni, non avevano i capelli, e portavano una specie di tuta molto aderente color argento, con delle strisce blu, mi fecero scendere e mi dissero che ormai era troppo tardi, sarebbero tornati, tornai a dormire, decidendo di non svegliare gli altri, e che gli avrei raccontato tutto l’indomani.
La mattina mentre facevano colazione fuori dalla tenda, raccontai la storia ai miei amici, Ed disse che si era svegliato per qualche secondo, ma poi si era addormentato subito, e non mi aveva visto in quel momento, ma non credevano alla storia che avevo loro raccontato. Smontammo la tenda, perché era ora di tornare a casa, infatti facevamo conto di ritornare per l’ora di pranzo. Al ritorno notammo che non molto lontano da dove avevamo piantato la tenda, c’era l’erba bruciacchiata,con degli strani disegni, che mi ricordavano molto i volti degli alieni che avevo visto, lo dissi ai miei amici, ma loro dissero che ero stato io stanotte, io dissi che non era vero, ma non mi credevano.
Passò tutta la giornata, e andai a letto, questa volta a casa mia, la notte mi sveglia di colpo, ma non riuscivo a muovermi, vidi delle ombre, mi toccavano le gambe e le braccia, non so come, ma mi fecero passare attraverso il muro di casa mia con una specie di raggio. Mi ritrovai all’interno dell’astronave che avevo visto la notte precedente, c’era una alieno con il casco in testa, uno che scese dall’ascensore appena arrivai, e l’altro che era dietro di me. mi fecero sdraiare su un tavolino, dove mi fecero delle visite, e mi fecero delle domande strane. Mi misero una specie di mascherina in faccia, poi non ricordo più niente. Ma, so che ogni tanto ritornano a prendermi….
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29/01/2005 23:13
 
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Ragazzi complimenti a tutti LLL Mi sa proprio che faremo una raccolta di questi scritti e faremo un libro di fantascienza LLL Continuate così, e sopratutto avanti i prossimo !!!!!
30/01/2005 01:50
 
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Io ho deciso di fare una storia che potrebbe succedere, nel senso che non è proprio impossibile, o bisognava fare una storia ai limiti del credibile?
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