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Manuale delle Armi Bianche

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2005 15:51
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LE ARMI BIANCHE

Questo docuento é volto a trattare l’uso delle armi bianche nel medioevo, passando tra le diverse classi analizzeremo particolaritá ed usi delle diverse armi in voga. Questo trattato non ha intenzione di fungere in nessun modo quale regolamento ufficiale in quanto, come vedremo in seguito, l’arma bianca nel medioevo era un concetto piuttosto astratto. Molte armi infatti nascevano tra il comune volgo con semplici modifiche di attrezzi agricoli (il piú comune basti pensare al forcone diventato tridente in voga sin dai tempi dei Gladiatori) in quanto le piú nobili erano prodotte da fabbri esperti sotto lauto compenso che solo una piccola parte di persone poteva permettersi. Importante è anche prendere coscienza delle diverse provenienze geografiche delle armi stesse. Infatti, possiamo tranquillamente affermare quanto nel basso medioevo le armi abbiano subito forti mutazioni o comunque un estremo progresso dovuto agli scambi culturali relativi alle nuerose crociate. Altre civiltá infatti quali Greci, Egiziani, Sudafricani o Asiatici, svilupparono molto prima rispetto agli europei il concetto di arma quale mezzo di caccia i semplice tradizione.

Le diverse classi di armi possono principalmente essere suddivise in 5 parti principali

• Le armi da taglio
• Le armi d’impatto
• Le armi ad asta
• Le armi da gittata
• Le armi miste

Come detto in precedenza spesso e volentieri le armi erano adattate dai cittadini stessi che privi di denaro non potevano permettersi le prestazioni di un fabbro, per questa motivazione sono nate armi di difficile collocamento o di collocamento misto.

ARMI DA TAGLIO

L’arma da taglio è la sezione forse piú vasta esistente nella classificazione. L’arma da taglio infatti è stata la piú diffusa per svariati anni e di conseguenza la piú modificata in seguito.
La sezione dell’Arma da taglio potrebbe essere suddivisa in svariate parti. Tratteremo le piú comuni partendo dalla dimensione minore a quella maggiore. Prima di tutto questo è necessario peró porre alcune specificazioni tecniche.

Principio
Si definiscono armi da taglio quelle armi che possiedono un filo tagliente e che sfruttano il principio che i tessuti organici (e non, ovviamente) a contatto con un oggetto affilato vengono sezionati. Le ferite variano dal semplice taglio superficiale all'amputazione di arti. Esempi di armi da taglio sono la spada, l'ascia bipenne, l'accetta, il coltello, la spada bastarda, etc.
Importante in questo caso è anche tenere conto della funzione per la quale è stata costruita l’arma stessa. Spesso e volentieri si riflette per luoghi comuni dando per scontati principi che con la semplice logica verrebbero chiariti.

La Spada

La piú comune arma da taglio detta genericamente spada, è arma infatti atta a scontri piuttosto ravvicinati. La perfezione con la quale viene forgiata tiene conto della lunghezza, del peso e delle caratteristiche fisiche della stessa. Con una spada infatti è molto difficile amputare arti quanto lo sarebbe con un’ascia. La spada è un’arma bilanciata per il ferimento e la penetrazione. La presenza di filo non implica infatti che la lama riesca perfettamente a penetrare le carni e la massa muscolare fino a tranciare di netto l’osso al centro dell’arto. Spesso l’errore di pensiero comune tende a semplificare la spada accomunandole tutte nella sola categoria della bastarda o della spada ad una mano semplice. Le Spade sono un argomento molto complesso da non sottovalutare, sono un’infinitá infatti i tipi di spade esistenti , ognuna nata per uno specifico scopo, con i suoi pregi e difetti derivanti, talvolta completamente opposto a quello intuito.
Fondamentale è la specificazione di 4 differenti parametri principali che stabiliscono l’uo conforme dela spada.

• Lunghezza della lama
• Lunghezza e forma dell’impugnatura
• Sezione della lama
• Particolaritá della lama

In dettaglio:

Lunghezza della lama:
Naturalmente il parametro è molto variabile, ma la lunghezza della lama è uno dei piú importanti paramentri che differenziano un’arma dall’altra. Generalmente si tende a pensare che la lama piú lunga sbilanci l’arma essendo piú pesante. Nulla di piú errato. Lama ed impugnatura sono quasi sempre perfettamente calibrate per cui varierá solamente il peso totale, non il bilanciamento dell’arma. Basti pensare al fioretto che dispone di una lama piuttosto lunga (varia intorno ai 70 cm) ma che ha una leggerezza e maneggevolezza superiore agli altri tipi di armi. Naturalmente se non in caso di armi particolari, la lunghezza rallenta l’esecuzione dei colpi tracciando archi di apertura piú larghi.
Piú la lunghezza della lama aumenta, piú l’arma sará pesante e violenta, ma al contempo meno maneggevole. La lunghezza della lama spesso e volentieri immplica anche la lunghezza stessa dell’impugnatura,per il principio del bilanciamento stesso dell’arma. Si cade spesso nell’errore pensando che le spade a lama lunga sono solitamente quelle che infliggono i maggiori danni e che uccidono l’avversario al primo colpo andato a segno. La lunghezza della lama non fa altro che determinare la distanza dello scontro tra i due combattenti. Un combattente che brandisce infatti una spada a lama lunga sará avvantaggiato dinnanzi ad uno con lama corta solo ed esclusivamente per la capacitá dii trattenerlo lontano dal contatto, non dando modo all’arma opposta di andare a segno.



Lunghezza e forma dell’impugnatura:
Parametro piuttosto delicato delle spade. Spesso e volentieri s’incorre nell’errore pensando che l’impugnatura delle armi sia completamente simmetrica. Come visto in precedenza le armi venivano mediamente richieste e commissionate a fabbri che le lavoravano appositamente per il destinatario. L’impugnatura è una delle fondamentali caratteristiche della spada, in quanto per l’80% dei casi veniva costruito appositamente per la mano che l’avrebbe brandita vita natural durante. Ci sono impugnature che implicano l’uso con una determinata mano. Le Spade ad impugnatura mista sono solo ed esclusivamente quelle anche simmetriche di lama per cui a sezione romboidale o esagonale. L’impugnatura viene perfettamnete bilanciata con il peso della lama, restando tuttavia piú leggera. Spesso e volentieri monili ed adornazioni puramente artischiche servivano esclusivamente ad aumentare il peso dell’impugnatura per il precedente parametro, nonché come vezzo per i piú nobili poi in seguito. Alcune spade dispongono di un pronunciato Pomo al vertice del’Impugnatura. Questo ha due finzioni. La prima è quello di arretrare il peso dell’impugantura parificandolo tra parte posteriore e aprte anteriore. Ponendo al centro la presa si avrá cosí una maggiore maneggevolezza del’arma. Questo espediente è utilizzato soprattutto per armi corte e di peso elevato, acquisendo cosí la maneggevolezza persa per unn’arma di dimensioni limitate. Il secondo uso del Pomo è quello di dare la possibilitá ai combattenti piú esperti di poter allentare la presa favorendo un possibile volteggio dell’arma volto ad acquisire slancio per un impatto. Il pomo pronunciato infatti fa si che la mano seppur lenta sull’impugnatura non scivoli oltre.
Le spade lunghe dispongono di un paramano dritto poco prima del ponte. Il paramano inizialmente in uso sulle primitive spade leggere da scherma era tondo ed avvolgeva quasi completamente l’impugnatura. Il vantaggio era solitamente una copertura totale della mano che brandiva l’arma. Lo svantaggio principale stava nel fatto che in caso di un violento colpo dell’avversario portato con un’arma piú pesante , la costrizione spezzava il polso se teso oltremodo. In seguito sulle armi piú pesanti il paramano non divenne altro che una parte dell’impugnatura completamente perpendicolare volta solo ad arrestare un’eventuale salita della lama opposta verso la mano. Il coprimano spesso e volentieri è a fusione unica con l’impugnatura, per cui difficilmente spezzabile.
Alcune armi corte (p.es. il Main-gauche) dispongono di un parmano di particolare forma, volto a bloccare la lama avversaria e, con una leggera rotazione del polso, addirittura tolgierla dalle sue mani.










Sezione della lama
Prerogativa primaria della spada. La sezione della lama è l’elemento principale dell’arma stessa.
Esistono 5 tipi principali di sezioni.
? La sezione Tonda
? La sezione triangolare
? La sezione romboidale
? La sezione esagonale
? La sezione mista

? La sezione Tonda è caratteristica primaria delle armi assolute da penetrazione. Il principio è quello del punteruolo che grazie alla punta estremamente acuminata ed alla completa assenza di angoli, penetra perfettamente nei tessuti organici e non. Infatti le armi a sezione tonda sono le uniche che mostrano efficacia contro i tipi di protezioni utilizzate nel medioevo. La sezione tonda è l’unica che riesce a penetrare con parziale facilitá le scaglie d’armatura, e gli anelli di cotta di maglia. L’assenza di filo nella lama NON la rende assolutamente innoqua, anzi, una penetrazione d’arma a sezione tonda è quasi sempre letale. Naturalmente tale tipo di sezione è anche caratteristica di estrema leggerezza della lama. Infatti lame lunghe a sezione tonda sono quasi sempre di estrema finezza, per facilitare il principio di penetrazione appena spiegato e poiché non si necessita di superficie sulla lama per renderla efficace.

? La sezione Triangolare caratterizza molte armi del medioevo. Questo tipo di arma infatti altro non è che la versione da battaglia medioevale dell’arma a sezione tonda. Per la maggior parte dei casi infatti la lama a sezione triangolare non presenta filo in quanto anch’essa arma da penetrazione. La sostanziale differenza contro la sezione tonda è la forgiatura. La lama a sezione triangolare infatti sará maggiormente pesante e stabile in caso di difesa contro un’altra arma. Nata per contrastare efficacemente gli attacchi che armi a sezione tonda non riuscivano a sopportare, la sezione triangolare penetra altrettanto bene le armature a scaglie, ponendo peró maggior attrito sulle cotte di maglia. La rara presenza di filo è dovuta a questioni tecniche di forgiatura della lama che infatti non tiene l’affilatura a lungo. Molte Spade ad una mano sono a sezione triangolare, in quanto la leggerezza a confronto delle sezioni piú complesse permette un uso piú veloce ed affondi rapidi e risoluti. Armi a sezione triangolare risultano di peso Medio-Leggero.







? La sezione Romboidale è la classica sezione delle spade da battaglia nate nel medioevo. Questo tipo di sezione presenta la particolaritá del doppio filo da entrambi i lati, a discapito del peso che aumenta notevolmante. La sezione romboidale è spesso quella piú usata per le spade a una mano e mezza ed a due mani. Il distacco tra la sezione triangolare e quella romboidale è piuttosto notevole. Lame romboidali sono infatti maggiormante pesanti e volte all’attacco di violenza piuttosto che di destrezza e velocitá. La penetrazione da parte di tali lame inizia a risultare piuttosto difficile per l’attrito che la superficie maggiore della lama trova contro il bersaglio. La penetrazione di Armature a scaglie preclude immane forza fisica, mentre è quasi nulla la penetrazione degli anelli della cotta.Gli archi traccianti i colpi iniziano ad allargarsi caricando maggiormente lo slacio della lama che è volta anche solo a squarciare piuttosto che penetrare in profinditá. Infatti lo scopo principale dell’arma a sezione romboidale è quello di aprire grossi tagli senza troppo affondare, sfruttando la violenza del colpo.

? La sezione Esagonale è quella che caratterizza le armi mediovali da pura battaglia sul campo. L’arma a sezione esagonale infatti risulta estremamente pesante e solitamente molto larga di lama. Spesso e volentieri infatti la sezione Esagonale viene preferita per armi piuttosto corte e di scontro diretto. L’affondo da parte di armi di questo tipo necessita di particolare forza in quanto difficile da eseguire, sebbene spesso e volentieri le armi a sezione esagonale volgono verso la punta a divenire romboidali. La violenza d’impatto è immane quanto difficile talvolta è l’uso di tale arma per la particolare pesantezza. Spadoni di grande lunghezza sono infatti quasi impossibili da maneggiare. Armi di medio-corta lunghezza asezione esagonale peró trovano un ottimo bilanciamento in quanto a forza dell’impatto correlata alla media maneggevolezza, sebbene l’uso in larghi archi e la distanza ravvicinata possano essere un notevole svantaggio.

? La sezione mista raggruppa svariati tipi di arma sotto la stessa cupola. Le armi a sezione mista infatti erano spesso e volentieri usate quale puro ornamento nonché diffonditore di paura nei confronti dell’avversario. Infatti tutte le sezioni derivanti quali quele a stella, a croce, ecc… raggiungono pesi elevatissimi mostrando mediocre efficacia. Talvolta infatti solo pugnali e daghe corte presentano questo tipo di sezioni. L’uso di tali sezioni infatti le rende quasi prettamente da penetrazione violenta malgrado lo svariato numero di fili. Le forme spesso anomale infatti con curvature della lama verso l’interno facevano sí che all’estrazione la carne venisse strappata se usata con notevole forza.






Particolaritá della lama
Nel corso degli anni le numerose battaglie svoltesi su campi talvolta lontani hanno permesso ai popoli combattenti di mescolare le diverse culture belliche e di conseguenza di migliorare le lame prodotte. Esempio lampante puó essere portato dai Germani. Veri e propri barbari che combattevano con l’uso di armi di estremo peso (facilitati dalla stazza e forza fisica maggiore) e che presentavano particolaritá di lame volte a renderle piú efficaci in taluni casi.
Uno di questi puó essere la Dentatura della parte centrale del rovescio ed in rari casi del dritto della lama. Tale dentatura con filo interno e cioé rivolto verso chi la brandisce, aveva la particolaritá di strappare tessuti organici al contatto. Il principio puó essere paragonato a quello della sega ma con la caratteristica del filo sul lato. Ció permetteva anche, in caso di colpo di forte violenza, il facilitamento dell’amputazione di arti. Naturalmente la forza impiegata per l’uso di questo tipo di arma doveva esere superiore a quella comune.
Un’altra particolaritá della lama in uso soprattutto nel regno Francese era quella di avere una vera e propria divisione della stessa al centro. Tale Fessura era attuabile solo ed esclusivamente su lame di tipo esagonale ed aveva il vantaggio anch’essa della devastazione interna degli organi se giunta in penetrazione.
Alcuni tipi di lame presentano particolaritá volte a facilitare il combattimento con un’altra arma primaria. Per primo ad esempio il Main-Gauche che presentava il rovescio della lama con dentature piuttosto larghe ed uncinate. Questo faceva modo che se la lama avversaria si trovasse a bloccarsi al’interno di tale dentatura, con un rapido movimento veniva letteralmente tolta dalle mani dell’avversario.
Questi alcuni tipi di particolaritá che risultano essere solo una minima parte. Le diverse culture dei popoli, nonché allocazioni geografiche hanno portato con il tempo una grande varietá di diversificazioni a seconda dell’uso.


Tratteremo ora in seguito alcuni tipi di spade tra le piú comuni nel medioevo. Il limitato numero d’esempi è dovuto alla vastitá e complessitá dell’argomento. Possono peró essere tracciati alcuni esempi base chiarificatori dei concetti sopra espressi.








Il Fioretto


Il Fioretto, arma di provenienza Francese, è stato per decenni una della armi preferite dalla nobiltá. In Origine la sezione tonda peretteva alla lama una penetrazione estremamente facile. Contrariamente a quanto si creda il Fioretto è un’arma di estrema pericolositá. Leggera e veloce, dalla lama parzialmente flessibile, se maneggiata con la dovuta arte non lascia scampo all’avversario. Inadatta per scontri con armi pesanti, puó peró contare sulla maggiore velocitá d’esecuzione dei colpi. Il Pramano tondo copre anche con estrema efficienza l’impugnatura. Successivamente, per scopi d’allenamento il Fioretto è stato modificato con lama a sezione quadrangolare, altrettanto di facile penetrazione. Le dimensioni di un Fioretto superano raramente i 100 cm totali. Gesto nobile ed inibitorio durante i combattimenti era quello di portare la lama all’altezza dell’Impugnatura dinnanzi al volto, abbassandola con il tipico sibilo dettato dalla velocitá dell’esecuzione.

La Spada semplice


Spada semplice o spada ad una mano, è stata per quasi un secolo intero l’arma dominatrice del Medioevo. Infatti è la sola che da la possibilitá dell’uso di una doppia arma. Contrariamente a quanto si pensi l’impugnatura non è quasi mai simmetrica. Infatti le spade ad una mano erano prodotte su commissione da fabbri che la bilanciavano alla mano che per il resto dei giorni l’avrebbe brandita. Spesso e volentieri la lama era a sezione triangolare presentando un solo filo. Questo permetteva di alleggerire l’arma a favore della seconda minore. Il Paramano divenuto poi successivamente dritto e perpendicolare ricorda in antitesi quello del Fioretto, in quanto le prime spade ad una mano erano infatti adattamenti di tale arma. Successivamente con l’arrivo delle crociate, la Spada ad una mano inizió a divenire sempre piú arma da mischia, appesantendone la lama per un impatto di maggiore violenza, senza peró sfavorire l’uso della seconda arma. Raramente le dimensioni superano i 90 cm totali in quanto nate per un uso perfettamente bilanciato di agilitá e potenza.




La Spada ad una mano e mezzo



Spada ad una mano e mezzo o chiamata dal volgo medioevale Bastarda per l’uso misto è diventata a seguito della versatilitá o della necessitá di un arma leggermente più maneggevole, preferita al classico spadone a due mani. Le dimensioni variano dagli 85 ai 100 cm circa ed il peso si aggira intonro ai 3 Kg di regolare fattura. La sezione quasi esclusivamente romboidale permette alla lama di avere il filo in entrambi i lati, sebbene il rovescio venga comunemente chiamato filo “Falso” per la superficialitá con il quale è forgiato. La lama presenta sovente una scanalatura centrale per facilitare l’affondo, questa caratteristica tecnica ha permesso di alleggerire appena il peso dell’arma pur non togliendole le caratteristiche di violenza d’impatto. L’impugnatura raramente simmetrica è simile a quella delle normali spade se non leggermente appesantita a causa del peso medio/alto della lama.Presenta sovente un paramano completamente perpendicolare a fusione unica con il resto della lama. Il Pomo al vertice raramente ha funzioni di combattimento poiché risulta arma troppo pesante e lunga per un attacco di tale sorpresa. Durante il basso medioevo venne gradualmente sostituita al lungo spadone a due mani per ragioni pratiche. Negli scontri durante le crociate infatti serviva un arma che tenesse l’avversario a distanza e di medio alta violenza ma anche di diretto uso. Discretamente maneggevole non da notevole intralcio al fianco.


La Falcata


La Falcata, arma poco in voga nel medioevo. Di dubbia provenienza ricorda per la forma un Machete con un’impugnatura adattata per il solo utilizzo di dritto. La Lama infatti a tipica sezione pentagonale e ricurva fa della Falcata un’arma prettamente da mischia. Di corte dimensioni ma d’immane violenza era di ottimo uso per scontri ravvicinati. L’impugnatura a becco d’aquila è tipica di questa arma che rafforza la presa di solo utilizzo dritto. Totale l’assenza di paramano in quanto inadatta quale arma da duelli. Il ponte della dimensione stessa dell’imbocco della lama, che si ricurva al centro assottigliandosi spostando il peso alle due estremitá. La punta sensibilmente allargata raggiuge il filo “forte” a circa 15 cm dal vertice con la curvatura massima. Il colpo Di dritto della Falcata risulta quasi sempre letale per la maggiore pesantezza del filo in punta. Infatti tale particolaritá fa sí che la forza impressa si sposti maggiormante alla punta dove la lama risulta piú larga.
Raramente la Falcata supera gli 80 cm di lunghezza totale favorendo la maneggevolezza in quanto arma usata a scopo d’immediato ferimento.




La Sciabola





La Sciabola, spada di provenienza ottomanica e altresí poco diffusa nell’alto medioevo, quantopiú nel periodo basso dopo gli scambi susseguiti alle crociate. L’impugnatura di quest’arma rislta particolarmente salda. Completamente asimmetrica e con un coprimano che avvolge completamente l’impugnatura stessa. Realizzata in materiali pesanti. La lama quasi esclusivamente a sezione pentagonale è unica per particolaritá di forma e dimensisone. Completametne ricurva verso il Dritto, la lama infatti si allarga fino a raggiungere dimensioni allo stocco anche di 23/25 cm. La sensibile curvatura della lama la porta ad essere particolarmente adatta a colpi caricati, quantoché completamente inutile in affondi. Il filo presente solo sulla parte dritta ovviamente amplifica la sua pericolositá con la sbilanciatura dell’arma. In colpo cariacato infatti (sgualembrati e fendenti soprattutto) risultano estremamente violenti e di particolare efficacia lacerando in profonditá. La lunghezza supera raramente gli 80 cm. Questo permette all’arma di essere impugnata e maneggiata con una sola mano (peso contenuto), dando modo cosí dell’uso di una seconda arma.
La Katana


La Katana, arma di palese provenienza asiatica, poco presente nel medioevo se non al termine del periodo basso. Era la Spada dei Samurai Giapponesi per eccellenza. Le caratteristiche per molti versi di abissale differenza con le armi in voga nell’europa nordica di quei tempi. L’aspetto della Katana era in antichitá quello di un “bastone” a sezione ovale. L’impugnatura schiacciata sui lati opposti al filo della lama permetteva una perfetta maneggevolezza dell’arma sia se usata d’interno che di esterno alla mano. In seguito a battaglie e crociate, nonché all’approdo dell’arma in Europa, le forme si modificarono portando talvolta l’impugnatura ad essere completamente tonda con l’aggiunta di un paramano circolare; tali modifiche nate dall’appesantimento dell’arma. Grande particolaritá dell’impugnatura delle Katane piú antiche è la presenza di Mercurio all’inerno. Essendo infatti un metallo pesante, il mercurio libero scarica forza aggiuntiva verso l’esterno (lama) ed anche in maggiore quantitá di quanto sia credibile. Al contrario a lama ferma e alta il Mercurio porterá il peso sull’impugnatura rendendola talvolta maggiormente pesante della lama.
La lama della Katana è generalmente di sezione pentagonale con il vertice che muta a sezione triangolare. Particolaritá della lama della Katana sono i materiali con i quali viene forgiata. La presenza in asia di maggior ferro portava le lame ad essere estremamente rigide e resistenti, è infatti quasi impossibile con un colpo opposto spezzare la lama si una Katana. La resistenza di tale lama portava anche la Katana ad essere un’arma che perdeva raramente l’affilatura. Infatti la piú grande particolaritá della Katana è proprio quella di essere affilata come un rasoio. La tipica “traccia a serpente” presente sul filo della lama è chiara dimostrazione della particolare tecnica d’affilatura. Le Katane tradizionali si aggiravano in antichitá intorno ai 60/70 cm di lunghezza. Con l’estensione delle battaglie all’esterno dell’Asia fu peró indispensabile appesantire le armi e portarla a lunghezze che raggiungono i 90 cm. La Katana infine risulta un arma di medio/leggero peso, letale se giunta a segno per gli squarci che provoca e per la facile penetrazione. Se di fronte ad una lama estemamente pesante e lunga peró perde quasi completamente ogni vantaggio.


La Flamberga



La Flamberga, nata per primo nell’esercito Austro ungarico e sviluppatasi poi in seguito come nel medioevo conosciuta nelle battaglie impiegate dai Germani. Le caratteristiche sono pressoché identiche a quelle di uno spadone a due mani. La corporatura del popolo tedesco infatti permetteva di forgiare spade di estreme dimensioni e pesi. La particolaritá della Flamberga risulta nella lama. La metá di essa partendo dall’impugnatura infatti è completamente dentata verso l’interno. Questo da svariati usi alla lama. La dentatura in precedenza veniva utilizzata dal popolo combattente per eliminare qualsiasi ostacolo di legno. Un colpo infatti inferto con tale parte della lama, lacera con estrema facilitá qualsiasi cosa. Il seguito i Gemani svilupparono questo principio affidandosi al fatto che gli avversari in battaglia usassero armi di lunghezze minori facilitando l’uso di questa particoare parte della lama. La dentatura inoltre impedisce ulteriormente alla lama avversaria di scivolare lungo il filo fino al paramano bloccandola quasi istantaneamente.


La Spada a Due mani


La Spada a due mani, arma per eccellenza nel medioevo, sviluppatasi prevalentemente nel periodo Basso a causa delle maggiori guerre e crociate svoltesi. Spada di grosse dimensione e con pesi elevati non permette infatti l’uso di una seconda arma in quanto impugnata sempre a due mani. L’impugnatura varia passando dai 25 ai 40 cm di lunghezza assumendo un peso molto elevato. Infatti l’elevata lunghezza della lama viene supplita dal peso estremo dell’impugnatura che ne aumenta la maneggevolezza. La lama è quasi sempre a sezione esagonale con il filo in entrambi i lati. Spesso la Spada a due mani viene forgiata completamente di dimensioni simmetriche, in quanto l’uso della stessa viene perfettamente bilanciata per entrambi i lati. La mano “forte” o prevalente impugna l’arma in basso imprimendo la maggiore forza nel colpo. La mano “debole” praticamtne attaccata al paramano direzione il colpo con maggiore precisione verso l’avversario. Spesso e volentieri le posizioni di guardia sia d’offesa che difensive sono con quest’arma prevalentemente alte, consentendo cosí la possibilitá di volteggio e rotazione acquisendo maggiore velocitá nel colpo. Inadatta con armi leggere per la sua lunga esecuzione. Inadatta alla penetrazione è reputata quasi una spada d’impatto. Un colpo infatti ben caricato con una spada a due mani arriva quasi a disarmare l’avversario per la violenza. Le dimensioni elevate vanno dai 110 ai 140 cm totali OBBLIGANDO chi la porta una posta esclusivamente dietro la schiena. Impossibile infatti appendere al fianco tale lunghezza di lama. Spesso e volentieri l’estrazione dell’arma diventó un rito nel quale il cavaliere in questione era obbligato ad inginocchiarsi per facilitá, facendolo dinnanzi al regnante come segno di completa fedeltá prima di una battaglia o di un duello. L’uso a cavallo di tale arma è stato poi prediletto nelle crociate in quanto la lunghezza della lama permetteva di appenderla alle bardature della bestia. Il parziale sollevamento dell’arma anche solo parallelamente al terreno era supplita con la forza del galoppo. Per le crociate infatti, visto l’uso obbligatorio ad una mano per non perdere la cavalcatura, erano nati particolari guanti metallici facenti parte dell’armatura a dita “uncinate” al fine di non perdere l’arma.
Il Gladio


Il Gladio, arma da mischia e scontri ravvicinati per eccellenza di chiara provenienza romana. È una spada di corte dimensioni (65 – 80 cm) ad una mano con la caratteristica di una lama molto larga. L’impugnatura priva di coprimano è a 4 dita con la prima scanalatura di larghezza maggiore per il pollice aggiunto. Al di sotto, essa si chiude con un largo pomo, il quale permette da parte di chi la maneggia di allentare la presa per farlo rotaere, ma senza il pericolo di perderlo nonché colpi di estrema violenza con lo stesso. La lama della larghezza del ponte stesso, oscilla tra i 12/18 cm allargandosi nel primo tratto della punta. La sezione esagonale rende tale lama di estrema pesantezza, fortunatamente le corte dimensioni permettono una discreta maneggevolezza. Arma prettamente per scontri corpo a corpo ravvicinati, il Gladio risulta letale se a segno, il peso elevato infatti fa si che un colpo ben caricato risulti d’immane violenza se ben portato a termine. Nata infatti per combattimenti misti volta anche a respingere attacchi animali non è un’arma da penetrazione ma prettamente da taglio, quanto altresí d’impatto. La lama larga e di notevole spessore al centro non permette facili affondi, sebbene in punta la sezione diventi romboidale, in quanto oppone notevole resistenza alla penetrazione. Un affondo peró portato da un colpo di Gladio è quasi sempre letale per le dimensioni dello squarcio nonché l’apertura interna che provoca. Di facile trasporto per la contenuta lunghezza piú che per il peso, permette l’uso di una doppia arma, sebbene i colpi di Gladio vadano caricati con larghi archi di rotazione.


























Tecniche d’uso di base.
Gli scontri con varie civiltá nonche la diversitá delle armi usate rendono quasi impossibile la stesura di tecniche comuni di combattimento con la Spada. Certo è che con poche immagini possiamo rendere un ottimo esempio di come avveniva generalmente un combattimento di scherma medioevale. Importantissimo è realizzare quanto breve fosse la durata di uno scontro con armi del peso trattato. Infatti sia che si trattasse di uno scontro di mischia che di un vero e proprio duello, pochi colpi andati a segno (se non addirittura uno) sancivano la morte dell’avversario. Di seguito la corretta nomenclatura di ciò che erano i colpi usati nella scherma medioevale. Piccolo appunto va ai mancini per i quali la direzione dei colpi va specchiata





Posizioni e posture di combattimento tiche con una Spada a due mani

Molteplici sono le posizioni nate dal combattimento medioevale che portavano nomi specifici, qui di seguito alcuni esempi basilari che verranno trattati quali poste di pura difesa poiché in attacco perfettamente comprensibili. Infatti chi difende può talvolta assumere una predefinita posta per al fine di portare l’attaccante ad uno specifico colpo di superficiale reazione visto il grado o la parte del corpo scoperta e volutamente mostrata. Le posizioni di seguito sono solo le più comuni utilizzate nella scherma medioevale.


Posta di donna sovrana


Questa posizione di gurdia è atta a respingere soprattutto colpi di forza caricati dal basso, quali montanti, falsi e ridoppi. La rotazione della lama sopra la spalla lasciandola girare verso il fianco opposto, imprime particolare potenza verso il basso. La velocitá di esecuzione della parata è sensibilmente lunga …. Per compiere il movmento completo si abbisogna di tempo. Quesa guardia lascia per giunta il completo fianco scoperto a qualsiasi colpo d’affondo, è perció uan guardia provocatoria, da porre contro avversari che utilizzano lame ed armi pesanti, prettamente da taglio piuttosto che d’affondo.


Posta reale di vera finestra


Questa posizione di guardia è atta a respingere prettamente i colpi provenienti dall’alto, quali Fendenti e sgualembrati. La rotazione della lama lungo il fiancho compiendo un giro completo, porta l’arma in un forte montante difensivo. La posizione avanzata dell’arma è altresí utile per affondi rivolti verso l’alto. Questa posizione lascia completamente scoperta la parte bassa del corpo sconsigliata trovandosi di fronte avversari agili e muniti di armi leggere e prevalentemente d’affondo.


Porta di ferro mezzana



Quesa posizione di guardia è atta a coprire colpi brevi e veloci dall’alto. Lo scatto della lama verso l’alto imprime poca potenza difensiva all’arma, ma un’estrema agilitá nei movimenti. Questa posizione lascia completamente scoperta la parte alta del corpo. Guardia consigliabile quando ci si trova dinnanzi un avversario di dimensioni notevolmente maggiori ma con limitata potenza, il quale utilizza armi prevalentemente d’affondo.

Posta lunga


Questa posizione di guardia è atta a coprire colpi prevalentemente d’affondo. La lama pronta a scattare in qualsiasi direzione denota estrema fragilitá in un colpo di potenza portato da qualsiasi direzione. Questa guardia copre in maniera abbastanza uniforma l’intero corpo, proprio grazie al fatto della velocitá di esecuzione di un possibile movimento. Posizione consigliabile quando ci si trova dinnanzi un avversario leggero e dai movimenti fluidi, il quale utilizza armi leggere e prettamente d’affondo. Tale posizione contro un demone o un mannaro reggenti lame pesanti sarebbe una condanna a morte, in quanto un colpo trasversale portato con potenza, scaglierebbe lontano l’arma investita.

Posta breve


Questa posizione di guardia è atta a coprire prevalentemente i colpi d’affondo. Molto simile alla posta lunga, ma la posizione dell’impugnatura vicina al corpo, consente una maggior presa sull’arma, quanto anche rallenta leggermente la velocitá d’esecuzione. Questa guardia, come la precedente, copre in maniera uniforme l’intera parte anteteriore del corpo. La maggiore stabilitá della lame favorisce una guardia ad affondi piú potenti deviando la lama vicino al corpo. Si tratta prettamente di una guardia difensiva che non da modo di replica in attacco se non dettata da un cambio di posizione.

Posta stanca di vera finestra


Questa posizione di guardia una variante della posta reale di vera finestra. L’efficacia è la stessa e si differenzia solamente nel fatto che la posizione volge a respingere colpi di rovescio. Il colpo montante di rovescio risulta piú fermo e di potenza maggiore al dritto, ma di maggiore imprecisione e scopertura nella posizione. Questa Guardia lascia infatti scoperto l’intero fianco del braccio regggente. Anche questa guardia è volta a respingere colpi dall’alto quali sgualembrati e fendenti.


Posta di coda lunga e distesa


Questa posizione di guardia è atta a respingere soprattutto fendenti d’inaudita violenza. L’arma ruota intorno al fianco sollevandosi in un potente montante. La velocitá d’esecuzione del colpo difensivo è estremamente bassa e per cui rallentata. Ottima guardia soprattutto verso avversari di forza maggiore che utilizzano armi diverse dalle comuni spade. La posizione avanzata del corpo e l’arma volta dietro la schiena lasciano completamente scoperto il completo fianco, infatti questa guardia sarebbe perfettamente errata nel caso ci si trovasse di fronte un nemico leggero e veloce con armi di basso peso.


Colpi ed affondi

Basilare è differenziare ciò che è un colpo con ciò che è un affondo. Partendo da una posizione base di guardia sia offensiva che difensiva infatti possiamo perfettamente notare la differenza. Naturalmente il tempo d’esecuzione di entrambi i colpi varia notevolmente. Quanto è veloce l’affondo che si direziona in linea retta verso l’avversario, tanto è lento ma devastante il colpo portato su rotazione dell’arma. Nelle immagini seguenti partiamo da una posta reale di vera finestra vedendo come le due possibilitá si sviluppano.




Nel caso appena visto possiamo naturalmente notare anche la versatilitá di tale posta che permette entrambe le possibilitá di colpo. In questo caso si parla di posta “Aperta”. Esistono tuttavia poste di tipo chiuse che precludono un solo tipo d’attacco. Stará a chi opera la difesa cercare d’interpretare al meglio la posizione presa dall’avversario attaccante cercando di assumere la migliore posizione quale respinta. Di seguito un esempio di posta chiusa.


In questo caso notiamo come la posta di donna sovrana precluda il solo colpo caricato dall’alto in rotazione dietro la spalla volto a giungere in un Fendente o se scartato in uno sgualembrato.


Attacco – Difesa

Nella relazione attacco/difesa sta la maggior parte della capacitá di combattimento. Come abbiamo visto particolari poste precludono un solo tipo di attacco escludendo scarti in finte a priori. La presa di posizione di chi difende deve essere una conseguenza di un veloce ma preciso riflesso mentale oltre che fisico. Infatti una posizione sbagliata di difesa preclude per la maggior parte dei casi l’efficacia nell’evitare qualsiasi tipo di danno. Di seguito possiamo notare quanto la postura di chi difende sia corretta e porti ad una risoluta difesa rispetto all’attaco tentato. In rosso l’attacco portato, in verde la difesa assunta dopo una corretta postura.



Semplice è notare in effetti quanto entrambe le rotazioni possano essere caricate con estrema efficacia. La difesa infatti ruota dall’alto verso il basso imprimendo così la necessaria forza per tentare di respingere nel giusto modo la lama avversaria che giunge perfettamente nella direzione opposta. Il risultato di questa azione è difficile da prevedere in quanto le variabili di differenza di forza e velocià d’esecuzione/riflessi sono puramente fattori soggettivi. Possiamo però affermare che tendenzialmente lo scontro delle lame avverá in pari modo portando entrambi i contendenti a sbilanciarsi all’indietro senza danno alcuno.

Nella figura seguente invece possiamo notare quanto l’errata presa di posizione sia palese nei confronti dell’attacco portato. Nuovamente in rosso l’attacco portato ed in verde la difesa.


Semplice è notare quanto in questo esempio sia ben caricata la rotazione e l’arco d’attacco mentre quanto corto sia lo spazio d’azione della difesa che quasi subirá il colpo senza poter avere la possibilitá di contrastare la forza impressa dall’avversario. A paritá di caratteristiche fisiche infatti questo colpo costerá quasi sicuramente il disarmo a chi lo subisce in tale errata maniera. La forza infatti con la quale la lama che attacca si abbatte sulla lame che difende è estremamente superiore. Nondameno è importante pensare che entrambe le spade sono in metallo, e quindi il contraccolpo che possono avere sulle mani.

Abbiamo trattato solo due esempi di ciò che possono essere i colpi portat a livello di combattimento della scherma medioevale. La complessitá ma il modo diretto con il quale avvenivano tali scontri non ci permettono come detto di tracciare delle linee direttrici o delle regole particolari. Il colpo in sé può essere variato da molteplici fattori. Basti pensare che chi attacca può effettuare una finta, o che come visto in precedenza alcune poste “aperte” ci permettono sia di portare colpi caricati che affondi diretti.

Quale allora la giusta posizione da assumere nelle svariate casualitá?

Impossibile rispondere a questa domanda … l’esperienza in combattimento e nondimeno la sorte giocheranno a favore del vincente.









Daghe e Pugnali

Nati in precedenza quali armi secondarie a solo utilizzo in caso di perdita dell’arma primaria. Si tratta di spade estremamente corte o di lame da taglio/penetrazione di piccola dimensione e d’immediato utilizzo. In seguito i cavalieri impararono ad utilizzare tali armi in contemporanea all’arma primaria, sfruttando le talvolta estremamente diverse caratteristiche per colmare le lacune presenti.Puó essere il caso ad esempio del Main-Gauce, spada di corte dimensioni con il rovescio dotato di larghe scanalature ad uncino volte a bloccare la lama avversaria e con una semplice rotazione del polso a costringere la perdita della presa da parte dell’avversario. Questo solo un esempio di armi secondarie (divenute talvolta piú micidiali dell’arma primaria)che possono venir comodamente raggruppate sotto l’unico tetto di daghe e pugnali da impugnatura, di completa differenza da quelle da lancio.


Daga Classica



La Daga classica è l’arma secondaria per eccellenza nel medioevo. Nata come arma secondaria per i portatori di armi ad una mano o mano e mezza, la daga aveva spesso la particolaritá di risultare come una primaria spada ma di dimensioni mozzate. L’uso di questa arma secondaria venne prediletta in seguito per un semplice motivo, i cavalieri particolarmente abili riuscivano ad acquisire particolare destrezza con entrambi le armi, tanto da usare la daga quanto un’arma a pari della Spada primaria. Talvolta la spada veniva usata al fine di parare i colpi dell’avversario, per poi infliggere con la Daga (arma di maggiore velocitá) un colpo decisivo. La Daga viene quasi sempre portata sul medesimo fianco dell’arma primaria, in quanto l’estrazione non necessita di larghi movimenti. Le sezioni della Daga possono variare dalla destrezza del cavaliere nonché dalle preferenze dell’uso di tale arma, se prettamente da penetrazione o da taglio. La lunghezza si aggira normalmente intorno ai 40/50 cm massimi di lunghezza, variando il peso a seconda della caratteristiche tecniche.




Daga celtica


La Daga Celtica non si differenzia particolarmente dalla Daga classica se non per pochi dettagli tecnici. I Celti infatti erano famosi per dare particolare significato “religioso” alle armi, in quanto strumenti con i quali si rendeva fede alle relative divinitá. La Daga celtca infatti presenterá particolari ornamenti sull’impugnatura che risulterá di medio/alto peso. La lama ha la praticolaritá di essere obbligatoriamente a sezione romboidale, in quanto spesso e voentieri usata per veri e propri “sacrifici” della vittima. Le dimensioni sono normalmente piú corte rispetto a quelle della Daga classica, aggirandosi intorno ai 30 cm massimi di lunghezza. Il peso dell’arma varia sensibilmente a seconda della fattura.

Daga Romana


Arma secondaria di chiara provenienza romana, veniva posta quale vera e propria “miniatura” dell’arma primaria. La daga Romana infatti somiglia in tutto e per tutto ad un Gladio di corte dimensioni. La particolaritá di quest’arma, anche qui, è la larghezza stessa della lama che risulta di 12/15 cm discostandosi dalle normali arme secondarie che raramente superano i 7/8 cm. L’impugnatura completamente uguale a quella del Gladio è perfettamente simmetrica con 4 scanalature per le dita, con la prima piú larga per il pollice aggiunto. La sezione come per il Gladio diventa da esagonale a romboidale in punta. La penetrazione della lama di una daga romana deve essere supportata da grande forza fisica, ma assicura un notevole danno vista la dimensione dello squarcio.

La Cinquedea


Daga di dubbia provenienza, in quanto se ne trovano i primi cenni tra gli ottomani ma prima ancora tra gli ellenici. La Cinquedea è una Daga Molto particolare. L’impugnatura assomiglia a quella della Daga Romana con un largo pomo al vertice, il manico non ha scanalature ed è perfettamente simmetrico. Il termine del manico andando poi a diventare il ponte si allarga notevolmente sino a raggiungere anche i 20 cm di larghezza. La lama appena oltre il ponte ha la sua stessa larghezza risultando atipicamente molto ampia rispetto alle normali daghe, andando poi a terminare a punta al vertice. La sezione della lama è esclusivamente romboidale e la lunghezza dell’arma supera raramente i 50 cm. La particolaritá sta principalmente nella forma stessa della lama che appuntita al vertice va ad allargarsi sino a raggiungere i 20 cm al ponte. Questo permetteva nel caso di un affondo di arrivare gradualmente a lacerare con effetti devastanti quantopiú la penetrazione era possibile. La maggior parte delle Cinquedee inoltre venivano forgiate con lame imperfette, quasi fossero rovinate o sbavate di proposito. Il principio è quello di un pezzo di ferro piatto che se spezzato lasci le cosidette “creste” estremamente taglienti ma che provocano veri e propri squarci nei tessuti organici. Un colpo di taglio della Cinquedee infatti è Imperfetto per la forma ma variabile e grave per gli squarci squrci lerghi ed irregolari.



Pugnale


Erroneamlente con la parola pugnale vengono raggruppate in genere un grande numero di armi appartenenti alla famiglia delle Daghe nonché dei coltelli. Il pugnale infatti aveva un particolare scopo in combattimento. Le dimensioni sono particolarmente ridotte con un’impugnatura che raramente supera i 10 cm ed una lama ed una lama intorno ai 15/20 cm massimi. Quest’arma a sezione pentagonale ha la particolaritá di essere maneggiata prevalentemente d’interno alla mano, esattamente al contrario di quanto si pensa. Le dimensioni ridotte infatti sono poco consone alla ricerca della penetrazione che verrá effettuata con quest’arma solo ed esclusivamente con la completa sicurezza che il colpo vada a segno. La lama verso l’interno del corpo di chi la brandisce ha un duplice utilizzo. In primo luogo i cavalieri specializzati nell’utilizzo di quest’arma “imparavano” a parare i colpi avversari con la mano ricurva, in modo che la lama avversaria passasse di taglio su quella del pugnale. È infatti reazione naturale di ogni essere vivente coprire le parti principali del corpo con le mani cercando di bloccare l’arma avversaria. I cavalieri specializzati nell’uso del pugnale utilizzavano questa “innata” reazione quale vero e proprio metodo di combattimento, portando la lama (dalla parte del piatto naturalmente) verso l’interno a coprire le vene del polso mitigando ogni danno. I movimenti di combattimento con il pugnale sono molto simili a quelli corpo a corpo. Infatti il braccio con il pugnale verso l’interno porterá colpi simili ad un pugno (da qui la nascita della dicitura) che al passaggio provocherá lo squarcio dovuto. Solo al momento opportuno il cavaliere lasciava ruotare l’impugnatura intorno alla mano brandendolo di esterno, allo scopo di finire definitivamente con una penetrazione l’avversario.

Pugnale Kriss


Di palese provenienza Indonesiana il Kriss è principalmente molto diverso dalla recenti versioni accorciate e rese più pesanti sulla lama. L’impugnatura del Kriss è a forma di L come l’impugnatura di un bastone. Quasi sempre in legno e solo per i più pregiati in corno, la forma permette una doppia presa sull’arma. Impugnato normalmente ha un normale uso da pugnale. Impugnato perpedicolarmente ha la particolarità poter porre maggiore pressione sugli affondi. Infatti il Kriss ha una lama che oscilla intorno ai 40-50 cm di lunghezza a sezione romboidale. La finezza e la particolaritá della forma della lama ondulata lo rendono di media leggerezza ma pericoloso per le lunghe dimensioni. Il filo è perfettamente simmetrico sia di dtritto che di rovescio. Questo tipo di pugnale è uno dei pochi il quale uso principale è volto con la lama verso l’esterno. L’uso con la lama all’interno è altrettanto efficace anche se la lunghezza rende difficile le movenze del braccio.



Pugnale da gamba


Versione modificata del normale pugnale. La particolarità di quest’arma sta nell’impugnatura che risulta più grossa della normale per facilitare l’estrazione della stessa. Normalmente infatti il pugnale da gamba ha un’impugnatura che si aggira intorno ai 20 cm di lunghezza. Ottima efficacia di quest’arma sta nel fatto che si nascondeva molto bene negli schinieri medioevali.







Pugnale Basilard

Diffusissimo nel medioevo nella totalitá delle forme dell’impugnatura. Il Basilard è una delle armi più caratteristiche che può essere definito come il precursore di tutte le daghe. Particolarmente lungo come pugnale ha una dimensione di 40-50 cm totali. La lama risulta di medio peso a sezione romboidale per cui con filo da entrambi i lati. La particolaritá di questo pugnale sta nella tipica elsa a “T” o in alcuni casi addirittura a “I”. Questo permetteva una perfetta presa sull’arma, rendendola precisa e dinamica nei movimenti di base. Da cavalieri a contadini utilizzavano quest’arma come secondaria perfetta per il preciso utilizzo. Questo portó il principio dei famosi pugnali con impugnatura detta a “rami”. I materiali utilizzati andavano dal normale legno al più disparato bronzo. Il Pungale per eccellenza









Stiletto



Erroneamente confuso con molti tipi di pugnali. Lo stiletto è uno dei pugnali più lunghi esistenti. Si aggira infatti tra i 40-50 cm. L’impugnatura completamente simmetrica misura 10-15 cm di lunghezza a dipendenza dalla provenienza. La sezione della lama è esclusivamente tonda, per cui PRIVA di qualsiasi tipo di filo. Lo Stiletto infatti è l’unica arma e per eccellenza la sola che penetri nella maggior parte dei casi sia le maglie ad anelli che qualsiasi tipo di armatura a scaglie. Nel medioevo infatti veniva solitamente utilissato per finire l’avversario munito di armatura puntando direttamente al cuore. La Lama al contrario di quella del fioretto è rigida a causa delle ristrette diimensioni al confronto. Lo stiletto viene esclusivamente portato in due distinte posizioni. Al fianco arretrato rispetto all’arma principale, ed alla base della schiena. Impossibile naturalmente per questioni di dimensioni portare lo stiletto in uno schiniere o addirittura in un bracciale.












Main Gauche


Main Gauche o comunemente rompilama. Si tratta di una normale Daga di ridotte dimensioni. L’Elsa è forgiata per l’impugnatura della mano debole per cui sará sicuramente asimmetrica. La particolaritá di quest’arma è nella lama. Di dritto presenta un filo mentre il rovescio la rende unica nel suo utilizzo. Il rovewscio infatti è piatto e munito su tutta la lunghezza di scanalature di media larghezza ma di larga profonditá. Al termine delle scanalature sul lato sinistro la foratura termina in un uncino. La particolaritá di quest’arma sta nell’utilizzo del rovescio. La lama avversaria infatti che viene “catturata” dagli uncini ne rimane bloccata all’interno della scanalatura. Sará a quessto punto piuttosto semplice per chi brandisce il Main Gauche compiere una rotazione secca sull’elsa al fine di disarmare l’avversario. Per un principio di leva la forza posta sul polso si moltiplica su quello dell’avversario che nella maggior parte dei casi verrá disarmato se non ne conseguirá la rottura del polso stesso o della lama se particolarmente fine. Se usato con maestria il Main Gauche non lascia alcuno scampo.
In Seguito nella francia del XVIII° Secolo il Main Gauche prese la connotazioen di un normalissimo stiletto. Usato dai nobili e preferito per leggerezza, eleganza e risoluzione. Per questo una ricerca del Main Gauche negli archivi storici può portare a due diversi risultati.


Spadino o Mezz’Arma



Lo Spadino o mezz’arma è simile ad una comune Daga, nato con un ben preciso utilizzo. Funge d’arma secondaria ma soprattutto come arma di rimpiazzo all’arma primaria. Veniva infatti utilizzato spesso quale Arma d’emergrnza in caso di perdita dell’arma primaria. Non a caso Cavalieri che brandivano un’arma a due mani la portavano appesa al fianco stesso in caso di bisogno. Le dimensioni sono quelle regolari di una Daga (attorno ai 40 cm totali) ed il peso è parzialmente contenuto. Per ovviare alla perdita dell’arma primaria spesso e volentieri lo spadino aveva doppio filo e punta romboidale cercando di coprire sia gli attacchi di taglio che quelli di affondo. Poco diffusa per la mancannza di personalitá veniva però prediletto taltvolta da templari e appartenenti a cavalleria pesante quale sorta di sicurezza.


La Misercicordia



Coltello da Lancio


Importante è in primis chiarire si tratta di un coltello e non un pugnale. La differenza piuttosto ovvia sta in diversi punti. Innanzi tutto il coltello è completametne fatto a fusione unica, spesso tra manico e lama non ci sará alcun distacco in quanto arma perfettamente bilanciata sulla rotazione. L’impugnatura in metallo per la maggior parte dei casi presenta solo delle zigrinature o dei rilievi quale unico mezzo di sicura estrazione. Inoltre nella maggior parte dei casi l’impugnatura stessa era dipinta con colori sgargianti al fine di ritrovare al seguito del lancio l’arma. La Lama generalmente a “foglia” ha un doppio filo e presenta una sezione romboidale particolarmente arrotondata per permettere una migliore penetrazione in assenza di spigolature, munito di punta estremamente acuminata. Il coltello da lancio è un’arma particolarmente difficile da utilizzare, che richiede particolare maestria e un lungo allenamento. I movimenti di lancio possono essere molteplici a seconda della tipologia del coltello nonché della destrezza di chi lo lancia. Il tipo di lancio più comune è quello sopra la testa scendendo verticalmente in linea retta. Il movimento di lancio, al contrario di ciò che si pensa, è un gesto di estrema eleganza e non inconsulto e carico di rabbia. Va caricato soprattutto mentalmente e pensato con estrema calma. Questo tipo di arma è quasi assolutamente inutile nei confronti di avversari ben coperti da cotte di maglia e da armature a placche.







Denaro Cinese

Questo tipo di coltello deriva principalmente dall’arte della cucina cinese. I cuochi cinesi infatti sono veri e propri maestri nell’arte di usare i propri coltelli, che sono per loro al pari di una spada per un cavaliere. La costruzione di questo tipo di coltello è simile a quella del coltello da lancio. Interamente composto a fusione unica non ha “stacchi” ne cambi di materiale tra l’impugnatura e la lama. La particolarità del Denaro sta ala base dell’impugantura dove si trova un anello arrotondato della larghezza del manico stesso. Inizialmente pensato per il semplice scopo di appendere alla parete il coltello, in seguito chi lo brandiva imparò a lasciarlo ruotare intorno alle dita grazie all’uso di questo anello. Le forme della lama variano notevolmente in quanto ne esistono di diversi tipi, sia a filo unico che doppio, sia a foglia che a coltellaccio. Questo tipo di arma ha un particolare uso. La bassa lunghezza non lo fa prettamente un’arma da scontro sul campo. Tuttavia grande era lo stupore quando un avventore a mani nude o che brandisce un semplice pugnale si trovava dinnanzi un avversario capace armato di Denaro. L’estrema velocitá con la quale veniva lasciato roteare non dava alcuno scampo. I classici “ventagli” che scaturiscono dalla rotazione dell’arma erano un’ottima forma di difesa oltre che di attacco.

Chakram


Arma da lancio di chiara provenienza asiatica. La forma inusuale vuole proprio dimostrare come le diverse culture si siano evolute distintamente portando ad armi sconosciute agli europei ma non di minore pericolositá. Lo Chakram risulta come un semplice cerchio di metallo a sezione triangolare piatta. Il diametro dell’arma può variare dai 20 ai 30 cm. Il filo è esclusivamente all’esterno ed estremamente tagliente grazie ai materiali con i quali veniva forgiato. L’uso di quest’arma è di estrema seplicitá. Portato all’altezza della spalla veniva lasciato scivolare sino al dito, e da qui iniziava la rotazione. Una normale persona poteva portarne al braccio sino a 10 pz. Trovato il giusto angolo di lancio e la perfetta rotazione veniva semlicemente lasciato andare dalla presa al dito. Questo tipo di arma era estremamente pericoloso per la velocitá d’esecuzione del lancio. Infatti una mano esperta con lo Chakram è capace di far partire tutti e 10 gli esemplari con uno stacco di tempo relativamente ristretto. L’efficacia contro cotte di maglia ed armature di vario genere è quasi nulla, quanto al contrario letale e di larghi squarci sul cuoio.




Signore Redo
Tiranno dei Sicari
Sicario dei Draghi delle Tenebre
Servo di Junon

Ascie ed accette



Le armi d’impatto o da Botta

Occorre innanzi tutto considerare che non esiste una netta divisione tra armi da taglio e da botta. Spesso e volentieri



Molay il rivoluzionario
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