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Dilaga tra gl italiani, direttamente da Oltreoceano, l'uso esasperato di capi di una taglia inferiore alla propria, per apparire più in forma
I jeans diventano attillatissimi, le t-shirt iperaderenti e i boxer stretti e fascianti: scoppia una nuova moda. È stata battezzata la "small size mania" (mania della taglia piccola), il nuovo fenomeno sociale che dilaga tra gli italiani, sbarcato direttamente d'Oltreoceano. Consiste nell'uso esasperato di capi d'abbigliamento di almeno una taglia inferiore a quella reale per dissimulare imperfezioni estetiche e vedersi più in forma. A rivelare questa curiosa tendenza è uno studio dell'Osservatorio Dominique Schleret, condotto dall'omonima psicodietologa, su un campione di 1000 italiani (500 uomini e 500 donne) tra i 16 e 50 anni. E a conforto dei dati ricavati numerosi negozianti, di piccole e grandi città, hanno confermato di ricevere richieste di taglie inferiori rispetto alla stazza reale del cliente.
Lo sfoggio di abiti iperstrizzati coinvolge sia uomini, sia donne. I capi più gettonati dagli uomini sono t-shirt strette e fascianti (nel 42% dei casi) che evidenziano pettorali e spalle. Seguono i jeans seconda pelle (32%) e i boxer da mare corti e aderenti (28%). Si stringono anche le cinture che secondo il 16% degli intervistati contengono la pancetta e un buon 12% ammette di portare camicie al limite dell'esplosione bottone, in ufficio, per apparire più magro. Infine, anche la biancheria intima si restringe: il 5% confida di acquistare il perizoma per migliorare la vestibilità del pantalone. A osare, però, sono soprattutto le donne. Messi da parte i falsi pudori, via libera a corpetti strizzati che attirano l'attenzione sul decollété, distraendo dalle imperfezioni fisiche, jeans a vita bassissima a effetto snellente delle parti inferiori (22%), pantaloni attillati che contengono le forme (13%) e costumi sempre più succinti stile brasiliano (9%). Persino le scarpe vengono scelte di un numero in meno per avere un piedino da fata.
Secondo lo studio, inoltre, i più contagiati dal fenomeno sono gli uomini intorno ai 30 anni (36%) che dichiarano di sentirsi meglio in abiti giovani e stravaganti piuttosto che in tenute istituzionali; seguono a ruota le donne della stessa fascia d'età (27%) che amano l'idea di entrare in una taglia da top model se pur con qualche imperfezione di troppo. Ci sono poi le ragazze tra i 16 e i 20 anni (17%), che amano imitare i dettami della moda e fasciare il proprio fisico per essere più attraenti e trendy. Ultima fascia di contagiati è quella dei ragazzi (12%) che, soprattutto al mare, esibiscono completini aderenti come aiuto a sentirsi più sicuri di sé nel confronto con i coetanei.
Ma la moda in questione non è indolore: il prezzo da pagare è alto. Sicuramente - spiegano i ricercatori - ci sono risvolti psicologici: si crea un'autopercezione sbagliata (nel 43% dei casi) per cui si perde la consapevolezza di se stessi; si dà il via a un meccanismo per cui basta riuscire a entrare nella tanto sospirata taglia, per essere felici e sentirsi a proprio agio (32%). Ma anche dal punto di vista fisico girovita troppo stretti e pantaloni-calzamaglia possono provocare oggettivi problemi di salute: sono sempre di più le donne che lamentano acciacchi di circolazione (25%) dovuti a una costrizione eccessiva dei vasi sanguigni; numerosi anche i casi di difficoltà nella digestione (18%) e allergie (11%) provocate da tessuti elasticizzati non salutari per il contatto topico. Allora, tanto vale pensarci prima, con una dieta adeguata, per arrivare a entrare nella taglia in meno senza forzature, sentendosi meglio col fisico e con lo spirito.
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