Che cosa c'è dietro la magia di uno sguardo, la voglia di una carezza, l'attrazione irresistibile verso un'altra persona? Certo molto di più del semplice impulso a procreare. Da questo inestricabile intreccio di sensi e sentimenti nasce uno dei misteri umani più sfuggenti: l'amore.
Una cosa si può dire del desiderio sessuale: che compare presto. Dal momento in cui veniamo al mondo, non siamo molto di più che piccoli e urlanti esseri passionali. Vogliamo dormire, mangiare, essere tenuti in braccio. Basta soddisfarci e non ci saranno problemi. Provate a non farlo e ci sentirete.
Nel 1918 il pediatra tedesco Ernst Moro scoprì che se un neonato viene spaventato appena uscito dal ventre materno, tende le braccia, per poi chiuderle in una presa disperata. Il contatto fisico è una delle cose più preziose che l'Homo sapiens può offrire ai propri simili. Madri e figli lo condividono in un modo, amici e fratelli in un altro. E gli amanti nel modo più complesso.
Di tutte le azioni umane il sesso è la più difficile da comprendere. Perché ci consuma in questo modo? L'impulso a procreare è solo il punto di partenza. Dal sesso parte un'esplosione di altre cose: arte, romanticismo, ossessione, tristezza, amore, violenza. Perché funziona così? Siamo stati semplicemente sovraccaricati dalla natura nel reparto accoppiamento? O c'è qualcosa di più sottile, un'interazione tra la sessualità e il significato di umanità? L'evoluzione può programmare la poesia o vuole solo bambini?
Se tra i motivi del sesso c'è molto più che la procreazione di bambini, non siamo i soli a trarne beneficio. Anche negli animali il sesso sembra essere praticato regolarmente per motivi non legati alla riproduzione, ma utili alla comunità. Come spiegare altrimenti il fatto che il comportamento omosessuale è presente in oltre 450 specie? Come spiegare il bacio tra i bonobo, lo strofinarsi il muso delle zebre, il «pomiciare» dei maschi delle giraffe?
«Quante volte nella vita pensate al sesso, e quante alla riproduzione?» chiede la psicologa clinica Joanne Marrow dell'università della California di Sacramento. Non dite semplicemente che il sesso è divertente. Lo sono anche viaggiare e andare al cinema, ma quando è stata l'ultima volta che vi siete svegliati con il cuore che batte forte perché stavate sognando di essere in viaggio a Barcellona?
Parte di quello che rende il tatto (e il sesso) un elemento così centrale del software della specie sta nel fatto che l'edonismo è sensato dal punto di vista darwiniano. Non per nulla le stufe bollenti fanno male e le carezze sono piacevoli, e noi apprendiamo presto a distinguere tra queste due sensazioni.
Una volta al mondo, natura ed esperienza aumentano la necessità di contatto fisico. L'allattamento umano richiede coccole a stretto contatto, più o meno per tutto il giorno. L'antropologa Sarah Blaffer Hardy sottolinea che gli esseri umani producono latte diluito, che rende necessarie frequenti sedute di allattamento. Non solo, un bambino che si lamenta perché si è fatto male riceve anzitutto un lungo abbraccio. In tante situazioni simili i piccoli imparano a usare il tatto come mezzo di collegamento altrettanto espressivo (e più soddisfacente) del linguaggio. Poi, all'età di più o meno 12 anni, gli ormoni scorrono e un'infanzia di semplice fisicità diventa una vita di sessualità.
Dal momento in cui maschi e femmine sono in grado di concepire, la natura è molto chiara nel chiedere di procreare, rendendo la pulsione quasi irresistibile. C'è un motivo dietro gli ardori sessuali degli adolescenti: più frequenti sono gli accoppiamenti, più probabile è la procreazione. Inoltre, il sesso può condurre a legami di lungo periodo, altra cosa voluta dalla natura per consentire a neonati e bambini di sopravvivere fino all'età adulta.
Ma la sessualità umana è una forma di comunicazione tanto quanto di procreazione. Tutti gli atti creativi sono in parte comunicativi. È forse una sorpresa che il sesso (infinitamente più intimo di qualsiasi arte) sia anche un modo creativo di comunicare idee e sentimenti? «I biologi pensano che la biologia venga prima» dice Marrow. «Io penso che la prima parte del sesso sia la consapevolezza, e l'esplorazione di quella consapevolezza con un'altra persona è uno dei suoi scopi».
L'espressione artistica (anche qualcosa di piccolo come un biglietto d'auguri) può aprire la porta del sesso, ma qualcos'altro deve impedirle di richiudersi. Il sostegno di un rapporto fisico dopo le prime schermaglie romantiche è dato da qualcosa di più sfumato della seduzione e di più duraturo della passione. Spesso è qualcosa di meravigliosamente comune come la stabilità. I partner che mantengono una vita sessuale attiva hanno maggiori probabilità di restare insieme, qualcosa che ogni coppia sapeva molto tempo prima che i ricercatori del sesso pensassero di quantificarla.
Non è soltanto il rapporto a trarre vantaggio da una vita sessuale regolare, lo stesso vale per la salute fisica ed emotiva. Secondo alcuni recenti studi, le persone sposate vivono più dei single e le coppie felicemente sposate ottengono i risultati migliori di tutti. Sicuramente è difficile dire se chi inizia essendo felice e soddisfatto ha più rapporti sessuali o se è il sesso a renderlo tale. Qualunque sia la risposta, gli esseri umani non sarebbero pienamente Homo sapiens senza il grande, misterioso spettacolo della sessualità.