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Tutti i verdetti di Calciopoli!

Ultimo Aggiornamento: 06/07/2011 12:35
29/07/2006 19:31
 
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NAPOLI - E' duro il commento di Zdenek Zeman in merito la sentenza della Corte Federale: ''Il calcio - ha detto il tecnico del Lecce in una intervista all'emittente partenopea Tv Luna - ha perso una grande occasione, si continuera' con lo stesso andazzo. Morale, sport, etica sono altre cose, se oggi non valgono e' un altro discorso''. Zeman non manca di lanciare una frecciata all'ex presidente della Federcalcio Franco Carraro. ''Il sistema era da punire - sottolinea - ma mi sembra strano che uno come Carraro sia stato giudicato da una corte per buona parte nominata da lui. Alla fine ho pagato piu' multe io alla Caf che lui, eppure mi sembra che ho fatto meno danni''. (Agr)
e tutto mi sembrava andasse bene...
06/08/2006 14:23
 
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Milano: 11/08/2006 - 14:43
JUVENTUS FC. CRESCONO LE PERDITE NELL'ESERCIZIO 2005-06
Crescono forti le perdite in casa Juventus, che chiude l'esercizio 2005-2006 con un rosso di 21,6 milioni, contro il rosso di 3 milioni dell'anno precedente. Peggiora anche il risultato ordinario, che scivola da -2,7 milioni al 30 giugno del 2005 a -24,7 milioni. I dati, spiega la società calcistica, è dovuto al peggioramento della gestioni calciatori, risultata negativa per 67 milioni, contro il saldo negativo per 43,9 milioni, e parzialmente compensato dal miglioramento della gestione corrente, risultata positiva per 42,3 milioni, contro un saldo positivo di 41,2 milioni.
(C.C.)

e tutto mi sembrava andasse bene...
15/09/2006 22:57
 
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Telecom, Tronchetti si dimette
Rossi subentra: lascia il calcio?
Il presidente della società di telefonia rinuncia all'incarico dopo un Cda straordinario. Il commissario Figc nominato al suo posto, ma a questo punto potrebbe abbandonare il calcio
Il commissario Figc Guido Rossi. SabattiniMILANO, 15 settembre 2006 - Marco Tronchetti Provera si è dimesso dalla presidenza di Telecom Italia e Guido Rossi prende il suo posto. Il cda di Telecom ha respinto in un primo momento le dimissioni di Tronchetti ma le ha poi dovute accettare perchè "irrevocabili". Quella di Rossi viene letta come una "presidenza di garanzia", alla luce degli ultimi eventi che hanno riguardato la società. Ma ora in Federcalcio è un vero terremoto: Rossi potrebbe lasciare a metà il suo lavoro di commissario straordinario.
Per Guido Rossi quello in Telecom è un ritorno: è stato infatti presidente della società di telefonia per alcuni mesi nel 1997. Il commissario straordinario della Figc ha accettato di proseguire i programmi del gruppo: gli sono state attribuite alcune deleghe che prima erano proprio di Tronchetti Provera.
e tutto mi sembrava andasse bene...
16/09/2006 15:52
 
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Prima ha consegnato lo scudetto come commissario straordinario della Figc,infischiandosene di un conflitto di interessi indicibile, alla squadra di cui Tronchetti Provera è azionista e pure sponsor, adesso prende il suo posto alla Telecom.

Mi scappa da ridere.

[Modificato da Rossssana 16/09/2006 15.52]

19/09/2006 18:19
 
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Ridi, ridi...
21/09/2006 10:43
 
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MILANO - Ventuno ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai i carabinieri nell'ambito dell'inchiesta sulle intercettazioni illegali di cui si occupa la Procura di Milano. Gli arresti riguardano l'indagine della Procura della Repubblica di Milano sul settore security di Telecom Pirelli.

In particolare, tra gli arrestati vi sarebbero numerosi pubblici ufficiali e una decina fra agenti e militari in servizio in Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri. Gli arresti e le decine di perquisizioni riguardano le citta' di Milano, Firenze, Bologna, Prato, Torino, Novara e Como.

Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse nell'ambito dell'inchiesta condotta sull'acquisizione illegale di informazioni vi sono anche l'ex manager Telecom, Giuliano Tavaroli e Emanuele Cipriani, titolare dell'agenzia di investigazioni Polis d'istinto. I due sono stati arrestati rispettivamente a Milano e a Firenze.

C'e' anche Pierguido Iezzi, responsabile della security Pirelli, tra gli arrestati nell'operazione condotta dai carabinieri nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano sulle intercettazioni. Iezzi e l'ex capo della security di Telecom, Luciano Tavaroli, sarebbero le uniche due persone legate alla compagnia telefonica arrestate nell'ambito dell'inchiesta.

Sono complessivamente 21 gli arresti eseguiti nell'ambito dell'inchiesta sulle intercettazioni telefoniche. Per 18 persone è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre altre 3 sono state poste agli arresti domiciliari.

Questi i nomi dei 18 colpiti da ordine di custodia cautelare in carcere: Stefano Bilancetta, Fabio Bresciani, Moreno Bolognesi, Emanuele Cipriani, Alessia Cocomello, Gregorio Dovile, Antonio Galante, Marcello Gualtieri, Pierguido Iezzi, Giorgio Serreli, Antonio Michele Spagnuolo, Giuliano Tavaroli, Paolo Tilli, Spartaco Vezzi, Francesco Marella, Andrea Gianluca Magrassi, Cristiano Martin, Santi Nicita.

Queste le persone per le quali è stata disposta la misura degli arresti domiciliari: Rolando Bidini, Giovanni Nuzzi, Nicolò Maria Fabrizio Rizzo.

SI PROFILA UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA La commissione Giustizia della Camera é orientata a votare in tempi brevi il provvedimento che punta ad istituire una Commissione di inchiesta che affronti la questione delle intercettazioni "patologiche". Lo ha detto il presidente della Commissione, Pino Pisicchio, riassumendo le posizioni emerse nel corso della seduta di oggi dedicata alle intercettazioni. La proposta di dar vita ad una commissione d'inchiesta continuerà ad essere esaminata nella prossima seduta. La Commissione proseguirà l'attività su due binari: uno sulla messa a punto delle proposte sul problema più generale delle intercettazioni dopo la presentazione del Ddl governativo e le indicazioni formulate dalle altre forze politiche, e l'altro sulla questione della Commissione d'inchiesta. Pisicchio ha detto che sull'argomento "c'é un clima bi-partigiano, parliamo di regole che valgano per tutti. Ci terrei che siano regole condivise e che non rappresentino motivo di conflitti".

Nella sua ordinanza, il gip Paola Belsito spiega che "le imputazioni mosse coprono un'arco di tempo che va dal 2000 a tutto il 2004, e si fermano a tale data non perché vi sia la certezza che non vengono più commessi reati", ma perché, salvo il caso di un indagato che va in pensione nel 2003, vengono interrotte le indagini.

GIP, PER TUTTI UN NUMERO ELEVATISSIMO DI REATI "A ciascuno degli indagati - scrive il gip - ... viene contestato un numero elevatissimo di reati (in alcuni casi si rasenta il migliaio, ma certo non possono neppure definirsi pochi 20 o 30 fatti di corruzione e di utilizzazione del segreto d'ufficio!)".

"Per quanto sino ad ora argomentato, stante l'oggettiva gravità dei fatti contestati e la moltiplicazione delle condotte criminose, oltre che la potenziale reiterabilità delle stesse in modo indeterminato, si ritiene ricorrere il presupposto dell'urgenza - è scritto nell'ordinanza -. La spregiudicatezza dei comportamenti osservati, la disponibilità a qualsiasi violazione dei doveri connessi alla funzione svolta in cambio di una mercede o di un interesse personale, impongono una misura urgente al fine di far cessare tale stato di cose". "D'altra parte - conclude Paola Belsito sul punto - si tratta di fatti recenti, commessi quanto meno sino a tutto i1 2004, motivo per cui il tempo trascorso non ha in alcun modo annullato o ridotto l'urgenza di provvedere".

'SPIATI' ANCHE TANZI, GERONZI E CARRARO Ci sono anche l'ex patron di Parmalat, Calisto Tanzi, il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi e l'ex presidente della Figc, Franco Carraro, tra gli 'spiati' da alcuni degli arrestati nell'ambito dell'indagine milanese sulle intercettazioni illegali condotta dai pm Piacente, Napoleone e Civardi. Oltre a loro compaiono, come vittime della raccolta illegale di informazioni, anche il presidente dell'accordo parasociale di Capitalia ed ex parlamentare Vittorio Ripa di Meana e l'ex imprenditore Ruggero Jucker, che nel luglio del 2002, uccise a coltellate la fidanzata Alenja Bortolotto.
21/09/2006 13:44
 
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Mah...
Speriamo che ora non cavalchino l'onda per impedire che si usi questo prezioso metodo di investigazione, metodo che speriamo abbia aiutato a ripulire il calcio oltre che, certamente, a smascherare l'ovvio.


Andrea
e tutto mi sembrava andasse bene...
21/09/2006 13:51
 
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Calcio pulito ?
A me non sembra proprio, visti sopratutto gli ultimi sviluppi.


19/01/2009 15:06
 
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I nostalgici di Moggi
I nostalgici di Moggi
Scritto da Gianni Minà
da Il Manifesto 16/01/2009

E’ stato veramente imbarazzante vedere Luciano Moggi, condannato pochi giorni fa ad un anno e sei mesi nel processo Gea per violenza privata, e rinviato a giudizio dai pm Beatrice e Narducci del Tribunale di Napoli per corruzione e associazione a delinquere, fare, nella puntata di Porta a Porta di mercoledì 14 gennaio, il Luciano Moggi in tv, cioè il bizzarro puparo del mondo del calcio italiano che le spara grosse e senza replica.

Il suo capzioso districarsi, nello studio di Bruno Vespa, in una platea di giornalisti, salvo eccezioni, tutti incredibilmente pronti ad assolvere le sue gesta (con la famosa, avvilente giustificazione craxiana “Lo facevano tutti”), è stato infatti la prova, se mai ce ne fosse bisogno, del suo intatto e sorprendente potere, non solo nel mondo del pallone, ma anche, inverosimilmente, nella società italiana tutta.

Quale cittadino, infatti, rinviato a giudizio potrebbe usufruire di una simile difesa preventiva, di un forum dove tutte le sue ragioni sono esaltate, mentre sono sottilmente mortificate quelle degli investigatori, come il maggiore dei carabinieri Auricchio, nel frattempo promosso colonnello, o come quelle dei suoi accusatori, come Franco Baldini o come quelle degli stessi P. M.?

Certo, Moggi è, nella vita, salvo con quelli che sbarrano la strada ai suoi interessi, un gran simpaticone, ma la cosa che più sorprende nel suo tentativo di asservimento del mondo del calcio, (dagli arbitri ai loro designatori, dai dirigenti della Federazione ad alcuni manager dei club, fino a ufficiali della Guardia di Finanza o ai poliziotti in servizio che lui usava per andare a prendere dei suoi amici all’aeroporto) è che il condizionamento di tutte queste persone avveniva, secondo le indagini, non solo per favorire la squadra per cui lavorava, la Juventus, ma anche per assecondare le aspirazioni più disparate di un mondo di “professionisti” frustrati. Arbitri che cercano scorciatoie per far carriera, o promozioni nel loro lavoro, o persone pronte a rinunciare alla propria dignità per un gadget, una maglietta firmata dal giocatore preferito, o due biglietti omaggio in una partita che conta e che permette loro di sentirsi realizzati sedendo con i familiari in tribuna vip.

Un “mondarello” senza qualità, se non fosse che questa macchina, messa in moto dal prode ex capostazione di Civitavecchia, una volta scoperta, ha fatto emergere un verminaio, in una delle industrie fino a ieri più indiscutibili, ma poco democratiche, della società italiana, quella del gioco del pallone.

La giustizia calcistica, spesso contraddittoria e inevitabilmente sommaria, ha emesso, tre anni fa, i suoi verdetti: la retrocessione in serie B della Juventus e la cancellazione degli scudetti, ’94/’95 e ‘95/’96. A questa sentenza sembra però, sorprendentemente, essersi uniformata solo la nuova dirigenza della società che ha rotto col passato e grazie a due grandi campionati, uno in B ed uno in A, si è riappropriata della propria dignità, tanto da essere adesso l’avversaria più quotata dell’Inter nella lotta per lo scudetto ‘98/’99.

La nuova dirigenza della società ha fatto tutto questo senza lamentarsi troppo, anche se, all’ultimo, la giustizia del calcio ha avuto più magnanimità con il Milan di Berlusconi, malgrado un dirigente, Meani, condizionasse chiaramente la gestione degli arbitri scelti per le partire dei rossoneri dai due designatori, Bergamo e Pairetto, e malgrado fosse venuta a galla una raccomandazione sollecitata da un direttore di gara desideroso di incontrare il sottosegretario Letta ed essere favorito nel proprio lavoro.

La nuova Juventus del Presidente Cobolli-Gigli e dell’amministratore delegato Blanc ha così evitato, con questa scelta di remissività, guai peggiori (la serie C), come dovette spiegare in prima persona Giampiero Boniperti, mito dei colori bianconeri dell’ultimo mezzo secolo, agli azionisti del club che alcuni media insensati e interessati aizzavano per vendere più copie o avere più audience.

Chi non si è dato pace e ha nostalgia di Moggi è proprio questo tipo di informazione, paladina di un mondo, specchio dell’attuale sbracata società italiana, che il calcio lo continua a volere come era prima di Calciopoli, dove vince solo chi ha potere o chi è più ricco, quel calcio di “megalomani” bocciato anche da un campione che fu bandiera juventina, come Platini e che, come presidente della Uefa, ha stoppato l’idea di un campionato europeo che fosse solo per club privilegiati e rispondesse solo alle richieste di un mercato senza etica.

Questo mondo, dopo la sentenza Gea che ha condannato i Moggi, padre e figlio “solo” ad una pena rispettivamente di un anno e mezzo e di un anno e due mesi, si è prontamente attivato per creare un clima di pregiudizio sul processo che, fra pochi giorni, si aprirà a Napoli per Calciopoli, cercando evidentemente non solo di condizionarne lo svolgimento (la difesa di Moggi ha chiesto la comparazione di 483 testimoni, fra cui perfino Silvio Berlusconi) ma anche di mettere in discussione il lavoro dei PM, guarda caso proprio nei giorni in cui il ministro Angelino Alfano sta per presentare una riforma della Giustizia che dovrebbe mettere in riga i magistrati, secondo gli interessi dei cittadini più potenti.

E così si è arrivati al grande show da Bruno Vespa.

E’ sorprendente, a questo punto, constatare che nessuno in studio abbia ricordato che la gestione della Juventus incriminata di Moggi e Antonio Giraudo, amministratore delegato sia stata sempre perlomeno disinvolta.

Hanno un bel dire i giocatori che vinsero gli scudetti bianconeri in quelle stagioni, che “quei trofei sono stati guadagnati sul campo”, perché non sono poche le ombre che bisognerebbe diradare. Dall’abuso di farmaci per il quale il dott. Riccardo Agricola, medico sociale, è uscito indenne solo per prescrizione del reato, all’avvilente susseguirsi di campioni bianconeri sfilati davanti al giudice Casalbore che, pur avendo tutti poco più di venti anni, non ricordavano nulla, proprio nulla, di come era gestita la somministrazione degli integratori o dell’eritropoietina nello spogliatoio.

Un assoluto e inquietante vuoto generale di memoria.

Così come nessuno ha ricordato quando, nell’estate del 1998, comparvero nel ritiro estivo della Juventus il medico catalano Guillermo Laich e il preparatore atletico olandese Henc Kraaijenhof, non si sa ingaggiati e pagati per che cosa.

Laich, per esempio, era stato il pupillo del dottor Robert Kerr, il mago di Venice, in California, reo confesso, anni dopo, in un intervista che mi concedette, di aver “aiutato a volare”, con metodi non corretti, mezza nazionale nordamericana alle Olimpiadi di Los Angeles dell’84.

E questo per aumentare artificialmente il potenziale psico-fisico dei giocatori, allontanare la soglia del dolore e forzare i limiti della loro tenuta e resistenza. Insomma, per truccare le regole del gioco.

Ricordo di averne fatto menzione anche all’avv. Chiusano, ex presidente della Juventus, in un sudato dibattito televisivo nell’agosto del ’98, quando Zeman, con molta onestà intellettuale, denunciò la piaga dell’abuso dei farmaci, un’abitudine nefasta che riguarda tutto il calcio italiano e forse internazionale.

In quell’occasione chiesi a Chiusano cosa servisse pagare cinquanta milioni Laich e Kraaijenhof, due signori presentati dall’ex commissario tecnico dell’atletica azzurra Elio Locatelli, per una consulenza sui metodi di allenamento visto che la Juventus aveva già Marcello Lippi, uno dei migliori allenatori italiani, Gian Piero Ventrone, uno dei più stimati preparatori e, particolare non trascurabile, una squadra fortissima.

Chiusano prese la mia domanda come una bizzarria e mi disse che per fare certe affermazioni su professionisti come Laich e Kraaijenhof bisognava avere le prove. Io risposi che le avevo. Il discorso finì lì. L’abitudine a cercare scorciatoie, anche senza motivo e bisogno, era evidentemente un vizio di quella gestione della Juventus, che voleva la vittoria a qualunque costo.

Sorpende poi, leggendo e sentendo le teorie di molti colleghi, il fatto che dimentichino come la giustizia sportiva prescinde dalle logiche e dai verdetti di quella ordinaria perché per principio, nello sport (se il calcio professionistico ancora lo è) si punisce anche solo l’intenzione di truccare le regole del gioco, di delinquere, anche se il tentativo poi non va in porto.

Per questo è ridicolo verificare gli arbitraggi dei direttori di gara e dei guardialinee incriminati nelle partite discusse, se si ha la prova (bastano le schede svizzere elargite da Moggi a tanti arbitri) che il tentativo di condizionamento è avvenuto.

Tutto ciò sarà pure sommario, ma queste sono le regole del gioco accettate quando si entra nel mondo dello sport. Tutto il resto è patetica speculazione o imbarazzante difesa degli interessi di pochi.
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"Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri" (G. Gaber)
19/01/2009 20:51
 
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Ormai (è così da sempre) da Vespa ci vai se hai l'amante pubblica, se sei stato condannato in via definitiva, se porti il plastico di quella casa in cui s'è consumato un delitto, se vuoi far vedere la tua bella faccia di culo o il tuo culo che è la tua faccia.
Da Vespa insomma ci vai se in galera o sui giornali o in Parlamento ci stai.
Minà, grande firma del giornalismo, si conferma ancora una volta tale.


"E chissà quanto ho viaggiato, quante volte sono stato..."

20/01/2009 03:27
 
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E' che quando parlo dei medici strateghi del doping al lavoro alla Juve nessuno mi crede...
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"Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri" (G. Gaber)
20/01/2009 16:15
 
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Io ti credo!

Andrea!
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06/07/2011 12:35
 
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Ma gli "onesti" dove sono finiti? Ehi, intertristi dove siete? a vergognarvi, immagino, già.
Dopo 5 anni ho tolto il masso che avevo nella scarpa e che mi dava un leggero fastidio.
Saluti.
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