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Teatro

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2007 12:26
29/10/2005 21:01
 
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Quando ieri mattina mi hanno detto che avrei dovuto lavorare anche sabato pomeriggio … che delusione!!!
In cinque minuti ho fatto una breve verifica:
nessun viaggio già prenotato
impegno sottinteso col figlio ma più utile ad essere spostato di domenica
nessun genitore da assistere
nessun concerto con biglietti dimostrabili
una cena che poteva essere spostata di un giorno.
Così mentre folle di vacanzieri si accalcavano su strade intasate sono andata sul luogo di lavoro per sorvegliare la struttura durante una spettacolo teatrale.
La sala era già predisposta dal giorno precedente, gli attori stavano chiacchierando, uno diceva strane cose e faceva esercizi per la voce, gli altri mi hanno chiesto di vedere delle incisioni di Piranesi e sfogliavano estasiati questi album del 18...
Poi è arrivato il pubblico ... 50 persone perché la nostra sala ha questo limite .. un po’ impaziente per 10 minuti di attesa (ridacchiavo di nascosto .. ormai abituata ad aspettare 7 ore e non lamentarmi ....)
Per la seconda replica è arrivata anche una collega con un’amica che giustamente si chiedeva chi erano gli F.P. e gli I. M. poi siamo entrate e abbiamo capito:
F.P. = felici pochi
I.M. = infelici molti
Sarà che l’ho seguito con senso ironico sarà che in certi momenti mi sento così felice e penso che siano così pochi a sentirsi così felici … insomma mi è piaciuto tantissimo. Gli attori sono stati bravi e molto carini anche dopo, tolti gli abiti di scena si sono messi a rimettere a posto i tavoli , le sedie, i quadri …. insomma ragazzi normali …
Nella bib. abbiamo fatto un servizio fotografico per una ditta,
riprese televisive di raiedu per il festival della filosofia,
uno spettacolo teatrale
…. manca ancora qualcosa poi abbiamo toccato quasi tutte le arti.


Elsa Morante
La canzone degli F.P. e degli I. M.
Teatro delle Albe



31/10/2006 15:40
 
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Vogliamo utilizzare questo post per raccogliere tutti gli eventi teatrali più significativi? Che ne dite?

Comincio per consigliarvi Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello interpretato e riveduto da un ottimo Arturo Cirillo.

Vi posto qualcosa che ho scritto (bozze) su questo spettacolo :

Chi pensa che i travestiti siano solo quelli che "battono per strada" appena la luce del sole si è spenta oppure pensa che siano solo un fenomeno da vedere e non toccare, deve assolutamente andare a teatro a vedere questo capolavoro di Ruccello.
Ma soprattutto questo bellissimo spettacolo è dedicato a tutti coloro che hanno una sensibilità, che riescono a comprendere cosa siano problemi quali la solitudine, l'emarginazione, temi che oggi, soprattutto in televisione, vengono trattati con una certa superficialità e soprattutto per motivi di audience.
Chi pensa invece che un travestito sulla scena possa suscitare ilarità, può astenersi dal visionare questo lavoro di Ruccello riadattato magnificamente da un Arturo Cirillo assolutamente in parte.
Jennifer è un travestito che vive in un quartiere ghetto dove vivono solo travestiti, simbolo fisico di un'emarginazione voluta dai potenti e dalla popolazione.
La radio e un telefono sono le sue uniche compagne, aspetta invano che un certo Franco le telefoni, tristemente trova il coraggio di sopravvivere grazie all'immaginazione.
Il suo mondo è fatto di vestiti chic riposti in uno scatolo, sogni attesi e di canzoni che possano farla sognare su di un letto mentre fissa innamorata la foto (?) del suo amato.
Tutto questo ossessivamente scandito da vari omicidi che nel quartiere misteriosamente si verificano, che colpiscono solo travestiti.
Jennifer tragicamente incarna la solitudine di periferia, al di là del suo essere, e ogni suo gesto, ogni sua azione, ogni suo pianto nasconde una violenza trattenuta, un dramma atroce che tristemente nasconde, dietro "mestruazioni finte", parrucche, trucchi e vestiti, un esistenza distrutta dalla rabbia e da un errore divino.
Questa nuova regia di Cirillo dà nuova forza e dignità ad un'opera molto importante che, come lo stesso Cirillo ci dice nelle note di regia, va letta come una metafora della nostra esistenza o, per usare il linguaggio di uno degli altri personaggi che abitano la stanza in cui avviene la vicenda, come una specie di simbolo di questa mia atroce solitudine.
"Le cinque rose di Jennifer" è un dramma che riguarda tutti noi, indistintamente, che bisognerebbe vedere almeno una volta per capire cosa significa veramente essere soli.


Riporto le date di "Le cinque rose di Jennifer" per chi volesse andarlo a vedere :



7_19 Novembre 2006
Milano, Teatro dei Filodrammatici

1 Dicembre 2006
Buti, Teatro Comunale “Francesco di Bartolo”

12 Dicembre 2006
Imola, Teatro Stignani
Franzisko
03/11/2006 14:34
 
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Visto il successo di questo topic [SM=g27790] consiglio a tutti i napoletani di accorrere al Teatro Galleria Toledo di Napoli per questo motivo :

IO

DI ANTONIO REZZA, FLAVIA MASTRELLA

PROTAGONISTA IL CORPO RETROATTIVO
DI ANTONIO REZZA

NAPOLI
TEATRO GALLERIA TOLEDO
Via Concezione a Montecalvario (per chi non c'è mai andato...avete presente la Rinascente? Il vicolo affianco a salire...fatelo tutto e siete arrivati!)

Orari tutti i giorni alle 21 (tranne lunedì che è chiuso), domenica alle 18.

Biglietto intero 13 euro
Under 25 e over 65 7 euro
Gruppi da minimo 10 unità e Cral 8 euro

Per prenotazioni e informazioni

0815646162 081425037

Ragazzi, rischiateli questi soldi...ne vale la pena!
Franzisko
09/11/2006 19:33
 
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MILANO TEATRO FILODRAMMATICI

LE CINQUE ROSE DI JENNIFER

7-19 NOVEMBRE
Franzisko
10/11/2006 15:49
 
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Pie, ho saputo che stasera sarai anche tu alla Galleria Toledo per vedere Antonio Rezza...io ci sarò al 100 % , ci incontriamo lì, ok? Tanto ci conosciamo...ho provato a contattarti ma non sei entrato in msn! Quindi, a stasera!
Franzisko
04/01/2007 14:49
 
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ecco la cartella...perfetto, no?
Franzisko
04/01/2007 17:37
 
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Calma [SM=g27789]

Il topic molto lungo su "Questo buio feroce" per me va anche bene così, si è parlato molto di quel singolo spettacolo.

Facciamo così, da ora in poi considerazioni più generali sul teatro e segnalazioni di spettacoli andranno in questo topic qui, che ha un titolo eloquente.
Anche perché non posso facilmente spostare i post da un topic all'altro, dovrei copia/incollarli nell'altro e perderebbero il loro autore.

Insomma, si continua qui per il teatro, il topic su "Questo buio feroce" rimane per i commenti su quello spettacolo in particolare.
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"Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri" (G. Gaber)
04/01/2007 18:00
 
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Re:

Scritto da: GreatGig 04/01/2007 17.37
Calma [SM=g27789]

Il topic molto lungo su "Questo buio feroce" per me va anche bene così, si è parlato molto di quel singolo spettacolo.

Facciamo così, da ora in poi considerazioni più generali sul teatro e segnalazioni di spettacoli andranno in questo topic qui, che ha un titolo eloquente.
Anche perché non posso facilmente spostare i post da un topic all'altro, dovrei copia/incollarli nell'altro e perderebbero il loro autore.

Insomma, si continua qui per il teatro, il topic su "Questo buio feroce" rimane per i commenti su quello spettacolo in particolare.




Perfetto [SM=g27789]
Franzisko
13/01/2007 00:04
 
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Ragazzi, devo fare una "dura" scelta ovvero scegliere di andare a vedere "Questi fantasmi" di Eduardo De Filippo interpretato da Silvio Orlando oppure andare a vedere "Ristorante immortale" della Familie Floez.

La scelta è veramente ardua. Se potete, datemi un suggerimento!
Franzisko
13/01/2007 09:28
 
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Re:

Scritto da: NostraSignora (Ex C.B.) 13/01/2007 0.04
Ragazzi, devo fare una "dura" scelta ovvero scegliere di andare a vedere "Questi fantasmi" di Eduardo De Filippo interpretato da Silvio Orlando oppure andare a vedere "Ristorante immortale" della Familie Floez.

La scelta è veramente ardua. Se potete, datemi un suggerimento!



Ma dove stanno?
Io stavo pensando di andare a vedere Moni Ovadia che fa Brecht al Mercadante...
Ciao,
Antonio Piccolo


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Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti! "Trend negativo"...io non parlo così.
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13/01/2007 09:58
 
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Re: Re:

Scritto da: Antonio Piccolo 13/01/2007 9.28


Ma dove stanno?
Io stavo pensando di andare a vedere Moni Ovadia che fa Brecht al Mercadante...



"Questi fantasmi" al Mattiello di Pompei costo 18 euro in galleria

Familie Floez a Casa Babylon a Pagani costo 10 euro (posto unico)

ti indico i prezzi perchè sono quelli che mi portano alla scelta...sto spendendo troppo per il teatro...ieri ho speso 18 euro per Peppe Barra, non mi riesco a controllare!

P.S.

Per di più il 2 febbraio andrò a vedere sicuramente Celestini a Casa Babylon in "Vita, morte e miracoli"...mannaggia a me!!!

[Modificato da NostraSignora (Ex C.B.) 13/01/2007 9.59]

Franzisko
15/01/2007 15:56
 
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Per tutti i napoletani del forum...il consiglio teatrale di oggi è "Sangue e bellezza" di Enzo Moscato, in scena alla sala ridotto del Teatro Mercadante di Napoli da oggi fino al 21 gennaio.

Per info : www.teatrostabilenapoli.it


Breve descrizione

E’ annunciato come “ un piccolo oratorio laico, a due/tre voci” lo spettacolo Sangue e Bellezza, l’ultimo tempo in voce di Michelangelo Merisi, detto Il Caravaggio, che la Compagnia Enzo Moscato presenta dal 15 al 21 gennaio alla Sala Ridotto del Teatro Mercadante, su testo, ideazione scenica e regia di Enzo Moscato. Una mise en espace di Enzo Moscato che lo vede anche interprete in scena insieme a Salvio Moscato, Carlo Guitto, Giuseppe Affinito jr.
La scena e i costumi sono di Tata Barbalato, la selezione musicale è di Gianky Moscato, l’organizzazione di Claudio Affinito. Sangue e Bellezza, l’ultimo tempo in voce di Michelangelo Merisi, detto Il Caravaggio è l’omaggio al grande pittore maledetto che Enzo Moscato ha composto stimolato e emozionato dai magnifici dipinti e dalle opere del Caravaggio al Museo di Capodimonte, appartenenti all’ultimo periodo dell’artista nato a Milano nel 1571 e morto a Porto Ercole nel 1610 a soli 39 anni. “L’occasione unica – dichiara, infatti, il regista – di avere, a Napoli, l’ultimo percorso, artistico ed umano, dell’immenso, sconvolgente Caravaggio, sono stati stimoli, per me, troppo impellenti per non spingermi a buttar giù qualche parola, dei pensieri, delle immagini al riguardo, e far venir fuori, così, una sorta di piccolo oratorio laico, a due/tre voci, che celebrasse, icasticamente, da teatrante, l’intensa emozione che ne ho ricevuto, e che ho chiamato, subito, per istinto, Sangue e Bellezza. La cui ‘mise en espace’ è, al contempo, la morente/estrema parola del pittore ‘maledetto’, sorpreso ferito e in agonia, mentre è in fuga dalla rissosa-babelica Napoli dell’epoca, sulla spiaggia di Porto Ercole, e lo sguardo pietoso, il poetico commento, la perturbata ammirazione, per lui e la sua deflagrante/innovativa arte, che noi contemporanei – veramente nani sulle spalle di simile gigante! – siamo portati umilmente a fare.”
Per il limitato numero di posti della sala Ridotto, si consiglia la prenotazione alla biglietteria del teatro.


Mamma mia, comm stò diventann professionale!

Franzisko
17/01/2007 17:30
 
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un paio di anni fa la compagnia venne qui a Bari per presentare questo spettacolo e me lo sono perso, da allora ho ascoltato ripetutamente la colonna sonora e me ne sono innamorata.
Lo scorso week end sono stati di nuovo qui e ovviamente mi sono precipitata sabato a vederlo, un musical incredibile che ti prende dall'inizio alla fine. Un inno alla forza della musica, a come con questa si possa combattere qualsiasi male, qualsiasi difficoltà. ed alla fine è proprio lei a vincere, la Musica, suonata con quello che capita, cantata senza averla studiata.
sono tornata a vederlo anche domenica e credo presto me ne andrò a Napoli a vederlo ancora una volta, immagino soltanto quanto debba essere bello e coinvolgente assistere a questo spettacolo con i napoletani!!
Il musical (eletto come il migliore nell'anno 2003) sarà a Napoli fino al 4 febbraio poi si sposterà anche a Roma, all'Olimpico, se ne avete la possibilità andate a vederlo, sono sicurissima che ne resterete entusiasmati!!
Tra l'altro il protagonista (Sal Da vinci) ha una voce che fa venire la pelle d'oca...
Io ne ho visti parecchi e finora così tanto mi era piaciuto solo "aggiungi un posto a tavola" e vi assicuro che questo non ha niente da invidiare ai mitici musical di Garinei e Giovannini.
Non perdetevelo, è davvero meraviglioso!!

[Modificato da checchina79 17/01/2007 17.32]

checca
17/01/2007 19:18
 
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Pedruzzo invogliato.
e tutto mi sembrava andasse bene...
21/01/2007 10:15
 
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Ragazzi, qualcuno di voi mi sa dire qualcosa a riguardo di Danio Manfredini?

Antò (Antonio Piccolo, ndr) tu l'hai mai visto a teatro?
Franzisko
21/01/2007 20:34
 
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Re:

Scritto da: NostraSignora (Ex C.B.) 21/01/2007 10.15
Ragazzi, qualcuno di voi mi sa dire qualcosa a riguardo di Danio Manfredini?

Antò (Antonio Piccolo, ndr) tu l'hai mai visto a teatro?



Sì.
Vidi Cinema cielo (pluripremiato) e, come tanta parte del teatro sperimentale, ho potuto apprezzare il grandissimo gusto estetico a servizio di una comunicazione pari a zero. Insomma, rimasi piuttosto freddo.
Ciao,
Antonio Piccolo


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22/01/2007 09:23
 
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Re: Re:

Scritto da: Antonio Piccolo 21/01/2007 20.34


Sì.
Vidi Cinema cielo (pluripremiato) e, come tanta parte del teatro sperimentale, ho potuto apprezzare il grandissimo gusto estetico a servizio di una comunicazione pari a zero. Insomma, rimasi piuttosto freddo.



Vorrei andare al Nuovo a vedere "Tre studi per una crocifissione"...ma sono un po' indeciso...
Franzisko
26/01/2007 22:48
 
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Dal 12 al 16 luglio "Agua" di Pina Bausch al Teatro La Fenice di Venezia.

Non c'è bisogno di presentazioni.
Franzisko
27/01/2007 00:34
 
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Re:

Scritto da: NostraSignora (Ex C.B.) 26/01/2007 22.48
Dal 12 al 16 luglio "Agua" di Pina Bausch al Teatro La Fenice di Venezia.

Non c'è bisogno di presentazioni.



E perchè? Mi cascasse il naso se so chi è Pina Bausch [SM=g27790]

(perdonatemi)
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"Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri" (G. Gaber)
27/01/2007 11:59
 
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Re: Re:

Scritto da: GreatGig 27/01/2007 0.34


E perchè? Mi cascasse il naso se so chi è Pina Bausch [SM=g27790]

(perdonatemi)


[SM=g27790]

Sarai accontentato.

Intanto eccoti qualche esempio

www.youtube.com/results?search_query=pina+bausch&searc...


Non è molto, ma potrebbe essere indicativo...

Poi

Coreografa e regista tra i maggiori di questa fine secolo, Pina Bausch ha saputo riunificare in temini contemporanei, nel suo Tanztheater, i generi e i linguaggi teatrali da secoli divisi. La sua peculiare forma di "teatro totale", in bilico tra ironia e disperazione, rispecchia la frammentarietà linguistica e i disagi esistenziali, ma anche la poesia struggente della nostra epoca. Le sue creazioni artistiche, che fondano il loro inimitabile stile sul montaggio registico di elementi drammaturgici prodotti dai danzatori-attori attraverso l'improvvisazione, hanno fatto scuola nel mondo intero, stimolando a nuova vita la danza in molti paesi.

E' ormai una leggenda. Ha cambiato la storia della danza e continua ad emozionare migliaia di persone in tutti gli angoli del mondo.
Pina Bausch nasce il 27 luglio 1940 a Solingen e nel 1955 entra nella Folkwang Hochschule diretta da Kurt Joos, dove si diploma tre anni dopo.
Prosegue con una borsa di studio negli Stati Uniti, alla Juiliard School of Music di New York, dove lavora con il New American Ballet e al Metropolitan Opera House.
Nel frattempo, dopo la seconda guerra mondiale, la Germania soffre di un'amnesia generalizzata. Il III Reich non ha risparmiato niente e l'arte é stata asservita al potere, trasformata in bieco strumento di propaganda.
Alcuni coreografi reagiscono assumendosi una fetta di responsabilità del lavoro di ricostruzione e decidono di far entrare la realtà sociale nella danza, investendola di una funzione più ampia rispetto a quella puramente estetica.
Nel 1962 Pina ritorna ad Essen come ballerina del Folkwang Ballet, di cui diventa presto direttore artistico.
Il suo vero debutto coreografico risale al 1968: Fragmente su musica di Bartòk.
Il suo repertorio è ad oggi talmente vasto e articolato da non riuscire a riassumerlo in poche righe. Tra i primi capolavori spiccano nel 1977 Blaubart e nel 1978 Café Muller e Kontakthof.
La Bausch, senza bisogno di denunciare platealmente la sua rottura con la tradizione, la attua. Prende una direzione innovativa, donando ai corpi la possibilità di parlare di temi universali, alternando la critica all'ironia, cercando l'essenzialità ed il realismo, utilizzando la vocalità ed il silenzio, il gesto quotidiano e l'immaginazione pura dei bambini.
Nel 2004, alla Fenice di Venezia, ho fatto esperienza diretta della qualità raggiunta dal suo lavoro, assistendo a Fur die Kinder von gestern, heute und morgen. Il palcoscenico, trasformato in una scatola bianca apparentemente rassicurante, smaschera le menzogne e mette in evidenza i dettagli. Al suo interno gli individui, inizialmente imbrigliati in stereotipi, egoismi, condizionamenti che gli impediscono di incontrarsi, abbracciarsi, guardarsi, darsi un bacio che non sottenda ad un ricatto, riscoprono attraverso la leggerezza di una corsa e del gioco la possibilità di stare nel presente, accogliendolo, mantenendosi flessibili e prendendosi meno sul serio. E lì comincia la vita.
Nonostante la libertà espressiva che distingue il teatro-danza dal repertorio classico, é possibile individuare anche in esso dei motivi compositivi ricorrenti: la ripetizione (che diviene il mezzo per rendere un concetto incisivo), la variazione "quasi musicale" d'un motivo di base (che rivoluziona il rapporto tra suono e movimento), la drammaturgia dei contrasti (per creare emozioni attraverso una continua tensione tra opposti).
Per ciò che concerne lo stile, le "pose del passato" non esistono più, se non sottoforma di citazioni. Allo stesso modo, la consuetudine di strutturare le scene di uno spettacolo in ordine cronologico e in maniera unidirezionale viene sostituita da un coinvolgimento attivo degli interpreti, dal loro lavoro preliminare di immedesimazione, di messa in discussione e di indagine sulle "memorie" personali riguardo gli argomenti trattati, dall'improvvisazione per raccogliere le idee ed i materiali che solo in seguito verranno rielaborati ed assemblati. La coreografa racconta: "A partire da un certo momento comincio a combinare le cose tra loro. I miei pezzi non si sviluppano dall'inizio verso una fine precisa. Essi si muovono dall'interno verso l'esterno". Questo, probabilmente, è il motivo per cui arrivano dritti al cuore dello spettatore.
Nel 1989, con Palermo Palermo, comincia a girare il mondo per ritrarre nelle sue pièces i vari Paesi, visti e vissuti "dal di dentro". Una grande fonte di ispirazione e maturazione le arriva dal contatto con l'India, dove c'è continuità tra tradizione e contemporaneità: non viene messo in discussione il Principio da cui la danza trae origine e il fatto che tali archetipi e simboli sacri siano patrimonio comune di spettatori ed artisti crea tra loro una profonda connessione.
Pina fa così un viaggio verso le origini, rivolgendo l'osservazione al "centro", cercando l'essenzialità del gesto, mettendo a nudo la brutalità della società attuale, la carenza d'amore ed il proliferare della violenza, e contrapponendovi le delizie del corpo e dell'anima, il calore dell'infanzia perduta. Nel 1994 la sua tourné indiana di "Nelken" incontra attenzione e comprensione e un giornalista locale commenta: "La Bausch mette in scena la nostra morte quotidiana... e fa chiaramente luce sullo stato di decadimento, di corruzione e di oppressione dell'umanità in Occidente".
Nel 1997 prosegue il suo progetto con Der Fensterputzer, in coproduzione con la Hong Kong Arts Festival Society, e con La Sacre du Printemps per il Ballet de L'Opéra National de Paris. Il metodo è sempre lo stesso: per due o tre settimane la troupe viene accolta dal territorio ospite, si accumulano materiali ed esperienze e, in un serrato scambio di suggestioni, ricordi ed impressioni, si procede infine alla composizione.
Nel 1998 Mazurca Fogo con l'Expo'98 di Lisbona, nel 1999 Dido con il Teatro Argentina di Roma, nel 2000 Wiesenland per Budapest, nel 2001 Aqua per il Brasile, nel 2003 Nefés ad Istambul e nel 2004 Ten Chi in coproduzione con la Fondazione Saitama per le arti ed il Centro culturale nipponico.
Nel Tanztheater non ci si nasconde. Agli interpreti è richiesto di dedicarvi buona parte di sé e della propria esistenza, scardinando le "gabbie", sfuggendo alle definizioni e ritrovando l'unità con le proprie componenti irrazionali.
Non c'è esibizione, ma verità.


[Modificato da NostraSignora (Ex C.B.) 27/01/2007 12.00]

Franzisko
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