MTR, CITTADELLA E POLITICA
Il richiamo (prima voce del forum) fatto dai gestori del sito ai nostri forumisti riguardo alla lontananza del MTR e de “La Cittadella” da idee e movimenti politici ha portato qualcuno a scrivermi che si è trattato di un richiamo piuttosto ipocrita, visto che “La Cittadella” non ha evitato di prendere posizioni politiche, o storico-politiche, in parecchi casi, senza contare che alcuni esponenti del MTR sono dichiaratamente attivi in un ambiente politico di “destra radicale”.
Colgo allora l’occasione per fare (e in parte ripetere) alcune necessarie precisazioni.
Il Movimento Tradizionale Romano (in precedenza Movimento Tradizionalista Romano) non è nato né si è sviluppato come un movimento politico. Esso nasce esclusivamente come una federazione di gruppi che hanno in comune idee (metafisiche e religiose) e pratiche (rituali) relative al mondo italico-romano e, più in generale, classico-pagano. L’appartenenza o la vicinanza, passata o presente, della maggior parte dei suoi fondatori e aderenti all’area, politica e/o culturale, della destra italiana (parlamentare e non), non è stata mai considerata che una sorta di contingenza storica (su cui v. infra), tale da non impedire l’accesso al Movimento, o le simpatie verso di esso, di persone sostanzialmente votate all’apolitìa o, anche, di persone con un passato (oppure un presente) del tutto estraneo all’area politica di cui sopra.
Ciò chiarito, va però detto che il MTR non si disinteressa affatto della politica, interna e internazionale. Il richiamo spirituale al mondo della Romanità non può prescindere da un indirizzo ideale, e se possibile pratico, coerente con quel mondo, che notoriamente si espresse in domini quali lo Stato, le leggi, la vita militare, le relazioni internazionali. Nel 1993 infatti fu pubblicato un nostro “Manifesto” (che oggi sarebbe da aggiornare, con revisioni e correzioni), che chiariva che tipo di Italia e di Europa desideravamo, entrando anche nello specifico di certi problemi, dalla forma Stato all’aborto, dall’immigrazione al servizio militare.
Chi tra noi è impegnato in politica, lo fa in totale autonomia e non deve dar conto di ciò al MTR, il quale nel suo complesso può solo augurarsi che quell’impegno aiuti un indirizzo consono alle nostre idee, che certo non sono, per fare degli esempi, filovaticane, o filoamericane, o filoliberiste.
E’ stato scritto che noi saremmo “neofascisti”. Nel suo breve ma denso lavoro su “Il movimento tradizionalista romano nel Novecento” (Sear, 1987), Renato del Ponte ha chiarito che ci riteniamo parte di “una corrente di pensiero indubbiamente assai minoritaria, ieri ed oggi, in Italia, ma […] ‘nel contempo assolutamente necessaria per l’Italia’, che ha svolto ed è destinata a svolgere ancora una funzione molto importante, per non dire essenziale, per la nostra nazione: quella della conservazione dell’identità delle nostre radici”. Specificato che “ad interessi esoterici inerenti anche alla tradizione romana non furono aliene certe personalità della ‘sinistra storica’”, sempre del Ponte ha sottolineato che se invece oggi “si può parlare di ‘destra’ esoterica è soltanto perché, per circostanze storiche particolari, in un ambito (peraltro, assai ristretto) della destra del nostro secolo certe tematiche hanno potuto trovare ospitalità”, ma “va da sé […] che la tradizione di cui tali correnti sono portatici si situa ben al di sopra di ogni miserabile dialettica fra destra e sinistra, termini e concetti di derivazione parlamentare moderna” .
Esiste indubitabilmente un nesso storico tra tradizionalismo romano e fascismo e, poi, “neofascismo” e/o “destra radicale”. E’ un fatto che tutte le personalità che nella prima metà del Novecento posero il problema di un ritorno dell’Italia al suo archetipo romano, anche in termini sacrali, aderirono al fascismo, lo fiancheggiarono o riposero in esso delle speranze: vedi Reghini ed Evola, o anche Giacomo Boni. Stando così le cose, è ovvio che noi retrospettivamente riconosciamo nel fascismo storico una realtà che non ci è estranea, mentre l’influsso evoliano sulle destre “giovanili” del dopoguerra, tale da determinare in esse interessi e posizioni aperte verso l’esoterismo e il paganesimo, porta a un nesso più che evidente tra tali destre e il più recente tradizionalismo romano, ma quest’ultimo, cito ancora del Ponte, agita idee la cui “presenza è destinata a riaffiorare a livello di influenza sottile e indiretta di gruppi o ambienti eticamente sensibili di un’area superante i limiti stessi del mondo della ‘destra politica’”.
Deve essere rimarcato che la nostra prospettiva è quella di una uscita dalla “crisi del mondo moderno”, e quindi anche da certe dicotomie politiche che, come scritto da del Ponte, al mondo moderno appartengono. Per ora, in una prospettiva plausibile, forse potremmo comunque dire, limitandoci al puro dominio etico-politico, che non ci dispiacerebbe vivere in un regime - cito Robert Brasillach - “che riuscisse a conciliare le idee di grandezza, di socialismo nazionale, di esaltazione della gioventù, di autorità dello Stato che mi sembrano implicite nel fascismo, e quel rispetto della libertà individuale che è appannaggio incontestato della costituzione inglese”. C’è dunque, su tali idee, la possibilità di confluenza di storie ed esperienze individuali indirizzate alla ricerca di nuove realtà “sintetiche”, e però ancorate ad un primato dello spirituale, paganamente intonato.
Quindi, ai frequentatori del forum, chiariamo che noi non abbiamo esposto un cartello con su scritto QUI NON SI FA POLITICA. Qui si può parlare di politica, di economia, di cronaca. Ma senza dimenticare che è la prospettiva da cui si guardano le cose che non è e non deve essere meramente politica, economica, cronachistica. Dare poi per scontato o pretendere che questo forum sia frequentato o frequentabile solo da “camerati” è sbagliato, ed ingiusto verso tanti nostri simpatizzanti a cui questa parola è esperienzialmente estranea. Così non gradiamo (pur se qualcuno di noi è stato costretto a far riferimento alla sua vita di militante politico) che un certo modo di parlare, o di straparlare, tipico di certi forum politici venga importato nel nostro, né ci piace, come è stato chiarito, leggere offese ai sentimenti religiosi o alle appartenenze etniche di cristiani, ebrei e musulmani, pur essendo ovviamente ammessa una critica anche radicale alle civiltà e ai valori da essi espressi.
Tutto ciò è detto non per perbenismo o ipocrisia, ma perché… ita est!
[Modificato da Il Ghibellino 13/02/2005 18.49]
sandro consolato