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storia vittima

Ultimo Aggiornamento: 09/07/2004 11:57
09/07/2004 11:57
 
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Gruntos il Flautolento
Storia della vittima

Il Barone Jan Monchausen aveva 45 anni. Figlio di Johann M. e Kristina Starc, primo di tre figli, divenne erede della dinastia a 32 anni, dopo la prematura morte del padre. Anche sua madre morì, un anno dopo. Il padre era un tipo tranquillo, riservato, non amante della mondanità. Queste caratteristiche facevano parte anche del figlio che però amava viaggiare. Dalla madre ereditò la calma, la capacità di nascondere le proprie emozioni, e l’esser ordinato e preciso nei compiti che svolgeva. Nella sua adolescenza fece parecchi studi umanistici, soprattutto filosofici. Aveva un ottima conoscenza del latino. Non era sposato, né fidanzato (per quel che ne sappiamo). Ha avuto solo due storie importanti nella sua vita; Katrine Julm, austriaca di una nobile famiglia viennese, fu fidanzata quando lui aveva 21 anni. La storia è durata 1 anno. La seconda storia è più recente perché è finita due anni fa: si chiamava Madame Patricia Surè. La storia è durata complessivamente tre anni. Adesso Patricia abita a Parigi, e la lontananza sembra essere stata uno dei motivi della separazione.
Il reddito di Jan derivava dalla rendita spettante ad un Barone, e dalla coltivazione di parte dei terreni della villa, ove risiedeva. Si mormora che egli custodiva la maggior parte delle proprie ricchezze liquide (non si sa l’esatto ammontare) in un luogo segreto che conosceva solo lui, e che non è stato ancora trovato. Il testamento è stato custodito dall’avvocato svizzero Karl Jorber, e si presume sarà aperto fra tre giorni. Ciò dipende da quanto tempo occorre all’avvocato per raggiungere la villa, ove si svolgerà l’apertura del testamento. Si dubita che l’avvocato conosca il luogo dove Jan teneva i beni liquidi.
I parenti più stretti sono i 2 fratelli: Klaus ed Jelena. Klaus ha tre anni in meno del fratello e sarà lui il futuro Barone perché è il secondo genito. Teniamo presente che la rendita da Barone è di circa 450.000 monete d’oro. È sposato con Carla Harlmayer, nobildonna di origine bavarese, e hanno una figlia di tre anni. Abitano a circa 20 km dalla villa. La famiglia è benestante (reddito pari a 150.000 monete d’oro), grazie alle rendite delle terre che affittano. Questa famiglia era in buoni rapporti con Jan. L’ultima volta che si sono visti fu tre giorni prima a pranzo in villa.
Jelena ha 32 anni, ma da circa 10 anni è stata considerata la rovina della famiglia in quanto ha sposato un artigiano che lavora il metallo. Si sa che si sono trasferiti da questo artigiano in un piccolo borgo distante tre km dalla villa. La loro condizione economica non è molto agiata, ma Jelena dice di non aver più messo piede in villa da 10 anni. Probabilmente sarà presente all’apertura del testamento, ma si pensi che per lei non ci sia nulla.
All’apertura del testamento ci saranno anche: due zii da parte di madre (Albert Starc, e Obsen Starc), quattro cugini (Jan Garden, Olga Gaier, Mila e Nako Monchausen) e Frate Graud, il miglior amico di Jan. Frate Graud e Jan sono amici d’infanzia perché entrambi vengono dalla nobiltà. A 17 anni Graud fu costretto ad entrare in convento perché rifiutò di entrare nell’esercito come voleva la famiglia.
In villa, oltre Jan, lavoravano 10 maggiordomi, 2 cuochi e 5 cameriere. Il loro orario (per volere di Jan) andava dalla 7 alle 21.00 dopo che Jan aveva finito di cenare. Gli alloggi del personale, compresi quelli dei contadini che coltivavano le terre, sono esterni alla villa ad un km da essa. Le abitazioni erano state affittate da Jan al personale. Il personale era ben pagato (20.000 monete d’oro l’anno mentre di solito, in altri posti, vengono pagati 12.000 monete). A volte succedeva che Jan comunicasse ai maggiordomi di lasciare aperto il cancello quando tornavano a casa perché doveva vedere delle persone per interesse personale, così almeno diceva. Anche quella sera chiese di lasciare aperto il cancello, almeno così sembra. Non ci sono animali in villa perché il Barone gli odiava.

NOTTE DEL DELITTO

Per quel che sappiamo il giorno del delitto non è successo nulla di particolare. Jan si svegliò alle 9.00 del mattino, fece colazione, poi seguì una passeggiata nel giardino della villa per controllare i coltivatori. Pranzo alle 13.00, il pomeriggio com’era solito si mise a leggere un libro di filosofia. Cena alle 19.00 e alle 21.00 il maggiordomo Dupierrè vide per l’ultima volta il Barone vivo. Jan gli chiese di lasciare, quando tornava a casa, il cancello aperto perché stava aspettando qualcuno. La sua morte è avvenuta quella sera con un colpo alle spalle di una piccola arma da taglio (probabilmente un coltello). Il suo corpo è stato ritrovato la mattina dopo dall’altro maggiordomo Janetz che alle dieci andava a controllare perché il suo padrone non scendeva. Lo trovò che giaceva sul pavimento della sua camera. Era vestito come la sera prima.
Ps: uccidere Altair
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