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Cinema dell'AlTramMondo - Il tram nel cinema internazionale

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2019 12:47
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29/05/2019 10:11
 
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tranviere veterano
L'illusione viaggia in tranvai (1953)
Non pochi anni or sono (circa 15), il nostro forumer XJ6 rinvenne un film messicano del grande registra Louis Bunuel dal titolo “L’illusione viaggia in tramvia”. Ne stese un’ampia recensione che trovate sulla pagina 1 di questo thread.
Costretto a casa da un malanno di fine stagione, ho scoperto che questo film è stato postato per intero su you tube circa 4 anni fa. Lo trovate al seguente indirizzo:
www.youtube.com/watch?v=aeUUNZcrg4A&t=31s
Ve ne raccomando la visione ravvisandovi, dopo averlo visto, tanti motivi d’interesse. Considerato da subito dal suo scopritore, un antesignano dell’italico “Hanno rubato un tram” di un anno dopo, va probabilmente schedato come un road movie. Questa sua peculiarità ci consente di osservare la realtà di Città del Messico quasi 70 anni or sono quando, come affermò XJ6, le strade non erano ancora ostaggio del traffico se non in maniera accettabile e umana. Il parco auto, non ancora colonizzato dalla Volksvagen con il best seller “Maggiolino messicano”, era appannaggio di auto made in USA dal tipico stile anni ’50 a coda filante (fast back). Frequenti e per niente criptici, i messaggi del regista lungo lo svolgimento della trama dai contorni abbastanza naifs. Si parla dell’indecente svalutazione che incombe; della conseguente crisi economica che fa rarefare finanche il pane (con scene estemporanee che ricordano location di manzoniana memoria); un’umanità dolente che si muove da un angolo all’altro della città ora per trasferire derrate, ora per mistici pellegrinaggi. Per non omettere il tram trasformato in un set eterogeneo e precursore dello stile felliniano. Mi fermo qui, per parlare dell’argomento a noi caro: il trasporto. Si riconoscono in varie scene: un deposito, tre serie di tram (Peter Witt di I e II fattura, un lotto PCC), il servizio di riscossione biglietto come lo aveva concepito il Witt (anche se riprodotto nel simulacro ad utilizzo di set ma aderente alla realtà).
Il regista Bunuel in seguito impegnato in progetti ben più ambiziosi, non volle mai accettare la definizione del film come “neorealismo in salsa messicana”. Però ritengo che gl’ingredienti ci siano tutti per accoglierlo in tale genere.
Vi invito a vederlo, consigliandovi di visionare la prima pagina del presente thread per documentarvi preventivamente nel post di XJ6 che grazie a Dio, sta ancora lì dopo 15 anni con i suoi frames. Informazioni e foto che non ho ritenuto di ripetere con il presente messaggio.

29/05/2019 12:47
 
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