Dell'amiciza e sui criteri di elezione interpersonale.

inserito in un discorso probabilistico, ma ciò che nasce prefirirei chiamarla "simpatia", più che amicizia che è qualcosa di più profondo. Naturalmente da questa "simpatia" potrà nascere "amicizia" o addirittura "amore"...
Il sumo non c'entra niente ma volevo inserirlo...

ritengo che spesso alcune menzogne siano più che altro un modo per non indisporre un altro, raccontandogli una verità che non gli piace; per questo però concordo sul fatto che la verità vada detta sempre, e se ci si rimette la stima di qualcuno, costui sicuramente non merita la propria.
Vero è pure che l'amicizia non deve essere subordinata alla stima che si riceve, ma è vero anche che se stima si riceve, è più probabile costruire una amicizia.

Charro, ognuno può modificare i propri messaggi.

Credo che un amico non possa semplicemente dirti ciò che vorresti sentir dire, cioè chiaramente è bello se fosse sincero, ma se invece dice una menzogna per farti sentir meglio certamente subito è appagante, ma la verità alla fin fine viene sempre fuori e bisogna fare i conti infatti ad essere sincero non credo molto al detto "una bugia a fin di bene è sempre meglio di 1000 verità" proprio per questo motivo! Chiaramente poi dipende dai casi... Infatti sempre a parer mio l' amico devo saper dirti l'amara verità nel grugno oppure ogni tanto dirti qualcosa che non va con moderazione anche solo per non farti montare la testa e per spingere ad un costruttivo miglioramento! Io ho detto la mia, voi?

in realtà intendevo dire che un amico (possibile amico, cioè uno che intanto preferisci tra le altre persone) non è uno che TU stimi, ma uno che TI stima. Anche se poi in effetti alla stima generalmente si ricambia.
Ed è vero che non poca autostima è più difficile trovare amici, per le cause che ha giustamente detto Charro, ma più precisamente volevo dire che una persona che ti stima, oppure semplicemente che indulge su tuoi veri o presunti difetti (cioè per esempio se tu sei convinto di non saper fare una cosa, questo dice che non è vero, o che poi questa cosa non serve a nulla e la sanno fare solo i mufloni), aumenta automaticament ela tua propria autostima, quinid ti rende felice, quindi è un tuo possibile amico.

Sono d' accordo su ciò che dite voi, cioè uno che ha una bassa autostima GENERALMENTE è poco felice, ma non posso essere del tutto d' accordo sul fatto che un amico sia per forza che stimi (mi è parso di capire così se ho sbagliato correggetimi). Certo spesso è così, ma credo che non tutte le persone che stimo siano necessariamente miei amici o magari non provo neanche una grande simpatia. Anche perchè credo che in una persona si possono aver stima di varie qualità che spesso non bastano a formare un' amicizia.
Nell' amicizia vera spesso si trova la felicità come giustamente dite, ma non riesco a capire un concetto che hai espresso: cioè se non si ha molta auto-stima è difficile trovare amici? Se dici così certo hai ragione IN PARTE, un amico secondo me lo si trova quando riesci a capire che in lui puoi riporre la tusa fiducia, sapendo che non ti tradirà e che quando (come giustamente dici) hai un vuoto lui ti saprà confermare il tuo essere.
Ma credo che bisognerebbe specificare l' amicizia, da quella "vera" alla cosiddetta "semplice simpatia":
Infatti sono due concetti abbastanza diversi come potete facilmente capire, quella vera è pressapoco quella che ho descritto sopra, la ss (semplice simpatia) è ben diversa, è una semplice concordanza o piccola affinità che ti porta a legarti ad una persona, ma in maniera minore rispetto all' altra...
Voi che dite? Commentate!

Mi scuso per aver scritto una valanga di vanverate un pò sparse ma semplicemente ero tempestato da vari pensieri che questa discussione mi ha stimolato!

esatto. Anche se l'aspetto che tenevo maggiormente a sottolineare era che i nostri giudizi sulle altre persone, e alla fine le condizioni che ne determinano le preferenze, le elezioni, sono fortemente egoistiche: alla fine ci sono simpatiche le persone che ci stimano o per le quali alcuni dei difetti che pensiamo di avere e che maggiormente consideriamo sono insignificanti.

Bella la prima parte, anch'io la condivido.
Soprattutto quando dici che una giusta autostima è necessaria per vivere "felice": chi si reputa un buono a nulla o sottovaluta le proprie potenzialità finisce inevitabilmente per considerarsi inferiore agli altri, generando complessi o sentimenti di invidia e rancore.

è da troppo tempo che la sezione dedicata all'Immenso è trascuarata e sottratta alla nostra attenzione, così apro questa, adiuvato da un pensiero venutomi ieri sera.

Cosa ci fa preferire, eleggere per la nostra stima, una persona piuttosto che un'altra? Ritengo che, come per tutti i giudizi, noi siamo notevolmente influenzati da noi stessi anche in simile scelta. Più in particolare siamo diretti dalla nostra autostima, ora spiego perchè.
Una giusta autostima è sempre indice di stabilità e serenità, e chi è sicuro di sè e tranquillo in genere è felice; per questo una giusta autostima è una grande autostima: non eccessiva, cioè non arroganza, ma nessun uomo sarà mai felice se si considera poco. L'avere confermato il proprio essere, quindi il ricevere stima o indulgenza relativamente proprie mancanze, procura un aumento della propria autostima e pertanto felicità.
Quello che volgio dire è che siamo portati a considerare degni di stima e ammirazione, quindi possibili amici o anche di più, coloro che in qualche modo ci rendono felici, nell'unico modo in cui chiunque può farlo: confermandoci.
E' interessante anche riflettere suul'ultima cosa che ho detto: l'unica cosa che rende un uomo felice è la conferma di sè, il conforto del proprio io e delle proprie capacità.
Dilungandomi ulteriormente e andando fuori argomento già al primo post, direi che la domanda finale e più importante che l'uomo si pone è prova di questo, chi infatti non si chiede (): chi siamo?
Anzi, come disse qualcuno: se Dio c'è: chi è? se Dio non c'è: chi siamo?