Ma dove sono finiti tutti!?!??!

boh, anche questa è una domanda troppo facile, ma è merito della supplente di storia. che ci ha fatto vedere il film, se me la ricordo. Infatti a versai (che scriverò storpiato perchè francese) i nobili si rincretinivano e spendevano tutti i propri soldi per seguire l'etichetta.
SE! UNGHERESE DI MERDA. GRANDE ALDO!
Scusate ma mi sono esaltato a vedere la replica.
Boh, ti dico che cambia da persona a persona quanto si capisce in una lezione. Dipende. Io per me ci capivo.

Allora facciamo un'altra domanda...ti ricordi come faceva il re a "tenere a bada" i nobili che vivevano a Versailles?
La (va bene questa faccina?) non è esattamente una cima (niente battute) nelle spiegazioni...tanto che non credo che ci sarebbero state tutte quelle insufficienze...ora, non venirmi a dire che non si è studiato abbastanza perchè posso farti nomi (tra cui il sottoscritto) di persone che hanno passato tanto di quel tempo sui libri da entrare tranquillamente in coma...per poi prendere un bel voto del cavolo...si fa presto a dire che lei spiega bene (per quel che spiega...i mitici cinque minuti finali...), ripete in maniera assurdamente veloce ciò che ripete da 1000 anni...ed ancora, spesso, non sa come risolvere gli esercizi...non puoi negarlo...
ACCIDENTI! Devo andare...però credo che il senso ci sia già! Buon pranzo a tutti..


Johan Razev

ho capito. Luigi sedicesimo? impiccato...?vabbè, cosa vuoi che ti dica, è come se mi chiedessi chi ha scoperto l'america, lo sanno tutti che i razzisti arroganti francesi usavano la gigliottina, non è una domanda pertinente le lezioni del .
Ti dirò che ho un particolare risentimento anche nei confronti del nome nascosto dietro la coltre di nebbia (io avrei usato una faccina, perchè Ciuima ci aveva sagacemente suggerito di non scrivere mai i nomi), ma per riguardo alle sue lezioni posso solo dire che pur non coinvolgendomi, ma solo da il personale risentimento (oltreche il fatto di avere avuto per metà anno Farri di fianco che rompeva quelli lì), erano invece ben chiare, non meno di quelle di matematica () o di fisica. Anche se poi, come per tutte le materie non umanistiche, è necessario riprenderle a casa, perchè non sono da ricordare ma da capire.

Sono costretto a darti completamente ragione, in tutto quello che dici!
Ti stai chiedendo perchè? No...bhè, fa lo stesso, io te lo dico comunque...questo computer del cavolo mi si è bloccato precisamente (manco fosse un orologio...svizzero per giunta) quando ho completato il mio post di risposta...ovviamente le mie reazioni sono state violienti e sanguinarie...ma non le voglio elencare ora...
Per questo, non avendo per nulla voglia di riscrivere ciò che ti avevo risposto mi trovo costretto a darti ragione...l'unica cosa che ricordo della mia risposta è che non credevo al fatto che tu non ricordi le lezioni del lepronz (penso di aver fatto qualche domanda relativa a Luigi XVI, tipo come è stato ucciso...); ma il punto fondamentale era che bisognerebbe rendere le lezioni più coinvolgenti...
Per quanto riguardava le mie allunsioni (ricordo che ero ricorso anche ad una metafora con la nebbia e la coltre dietro la quale avevo nascosto il nome della prof), la prof a cui mi riferisco è la --------- che spiega la sua materia come se stesse parlando con persone senza orecchie...come se avesse già l'idea in mente che "tanto se la studiano a casa"...


Johan Razev

[Modificato da Johan 14/08/2004 21.32]

beh, io te l'ho detto che abbiamo gusti opposti. Non è possibile farsi piacere da tutti contemporaneamte. Io le lezione del lepronz le dimentico con una facilità estrema, anzi, io di storia non so nulla, tranne per il periodo che va dal '200 al '500. Chissà perchè . Per dirti se le altre mi rimangono molto più impresse dovresti specificarmi le tue CERTE ALLUSIONI perchè vedi bene che siamo incompatibili gusti concernendo. Almeno una facciotta

...no, me lo ricordo che anche lui diceva di cambiare se stesso, il fatto è che ho citato una frase di Ghandi perchè mi era affiorata alla mente...comunque il significato è esplicito
Appunto, se dice cose gradevoli ascolto anche io la musicassetta...il punto è il fatto che non c'è differenza fra ascoltarlo dal vivo oppure tramite un mangianastri.
Se la scuola tenta di insegnarci anche ad amare la conoscenza che cosa succede se nella scuola, mi ripeto, ci sono elementi come UNA CERTA PROF. che insegna UNA CERTA MATERIA? Se davvero questa dimora del sapere vuole farci crescere con la voglia di conoscere magari si potrebbe tentare di cambiarla per avvicinarsi un po' ai gusti degli studenti che, spesso, alla teoria, preferiscono la pratica (sia chiaro non intendo giornate intere in laboratorio...); vorrei, inoltre, far notare una cosa...chissà perchè, spesso, rimangono impressi i particolari strani, chissà perchè mi rimangono impresse di più le lezioni del Levro...non dico che le lezioni a base di parolacce sia ciò che vogliono gli alunni, ma insegnare secondo parametri di più "larga manica" non andrebbero malaccio...
Se poi, da umani quali sono, i prof non riescono a venir meno alla propria indole e, ad esempio, UNA CERTA PROF invece che farsi piacere dagli alunni fa in modo di averli contro...bhè, allora si farà veramente fatica a cambiare...ciò che dicevo del cambiare se stessi non cambia e non vedo perchè dovremmo sempre essere noi a costringere noi stessi a farci piacere una cosa...solo perchè i prof sono adulti non significa che ciò che ha detto Ghandi per loro non valga più...
La scuola sarebbe bella se ognuno lavorasse in maniera spensierata, capendo da soli quanto è bello imparare...se ci sono persone che ti dicono "Studia da qui a qui...ti interrogo e poi puoi fare quel che vuoi..." non vedo dove si possa trovare l'amore per il sapere che diventa unicamente un compito obbligatorio per far vedere ai prof che hai concesso qualche tempo della tua vita sui libri..non è così che si apprezzerà il piacere dello studio...o almeno, io credo che sia così.


Johan Razev

[Modificato da Johan 14/08/2004 19.55]

ecco, vedi che non stai attento alle lezioni. Anche Cartesio diceva che non bisogna pensare di cambiare il mondo, ma preferire cambiare se stessi.
Se una cassetta registrata dice delle cose gradevoli io l'ascolto comunque, è vero però che non tutto quello che si fa a scuola è gradevole. Si potrebbe quindi iniziare a cambiare se stessi in questa direzione, farsi piacere tutto quello che sai in più di prima. Il piacere di conoscere insomma. La scuola tenta di insegnarci anche questo.
Certo che lo sforzo deve venire da entrambe le parti, anche se mi sembra eccessivo pretendere lezioni simpatiche. Per la gradevolezza dipende invece dall'indole di ciascuno, e ciò che per alcuni è gradevole per altri non lo è, come è vero l'opposto. Penso di essere l'esempio che fa al caso tuo, intendo che mi piace quello che non piace a te, e schifo quello che trovi simpatico..

[Modificato da Lorentzgang 14/08/2004 19.29]

..gli insegnanti sono uomini e, come tali, hanno anche dei difetti, dunque non dovrebbero aspettarsi che noi ci adattiamo...lo sforzo dovrebbe derivare da entrambe le parti! Anche noi siamo esseri umani...se ci annoiamo durante una lezione che davvero poca differenza farebbe ad ascoltarla attraverso un mangianastri è proprio perchè siamo esseri umani...non credo che sia giusto che solo noi li compatiamo...
Io stavo pensando ad un insegnamento un po' più divertente...e non intendevo dire solo per gli alunni; se magari si facessero delle lezioni all'aperto e magari un po' più "interattive" (mi ricordo una puntata dei Simpson dove Lisa aveva intenzione di attrezzare la scuola con occhiali che mostravano la storia in 3d, ok...non interattiva a quei livelli, ma non siamo lontani come idea..), si potrebbe imparare e nello stesso tempo divertirsi un poco, sembra una frase che si rivolge a quei bambini a cui ti riferisci ma io credo che una scuola del genere sarebbe ottima.
Mi è venuta in mente un'altra cosa, i prof hanno nelle loro mani il nostro futuro..credono che comportandosi in modo rigido ci diano una bella immagine della realtà? Certo, è la realtà effettiva di questo mondo e possono dire finchè vogliono che, comportandosi in quel modo, ci aiutano a sopravvivere...ma quello a cui pensavo è che, nello stesso tempo, non si riuscirà mai a cambiare il mondo che ci circonda...Gandhi diceva: prima di cambiare il mondo, cambia te stesso.
Secondo me sarebbe un buon inizio...


Johan Razev

come dicono in molti, ma anche come molti giovani. I giovani sono i più complessati degli esseri umani.
Se ci si sente degli idioti per così poco non si può sperare di vivere serenamente mai a questo mondo. In ogni modo non è certo una colpa la tua, anzi, magari fossero tutti come te. Il mondo sarebbe molto molto più cortese. Quando una persona sa alcune cose da almeno vent'anni, è normale che le consideri assai banali, se poi le sa da almeno quaranta è normale che sia stanco di ripeterle una volta di più del necessario. Ma l'importante è che la ripeta, non l'atteggiamento con cui lo fa.
Insomma, dovremmo cercare di collaborare un po di più, gli insegnanti sono uomini, è ovvio che hanno qualcosa da insegnarci, ma nessuno è perfetto; nocome i bambini che vedono nella mamma e nel papà esseri onniscenti e infallibili, ma crescendo si accorgono di alcuni loro difetti e lacune e si meravigliano di alcuni loro errrori o atteggiamenti: certo non per questo siamo loro meno grati per quello che ci hanno dato.

..credo che la colpa sia da imputare ad entrambe le parti...la mia colpa è stata di non essere stato all'altezza e credo, però, che se il professore avesse spiegato più chiaramente la propria materia, se, invece di proportela come un ripetiore, cercasse realmente di fartela piacere...era molto probabile che non capitassero di quegli "incidenti di percorso".
Se poi tu mi dici che il professore è completamente disposto a rispiegare ogni cosa, posso anche darti ragione, fino ad un certo punto...infatti, potrei citarti degli esempi nei quali dopo che un alunno chiede al proprio prof di rispiegare una parte che il giovane non aveva capito, ecco che l'insegnante inizia a guardarlo e sospirare come se il suddetto studente sia un'idiota...forse sembreranno discorsi senza senso ma potrebbe essere una causa per la quale siano in pochi coloro che chiedono ai prof di rispiegare...
Non ti sei chiesto per quale motivo quando l'insegnante chiede, "avete capito?" noi stiamo zitti? Dov'è la logica se: 1-sappiamo di non aver capito e 2-prenderemo un brutto voto in quanto non abbiamo capito...non c'è alcuna logica, allora bisognerebbe vedere da dove deriva quel modo di comportarsi...non credi?
I prof fanno bene ad essere esigenti ma, credo, che dovrebbero cercare di fare interrogazioni più leggere...io non credo che sia unicamente nella severità la via per l'apprendimento, magari anche essendo più elastici, spiegando davvero dove gli studenti sbagliano...quando UNA CERTA PROF dopo aver atteso una risposta che non arriva, la pronuncia come se fosse la cosa più semplice al mondo e, come già detto, ti fa sentire un cretino...ecco, direi proprio che nemmeno sta a sentire la reale risposta, pensando più a come si sta rendendo ridicolo davanti ai suoi compagni...queste situazioni non sono inventate, le ho vissute personalmente.
Vabbè, è probabile che sia un insieme di scemenze dette da un ragazzo che, come dicono in molti, è pieno di complessi...


Johan Razev

capisco, anzi no. Cosa è che ti dispiace quando prendi un brutto voto? Il fatto di non essere stato all'altezza, il fatto di non aver evidentemente perseverato in un diligente studio come sarebbe tuo dovere nei confronti della famiglia e degli insegnanti, il timore di ripercussioni?
Ma la colpa di questi insuccessi la attribuisci a te stesso o ai prof? Credi che se i prof fossero meno esigenti allora sarebbe meglio? domande inutili.

..la cosa non è così semplice.
Il fatto di non essere l'unico non cambia di molto la situazione...ai miei occhi...a scuola posso anche fare lo scemo e quando qualche d'uno mi chiede "che cosa hai preso?" io, con il sorriso sulle labbra e la voce impregnata di un disinteresse assoluto rispondo "2"...ma non funziona così, mi dispiace ed anche molto!
Come si suol dire: si ride per non piangere.


Johan Razev

[Modificato da Johan 14/08/2004 15.50]

certamente non sono tutti amabilissimi, ma in una classe come la nostra c'è (temo di dover dire c'èra) il vantaggio che nessuno sapeva nulla, e tutti, specie in alcune materie, prendevano un due costante, così in realtà svaniva ogni ansia da prestazione, tu dici "comunque faccia, non sarò certo l'unico che non sa un cazzo, e non prenderò certo il voto più basso".
Tu Farri fai pure il comunista (tanto io non voterò come sempre), e trai pure i dadi di continuo, come quella favola di pierino e il lupo, lui continuava a trarre dadi anche quando non ce n'era alcuna necessità, poi un giorno che gli capitò di dover trarre un dado sul serio, nessuno lo prese in considerazione.

...ma quello che a me ha sempre infastidito della scuola nonè il fatto che è un luogo dove impariamo cose nuove e bla, bla, bla (in questo sono perfettamente in accordo con quanto dici)...il problema è che spesso coloro che insegnano non sono, per così dire, amabilissimi!
Forse è difficile da credere, ma sono poche le mattine durante l'anno scolastico in cui mi alzo da letto senza una fitta allo stomaco derivante dalla paura di una qualche interrogazione...allora qui mi si può dire, "se hai studiato e ti sei preparato non dovresti essere così agitato" ed è qui che tutti si sbagliano; altrchè sono agitato! E' per questo che io non amo la scuola, mi crea talmente tanto stress che riesco a fatica ad arrancare fino al sabato...


Johan Razev

La scuola non é poi così male, se fosse solo un po più semplice. I prof cominciano a chidere veramente tanto.

Cmq sono ancora io il direttore del giornalino e probabilmente avrò un posto di rilievo nella lista dei comunisti, visto che mancano dei leader che possano portare dei voti alla lista. Io credo di poter dare il mio contributo per un tot di voti.

Sono solo contrariato per il fatto di non poter trarre dadi a piacimento.:rabbia2: