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Viaggio nel tempo!!

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2004 17:45
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31/05/2004 17:45
 
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Bello bello, a parte il fatto che il mio interesse è diverso il protagonista mi ricorda me come sono ora [SM=g27828]

Comunque manca un pò di parte descrittiva, anche se dei libri è la cosa che più non sopporto qualcuno poco dotato di fantasia può comunque criticarla e, facendolo, averbbe ragione (che discorso contorto)
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Rasputin: Lo Schiavo


I 10 METALLAMENTI:
1:Non avrai altra musica al di fuori del metallo
2:Non mettere il chiodo con i mocassini
3:Non desiderare il distorsore degli altri
4:Ricorda di acquistare ogni nuovo disco degli Atroci
5:Ricordati di vomitare alle feste
6:Non rubare i pezzi ad Albano
7:Non ascoltare i dischi dei freni
8:Ignora Sanremo
9:Non lavare mai gli Anfibi
10:NON ROMPERE I COGLIONI!
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28/05/2004 13:47
 
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Beh, con l'avvento dell'estate
potrai dilettarti a continuarlo, postaci anche il tuo un giorno. L'unica volta che ho provato a scrivere un racconto è venuta fuori una roba strana, direi quasi ridicola, demenziale, magari un giorno che ritroverò lo foglio e la voglia di trascriverlo, lo posterò.
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27/05/2004 21:03
 
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Per ora
davvero interessante[SM=g27811] , ma voglio leggere il continuo!
Invero anche io ho un po' di tempo fa ho iniziato un racconto proprio sui viaggi nel tempo, comunque alquanto diverso dal tuo, ma la pressione scolastica mi ha impedito di procedere:inc5:.
Comunque adesso si esige la seconda parte, non tenerci troppo sulle spine!
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27/05/2004 20:21
 
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Buona cosa
la disponibilità d'animo. Beh, tu scrivi, e noi leggiamo. Ognuno faccia bene quello che riesce a far meglio.
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27/05/2004 19:32
 
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Non ti sbagli Forno!!
Il fatto è che mentre lo scrivevo mi sono ripromesso di riprenderlo per migliorarlo...questa che hai letto, ovviamente, non è la versione definitiva; è, per così dire, "la brutta"!!
Scriverò la seconda parte appena posso (e, soprattutto, voglio [SM=g27811] ) e, quando lo farò, la posterò subito...i vostri pareri sono la cosa che più mi importa!! [SM=g27811]
A proposito, grazie per il tuo, Forno!

§Johan Razev§

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"Possiamo solo decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso" Gandalf
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"Venite amici che non è tardi per scoprire un mondo nuovo.
Io vi propongo di andare più in là dell'orizzonte
E se anche non abbiamo l'energia
che in giorni lontani
mosse la terra e il cielo,
siamo ancora gli stessi,
unica eguale tempra di eroici cuori
indeboliti forse dal fato
ma con ancora la voglia di combattere
di cercare
di trovare
e di non cedere." A. Tennyson - Ulysses -
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Veramente Immenso

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27/05/2004 19:29
 
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Bello, bello
scrivi presto la seconda puntata, che sono ansioso di leggerla. Mi piace soprattutto la parte introduttiva, ma per la verità dopo aver letto tutto sembra che manchi qualcosa (ma davvero? chi l'avrebbe mai detto che è solo la prima puntata...), forse manca un poco di parte descrittiva, per esempio del luogo dell'incontro con Marinelli, del viaggio fono al laboratorio e degli eventuali pensieri. Però forse mi sbaglio, se è tutto raccontato in analessi in effetti boh ma io non lo so, sono profondamente ignorante.
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27/05/2004 19:06
 
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Devo ammetterlo, l'ispirazione deriva dal film "The time machine" che ho rivisto oggi su Sky ed, in seguito, le musiche "Eloi", "Stone language" e "Godspeed" hanno fatto il resto...è da un po' chele sto ascoltando a ripetizione!
Comunque, quello che state per leggere è l'inizio di un altro racconto (quindi non è completo...) riguardo al viaggio nel tempo (ma va?).
Buona lettura!!

Vi era un tempo in cui sognavo.
Sognavo di cambiare il mondo, di plasmarlo a mio piacimento; a volte desideravo scappare da esso, altrove, lontano, in un luogo dove avessi la possibilità di ricominciare tutto dall'inizio. Ero un ragazzino con grandi aspettative per il futuro, miriadi di ricordi del passato ed, invero, cosciente solo del presente: un ragazzino come tanti.
Ad essere sincero, però, quel sogno non mi abbandonò a differenza di ciò che accade alla maggior parte delle altre persone; quando la realtà si mostra per quella che è si è come ostacolati, credere nei sogni diviene zavorra inutile e, per questo, la si abbandona.
Io, però, non ero così. I miei sogni ancora pesavano sulla schiena, non li avevo ancora lasciati ed, in effetti, non era mia intenzione farlo; ancora credevo nella possibilità di cambiare quello che mi circondava o, addirittura, quello che mi aveva e mi avrebbe circondato.
Crescendo mi interessai sempre di più al campo della fisica, una materia piena di limiti ed, allo stesso tempo, di porte da aprire; tra tutte quelle, ve ne fu una sulla quale spesi gran parte del mio tempo e nel quale presi una laura di specializzazione: la così detta "Fisica del tempo".
Quella branca, apparentemente più legata alla fantascienza che alla scienza, mi diede l'opportunità di cominciare a lavorare su di un progetto molto particolare: il viaggio nel tempo.
Inizialmente, come in effetti mi aspettavo, la strada fu unicamente in salita; anzi, nel principio, effettivamente, non sapevo nemmeno se ve ne fosse una da seguire.
Passai mesi a studiare, leggere e documentarmi sul tempo, ma da ciò non ottenni molto, quasi nulla.
Accadde che, circa all'età di ventinove anni, ebbi la fortuna di incontrare. ad un convegno, un fisico, il signor Attilio Marnelli, molto conosciuto nell'ambiente scientifico per la sua teoria del tempo inteso come insieme di particelle disposte su di una specie di piano cartesiano triassiale sui quali sono posti il presente, il passato ed il futuro; decisi, quindi, di farmi avanti e tentare, almeno, di avere qualche informazione in più circa le ricerce finora condotte dal professore.
Ricordo perfettamente quella fredda serata d'inverno, i miei colleghi tentavano a più riprese di farmi cambiare idea, non volevano che parlassi con quell'uomo; diciamo che Marnelli era conosciuto, sì, per le sue idee ma, più precisamente, per le bizzarrie da lui enunciate,
<< Umberto, perchè sei così testardo? >> mi disse Marco Castelli, il mio giovane assistente di laboratorio << Sai bene che quell'uomo non è a posto! >>
<< E con questo? >> risposi un poco scocciato per quell'ennesimo tentativo di farmi desistere da quella mia idea << Sai bene che non intercorrono poi così tante differenze tra me e lui in fatto di "pazzia"...ora lasciatemi andare >> conclusi agitando le braccia in modo da allontanare il gruppo di persone che mi dividevano dal professor Marnelli.
Lo vidi, stava appoggiato ad una colonna marmorea, fumando una sigaretta, il suo sguardo era rivolto verso l'alto, quasi come se stesse studiando i cerchi di fumo che salivano verso il soffitto, i capelli brizzolati gli scivolavano fino alle spalle, aveva una mano nascosta dentro la tasca, il suo atteggiamento sfiorava quasi la maleducazione, guardava tutti e nessuno dall'alto verso il basso; se non lo si conoscesse l'ultimo dei pensieri sarebbe quello che lo vede nei panni di fisico.
Mi avvicinai lentamente, un poco impaurito, ad ogni passo lanciavo uno sguardo a destra e a sinistra come se non volessi incrociare quello del mio prossimo interlocutore; lo raggiunsi e, come si conviene, feci un leggero inchino, ma qualche cosa mi blocco, una mano, la sua mano, arrestò il mio movimento appoggiando la palma sulla mia fronte, quindi iniziò,
<< Perchè mai dovreste inchinarvi di fronte a me? Non sono degno di tanti convenevoli...su alzate lo sguardo >> ed io, sorpreso da quelle parole, non potei fare altro che seguire il suo consiglio ma rimasi in silezio senza fiatare,
<< Dunque, giovotto, dovete dirmi qualche cosa oppure desideravate unicamente inchinarvi dinanzi a me? Parlate >> riprese dopo aver atteso qualche istante, fu così che mi ripresi da quella specie di incantamento, scossi leggermente il capo e quindi cominciai, con un poco di incertezza, a parlare,
<< Salve professor Marnelli, il mio nome è Umberto...Umberto Sarma, sono un professore ed insegno all'università di Bologna...insegno fisica ed ho la specializzazione in fisica del tempo >>
<< Ne sono lieto, un altro prode che spende il proprio impegno su una materia tanto bella quanto tenuta in disparte a causa di molti, troppi, pregiudizi...ditemi, allora, professor Sarma... >> ma lo interruppì
<< Mi chiami pure Umberto e, soprattutto, mi dia del tu >>
<< D'accordo.. >> riprese quegli <<...Umberto...in che cosa posso esserti utile? >>
<< Effettivamente, egregio professore... >> ma, a questo punto, fui io interrotto,
<< Perdonami ma non capisco perchè solo io dovrei avere la possibilità di chiamarti per nome e darti del tu...fate lo stesso con me! >>
<< Onorato... >> dissi io, inchinandomi, ma, quando rialzai lo sguardo, vidi Marnelli fissarmi con aria quasi infastidita per via dell'inchino << Comunque >> mi affrettai a ricominciare << che ne dite, Attilio, di rendermi note le ultime vostre scoperte per quanto riguarda il tempo...mi incuriosisce molto la sua teoria...ed, in effetti, ne sono, come dire, affascinato! >>
il mio interlocutore ridacchiò leggermente, portando per l'ennesima volta la sigaretta in bocca,
<< Perchè ridi? >> chiesi
<< Perchè rido? >> riprese lui dopo aver espirato e lasciato uscire una nuvola di fumo che salì verso l'alto e, poi, scomparve << non lo capisci da te...probabilmente sarai stato avvisato che non sono il tipo di persona da avere come amico, nevvero? Credo, anzi ne sono certo, che molti se non tutti i tuoi amici ti avranno pregato di lasciarmi in pace...dimmi, ho detto qualche cosa di sbagliato? >>; no risposi.
<< E' così... >> disse lui appoggiando il capo alla colonna, pronunciando, in fin dei conti, quelle parole che avrei voluto pronunciare io.
<< Su, su, mio caro Umberto...parliamo, invece, del tempo; è per questo che sei qui! Ma non credo che sia questo il luogo adatto >> e, dopo aver riflettuto un attimo, affermò << Ma certo! Andiamo nel mio studio, dopo la conferenza, lì avrai tutto il materiale necessario...ti va bene? >> mi guardava fisso ed un sorriso gli illuminava il viso,
<< Non ti pare un po' tardi, sono le otto e mezza, la conferenza terminerà verso le undici...a casa o moglie e tre figli, non posso arrivare oltre il tempo convenuto... >>
<< Oh, perbacco! >> esclamò lo scienziato << Dov'è il problema? La soluzione è semplice, basta non rimanere per la conferenza! Mi sembra logico, no? Suvvia, mio caro, andiamo! >> e, così dicendo, mi prese per un braccio, strattonandomi con forza,
<< Ora?! >> chiesi io, tentando di resistere,
<< Certamente! Andiamo! >>.
Fui costretto a cedere e, dopo pochi minuti, fummo già all'interno dello studio del professore; quest'ultimo mi precedette attraverso la scura porta d'ingresso e, dopo aver varcato la soglia, si piegò sul lato destro pigiando l'interruttore della luce.
Fu così che mi si mostrò lo studio per come era: una stanza enorme, piena di macchinari sofisticatissimi (molto più di quelli che utilizzavo io all'università), lavagne coperte di formule, sulla due scrivanie al centro della stanza facevano bella mostra di sè, una coppia di computer, uno per ogni tavolo;
<< Bene...eccoci arrivati! Accomodati! Sei la terza persona, anzi la quarta, se contiamo anche l'inserviente, che varca la soglia di questa porta...vieni pure; sono molto felice di sapere di non essere l'unico a voler conoscere ogni mistero che circonda il tempo! Vieni, ora ti spiegherò ogni cosa... >> e, così si avvicinò ad una lavagna sulla mia destra.
<< Ciò che ti dirò potrà essere anche strambo, come lo definiscono in molti, ma sono certo di essere sulla strada giusta...ascolta....ti voglio fare una domanda, che cosa è, per te, il tempo? >>
<< Direi mutamento... >>
<< Mutamento? Dunque, per te, il tempo equivale al passare da uno stato A ad uno stato B? >> e, mentre diceva questo, esemplificava le sue parole disegnando due punti sulla lavagna collegati da una freccia << dimmi, è questo il tempo? >>
<< Sì... >> risposi io con un filo di incertezza
<< Dunque questo, invece, non è tempo? >> il professore evidenziò solo metà della freccia,
<< Sì, anche quello è tempo... >> dissi io
<< E questo? >> chiese ancora l'uomo che avevo davanti segnando metà della metà precedente,
<< Anche quello, certamente... >> conclusi io, sedendomi sulla sedia che avevo a fianco,
<< Bene, come avrai capito, il tempo è mutamento, formato da mutamenti....il tempo è un insieme di "presenti"....vi è quello effettivo, talemente piccolo da non essere neppure afferrato; passato, quindi un presente che è stato ed infine vi è il futuro, il presente che deve ancora essere...è sempre così, del tempo avvertiamo l'esistenza, del tempo si dice che passi, che non si fermi mai, che sia mutamento...ma, secondo i miei studi, non è nulla di tutto questo ma nello stesso tempo è tutto ciò...il tempo è attimo infinitamente piccolo, credi che il secondo sia la misura del tempo? Il secondo, come lo chiamiamo noi, indica anch'esso un insieme di presenti....sia che sono stati sia che devono essere, ma anche presente vero e proprio...il tempo è mutamento ed io credo, in effetti, che il tempo si identifichi nel primo mutamento quello che fa cambiare lo stato di qualcosa in se stessa, mutamento da stato A a stato A...ed è in questo spazio che io ho eseguito i miei esperimenti...i quali, a dire il vero, mi hanno portato vicino ad una soluzione, ma vi è qualche cosa che non quadra.... >> e, a questo punto, si mise a meditare come se io non ci fossi; trascorsero alcuni minuti prima che si accorgesse nuovamente della mia presenza.
<< Vuoi conoscere la mia teoria a fondo? >> domandò con una certa soddisfazione il signor Marnelli,
<< E' così >> affermai prontamente alzandomi di scatto dalla sedia,
<< Bene, bene...prima, però, vorrei sapere perchè ti sta così a cuore questa scienza tanto bistrattata...dimmi, Umberto, che cosa ti spinge a fare questo? >>
<< Ci sono tante cose che in questo mondo non vanno bene, non mi vanno bene....a dirla tutta, io voglio sapere ogni segreto del tempo, voglio arrivare ad eluderlo, in modo da cambiare... >>
<< Viaggiare nel tempo... >> disse Marnelli, interrompendomi, ed io annuii << Sai... >> riprese << mi ricordi molto una persona... >> si avvicinò a me, squadrandomi da cima a fondo,
<< Chi? Se mi è permesso di saperlo, ovviamente... >>
<< Perchè non ti dovrebbe essere concesso di saperlo? Mi ricordi me stesso...anzi, direi che mi somigli...in pochi credono ancora a queste cose; forse è per questo che nessuno ha ancora ottenuto nulla in questo campo, si parte dal presupposto che non si può viaggare nel tempo...storie da fantascienza, dicono...eppure anche i sottomarini lo erano quando un certo Jules Verne scrisse "20.000 leghe sotto i mari"...il fatto, amico mio, è che si ha troppo timore di cambiare, timore che tu non hai...l'uomo si basa su convinzioni sicure e, non appena si va un po' oltre...il finimondo; Galileo ha rischiato grosso, Giordano Bruno è bruciato al rogo...per cose che, poi, verranno certificate! Noi dobbiamo fare lo stesso anche per quanto riguarda il tempo...sei con me? >> mi domandò il fisico, provocando in me non poca sorpresa per una richiesta del genere, ma, in fin dei conti, ad una domanda di quel tipo, ero sempre stato pronto,
<< Certo... >> dissi con grande calma, avvicinandomi all'uomo ed appoggiando sulla sua spalla la mia mano,
<< Ne sono molto lieto >> controbattè quello.

Continua...

§Johan Razev§

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