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Il suicidio filosoficamente parlando

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2005 09:56
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Un mio umile parere
Io vedo il suicidio come un atto di vigliaccheria, però vedo nella mancanza di paura verso la morte un atto di coraggio.
Il suicidio non da condannare perchè è contro il nostro istinto alla vita, ma piuttosto perchè è un atto di vile rinuncia alla possibilità più grande che può essere offerta a chiunque.
E' parimenti da condannare la paura della morte, anch'essa è un rifiuto della vita, la morte fa parte della vita, ne è l'ultimo estremo, ma è vita. è dopo la morte che la vita non c'è più, durante la morte la vita c'è.
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Mi pare
Di avere letto pareri piuttosto concordi, eccetto quello di Gebba, mi permetterò qunque di fare un breve commento ai vostri inerventi.
Non sono d'accordo con Shiavo, come ha detto anche Gebba, che l'unica causa sia il prorpio rifiuto della società, o il sentirsene esculsi, ce ne sono molte altre che non elencherò. Ma non è vero nenche che anche le morti del sabato sera sono suicidi, quelli sono piuttosto incidenti dovuti ad una estremizzazione della vita: il naturale bisogno di sentirsi vivi degenerato nell'alcool e nelle droghe, nel perdere il sonno della notte, forse inconsapevolmente in accordo con Leopardi, che lo riteneva una piccola morte, proprio per fuggire da essa. Non è detto che chi muore in auto volesse farlo. Certo, ai nostri occhi pare così, ma ai loro no, per loro quella è la vita (ma magari anche per qualcuno di voi).
Non sono d'accordo nemmeno nel fatto che della morte si debba avere paura, non ha senso, la paura è un istinto nato per difenderci dai pericoli: nessuno può difenderci dalla morte.
Invece concordo sul fatto di considerare il suicidio innaturale.
Non ho affatto capito il nesso che Shiavo instaura fra l'uccidere e l'uccidersi.

[Modificato da Lorentzgang 15/02/2004 19.07]

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Il suicidio...
Il suicidio può scaturire da molti fattori, come dice lo Schiavo, eppure non credo che la società sia IL fattore che tutti li accomuna...in fin dei conti anche le morti che avvengono il sabato sera sono suicidi e, questo, non deriva da un odio verso la società ma, al contrario, da un tentativo di omologazione e, quindi, di grande attaccamento alla società (spesso chi si ubriaca o fa uso di sostanze stupefacenti lo fa perchè...tutti lo fanno)...una persona è perfettamente cosciente del fatto che guidare in stato di ebrezza o comunque senza la completa padronanza delle proprie capacità sensoriali conduce spesso alla morte...perchè allora questa stupidaggine (perchè di stupidaggine si tratta) non ha mai fine? Vorrei dare una mia personale lettura di questo fenomeno e la vorrei dare cercando di generalizzare il più possibile...cominciamo.
Un suicida è sempre conscio delle proprie azioni...questo non deriva, a mio parere, da una visione pessimistica della propria situazione nella società ma, più che altro, da una visione pessimistica di se stessi e basta. Quando la propra vita sembra inutile e quando ogni cosa che si fa sembra futile e senza senso ci troviamo in un momento di grande depressione...ciò che porta alla soluzione (che, in effetti, di soluzione non si tratta..) drastica di questi problemi deriva anche dalla forza della persona...ci sono persone più o meno deboli sotto questo aspetto: c'è chi pensa che sia tutto finito e c'è chi tenta di rialzarsi (o chi cerca di non cadere mai..) dopo quella caduta...non è la società che ci plasma secondo le sue volontà...è il nostro animo che ci conduce e noi dobbiamo cercare di essere saldi...cos'altro?
Pensate un solo secondo a questo: i suicidi buttano all'aria la vita...con le proprie mani! Non c'è nulla di così terribile...arrivare a credere che la morte si migliore della morte...superare una paura che da sempre ci accompagna ed anzi vederla come la via da seguire...
Il suicidio scaturisce da fattori molto profondi, che dimorano nel'animo, ferite più profonde di quelle che possiamo subire fisicamente e, a dire il vero, queste ferite non sono sempre causate dalla società ma anche da nostre scelte e nostre visioni del mondo che ci circonda!

§Johan Razev§

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"Possiamo solo decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso" Gandalf
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"Venite amici che non è tardi per scoprire un mondo nuovo.
Io vi propongo di andare più in là dell'orizzonte
E se anche non abbiamo l'energia
che in giorni lontani
mosse la terra e il cielo,
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unica eguale tempra di eroici cuori
indeboliti forse dal fato
ma con ancora la voglia di combattere
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e di non cedere." A. Tennyson - Ulysses -
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Veramente Immenso

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all right
Visto anche l'orario sono d'accordo con voi, ma mi riservo di fare nuove considerazioni anche alla luce di un nuovo evento di cui parlerò nel mio ultimo post notturno (vedi sezione altri sport)...
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Il mio parere
E' una bella analisi, attenta e probabilmente veritiera.

Tra le motivazioni che possono indurre una persona alla privazione della propria vita, penso che ci sia il desiderio del singolo di generare una condizione nella quale tutte le sue frustrazioni, le sue angosce ed i suoi problemi scompaiano, per lasciare inevitabilmente posto ad una nuova realtà (la morte) in cui ogni suo bisogno e desiderio si soddisfi.
Le cause che normalmente generano questi gesti disperati, sorgono nella quasi totalità dei casi da un profondo rifiuto della società, che talvolta si traduce in disprezzo ed infine in sordo rancore. L'autodistruzione, se meditata coscentemente, può costituire per il suicida un valido mezzo per rifuggire ed estraniarsi dalla società stessa, ma talvolta può servire anche per riconciliarsi con il mondo esterno e per "attrarre" forzatamente la considerazione di coloro dai quali ci si sarebbe augurati una maggiore attenzione o più affetto in vita. Da questo punto di vista, il suicidio è un gesto che racchiude in sè non solo disperazione, ma anche aggressività.
Infatti, ritenendo che la propria vita non abbia in sè più alcun senso, una persona compie il suicidio per generare un sentimento di forte rimorso in quelli che l'hanno "ignorato", e non in coloro dai quali si sentiva apprezzato e stimato; ma le stesse persone che vuole "attaccare", sono sovente quelle a lui più care.
Non credo però che il suicidio possa considerarsi come un' "alternativa" (o rinuncia) all'omicidio: sentendosi escluso ed incompreso dalla società, il suicida è consapevole che sia del tutto inutile cercare di attribuire le eventuali "colpe" ad un terzo, poichè complicherebbe soltanto la situazione. L'impossibilità di associare ad una precisa figura l'insieme delle proprie frustrazioni produce un effetto ancor più devastante, e questa immaterialità del proprio sconforto fa sì che la persona cerchi di porre fine a questa situazione tramite il suicidio, appunto.

[Modificato da Lupo Cima 14/02/2004 20.44]

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Apro questa discussione per far sbucare fuori cosa ne pensate sul suicidio, filosoficamente parlando. Quello che vorrei non è una cosa del tipo: il suicidio è bello, il suicidio è brutto, ma secondo voi cosa può scatenare questo istinto nelle persone, se è qualcosa di innaturale, se quelle persone sono da considerarsi pazze, etc etc.

Dico la mia:
Il suicidio è qualcosa che apparentemente può scaturire da vari fattori, ma secondo me il fattore è unico. Secondo me l'unica ragione per cui si può arrivare a desiderare la morte è la paura della società, se una persona si sente in armonia con la società che lo circonda, sente che gli altri hanno un valore per lui perchè lui ha un valore per gli altri.
Al contrario se una persona ripudia la società per una sola persona o per un proprio interesse, quando quell'interesse viene meno o quella determinata persona scompare dalla vita della persona in questione, questo capisce che non avendo coltivato un ruolo nella società, non interessa a nessuno, vedendo che non interessa a nessuno odia la società e, capendo che l'unica sua ragione di vita è scomparsa, perde l'attaccamento alla propria vita come a quella altrui.
Così è portato o a suicidarsi o ad uccidere, la seconda opzione avviene soltanto se la persona non ha il coraggio di fare la prima, così con l'uccidere simula la sua stessa morte. Altrimenti si suicida.

Ora tocca a voi.
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Rasputin: Lo Schiavo


I 10 METALLAMENTI:
1:Non avrai altra musica al di fuori del metallo
2:Non mettere il chiodo con i mocassini
3:Non desiderare il distorsore degli altri
4:Ricorda di acquistare ogni nuovo disco degli Atroci
5:Ricordati di vomitare alle feste
6:Non rubare i pezzi ad Albano
7:Non ascoltare i dischi dei freni
8:Ignora Sanremo
9:Non lavare mai gli Anfibi
10:NON ROMPERE I COGLIONI!
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