mi addentro anch'io nel testo
Cari amici, concordo in linea generale con le acute riflessioni di Luigi sul testo proposto in questa occasione. Aggiungo che molte piccole cose, non sono poi così piccole! e bene fa un poeta a comprenderle e ad apprezzarle.
Detto ciò, m’introduco in un’analisi più particolare, sperando di non annoiarvi.
Il poeta dialoga, comunicando un breve momento felice della sua vita.
Il coinvolgimento del lettore avviene prima stimolandone l’interesse con una domanda, poi dando voce con il discorso diretto a chi legge (-Voi direte: “Certa bella creatura…”-).
Umberto Saba, tirando le somme della propria vita, quasi ritiene una colpa l’essersi sentito felice e chiede perdono per aver utilizzato tale termine. Personalmente, ritengo lecita e possibile la felicità, così come può offrirla questa esistenza. Non solo, siffatta felicità può anticipare e preparare una più grande e successiva felicità.
Queste affermazioni vanno sotto la vostra autorevole correzione
. D’altra parte, se ci chiudiamo in un pessimismo di sistema, tutto, nella nostra interiorità, può assumere tale sfavorevole caratterizzazione!
Due emozioni aumentano fino alla commozione, in un mezzogiorno invernale, la sua gioia:
il cielo nativo chiaro e risplendente come non mai ed un palloncino turchese sfuggito (probabilmente ad un incauto bambino) che sale e scende nel cielo. Il poeta ha come punto di osservazione l’esterno del Caffè dove egli è seduto.
L’autore ci sorprende rivelando, appunto, come un piccolo avvenimento provochi in lui stesso un grande effetto emotivo. Rileviamo, al riguardo, come la sua felicità del momento lo renda così interiormente recettivo da condividere, con grande tenerezza, il dolore del bambino, che ha visto volar via il suo amato giocattolo d’aria.
Su tutte le cose che fanno parte della scena visibile, s’innalza il palloncino. Le cose sono divine, forse perché partecipano a quell’istante “di grazia” che vive il poeta (che ne dici Nausica?). Il palloncino si eleva sulle altre cose (1) perché le supera in altezza, ma anche perché (2), rispetto alle alte cose amate e visibili, suscita in quell’attimo nel poeta un’emozione ancora più forte.
Nella poesia predominano i dati visivi riguardanti l’evento descritto e tutto lo scenario (bello e perfettamente consonante con lo stato d’animo del poeta) nel quale l’evento si è svolto.
Cara Nausica, alla fine poi ci dirai se questa poesia ti piace!!?? e dove in particolare… A tuo parere (ed a parere degli altri amici che leggono), perché Saba ritiene il ricordo di un momento di felicità quasi una “colpa”? la vita è forse solo una sorta di espiazione?!
Sempre grazie, Nausica, per il tuo gentile dialogare con noi!!
Massimo